Titolo originale | Taht el Karmouss |
Titolo internazionale | Under the Figg Trees |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Tunisia, Francia, Germania, Svizzera, Qatar |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Erige Sehiri |
Attori | Fide Fdhili, Feten Fdhili, Ameni Fdhili, Samar Sifi, Leila Ouhebi Hneya Ben Elhedi Sbahi, Abdelhak Mrabti, Fedi Ben Achour, Gaith Mendassi, Firas Amri. |
Uscita | giovedì 23 marzo 2023 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Trent Film |
MYmonetro | 3,73 su 20 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 16 marzo 2023
Una serie di relazioni si instaurano durante la raccolta dei fichi: un ritratto generazionale di giovani donne (e, appena un passo indietro, giovani uomini). In Italia al Box Office Il frutto della tarda estate ha incassato 52,4 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Nel nord-ovest rurale della Tunisia, l'estate volge al termine ed è periodo di raccolta dei fichi. Nell'arco di una singola giornata, una squadra di lavoratori stagionali parla e discute tra una cesta di frutta e l'altra. C'è da difendersi dalle avances e dai piccoli soprusi del proprietario del frutteto Saber, rivendicare la propria autonomia come fanno Fidé e Melek, tornare in gruppo dopo una lunga assenza come Abdou, e navigare le aspettative di una futura unione come nel caso di Sana e Firas. Dall'alba al tramonto, le loro storie si intrecciano sotto l'ombra gentile degli alberi di fico.
Esordio nel cinema di finzione per la regista franco-tunisina Erige Sehiri, il film è un pregevole spaccato di vita agricola dagli spiccati riflessi di analisi socio-culturale, tutta declinata al femminile.
Sehiri, che viene dal documentario, sa bene quanto sia importante radicarsi nell'osservazione di un luogo, e nel lasciare che la storia emerga dalle personalità che si incontrano. Ha scovato quindi il suo soggetto e i suoi personaggi a partire dall'attrice Fide Fdhili e dalla realtà che la circonda, facendone la chiave d'ingresso per un ritratto generazionale di giovani donne (e, appena un passo indietro, giovani uomini).
Il frutteto diventa un luogo d'incontro e di scambio, dove si consuma il chiacchiericcio, si stuzzica il desiderio, e là dove il sole crea l'ombra va in scena la negoziazione di costumi in perenne cambiamento - tra i sessi, tra le generazioni, tra chi lavora e chi ha l'autorità della decisione. La struttura del film è leggera ed elastica, con qualche punto in comune con il successo recente dello spagnolo Alcarras (una poetica dell'estemporaneo che fa contrasto con la sacra ciclicità del mondo agricolo), ma è soprattutto debitrice verso il cinema di Abdellatif Kechiche, di cui riprende l'ossessione naturalistica e l'indipendenza dalla sceneggiatura in favore della creazione di situazioni in cui coltivare il lavoro degli attori.
Lo certifica il nome di Ghalya Lacroix tra gli sceneggiatori (collaboratrice di Kechiche in Cous cous, La vita di Adele e la saga di Mektoub), ma è Sehiri ad assicurare il senso di vissuto su schermo e una cadenza del racconto che accoglie lo spettatore con disarmante facilità. È così che questa "giornata particolare" di raccolta dei fichi ci sembra al tempo stesso volare via e non finire mai.
Facciamo a capirci, diceva un mio amico. Certi film sono fatti per i critici e altri per il pubblico. I critici se la suonano e se la cantano fra di loro, il pubblico purtroppo spesso ci casca ed è costretto a un dormiveglia neppure rilassante. L'aspetto più bello di questa opera franco tunisina sono i cesti e i secchi e gli alberi dei fichi, parola che però compare solo [...] Vai alla recensione »
Non salvo nulla di questo film. Dialoghi inesistenti, doppiaggio imbarazzante. Scene identiche dall'inizio alla fine. Narrazione superficiale. Stavo per uscire, e non o faccio mai per amore del cinema
Una delizia passata al Med: come una bella gita in un frutteto in una giornata, a scoprire com'è cambiato il mondo!
