Proteste lavorative come misura del cambiamento. Il documentario evocativo che si fa esperienza immersiva. Documentario, Italia2023. Durata 75 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un documentario che ripercorre un evento dimenticato della nostra storia recente: una grande mobilitazione per chiedere lo sviluppo del territorio sardo. Espandi ▽
Grazie al materiale audiovisivo contenuto all'interno degli archivi della preziosa Cineteca Sarda, il regista Peter Marcias ricostruisce la storia delle lotte dei lavoratori dell'isola, iniziate tragicamente con l'eccidio dei minatori di Monteponi nel 1922 fino alle grandi mobilitazioni sindacali tra il 1992-93 che coinvolsero ventisette Comuni del Sulcis Iglesiente, uniti nella richiesta di un nuovo piano di sviluppo socio-economico per il territorio, ancora oggi tra i più poveri d'Italia. A fare da Virgilio in questo aspro inferno di rabbia disperata e soprusi denunciati, c'è l'ex professore di Diritto del Lavoro dell'Università di Cagliari, Gianni Loy (oggi Garante dei diritti dei detenuti della stessa città), accompagnato dalle riflessioni di due registi europei, simboli del cinema d'impegno sociale, Ken Loach e Laurent Cantet, che contribuiscono a porre l'accento sulle ingiustizie del mondo lavorativo di ieri e di oggi, a tutela di quei diritti fondamentali che dovrebbero essere riconosciuti a tutti gli uomini e le donne. Recensione ❯
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Il primo lungo per il cinema dedicato al ladro più famoso di sempre, un'avventura psichedelica e surreale tipicamente anni '70. Animazione, Giappone1978. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Il primo anime realizzato con la tecnica "Animevision", un formato widescreen che segnò l'inizio di una nuova era per l'animazione. Espandi ▽
Saputo dell'impiccagione del celebre ladro Lupin III, il suo acerrimo nemico ispettore Zenigata vola in Transilvania per verificare la notizia. Qui vi trova il diretto interessato e scopre con lui che al suo posto è stato giustiziato un sosia. La caccia del primo e la fuga del secondo riprendono immediatamente, prima in Egitto e poi a Parigi, dove Lupin decide di aiutare la sua innamorata Fujiko, ricattata da un folle nano che ha piani millenaristici sul destino dell'umanità. Nonostante i consigli dei sodali Jigen e Goemonm, che non tollerano i continui voltafaccia di Fujiko, Lupin s'imbarca in un'avventura incredibile che lo porterà letteralmente ai confini del mondo.
Torna in versione restaurata in 4K il primo lungometraggio anime dedicato al personaggio dei manga di Monkey Punch, realizzato con la tecnica Animevision, un formato widescreen che segnò l'inizio di una nuova era per l'animazione.
Se qualcosa l'alta definizione del 4K riesce a esaltare è proprio l'aspetto strabordante del film, all'epoca pensato per superare il formato televisivo della serie che aveva dato popolarità al personaggio e recuperare in chiave audiovisiva la grafica e l'atmosfera degli originali disegnati. Recensione ❯
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Una tragedia immersa nel colore, nel dramma di un intenso rapporto madre e figlio. Espandi ▽
Il quasi quarantenne Julio Cesar vive con la madre in una casa alla foce del Tevere. La donna, di origine colombiana, condivide con il figlio quasi tutti gli aspetti della vita quotidiana. Lavorano per uno spacciatore locale e vanno anche ballare insieme nei locali specializzati in musiche latinoamericane. La loro è una simbiosi che talvolta lascia trapelare tensioni che si acutizzano quando dalla Colombia giunge Ines, una giovane neofita corriere della droga. La gelosia della madre non tarderà a manifestarsi.
Partendo da situazioni di vita personalmente vissuta Enrico Maria Artale porta con partecipazione sullo schermo una relazione complessa. Ne è nato un film carico di sentimenti vissuti tra affetto e sofferenza in cui l'arrivo dall'esterno di una figura femminile che non sia solo un corpo a pagamento (unica 'libertà' concessa dalla madre a Julio Cesar) rappresenta la possibile apertura a una realtà diversa e, al contempo, anche un avvicinamento a radici culturali che restano sullo sfondo pur facendo sentire il loro richiamo. El Paraiso è solo il nome di una piccola imbarcazione perché in realtà quello in cui vivono i protagonisti è un Purgatorio in cui il tempo della crescita individuale è stato sospeso. Recensione ❯
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Un'originale opera prima, con due interpreti esordienti ma molto autentici. Drammatico, Thriller - Francia, Marocco, Belgio, Qatar2023. Durata 94 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un racconto notturno, teso e avvincente, in bilico tra cinema di genere e dramma esistenziale. Espandi ▽
Il capoclan Dib in una lotta tra cani si è visto umiliare da un avversario. Assolda quindi Hassan, che ha bisogno di denaro, affinché sequestri a titolo dimostrativo il braccio destro del rivale. L'uomo chiede collaborazione al figlio che si procura da vivere grazie a lavori occasionali. Nulla andrà come previsto e i due si troveranno ad attraversare una notte densa di pericoli in cui cercare di trovare una soluzione al loro problema.
