gabriella
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martedì 4 aprile 2023
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il fantasma di casanova
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Gabriele Salvatores ha la camaleontica capacità di calarsi ogni volta in situazioni diverse,l di cambiare pelle/film con estrema naturalezza , non teme le sfide, anzi, ce le racconta. IL ritorno di Casanova ci parla della giovinezza che sfuma, dell’incalzare della vecchiaia con tutti gli aspetti dolenti e stizziti rimpianti. Leo Bernardi è un regista che ha conosciuto il suo periodo d’oro, adesso è in crisi artistica ed esistenziale,fortunatamente è assistito dal suo infaticabile montatore( un bravissimo e intenso Natalino Balasso), che si dà da fare giorno e notte per ricostruire le scene e stare dietro ai capricci narcisistici e le ripetute lagnanze del regista.
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Gabriele Salvatores ha la camaleontica capacità di calarsi ogni volta in situazioni diverse,l di cambiare pelle/film con estrema naturalezza , non teme le sfide, anzi, ce le racconta. IL ritorno di Casanova ci parla della giovinezza che sfuma, dell’incalzare della vecchiaia con tutti gli aspetti dolenti e stizziti rimpianti. Leo Bernardi è un regista che ha conosciuto il suo periodo d’oro, adesso è in crisi artistica ed esistenziale,fortunatamente è assistito dal suo infaticabile montatore( un bravissimo e intenso Natalino Balasso), che si dà da fare giorno e notte per ricostruire le scene e stare dietro ai capricci narcisistici e le ripetute lagnanze del regista. Il film in questione è un adattamento di Arthur Schnitzler sul ritorno di Casanova, che dopo aver viaggiato tanto, vorrebbe tornare nella sua Venezia, è stanco, affaticato, vecchio,ma alla vista della bella e giovane Marcolina, cerca di riguadagnare l’allure e il fascino seduttivo di cui godeva in gioventù. Allo stesso modo, Bernardi cerca di tenere il passo con la modernità, infatti vive in una casa domotica super tecnologica . Ma entrambi dovranno fare i conti con l’evidenza, Casanova dovrà confrontarsi con il suo giovane e aitante rivale , il tenente Lorenzi, mentre Leo dovrà confrontarsi con un giovane regista emergente molto apprezzato dalla critica e verso il quale nutre un risentito disprezzo che poi è solo invidia. E’ un duello tra giovinezza e senilità, se ne esce vincitori solo accettando di lasciare andare ciò che è stato e apprezzare cosa la vita può ancora offrire, magari, inaspettatamente un figlio e di vivere la vita vera, non più in bianco e nero, ma a colori, così come quell’alba rosa e delicata che sorge in una Venezia eternamente antica ed eternamente nuova.
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(di antonio montefalcone)
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maramaldo
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sabato 8 aprile 2023
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una frustrazione chiamata casanova
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Un pretesto, per dire: il decadimento naturale smarrisce il senso del tuo essere e affiora lo squallido della tua anima. Si attinge ad una nevrosi di questo Schnitzler, uno, figurarsi, che Freud rifiutò di incontrare motivando che non aveva voglia di imbattersi nel proprio "doppio". Di "doppi" qui ne abbiamo almeno due, Fabrizio Bentivoglio e Toni Servillo, ma anche gli altri personaggi ci rappresentano degnamente, tutti, maschi e femmine.
Salvatores fa risaltare il suo retroterra artistico (mi stava scappando background), ci troverete persino Guerre Stellari (il robottino). Alterna con maestria e gradevolezza due tonalità: colore e grigiore, 700 galante e 2000 nevrastenico, eloquio forbito e parlata isterica e sboccata che non risparmia neanche Servillo.