Un film leggiadro, quasi esile, eppure capace di parlare di sentimenti, stati d'animo, rapporti e affetti, desideri e soprusi. Siamo in Tunisia, l'estate sta finendo, i lavoratori stagionali raccolgono gli ultimi fichi dagli alberi (è questo il titolo originale): "Il frutto della tarda estate", titolo comunque apprezzabile, racconta una giornata passate nel frutteto, niente di più.
È la versione cantata in tunisino da Yesser Jradi di L'estaca (Dima dima) a vibrare sui titoli di coda del bel film di Erige Sehiri, Il frutto della tarda estate, suo primo lungometraggio di finzione dopo una significativa esperienza nel documentario, anche come produttrice. Ed è a partire dall'ascolto delle parole di questo inno di resistenza composto nel 1968 da Lluís Llach sotto la dittatura franchista [...] Vai alla recensione »
Proprio mentre, in queste ore, le cronache raccontano una Tunisia in bilico, sull'orlo di una crisi economica connessa a fattori sociopolitici, nei cinema arriva il film scelto per rappresentare il Paese nordafricano agli Oscar (dopo l'anteprima a Cannes): un delicato ritratto corale, in equilibrio tra realtà e allegoria. Teatro dell'azione, che si svolge dall'alba al tramonto, è un frutteto.
Bracciantato. AIl'alba arriva il camion e le ragazze salgono per andare tra gli alberi di fico. Siamo in Tunisia, un frutteto a nord-ovest del paese. "II frutto della tarda estate" era alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes, e scelto per rappresentare in suo paese all'oscar: ha già fatto un bel viaggetto, tra molti applausi meritati, prima di arrivare nei cinema italiani.
Un gruppo di donne di differente età è in attesa al bordo di una strada. A quel crocicchio arriva un camioncino che le carica, chi davanti - mostrando l'ombra di un privilegio - chi dietro ammassandosi in una consuetudine lavorativa che sembra unirle. Inizia così, con un gesto quotidiano e allo stesso tempo emblematico, Il frutto della tarda estate, opera prima di finzione della franco-tunisina Erige [...] Vai alla recensione »
Donne che parlano. Come nel film di Sara Polley (Women Talking), la parola (soprattutto quella femminile) è il centro di gravità del primo film di finzione della regista tunisina Erige Sehiri, "Il frutto della tarda estate", distribuito in sala dalla padovana Trent Film. Mentre l'estate volge al termine, donne e uomini (giovani e meno giovani) trascorrono la giornata a raccogliere i fichi in un frutteto [...] Vai alla recensione »
Il secondo lungometraggio della regista tunisina Erige Sehiri seduce anche solo per il modo sensuale in cui i corpi dei personaggi si muovono nella scenografia del film, un rigoglioso frutteto nel nordest della Tunisia. È la stagione della raccolta dei fichi e i gesti dei braccianti agricoli sono belli e precisi. Qua e là emergono delle piccole storie (di seduzione o di gelosia) e il frutteto si trasforma [...] Vai alla recensione »
"L'idea dei dieci personaggi nasce dalla mia predilezione per i film corali, che trovo siano un riflesso della vita. Ci sono sempre diversi punti di vista, soprattutto sul posto di lavoro. E mi piace mostrare come ogni persona sia legata a tutte le altre". Le parole della regista Erige Sehiti sono la migliore presentazione dello spirito e della sostanza di Il frutto della tarda estate, premiato, cosa [...] Vai alla recensione »
È difficile dimenticare questa giornata di lavoro tra i raccoglitori di un frutteto nella Tunisia rurale di oggi, ragazzi e ragazze (un cast ammirevole) nella pausa estiva delle scuole, dal trasferimento tutti-in-piedi sul pick-up del caporale del campo, alla paga incerta e sempre subordinata a ricatti e protervie. All'ombra del fico in fiore la cinepresa della esordiente franco-tunisina Erige Sehiri, [...] Vai alla recensione »
Dall'alba al tramonto - in una luce colta nel suo stadio di tenuità -, e alla fine dell'estate, la tipica malinconia che ti prende in quel periodo dell'anno: l'afa già attutita da una qualche folata; il futuro incerto, traguardato in quel che resta del giorno; il residuo stillicidio degli amori. È lo scenario in cui si consuma la giornata lavorativa, alla fine della settimana un altro crepuscolo, un'altra [...] Vai alla recensione »
Solo su uno schermo cinematografico sotto ai rami di un frutteto può vibrare l'emozione e la passione dell'amore. Il frutto della tarda estate, diretto dalla regista franco tunisina Erige Sehiri, film d'apertura della 32esima edizione del Festival di Cinema africano, Asia e America Latina di Milano, è una gemma di affascinante taglio e preziosa fattura.
