luciano sibio
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mercoledì 5 luglio 2023
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un film senza idee su quando non si hanno idee
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Mi sembra tanto il tentativo di fare un film sulla propria assenza di idee e ispirazione volendo peraltro molto qualunquisticamente attribuire ciò alla vecchiaia incipiente.Ma si trascura il fatto che il miglior modo di fare un film sulla propria assenza di idee e ispirazione è "non" fare alcun film. Tant'è che una volta fatto contro ogni logica, quello che ne è emerso sono una serie di scopiazzature.Ovviamente dal mitico Fellini di 8 e mezzo, e qui si poteva fare meglio senza tanta fantasia scegliendo qualcun altro meno famoso, ma del resto quando uno non ha idee e fantasia che puoi aspettarti ? nulla appunto.
Addirittura si riprende, pari pari, anche una suggestiva scena dal film ROMA di Fellini in cui si scoprono negli abissi degli infiniti scavi metropolitani romani dei misteriosi mosaici dell'antichità.
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Mi sembra tanto il tentativo di fare un film sulla propria assenza di idee e ispirazione volendo peraltro molto qualunquisticamente attribuire ciò alla vecchiaia incipiente.Ma si trascura il fatto che il miglior modo di fare un film sulla propria assenza di idee e ispirazione è "non" fare alcun film. Tant'è che una volta fatto contro ogni logica, quello che ne è emerso sono una serie di scopiazzature.Ovviamente dal mitico Fellini di 8 e mezzo, e qui si poteva fare meglio senza tanta fantasia scegliendo qualcun altro meno famoso, ma del resto quando uno non ha idee e fantasia che puoi aspettarti ? nulla appunto.
Addirittura si riprende, pari pari, anche una suggestiva scena dal film ROMA di Fellini in cui si scoprono negli abissi degli infiniti scavi metropolitani romani dei misteriosi mosaici dell'antichità.
Insomma si assiste stupiti ad un fim fatto da qualcuno che non ha alcuna voglia di farlo per mancanza di idee e fantasia , ma che lo fa lo stesso rappresentando la propria non voglia di fare un film. Morale: una noia mortale a corredo della nullità.
La conclusione come riportato nel film stesso è la seguente: morto un film se ne farà un altro.... e speriamo bene !
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domenica 7 maggio 2023
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uno dei peggiori film dal 1950 ad oggi mai prodotti
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Complimenti sinceri!! Trasformare una sicura boiata, scopiazzata malissimo qua e là (soprattutto 81/2), non è impresa di poco conto. Pensi che vista questa ennesima idiozia di Salvatores, che ha scelto Servillo in quanto osannato da quisque de populo, anche se sempre identico come Robert De Niro, mi fa sovvenire una riflessione. Salvstores credo abbia girato una trentina di film, di cui solo 2,a mio avviso, sono degni di memoria: Mediterraneo e Marrakesh Express, girati guarda caso quando era suo "allievo" Il grande Mazzacurati (il Toro, la Lingua del Santo) purtroppo mancato prematuramente. Ebbene sono convinto che i due memorabili film citati siano stati proprio fatti da Mazzucurati e solo firmati da Salvatores, altrimenti non si potrebbe spiegare un così abissale divario nella produzione.
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24luce
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mercoledì 3 maggio 2023
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i maschi non sanno invecchiare.
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Ah, ho capito. del pubblico si possono vedere solo 5 recensioni! Perché?
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24luce
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giovedì 20 aprile 2023
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i maschi non sanno invecchiare.
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Tutto il contrario di Babylon, non certo per la trama ma per la presa sul pubblico: Babylon insopportabile nell'ultima parte, questo farragginoso, buio,fuori fuoco volutamente, inceppato all'inizio, poi prende a narrare, all'apparire di Silvia. Meravigliosa, ma non solo perché giovane e bella. Il regista Leo Bernardi/ Servillo scommetto che non è mai stato così, sicuro di quello che vuole e proteso verso gli altri esseri umani. L'enfant gaté che è sempre stato, ora lo paga al sopraggiungere del disinteresse delle donne verso di lui.Mi correggo. Leo Bernardi rivela, con Silvia, che gli interessa la conquista per narcisismo. Poi, quando l'ha conquistata, la butterebbe via, se Silvia non fosse la forza della natura che é.