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Un pretesto, per dire: il decadimento naturale smarrisce il senso del tuo essere e affiora lo squallido della tua anima. Si attinge ad una nevrosi di questo Schnitzler, uno, figurarsi, che Freud rifiutò di incontrare motivando che non aveva voglia di imbattersi nel proprio "doppio". Di "doppi" qui ne abbiamo almeno due, Fabrizio Bentivoglio e Toni Servillo, ma anche gli altri personaggi ci rappresentano degnamente, tutti, maschi e femmine.
Salvatores fa risaltare il suo retroterra artistico (mi stava scappando background), ci troverete persino Guerre Stellari (il robottino). Alterna con maestria e gradevolezza due tonalità: colore e grigiore, 700 galante e 2000 nevrastenico, eloquio forbito e parlata isterica e sboccata che non risparmia neanche Servillo.
L'inconveniente che sempre più spesso si registra nel cinema: per rafforzare un concetto si ricorre a mostrare natiche squadrate e ammennicoli ciondolanti, quel "duello degli ignudi"... Intendiamoci, non ho nulla contro lo spogliarello ma deve essere una "denudatio mimarum" nella soavità di Marcolina, una fragrante Bianca Panconi.
I caratteri femminili recuperano la pellicola che altrimenti sarebbe una riflessione deprimente. Invece, agitano un dramma vivido e concreto. Silvia, per es. (Sara Serraiocco, non la dimenticherò, una bella scoperta, una... scoperta bella). Non di meno preferirei Eva Kant, quella fino a quando non t'ammazza ti fa campare allegramente. Invece, lucidità di donna t'inquadra subito e non può che disprezzare e tormentare. Poi, magari, prevale il sentimento, sarebbe a dire la compassione. Infine, s'intenerisce, che altro può fare la carne finchè vive?
P.S. Può Il Ritorno di Casanova includersi tra i tentativi più o meno vituperati di riabilitare i ribaldi? L'autentico Veneziano non ha mai avuto buona stampa eppure "Giacomin, anca elo, cultura". Per Carducci, l'italiano "baro e spia". Eppure battibeccò con Voltaire, magari se l'inventò ma era all'altezza. Letture sterminate, al Castello di Dux finì i suoi giorni in un mare di libri, proprio come Umberto Eco. E come Ezra Pound che trasse versi da un antico cinese, tradusse l'Iliade da un remoto Omero, non chiedetemi quando trovasse il tempo... Studiò diritto a Padova dove partecipò a sommosse giovanili, un moderno. Poliglotta, non volle imparare il russo, lingua di tori. Respiro europeo, da più Paesi fu estradato o fuggì di notte. Materialista, certo. Gli piaceva un certo baccalà, i maccheroni che preparò ai Piombi fanno rabbrividire il dietologo. Non perchè andò dietro alle donne, attività cerebrale in cui eccelleva. Amava filosofando, prima e dopo, non so se durante, non mi stupirei.
Voi, vi ci trovate, nei Casanova del film voglio dire?
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mauridal
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martedì 11 aprile 2023
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non lascia , raddoppia
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IL RITORNO DI CASANOVA. un film di Gabriele Salvatores
Quando ci si incontra con se stessi, quando, il proprio io, lo si incrocia con un altro, allora si crea un circuito doppio, dove l’uno è anche l’altro. Dunque, è questo, il senso dell’ultimo film di Gabriele Salvatores, un film che arriva in piena maturità avanzata del regista e rispecchia certamente tutte le sue paure e sensazioni rispetto al tema del doppio ma anche rispetto alla realtà del tempo che passa e non fa sconti a nessuno.