60 dinari tunisini (18 euro) a settimana, per raccogliere con le mani, uno a uno, fichi maturi dagli alberi. Una miseria. Eppure ci si dispera, se non ti prendono. A fine agosto, una dozzina di braccianti, giovani e anziani, donne e uomini, saltuari e professionali, si ritrovano dall'alba al tramonto a riempire casse di frutta sotto gli occhi di un ozioso capetto che sprona e controlla, rimprovera, [...] Vai alla recensione »
Erige Sehiri racconta, con una buona dose di leggerezza e di frivolezza, una storia semplice intessuta di sguardi, piccoli segreti, confidenze e riesce, senza eccedere in facili sentimentalismi, a renderla un fedele -e divertente - specchio di una collettività, quella femminile, dipinta in una giornata qualunque di lavoro. La presenza maschile c'è e fa parte dell'intreccio, ma è sempre funzionale [...] Vai alla recensione »
Si scambiano sguardi, si riannodano ricordi e si dà spazio ai desideri in quella giornata di lavoro, dal mattino al principio della sera, sotto gli alberi di fichi e tra l'intreccio dei loro rami. Erige Sehiri, nata a Lione da genitori tunisini e cresciuta artisticamente tra l'Europa e l'America, con Il frutto della tarda estate è al suo primo lungometraggio di finzione dopo un documentario, La voie [...] Vai alla recensione »
Ci sono film che sembrano riportarci alle origini. Le nostre origini, e quelle del cinema. Assuefatti ormai a immagini che dilatano, frammentano, moltiplicano, trasfigurano la nostra percezione del mondo, finiamo per dimenticare che il cinema è stato a lungo un'arte della presenza. Un linguaggio mascherato da pura apparenza (la "lingua della realtà di Pier Paolo Pasolini) fatto per restituire luce, [...] Vai alla recensione »
È fatto di gesti antichi, Il frutto della tarda estate (Taht alshajra, Tunisia, Svizzera, Francia, Qatar e Germania, 2022, 92'). Nelle campagne della regione di Kesra, all'interno della Tunisia, ragazze e ragazzi, uomini e donne partono poco dopo l'alba verso un grande bosco di fichi. Sono stipati su un furgone che li ha raccolti man mano lungo la strada.
Dall'alba al tramonto sul finir dell'estate tunisina, in un bellissimo frutteto, donne giovani e anziane (e un paio di ragazzi) raccolgono fichi faticando senza tregua. Nel mentre raccontano e si raccontano, parlando soprattutto d'amore. Postano su Instagram e contemporaneamente controllano che il velo stia al posto giusto, talvolta flirtano col datore di lavoro.
Campagna tunisina, estate. Una giornata di lavoro nei campi attende le sorelle Fide (Fide Fdhili) e Melek (Feten Fdhili), insieme ad altre contadine. Sotto gli alberi di fico, le ragazze parlano d'amore, della scelta di continuare o meno gli studi, della voglia di sposarsi e dei problemi quotidiani. Attorno a loro, sorvegliate dall'anziana Leila (Leila Ouhebi) che è l'informatrice del capo Saber (Fedi [...] Vai alla recensione »
Erige Sehiri si era fatta notare nel 2018 con il documentario La voie normale, ritratto della Tunisia post Ben Ali costruito seguendo i binari delle disastrate ferrovie del paese: un'opera audace e intima che già rivelava la capacità della regista di raccontare in prima persona plurale un popolo e un'aspirazione. Questa medesima tensione ritorna nel suo primo lungometraggio di finzione, nel quale Sehiri, [...] Vai alla recensione »