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Tutto il contrario di Babylon, non certo per la trama ma per la presa sul pubblico: Babylon insopportabile nell'ultima parte, questo farragginoso, buio,fuori fuoco volutamente, inceppato all'inizio, poi prende a narrare, all'apparire di Silvia. Meravigliosa, ma non solo perché giovane e bella. Il regista Leo Bernardi/ Servillo scommetto che non è mai stato così, sicuro di quello che vuole e proteso verso gli altri esseri umani. L'enfant gaté che è sempre stato, ora lo paga al sopraggiungere del disinteresse delle donne verso di lui.Mi correggo. Leo Bernardi rivela, con Silvia, che gli interessa la conquista per narcisismo. Poi, quando l'ha conquistata, la butterebbe via, se Silvia non fosse la forza della natura che é. Una buonqa descrizione di quello che si narra fosse il comportamento di Casanova con le donne. Una descrizione migliore, questa nel presente, del Casanova storico, inserito a sprazzi in questo film. Egli ppare piagnucoloso, senza grande spessore. Bentivoglio è bravissimo a seguire le indicazioni di Salvatores, che lo ha perfino costretto a denudarsi. Ma è il copione della parte storica che difetta. Diciamo che a Salvatores interessa più il presente. Il messaggio che una donna ne trae è che gli uomini, non solo i casanova, nel rapporto uomo donna si lasciano attrarre quasi sempre solo dall'involucro femminile. Chiaro che quando, guardandosi allo specchio, vedono il sopraggiungere della vecchiaia, si deprimono.
Senza chiedersi perché le donne continuano ad essere attratte anche da uomini molto più "grandi" di loro. Non sarà perché intuiscono e si dirigono soprattutto verso quello che c'è dentro l'involucro ?
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mauridal
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martedì 11 aprile 2023
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non lascia , raddoppia
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IL RITORNO DI CASANOVA. un film di Gabriele Salvatores
Quando ci si incontra con se stessi, quando, il proprio io, lo si incrocia con un altro, allora si crea un circuito doppio, dove l’uno è anche l’altro. Dunque, è questo, il senso dell’ultimo film di Gabriele Salvatores, un film che arriva in piena maturità avanzata del regista e rispecchia certamente tutte le sue paure e sensazioni rispetto al tema del doppio ma anche rispetto alla realtà del tempo che passa e non fa sconti a nessuno.
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IL RITORNO DI CASANOVA. un film di Gabriele Salvatores
Quando ci si incontra con se stessi, quando, il proprio io, lo si incrocia con un altro, allora si crea un circuito doppio, dove l’uno è anche l’altro. Dunque, è questo, il senso dell’ultimo film di Gabriele Salvatores, un film che arriva in piena maturità avanzata del regista e rispecchia certamente tutte le sue paure e sensazioni rispetto al tema del doppio ma anche rispetto alla realtà del tempo che passa e non fa sconti a nessuno. Un film che ritengo autentico per questo, non è una storia soltanto sceneggiata, con personaggi, e narrata con maestria nel cinema. E’ un film che rispecchia lo stato d’animo dell’autore e il suo attuale tratto di vita, con in più l’arte di raccontare per immagini con il cinema, che il regista conosce bene, e in questo film ci riesce pienamente. Con l’aiuto degli ottimi interpreti dei due personaggi principali Giacomo Casanova/ Bentivoglio, e il regista Bernardi /Servillo, il film racconta della realizzazione di un film sul Casanova, che si ritrova a voler tornare da vecchio nella sua Venezia, ma che si ritiene ormai con una sua propria battuta detta allo specchio , un Casavecia , dunque non più in grado di essere all’altezza del suo personaggio. Intanto il regista del film Bernardi, alias Salvatores, è in crisi creativa non riesce a terminare quel suo film, che deve presentare a Venezia, alla mostra del cinema. Dunque si presenta immediatamente il doppio binario su cui corre la storia, i due personaggi si incrociano nella loro difficoltà ad accettare il loro stato di essere in declino ed in crisi , anche il regista infatti, non è in grado di portare avanti il suo lavoro, minacciato peraltro da un più giovane regista il cui film concorre a Venezia. Intanto anche Il vecchio Casanova si trova a dover concorrere , alla conquista della giovane Marcolina ,in casa di nobili amici veneziani, con un più giovane ed in forze ufficiale, che ovviamente conquista la ragazza. Dunque, ogni personaggio ha un concorrente con cui fare i conti, ma soprattutto sia Casanova che Bernardi hanno un proprio doppio da sconfiggere, ovvero una personalità minacciata dal tempo. La scelta di cinema del regista Salvatores, si traduce nell’uso delle immagini a colori nel raccontare Casanova e Venezia nel Settecento, mentre vediamo le immagini in Bianco e Nero per raccontare le vicende di Bernardi regista che vive nella Milano moderna. Il particolare del film, che Bernardi sta preparando, è dunque la chiusura del cerchio: il film è sul ritorno di Casanova a Venezia tratto da un libro di Schnitzler, scrittore austriaco. Dunque, il doppio Bernardi Salvatores, e Casanova
Bernardi, si incrociano nel cinema, dove tutto, realtà e finzione si presenta allo stesso modo. Inutile scomodare definizioni ultime sul metacinema, questo film, è ,non solo oltre la realtà di vicende narrate, è oltre i personaggi che rappresenta.