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IL RITORNO DI CASANOVA. un film di Gabriele Salvatores
Quando ci si incontra con se stessi, quando, il proprio io, lo si incrocia con un altro, allora si crea un circuito doppio, dove l’uno è anche l’altro. Dunque, è questo, il senso dell’ultimo film di Gabriele Salvatores, un film che arriva in piena maturità avanzata del regista e rispecchia certamente tutte le sue paure e sensazioni rispetto al tema del doppio ma anche rispetto alla realtà del tempo che passa e non fa sconti a nessuno. Un film che ritengo autentico per questo, non è una storia soltanto sceneggiata, con personaggi, e narrata con maestria nel cinema. E’ un film che rispecchia lo stato d’animo dell’autore e il suo attuale tratto di vita, con in più l’arte di raccontare per immagini con il cinema, che il regista conosce bene, e in questo film ci riesce pienamente. Con l’aiuto degli ottimi interpreti dei due personaggi principali Giacomo Casanova/ Bentivoglio, e il regista Bernardi /Servillo, il film racconta della realizzazione di un film sul Casanova, che si ritrova a voler tornare da vecchio nella sua Venezia, ma che si ritiene ormai con una sua propria battuta detta allo specchio , un Casavecia , dunque non più in grado di essere all’altezza del suo personaggio. Intanto il regista del film Bernardi, alias Salvatores, è in crisi creativa non riesce a terminare quel suo film, che deve presentare a Venezia, alla mostra del cinema. Dunque si presenta immediatamente il doppio binario su cui corre la storia, i due personaggi si incrociano nella loro difficoltà ad accettare il loro stato di essere in declino ed in crisi , anche il regista infatti, non è in grado di portare avanti il suo lavoro, minacciato peraltro da un più giovane regista il cui film concorre a Venezia. Intanto anche Il vecchio Casanova si trova a dover concorrere , alla conquista della giovane Marcolina ,in casa di nobili amici veneziani, con un più giovane ed in forze ufficiale, che ovviamente conquista la ragazza. Dunque, ogni personaggio ha un concorrente con cui fare i conti, ma soprattutto sia Casanova che Bernardi hanno un proprio doppio da sconfiggere, ovvero una personalità minacciata dal tempo. La scelta di cinema del regista Salvatores, si traduce nell’uso delle immagini a colori nel raccontare Casanova e Venezia nel Settecento, mentre vediamo le immagini in Bianco e Nero per raccontare le vicende di Bernardi regista che vive nella Milano moderna. Il particolare del film, che Bernardi sta preparando, è dunque la chiusura del cerchio: il film è sul ritorno di Casanova a Venezia tratto da un libro di Schnitzler, scrittore austriaco. Dunque, il doppio Bernardi Salvatores, e Casanova
Bernardi, si incrociano nel cinema, dove tutto, realtà e finzione si presenta allo stesso modo. Inutile scomodare definizioni ultime sul metacinema, questo film, è ,non solo oltre la realtà di vicende narrate, è oltre i personaggi che rappresenta.
(Mauridal).
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figliounico
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giovedì 6 aprile 2023
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uno straordinario servillo
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Salvatores segue in parallelo le smanie amorose per una giovane nobildonna del Casanova al tramonto di Schnitzler, nel suo nostalgico viaggio di ritorno a Venezia, e le vicende di un regista contemporaneo di successo, che, nel mentre è svogliatamente impegnato, afflitto da una incipiente depressione senile, nel montaggio del suo ultimo film, viene travolto dalla vitalità impetuosa di una contadina che diverrà la sua amante. Cliché a parte, dallo stratagemma narrativo del metacinema alla scontata contrapposizione della tranquilla vita del casale di campagna a quella nevrotica dell’ipertecnologico appartamento di città, a prescindere dalla tecnica del doppio schermo, sfumato in basso e nitido in alto, che appare del tutto gratuita e a volte soltanto fastidiosa, il film è piacevole, per l’ironia dei dialoghi, per la suggestiva fotografia delle scene in bianco e nero, per l’azzeccata colonna sonora in ogni sequenza, tra cui il bellissimo quintetto per archi di Boccherini, La musica notturna delle strade di Madrid, e soprattutto per il cast formato da ottimi attori professionisti, da un Bentivoglio, libero finalmente dalle melense commediole di cui è diventato immancabile coprotagonista al caratterista d’eccezione Antonio Catania.
