Sofia, una donna che vive nel cuore dell'Appenino Reggiano, alle prese con una possibile convivenza fra la natura incontaminata e le nuove tecnologie. Espandi ▽
La natura incontaminata con le sue suggestive distese di grano, gli animali e i suoi colori sgargianti da una parte. Dall'altra la tecnologia, con la minaccia incombente di rovinare e distogliere tutti dall'incanto della natura, ma anche con le chimere dei suoi mondi paralleli ipnotizzanti in cui ci si può smarrire. È il divario che pone la commedia Evelyne tra le nuvole di Anna Di Francisca. Poteva venire fuori una commedia sofisticata sul contrasto tra nuove tecnologie e stili di vita slow, animalisti e ecofriendly, purtroppo invece malgrado le buone intenzioni e un'attrice come Eleonora Giovanardi il film risulta un prodotto ibrido, che si limita ad abbozzare una galleria di personaggi caricaturali senza mai approfondirli veramente. Il risultato è un colorato pastiche dalle belle intenzioni, che mira a far rinnamorare chi guarda dei suggestivi luoghi dalla natura incontaminata, ma che purtroppo non si rivela una visione imperdibile, di quelle capaci di suscitare emozioni. Recensione ❯
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Cosa può accadere in un mondo in cui la distanza tra il virtuale e il reale si annulla? Espandi ▽
FoXMinD è il nuovo campione degli E-Games. Sulla piattaforma Zzip, la più seguita e commentata, si parla solo di lui e di come abbia sottratto lo scettro a B4arD_Out_OF_TuN3, ora in cerca di riscatto. La scalata è così feroce che quando FoXMinD annuncia di voler creare una squadra di giocatori, l'hype è alle stelle. Nascono così i Wind Arrows. La notte dopo l'ultimo torneo mondiale di E-Games, tutto cambia: un gruppo di cyber-rivoluzionari, i Deep Oblivion, rapiscono otto tra i più famosi gamer per farli scontrare in modalità deathmatch dentro un'arena segreta.
Ogni elemento del film è altamente riconoscibile, eppure tutto viene dilatato a dismisura per sopperire a quello che invece manca.
Braschi scrive di un deathmatch che non parte dall'arena ma dal mondo che c'era prima, eppure dimentica di dare spessore reale, affilato, ai suoi personaggi. Così tutto rimane lì, tutto è quello che è: già visto ma non elaborato, già sentito ma non vissuto, già prodotto ma non riappropriato. Un colpo alla testa indolore e torni a (ri)vedere altro. Recensione ❯
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Una spettacolare fusione di generi, tra sottocultura underground e citazioni classiche. Drammatico, USA1979. Durata 92 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Cyrus propone una riunione di tutte le bande di teppistelli newyorkesi. Ma mentre sta parlando, uno di una banda avversaria gli spara e lo uccide. Espandi ▽
New York, 1979. Cyrus, leader carismatico della gang più agguerrita della città, convoca, in pieno Bronx, una convention notturna delle bande giovanili della città. L'obiettivo è proclamare una tregua delle guerre continue che pongono le gang una contro l'altra e coalizzarsi per mettere sotto scacco l'intera New York. Durante il meeting qualcuno spara al potente Cyrus. La colpa dell'omicidio ricade sulla banda di Coney Island, i Warriors. Le altre gang scatenano, allora, una spettacolare caccia all'uomo, mentre i nove "guerrieri" tentano di tornare nel loro territorio. Recensione ❯
