Anno | 2023 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Al cinema | 2 sale cinematografiche |
Regia di | Davide Barletti, Lorenzo Conte |
Uscita | giovedì 16 marzo 2023 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Dinamo Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 16 marzo 2023
Il viaggio di Giuseppe verso la terra del padre, nella Piana degli ulivi monumentali, laddove è imminente l'arrivo dell'epidemia. In Italia al Box Office Il tempo dei giganti ha incassato 8 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Nel Salento è in corso un'emergenza fitosanitaria causata dal batterio xylella, che priva le piante di ulivo di idratazione fino al disseccamento. Le ricadute sono ambientali, economiche, sociali, paesaggistiche. E l'infezione botanica, contro cui non esiste ancora una cura, continua la sua avanzata verso nord, vista con preoccupazione dai Paesi del Mediterraneo e dalla Comunità europea. Forse in nessun altro territorio la crisi è evidente come nella Piana degli ulivi monumentali, fra Bari, Brindisi e Taranto, dove si trovavano piante che arrivavano ad avere due secoli anni, come il cosiddetto Re.
Il documentario Il tempo dei giganti segue Giuseppe Semeraro, erede di generazioni di olivicoltori, nel suo viaggio verso l'abitazione del padre Francesco che si ostina a non credere nella mortalità imminente dei suoi ulivi, per cercare di aprirgli gli occhi alla pericolosità letale della xylella e alla necessità di ripensare al proprio futuro.
Il documentario racconta in modo accorato ma sistematico la progressione del batterio partendo dal valore simbolico dell'ulivo, che per i pugliesi è anche identitario: l'ulivo rappresenta la permanenza nel tempo, la prosperità, la sicurezza e la sacralità (non a caso era stato scelto come simbolo di un partito...).
"È una pianta mondo", afferma il sociologo Stefano Crisante dell'Università del Salento, uno dei molti testimoni intervistati dai registi de Il tempo dei giganti Davide Barletti e Lorenzo Conte, che in Puglia hanno girato anche i documentari Italian Sud Est, Fine pena mai e Diario di uno scuro, nonché il film di finzione La guerra dei cafoni.
Dall'etologo premio Nobel Riccardo Valentini all'epidemiologo Pierfederico La Notte del CNR di Bari, passando per giornalisti, scrittori, ricercatori, geografi, agricoltori e botanici, il documentario esplora le sfaccettature della crisi che ha ridotto in cenere milioni di ulivi, bruciati nottetempo dai proprietari che non potevano accollarsi i costi delle eradicazioni appena scoperto di possedere piante infette. C'è una grande cura formale nel rappresentare queste piante malate e le terre devastate dal passaggio della xylella, che ora sembrano lande desertiche costellate di "moncherini neri protesi verso", e le belle musiche di Valerio Daniele sottolineano l'aspetto western di questo panorama lunare.
La fotografia di Davide Micocci evidenzia l'aspetto tragicamente scultoreo degli ulivi laocoontici sconfitti da un batterio microscopico e da un insetto dal nome ridicolo - la sputacchina - arrivato in Italia dal Costa Rica, dono avvelenato della globalizzazione. E la sceneggiatura di Barletti e Conte, scritta insieme a Roberto Greco e a Stefano Martella, autore del libro "La morte dei giganti" dal quale è liberamente tratto il soggetto del documentario, è tragicamente poetica nel raccontare il rapporto fra i pugliesi e i loro uliveti, considerati amici di famiglia e testimoni della storia della regione.
Il tempo dei giganti è un The Last of Us reale che racconta anche l'inadeguatezza delle istituzioni nell'arginare la diffusione del batterio e le reazioni di coloro che nel Salento hanno negato l'esistenza stessa della xylella, ritenendosi vittime di un complotto "della Merkel, dell'Europa o la Toscana": inevitabile il parallelo con il Covid, che sarebbe arrivato in Italia poco tempo dopo. "È mancato un coordinamento fra le forze e gli attori in campo", dice La Notte. E "mentre la popolazione litigava gli ulivi millenari crollavano": una tempesta perfetta alimentata da titubanze e indecisioni, contraddizioni e rancori, dalla quale non abbiamo imparato niente, riassume Crisante.
Ma Il tempo dei giganti non è solo la cronaca di una morte annunciata, perché riporta anche esempi di resilienza e suggerisce una risposta fatta di nuove coltivazioni resistenti e colture che non necessitano di acqua, di un ritorno all'agricoltura da parte dei giovani e di una volontà di riforestazione e rigenerazione dei terreni. L'arrivo della xylella di fatto ha "creato una possibilità di ripensare il paesaggio", osserva il geografo e rettore dell'Università del Salento Fabio Pollice. Il tempo dei giganti è dunque un'esperienza immersiva in un disastro ecologico, ma apre anche nuove prospettive e costringe a ripensare uno stile di vita che ormai aveva fatto il suo, di tempo.
«È grande il popolo degli alberi» scriveva Mario Rigoni Stern in Arboreto salvatico, guardando ad abeti, larici, betulle, frassini come a una comunità viva. Riescono a ritrarli così Davide Barletti e Lorenzo Conte nel loro Il tempo dei giganti, come gente silvestre ancestrale e gentile minacciata dal batterio Xylella. Raccontando questa terribile epidemia botanica (e sostenendo la causa: per ogni biglietto [...] Vai alla recensione »
Se l'intenzione del film di Barletti e Conte - che confermano una consolidata collaborazione artistica - è quella di dimostrare la fragilità della vita del mondo vegetale e animale, uomo compreso, che si annienta davanti ad un invisibile virus o batterio, nonostante la solidità fisica e l'apparente invincibilità della scienza e della conseguente conoscenza, se tutto questo è in funzione di quella [...] Vai alla recensione »