Anno | 2022 |
Genere | Azione, Commedia |
Produzione | Svezia |
Regia di | Jonas Åkerlund |
Attori | Bill Skarsgård, Alicia Agneson, Vilhelm Blomgren, Sandra Ilar, Hanna Björn Kolbjörn Skarsgård, Peter Viitanen, Lukas Wetterberg, Agnes Lindström Bolmgren, Isabelle Grill. |
Tag | Da vedere 2022 |
MYmonetro | Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 10 maggio 2022
Serie drammatica ispirata all'autobiografia di un famoso criminale svedese, Clark Olofsson dal titolo "What Happened".
ASSOLUTAMENTE SÌ
|
Bill Skarsgård veste i panni di Clark Olofsson, criminale svedese che dagli Anni Sessanta a oggi è entrato e uscito di prigione per così tanti reati da diventare una vera e propria celebrità. Sin da bambino Clark si appassiona alla libertà: sesso, soldi, notorietà sono le sue aspirazioni. Passando da una condanna all'altra, diventa presto un volto paradossalmente amato dal pubblico. Il trampolino di lancio di questo criminale-divo sarà la prima rapina in diretta Tv della Svezia, quella avvenuta nella piazza di Norrmalmstorg, da cui nacque il concetto di Sindrome di Stoccolma.
Un racconto a metà strada tra realtà e finzione, dove spesso il limite tra le due viene abbattuto dal punto di vista soggettivo e surreale del protagonista.
Mockumentary e finzione, salti temporali, voce narrante come in Quei bravi ragazzi, animazione, titoli strampalati, storia strampalata. La vita di Olofsson viene raccontata in questa miniserie Netflix (sei piacevolissimi episodi) come giustamente andava fatto: senza una coerenza narrativa e seguendo lo stesso principio di libertà creduto e vissuto dal protagonista.
Clark Olofsson era ed è uno dei criminali più noti della storia contemporanea, così pieno di sé ed egocentrico da far ruotare tutto attorno a lui. E la sceneggiatura di Jonas Åkerlund rende perfettamente il caos psicologico di questo personaggio, divo nazionale e cattivo ragazzo, fuori e dentro gli istituti di detenzione svedesi per più di mezzo secolo. L'approccio adottato da Åkerlund, già noto per il thriller Polar, sempre realizzato per Netflix, ci fa entrare in una biopic desueta. Non aspettatevi il classico racconto in prima persona o il mockumentary sardonico alla Woody Allen - benché entrambi i formati siano rintracciabili nella regia come riferimenti.
Ogni verità di questa storia viene deformata dallo sguardo egocentrico e personalissimo del protagonista; sin dall'inizio lo spettatore viene catturato da una sovrabbondanza di immagini, azioni, situazioni, personaggi che si accumulano uno sull'altro fino a doverli improvvisamente togliere e spazzare via con uno schiaffo di montaggio. Lo stesso accade alle molte citazioni, ai riferimenti a uno o all'altro genere, anch'essi accumulati per rendere un ego opulente, magnificamente reso da Bill Skarsgård, sempre più versatile e capace di calarsi in parti complesse.
Come l'autobiografia da cui è tratta questa storia, la miniserie non intende mostrare le vicende di un uomo, ma dichiara apertamente che i fatti sono basati "su verità e menzogne", dando il via a un gioco che intrattiene, che non vuole testimoniare o documentare.
Clark fa l'occhiolino, dal punto di vista registico, tanto a Godard quanto a Tarantino, seppur in salsa nordica, perdendo costantemente aderenza a un piano temporale o spaziale. La mente va ad Assassini nati - Natural Born Killers di Oliver Stone, di cui possiamo ritrovare lo stesso desiderio di esercitarsi, di giocare con il mezzo perseguendo finalità diverse ma sempre ponendo il punto di vista del personaggio al centro degli eventi, così fortemente da influenzare le scelte di regia, fotografia e montaggio.
L'egocentrico gioco che Clark mette in scena cattura lo spettatore in quanto lo cala in un labirinto umano, rendendo a livello narrativo lo stesso stato di piacere in cui si trovò la popolazione svedese durante la rapina di Norrmalmstorg che coniò la cosiddetta Sindrome di Stoccolma - e che qui diventa sinonimo di bingewatching. La destrutturazione proposta da Åkerlund diventa così una rapina a mano armata alla realtà dei fatti, dove chi guarda viene al contempo privato della verità e affascinato da chi lo sta derubando.