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Una commedia leggera e frizzante su due fratelli opposti e costretti a riscoprire il loro legame. Commedia, Italia2023. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Due fratelli completamente diversi: uno abita in Toscana e lavora in un supermercato, l'altro tenta di fare l'attore in giro per il mondo ma torna al paese d'origine quando scopre che l'unica zia ancora in vita è gravemente malata. Espandi ▽
Fred e Fosco sono due fratelli agli antipodi. In crisi professionale e personale (e a corto di soldi), Fred torna al paese tentando invano di riallacciare i rapporti, ma l’improvvisa morte della zia e il suo bizzarro testamento costringono i due fratelli a una convivenza forzata che finirà per giovare ad entrambi… Al suo esordio alla regia, l’attore Luca Calvani firma una commedia fresca e frizzante, mettendosi in gioco e prendendosi in giro nel ruolo di Fred che è quasi la sua caricatura, ma con sfumature e pennellate che conferiscono spessore e profondità al personaggio. L’incontro tra due caratteri e due mondi distanti funziona bene come architrave di una commedia che segue gli schemi classici del genere e sa come farlo, strappando anche qualche risata grazie all’affiatamento del cast e a una sceneggiatura ben calibrata. Recensione ❯
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Una favola che combina con grande audacia realismo magico e poesia sociale. Drammatico, Francia, Egitto, Paesi Bassi, Grecia2021. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La parabola di una donna che si ritrova ed essere il capofamiglia dopo uno strano incidente. Espandi ▽
In una baraccopoli ai margini del mondo, una madre sottomessa e silente spende tutte le sue energie per allevare i figli e soddisfare un marito autoritario, che gestisce la sua vita e la sua economia. Il ritmo monotono delle sue giornate è interrotto dal compleanno di uno dei suoi bambini. Per l’occasione prepara una torta e gonfia palloncini mentre il consorte ingaggia un mago ciarlatano che lo trasforma in pollo. Un film radicale e radicalmente singolare. È la storia di un trucco di magia andato storto. Una storia di polli metaforici, che hanno conosciuto momenti di gloria nelle riflessioni di molti pensatori. È una favola senza senso che ne cerca uno in ogni angolo lurido della città, dove l’emergenza è permanente e i diritti umani un disegno lontano. Combina con grande audacia realismo magico e poesia sociale, mettendo a dura prova lo spettatore col suo miserabilismo testardo su cui il film inciampa e si sporca, letteralmente. Ma Omar El Zohairy ci crede, crede alla sua premessa strampalata, crede in quella storia ‘da non credere’ dove l’assurdo infiltra il reale senza battere ciglio. Recensione ❯
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Una serie di relazioni si instaurano durante la raccolta dei fichi: un ritratto generazionale di giovani donne (e, appena un passo indietro, giovani uomini). Espandi ▽
Nel nord-ovest rurale della Tunisia, l'estate volge al termine ed è periodo di raccolta dei fichi. Nell'arco di una singola giornata, una squadra di lavoratori stagionali parla e discute tra una cesta di frutta e l'altra. C'è da difendersi dalle avances e dai piccoli soprusi del proprietario del frutteto Saber, rivendicare la propria autonomia come fanno Fidé e Melek, tornare in gruppo dopo una lunga assenza come Abdou, e navigare le aspettative di una futura unione come nel caso di Sana e Firas. Dall'alba al tramonto, le loro storie si intrecciano sotto l'ombra gentile degli alberi di fico.
Esordio nel cinema di finzione per la regista franco-tunisina Erige Sehiri, il film è un pregevole spaccato di vita agricola dagli spiccati riflessi di analisi socio-culturale, tutta declinata al femminile.