(Mauridal).
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maramaldo
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sabato 8 aprile 2023
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una frustrazione chiamata casanova
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Un pretesto, per dire: il decadimento naturale smarrisce il senso del tuo essere e affiora lo squallido della tua anima. Si attinge ad una nevrosi di questo Schnitzler, uno, figurarsi, che Freud rifiutò di incontrare motivando che non aveva voglia di imbattersi nel proprio "doppio". Di "doppi" qui ne abbiamo almeno due, Fabrizio Bentivoglio e Toni Servillo, ma anche gli altri personaggi ci rappresentano degnamente, tutti, maschi e femmine.
Salvatores fa risaltare il suo retroterra artistico (mi stava scappando background), ci troverete persino Guerre Stellari (il robottino). Alterna con maestria e gradevolezza due tonalità: colore e grigiore, 700 galante e 2000 nevrastenico, eloquio forbito e parlata isterica e sboccata che non risparmia neanche Servillo.
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Un pretesto, per dire: il decadimento naturale smarrisce il senso del tuo essere e affiora lo squallido della tua anima. Si attinge ad una nevrosi di questo Schnitzler, uno, figurarsi, che Freud rifiutò di incontrare motivando che non aveva voglia di imbattersi nel proprio "doppio". Di "doppi" qui ne abbiamo almeno due, Fabrizio Bentivoglio e Toni Servillo, ma anche gli altri personaggi ci rappresentano degnamente, tutti, maschi e femmine.
Salvatores fa risaltare il suo retroterra artistico (mi stava scappando background), ci troverete persino Guerre Stellari (il robottino). Alterna con maestria e gradevolezza due tonalità: colore e grigiore, 700 galante e 2000 nevrastenico, eloquio forbito e parlata isterica e sboccata che non risparmia neanche Servillo.
L'inconveniente che sempre più spesso si registra nel cinema: per rafforzare un concetto si ricorre a mostrare natiche squadrate e ammennicoli ciondolanti, quel "duello degli ignudi"... Intendiamoci, non ho nulla contro lo spogliarello ma deve essere una "denudatio mimarum" nella soavità di Marcolina, una fragrante Bianca Panconi.
I caratteri femminili recuperano la pellicola che altrimenti sarebbe una riflessione deprimente. Invece, agitano un dramma vivido e concreto. Silvia, per es. (Sara Serraiocco, non la dimenticherò, una bella scoperta, una... scoperta bella). Non di meno preferirei Eva Kant, quella fino a quando non t'ammazza ti fa campare allegramente. Invece, lucidità di donna t'inquadra subito e non può che disprezzare e tormentare. Poi, magari, prevale il sentimento, sarebbe a dire la compassione. Infine, s'intenerisce, che altro può fare la carne finchè vive?
P.S. Può Il Ritorno di Casanova includersi tra i tentativi più o meno vituperati di riabilitare i ribaldi? L'autentico Veneziano non ha mai avuto buona stampa eppure "Giacomin, anca elo, cultura". Per Carducci, l'italiano "baro e spia". Eppure battibeccò con Voltaire, magari se l'inventò ma era all'altezza. Letture sterminate, al Castello di Dux finì i suoi giorni in un mare di libri, proprio come Umberto Eco. E come Ezra Pound che trasse versi da un antico cinese, tradusse l'Iliade da un remoto Omero, non chiedetemi quando trovasse il tempo... Studiò diritto a Padova dove partecipò a sommosse giovanili, un moderno. Poliglotta, non volle imparare il russo, lingua di tori. Respiro europeo, da più Paesi fu estradato o fuggì di notte. Materialista, certo. Gli piaceva un certo baccalà, i maccheroni che preparò ai Piombi fanno rabbrividire il dietologo. Non perchè andò dietro alle donne, attività cerebrale in cui eccelleva. Amava filosofando, prima e dopo, non so se durante, non mi stupirei.