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Salvatores segue in parallelo le smanie amorose per una giovane nobildonna del Casanova al tramonto di Schnitzler, nel suo nostalgico viaggio di ritorno a Venezia, e le vicende di un regista contemporaneo di successo, che, nel mentre è svogliatamente impegnato, afflitto da una incipiente depressione senile, nel montaggio del suo ultimo film, viene travolto dalla vitalità impetuosa di una contadina che diverrà la sua amante. Cliché a parte, dallo stratagemma narrativo del metacinema alla scontata contrapposizione della tranquilla vita del casale di campagna a quella nevrotica dell’ipertecnologico appartamento di città, a prescindere dalla tecnica del doppio schermo, sfumato in basso e nitido in alto, che appare del tutto gratuita e a volte soltanto fastidiosa, il film è piacevole, per l’ironia dei dialoghi, per la suggestiva fotografia delle scene in bianco e nero, per l’azzeccata colonna sonora in ogni sequenza, tra cui il bellissimo quintetto per archi di Boccherini, La musica notturna delle strade di Madrid, e soprattutto per il cast formato da ottimi attori professionisti, da un Bentivoglio, libero finalmente dalle melense commediole di cui è diventato immancabile coprotagonista al caratterista d’eccezione Antonio Catania. Ciò che rende speciale questa pellicola è, tuttavia, la straordinaria interpretazione di Servillo, che si conferma migliore attore italiano, l’unico, al momento, in grado di superare i limiti di una sceneggiatura banale e quelli del suo regista trasformando un film, altrimenti dimenticabile, in un piccolo capolavoro da rivedere.
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enzo70
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sabato 1 aprile 2023
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servillo e bentivoglio in stato di grazia
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Gabriele Salvatores dirige due attori in stato di grazia. Questo film sembra, infatti, pensato per Toni Servillo e Fabrizio Bentivoglio. Il tema della vecchiaia, della decadenza del fisico, del tempo in cui non c’è più tempo viene inquadrato attraverso gli occhi di due personaggi: Leo Bernardi, un regista depresso, che vive con difficoltà l’ascesa di un giovane astro del cinema, Lorenzo Marino, e la storia con la giovane Silvia e Giacomo Casanova, il protagonista del film che Bernardi sta dirigendo. Bernardi è interpretato da Servillo e Casanova da Bentivoglio. Le due storie si intrecciano lungo tutto il film in cui risalta tutta la classe di Salvatores di coniugare tutti gli ingredienti di un gran film.
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Gabriele Salvatores dirige due attori in stato di grazia. Questo film sembra, infatti, pensato per Toni Servillo e Fabrizio Bentivoglio. Il tema della vecchiaia, della decadenza del fisico, del tempo in cui non c’è più tempo viene inquadrato attraverso gli occhi di due personaggi: Leo Bernardi, un regista depresso, che vive con difficoltà l’ascesa di un giovane astro del cinema, Lorenzo Marino, e la storia con la giovane Silvia e Giacomo Casanova, il protagonista del film che Bernardi sta dirigendo. Bernardi è interpretato da Servillo e Casanova da Bentivoglio. Le due storie si intrecciano lungo tutto il film in cui risalta tutta la classe di Salvatores di coniugare tutti gli ingredienti di un gran film. Fotografia, musica, interpretazioni, sceneggiatura, tutto fila nel migliore dei modi, un film intenso che riesce a far sorridere, un film semplice che induce lo spettatore a riflettere. L’atmosfera, spesso onirica, in cui si svolgono i fatti viene spesso mossa da spunti, l’avvocato che vive in ospedale e che prova a curare Bernardi, la scena del regista intrappolato all’interno della stanza di un bancomat, lo splendido duello finale. Ma questo film è anche un momento di riflessione sul cinema, sugli eccessi, sulle fragilità. E Salvatores riesce a muoversi con una regia piena di citazioni, da Pasolini a Fellini. Consigliatissimo.
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