La struttura del film è leggera ed elastica, con qualche punto in comune con il successo recente dello spagnolo Alcarras (una poetica dell'estemporaneo che fa contrasto con la sacra ciclicità del mondo agricolo), ma è soprattutto debitrice verso il cinema di Abdellatif Kechiche. Recensione ❯
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Un film schietto e duro sul bullismo, con una piccola protagonista assolutamente eccezionale. Drammatico, Belgio2021. Durata 72 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una bambina si trova coinvolta in un grande conflitto interiore. Espandi ▽
Nora è al suo primo giorno di scuola e fa fatica a lasciare il padre. In una classe superiore c’è già il fratello Abel il quale però vuole che lei gli stia lontano. Il motivo c’è. Abel subisce le vessazioni da parte di un gruppetto di bulli e non vuole che la sorella si intrometta e neppure ne parli con il genitore. Lara Wendel, regista all’esordio nel lungometraggio, deve avere dei responsabili per il casting di grande qualità perché sono riusciti a scovare Maya Vanderbeque che ha sette anni ma sembra un’attrice navigata e più che efficace. La camera segue da vicino la ragazza nei suoi slanci così come nelle sue chiusure offrendoci più di un’occasione di riflessione. Ivi compresa quella sul fenomeno del bullismo in un aspetto che non sempre viene preso nella dovuta considerazione. Cioè quello delle cause di questo comportamento e di quali possono essere gli elementi che vi stanno alla base. Recensione ❯
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Un regista non riesce a completare il suo ultimo film su Giacomo Casanova. Comincia ad essere tormentato da sogni e visioni dello stesso personaggio che vuole raccontare. Espandi ▽
Con Il ritorno di Casanova, liberamente tratto dal romanzo omonimo di Arthur Schnitzler, Gabriele Salvatores si confronta sia con il passare inevitabile del tempo, tema del suo film-nel film-nel film, che con un gigantesco fantasma cinematografico, il Federico Fellini di 8 ½ e Il Casanova. È questa l’atmosfera sospesa, da quadro di Magritte, la forza del film, insieme all’interpretazione intensa e nuda di Toni Servillo, fragilissimo dietro la maschera del grande autore e dell’uomo di mondo, sfuggente e inadeguato davanti alla violenza dell’attrazione che prova verso Silvia, altro fantasma, questa volta di giovinezza leopardiana. Ma Il ritorno di Casanova è anche una riflessione sul cinema e la sua impermanenza “se non c’è un pubblico che vuole vederlo”, nonché sui registi che non sanno vivere al di fuori del set, sui giornalisti gossippari, sui montatori mai celebrati e invece coautori dei film dei loro registi. Un film pieno di una grazia dolorosa cui Servillo si abbandona senza opporre resistenza. Recensione ❯
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Un'esperienza immersiva in un disastro fitosanitario che costringe a rivedere il nostro stile di vita. Documentario, Italia2023. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il viaggio di Giuseppe verso la terra del padre, nella Piana degli ulivi monumentali, laddove è imminente l'arrivo dell'epidemia. Espandi ▽
Nel Salento è in corso un'emergenza fitosanitaria causata dal batterio xylella, che priva le piante di ulivo di idratazione fino al disseccamento. Le ricadute sono ambientali, economiche, sociali, paesaggistiche. E l'infezione botanica, contro cui non esiste ancora una cura, continua la sua avanzata verso nord, vista con preoccupazione dai Paesi del Mediterraneo e dalla Comunità europea. Forse in nessun altro territorio la crisi è evidente come nella Piana degli ulivi monumentali, fra Bari, Brindisi e Taranto, dove si trovavano piante che arrivavano ad avere due secoli anni, come il cosiddetto Re. Recensione ❯
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Uno spettacolo fluido e coerente che intrattiene oltre i buchi di trama e gli evidenti limiti nella recitazione. Commedia, Italia2023. Durata 79 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +10
Il primo film che vede protagonisti i "DinsiemE": Erick Parisi e Dominick Alaimo. Tratto dall'omonimo libro per bambini dei "DinsiemE". Espandi ▽