Il film di Kamal Lazraq dirige un'opera prima in cui si mettono alla prova sia gli interpreti non professionisti sia le doti tecniche della crew.
Dove sta l'originalità di questo film che ha spinto la giuria di Un Certain Regard ad assegnargli il Premio della giuria? Innanzitutto l'avere scelto due assoluti esordienti sul grande schermo (Abdellatif Masstouri nel ruolo del padre e Ayoub Elaid in quello del figlio) che sanno entrambi offrire una assoluta e disarmante autenticità a due personaggi che si trovano dinanzi alla messa in atto di un reato non previsto. Recensione ❯
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Marisa Paredes nel ruolo di una moglie alla quale succede tutto il peggio. Espandi ▽
Leocadia, detta Leo, è una scrittrice attualmente in crisi con Paco, il marito che ama. Costui, tenente dell'esercito, si è proposto come volontario per un corpo di pace nei Balcani pur di non affrontare direttamente le difficoltà del loro rapporto. Leo scrive romanzi rosa di successo sotto pseudonimo ma il suo stato d'animo attuale le impedisce di ottemperare alle richieste dell'editore con cui è sotto contratto. Un'amica le suggerisce di proporre dei suoi scritti al quotidiano "El Pais".
Il film fa da ponte tra due fasi della creatività del regista madrileno.
L'opera rende omaggio ad un cinema dei sentimenti realizzato ad alto livello come è quello di Douglas Sirk, ma anche non avere pudore nel manifestare interesse per i sentimenti più profondi (e anche più quotidiani) di uomini e donne. Sapendo, al contempo, come gestire una materia che con la minima distrazione può trasformarsi in un romanzo Harmony per immagini, di fatto serializzandosi. Recensione ❯
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Un documentario sentito che sa cogliere la grandezza di un leader e la partecipazione dei suoi sostenitori. E non solo. Documentario, Italia2024. Durata 75 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una testimonianza preziosa e necessaria con materiali inediti sugli ultimi giorni di vita di Enrico Berlinguer a 40 anni dalla morte. Espandi ▽
Il comizio del 7 giugno 1984 fu l'ultimo che Enrico Berlinguer poté tenere. Colpito da ictus lo portò a termine con fatica. A partire dalle immagini di quella sera si seguono i giorni dell'agonia interpolandoli con brani di discorsi tenuti in precedenza su varie tematiche. Si giunge poi alla camera ardente e ai funerali che videro due milioni di persone presenti.
Un documentario che sa cogliere la grandezza di un leader evidenziando lui in prima persona e l'attenzione partecipe con cui vennero seguiti i suoi ultimi giorni.
L'inserimento di parti delle registrazioni di alcuni suoi discorsi offre poi la dimensione di un leader che, fermo nelle proprie convinzioni, era capace di esporle con la pacatezza che proprio da quella fermezza traeva origine. La commozione, la partecipazione e i pianti della gente comune sono presentati come testimonianza dell'affetto che legava il leader a quelli che ancora si chiamavano compagni. Recensione ❯
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Chiara lavora come tecnico delle luci per uno spettacolo di teatro-danza dedicato a
Dioniso, quando Vittorio, suo padre, piomba nella sua vita con un male che sembra una punizione divina. Espandi ▽
Chiara lavora come tecnico delle luci in una compagnia che sta facendo le prove per la messa in scena de "Le baccanti" di Euripide. Ha una fidanzata più giovane di lei che soffre perché il loro rapporto non viene dichiarato e un padre che improvvisamente torna a farsi vivo dopo una lunga sparizione. L'uomo è brillante e pronto al confronto ma è anche consapevole di essere affetto da un virus che non dà scampo. I due si troveranno a condividere le stazioni di un duro calvario.
Anne Riitta Ciccone realizza un film personale a partire da un'esperienza realmente vissuta riuscendo però ad aprirsi alla condivisione con lo spettatore.