Voi, vi ci trovate, nei Casanova del film voglio dire?
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cicciom�
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venerdì 7 aprile 2023
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infine il colore
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the moon
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giovedì 6 aprile 2023
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raffinato
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Bello e raffinato ,un film rischioso ma che non rischia; godibile fino alla fine.La bellezza di questo film sta in un gioco di specchi ,dove ogni cosa sembra finire nell'altra; il regista racconta una storia che diventa sua nella realtà , lui il maestro l'altro il casanova ,entrambi vivono una storia d'amore o ossessione fino a farle diventare parte di una un'unica cosa.Per chi ci ha visto fellini devo smentire ,perchè io ci ho visto Salvatores più di qualunque altro suo film , e per chi lo ha definito un film sulla vecchiaia, al contrario ho visto un film sulla giovinezza.Superlativi servillo e bentivoglio ,ma senza nulla togliere al resto del cast.
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figliounico
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giovedì 6 aprile 2023
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uno straordinario servillo
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Salvatores segue in parallelo le smanie amorose per una giovane nobildonna del Casanova al tramonto di Schnitzler, nel suo nostalgico viaggio di ritorno a Venezia, e le vicende di un regista contemporaneo di successo, che, nel mentre è svogliatamente impegnato, afflitto da una incipiente depressione senile, nel montaggio del suo ultimo film, viene travolto dalla vitalità impetuosa di una contadina che diverrà la sua amante. Cliché a parte, dallo stratagemma narrativo del metacinema alla scontata contrapposizione della tranquilla vita del casale di campagna a quella nevrotica dell’ipertecnologico appartamento di città, a prescindere dalla tecnica del doppio schermo, sfumato in basso e nitido in alto, che appare del tutto gratuita e a volte soltanto fastidiosa, il film è piacevole, per l’ironia dei dialoghi, per la suggestiva fotografia delle scene in bianco e nero, per l’azzeccata colonna sonora in ogni sequenza, tra cui il bellissimo quintetto per archi di Boccherini, La musica notturna delle strade di Madrid, e soprattutto per il cast formato da ottimi attori professionisti, da un Bentivoglio, libero finalmente dalle melense commediole di cui è diventato immancabile coprotagonista al caratterista d’eccezione Antonio Catania.
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Salvatores segue in parallelo le smanie amorose per una giovane nobildonna del Casanova al tramonto di Schnitzler, nel suo nostalgico viaggio di ritorno a Venezia, e le vicende di un regista contemporaneo di successo, che, nel mentre è svogliatamente impegnato, afflitto da una incipiente depressione senile, nel montaggio del suo ultimo film, viene travolto dalla vitalità impetuosa di una contadina che diverrà la sua amante. Cliché a parte, dallo stratagemma narrativo del metacinema alla scontata contrapposizione della tranquilla vita del casale di campagna a quella nevrotica dell’ipertecnologico appartamento di città, a prescindere dalla tecnica del doppio schermo, sfumato in basso e nitido in alto, che appare del tutto gratuita e a volte soltanto fastidiosa, il film è piacevole, per l’ironia dei dialoghi, per la suggestiva fotografia delle scene in bianco e nero, per l’azzeccata colonna sonora in ogni sequenza, tra cui il bellissimo quintetto per archi di Boccherini, La musica notturna delle strade di Madrid, e soprattutto per il cast formato da ottimi attori professionisti, da un Bentivoglio, libero finalmente dalle melense commediole di cui è diventato immancabile coprotagonista al caratterista d’eccezione Antonio Catania. Ciò che rende speciale questa pellicola è, tuttavia, la straordinaria interpretazione di Servillo, che si conferma migliore attore italiano, l’unico, al momento, in grado di superare i limiti di una sceneggiatura banale e quelli del suo regista trasformando un film, altrimenti dimenticabile, in un piccolo capolavoro da rivedere.
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