I DinsiemE, al secolo post-breve Erick Parisi e Dominick Alaimo, coppia di Youtuber da 1,72 milioni di iscritti, traspongono il loro Il viaggio leggendario di Erick e Dominick, edito da Salani, in un film che sembra spostare un po’ più avanti il nugolo di E-titoli con protagonisti in arrivo dal web. Rispettando le linee guida del loro prodotto multimediale, improntato ai valori supremi del gioco e dell’amicizia, Erick e Dominick plasmano una storia che però rispetta a pieno anche il genere filmico con il quale hanno deciso di esordire in sala e che a ben vedere sembra calzargli in modo naturale, cioè l’avventura. Aiutati dal lauto budget di Lotus Production, il regista Alessio Liguori e il suo team tirano fuori uno spettacolo fluido, coerente, che intrattiene oltre gli occhi sbarrati e le bocche aperte della recitazione, il meccanismo a volte dispersivo e l’inaggirabile dose di buchi di trama e zucchero filato. Non un viaggio leggendario, ma a spasso con Erick e Dominick ci si può anche andare volentieri. Recensione ❯
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John Wick trova una via per sconfiggere la Gran Tavola. Ma prima di guadagnare la libertà, Wick deve affrontare un nuovo nemico. Espandi ▽
John Wick è tornato. Rinfrancato nel corpo e in quel che resta dello spirito, il leggendario-killer dal leggendario-soprannome Baba Yaga ha vissuto sotto protezione nel regno del Re della Bowery, in attesa di avere la sua vendetta. E l'occasione è arrivata: la Gran Tavola, all'unanimità, ha dato pieni poteri al Marchese de Gramont per riportare l'ordine nelle sue enclave, e questi come primo atto ha stabilito la destituzione di Winston e l'abbattimento del Continental. Inizia così l'ultimo periplo di Wick, lungo il quale incontrerà vecchi e nuovi nomi, come l'assassino cieco Caine, la Ruska Roma, Shimizu il direttore del Continental di Osaka, il Reggente e altri più o meno letali amici-nemici. E dopo aver perso la moglie, il cane e la macchina, il finale non può che essere uno...
Le lunghe e logoranti sequenze action senza uno stacco né una pausa raggiungono il puro post-realismo, non si rinuncia a niente, si mostra tutto a partire dagli stunt e dalle loro evoluzioni. Ogni cosa viene dopo il disegno grafico dei corpi e delle armi, perché non è John Wick con i suoi massacri ad essere immerso nel mondo, è il contrario.
E vista l'immersione di fede nel mito, nel western, nel romanticismo, allora ecco quello che è forse il primo piano sequenza iper-stilizzato fino all'astrazione della saga, tutto girato dall'alto con un crane, dentro un edificio, con una selva di corpi indistinti ricacciati e ributtati da Wick. Recensione ❯
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Un film che attiva e rende vivido ogni singolo dettaglio della vita e dei tormenti dell'artista spagnolo. Arte, Francia, Spagna, Portogallo2022. Durata 90 Minuti.
La ricca e sinuosa opera del genio spagnolo in questo affascinante documentario corale. Espandi ▽
Seguire le tracce di Francisco Goya sul filo narrativo di Jean-Claude Carrière è già un’azione che non può lasciare indifferenti. Due intelligenze speciali, quella dello scrittore in dialogo con quella del pittore; due narratori eccezionali. Visionari che, posti a confronto dal regista José Luis López-Linares, hanno lasciato, a loro modo, tracce incancellabili e sentimenti vividi. Il talento, l’osservazione e l’analisi del quotidiano, anche quello più duro; i volti delle dame, i loro piedi dentro a eleganti calzari di seta; quelle mani - che Goya non amava dipingere e dunque si faceva pagare in più -; i tori e la corrida; la morte, la guerra, il dramma, il dolore forte, i giochi di corte, i tessuti, le incisioni raffinate e dense di stratificazioni lineari; i volti espressivi e grevi, la critica. Si potrebbe colmare una pagina intera con le sole descrizioni dei dettagli e delle reazioni dei soggetti nei dipinti intensi di Goya. Recensione ❯
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Un poliziesco che procede con grande conoscenza degli stilemi del genere non tralasciando mai il fattore umano. Thriller, Italia2023. Durata 120 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un tenente di polizia di nome Franco Amore la notte prima del suo pensionamento viene chiamato per indagare sulla scena del crimine in cui il suo migliore amico e compagno di lunga data Dino è stato ucciso. Espandi ▽
Franco Amore è un poliziotto all'ultimo giorno di lavoro dopo trent'anni di integerrimo servizio nelle forze dell'ordine. Ha già anche a lungo meditato il discorso d'addio in cui ricorda di non avere mai sparato a nessuno anche se gli incarichi pericolosi non gli sono mancati. La sua nuova moglie, la figlia che studia all'estero e gli amici hanno organizzato una festa a sorpresa per lui quando, all'improvviso, viene richiamato in servizio perché è accaduto un fatto grave.
Andrea Di Stefano ha realizzato un film di genere nel quale ci si occupa del mondo del crimine e per il quale sarebbe un crimine rivelare anche pochissimo di più di quanto esposto nella breve sinossi. Siamo di fronte ad un film poliziesco che procede con grande conoscenza degli stilemi del genere non tralasciando mai l'elemento del fattore umano.
Il cinema di genere in Italia abbisogna di film come questo e di registi come Di Stefano che ha la giusta passione ed empatia per affrontarlo. Recensione ❯
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La favola di un uomo cieco che sa ritrarre ciò che non vede si perde nell'eccessivo didascalismo. Drammatico, Italia2022. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di un anziano signore non vedente, insegnante di ritrattistica a carboncino in una scuola serale. Espandi ▽
L'anziano Emanuele, cieco sin da ragazzo, ha una dote unica: riesce a ritrarre chiunque solo ascoltandone la voce. Insegna ritrattistica a carboncino in una scuola serale, ma non ama la compagnia altrui, ad eccezione di quella dell'assistente sociale Pola. La sua vita solitaria viene sconvolta quando due immigrate africane si trasferiscono a casa sua occupandosi in cambio delle faccende domestiche, e riuscendo pian piano a fare breccia nel suo cinismo. Nel frattempo, un video di Emanuele all'opera con uno dei suoi disegni diventa virale, e in breve lui viene arruolato da uno show televisivo che tenta di sfruttarne la popolarità.
Il protagonista impersonato da Franco Nero sembra rimandare a Clint Eastwood, ma il film non ha lo stesso respiro e la resa complessiva si rivela modesta. A quasi vent'anni dal suo esordio dietro la macchina da presa, Forever Blues (2005), Franco Nero torna alla regia cucendosi addosso un personaggio su misura, decisamente eastwoodiano, un duro e puro secondo cui il pietismo verso i disabili è una forma di razzismo che lui non tollera.
L'unione di troppi temi, dall'integrazione multietnica all'isolamento nella disabilità e nella vecchiaia fino al potere manipolatorio dei media, impedisce qualsiasi tipo di approfondimento, e ogni riflessione che ne deriva non può che arrestarsi alla superficie. Recensione ❯
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Amori, tradimenti, libertà sessuale e soprattutto esistenziale. Tra sogno ed uso del tempo reale, uno dei film più sperimentali e letterari di Jean Eustache. Espandi ▽
Alexandre vive la maggior parte del tempo affondato nel letto. Senza lavoro e senza soldi, dorme da Marie ma prova a riconquistare Gilberte, la donna che ama e che lo respinge. Tra un café e una chambre de bonne seduce Veronika, una giovane infermiera disponibile al sesso e all'amore. Sul fondo dell'ebrezza e di lunghe notti di confessioni liquide, le dissertazioni amorose prendono un accento greve. Qualcuno tiene il muso, qualcuna ascolta, qualcuna vomita il diritto di contraddirsi e di andarsene. Poi tutto ricomincia su una vecchia canzone, perché a Parigi "les amants s'aiment à leur façon...".
Si dica senza indugio, La maman et la putain è il film più bello del mondo. Quello che ci ha insegnato a fare e a disfare il letto, ad ascoltare le donne, a vomitare con classe, a fischiettare Fréhel prima del caffè, a camminare in città e a sedurre al primo appuntamento, parlando troppo o stando in silenzio.
Come nessuno, il film fiume di Eustache mette in scena il disincanto degli orfani del '68, spettri che si sfiorano senza scaldarsi, cercando rifugio in un'erranza parigina piena di insolenza o in certe ore pallide della notte, tra le lenzuola sgualcite di Jean-Pierre Léaud o nella fibra letteraria dei loro monologhi. Recensione ❯
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