La regista e sceneggiatrice non si limita circoscrivere l'azione nell'ambito del rapporto genitore-figlia a cui offre tutte le sfumature necessarie per descrivere la non semplice ricucitura di un rapporto. Allarga lo sguardo innanzitutto al teatro classico di cui sa leggere la contemporaneità e, al contempo, la distanza. Recensione ❯
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Un'opera dal respiro utopico che rivendica la lotta femminile contro il potere e l'emancipazione dalla società patriarcale. Drammatico, Italia2023. Durata 119 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una donna cerca di preservare la bellezza selvaggia della sua Sardegna. Espandi ▽
È un ritratto femminile potente e capace di rimanere impresso, il nuovo film di Marco Amenta. Ha per protagonista Rosa Aste, più convincente che mai nei panni della Anna del titolo, una ragazza sarda che ama pascolare le sue pecore e vendere il formaggio. Almeno fin quando non vogliono spodestarla, con l'intenzione di costruire un albergo sulla sua terra, di cui pare non abbia il certificato di proprietà. È un film drammatico dal respiro ampio di utopia che incanta, conquista e convince, facendosi perdonare picchi di eccessivo pathos. Amenta sta ben attento a non firmare un'agiografia lontana dal reale, ma a restituirci il ritratto eroico di una donna imperfetta, aspra, diffidente, irascibile, lontana da ogni stereotipo letterario e cinematografico.Una storia di resistenza contro il potere, insieme capitalistico e maschilista, che solo una donna è in grado di combattere. Recensione ❯
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Ignacio ed Enrique hanno condiviso i primi turbamenti adolescenziali e la scoperta della (omo)sessualità. Si ritroveranno insieme con il pretesto di discutere di un soggetto cinematografico. Espandi ▽
Due ragazzi, Ignacio ed Enrique, scoprono l'amore, il cinema e la paura in una scuola religiosa all'inizio degli anni '60. Padre Manolo, direttore dell'Istituto e insegnante di Lettere, è testimone e attore di queste prime scoperte. I tre personaggi si rincontreranno altre due volte, alla fine degli anni '70 e nel 1980. Questo secondo incontro segnerà la vita e la morte di uno dei due." Recensione ❯
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Un film minore per Lanthimos in cui l'eccesso di compiacimento e l'esilità di argomenti nuovi lo rendono un affare per pochi. Drammatico, Gran Bretagna2024. Durata 165 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Tre episodi, legati tra loro dal cast (ma con personaggi differenti) e da situazioni ricorrenti. Espandi ▽
Tre episodi, legati tra loro dal cast (ma con personaggi differenti) e da situazioni ricorrenti. Nel primo episodio un impiegato viene incaricato dal suo capo di uccidere un uomo: fallisce nel tentativo ed è costretto ad adottare stratagemmi sempre più assurdi per riparare il danno. Nel secondo un poliziotto è convinto che la moglie, scomparsa per mesi e poi ritornata dopo un viaggio, sia stata sostituita da una sosia. Nel terzo due adepti di una setta sono alla ricerca di una donna che ha il potere di restituire la vita ai morti.
A breve distanza dal suo maggiore successo, Povere creature, Yorgos Lanthimos si dedica a un progetto che ricorda più gli inizi della sua carriera. Dichiaratamente e volutamente meno conciliante rispetto alle aspettative del pubblico, Kinds of Kindness assembla tre mediometraggi che portano la durata complessiva del film ben oltre le due ore. Arrivare al terzo episodio, dopo quasi tre ore di gelido sarcasmo con derive grandguignolesche può essere impegnativo per i non iniziati al cinema di Lanthimos. Recensione ❯
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Marina è una ragazza che trovando la specie umana strana e repellente, decide di prenderne le distanze. Finché non arriva 'lo straniero'. Espandi ▽
Marina è una ragazza che trovando la specie umana strana e repellente, decide di prenderne le distanze. Tuttavia, continua ostinatamente ad osservarla attraverso alcune canzoni, i documentari sui mammiferi di Sir David Attenborough e le lezioni di educazione sessuale che riceve dalla sua unica amica, Bella. Un giorno arriva in città uno staniero, che la sfida a calcio balilla. Il padre si prepara intanto per la fine del 20° secolo, che considera decisamente "sopravvalutato". Così, tra il padre, lo straniero e Bella, Marina scopre il mistero della fauna umana. Recensione ❯
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Kika è una truccatrice che a volte lavora anche sui "cari estinti". Vive con un ragazzo più giovane di lei. Espandi ▽
Kika è una truccatrice che a volte lavora anche sui "cari estinti". Vive con un ragazzo più giovane di lei. Viene violentata dal fratello della cameriera e impietosamente ripresa e intervistata. Citazioni a non finire: da La finestra sul cortile a L'occhio che uccide, da Profondo rosso e Tenebre a Blow-up. In sintesi, se non ci si lascia scandalizzare, questo è il più almodovariano dei film di Almodovar. Recensione ❯
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Un'opera che mette letteralmente in scena il dolore delle donne fino a diventare un film dossier su una società misogina pronta al sacrificio. Drammatico, Francia, Tunisia, Germania, Arabia Saudita2023. Durata 107 Minuti.
La storia di una donna tunisina deve fronteggiare la scomparsa di due delle sue figlie. Espandi ▽
Olfa Hamrouni ha quattro figlie che vorrebbe maritare come ‘madama Dorè’, col principe di Spagna o magari con lo scudiero del re. Le figlie si ribellano e le maggiori finiscono divorate dai lupi. Ma non è una favola e nemmeno una filastrocca quella che racconta Kaouther Ben Hania in una nuova e singolare avventura artistica che ricostruisce la vicenda di una donna e delle sue quattro figlie. Ma chi sono i lupi? Qual è la natura delle tenebre che annuncia l’autrice e che ha inghiottito due sorelle? L’intelligenza del suo proposito è di non rispondere subito, di tenere alta la nostra attenzione sul percorso che ha condotto queste donne dove sono, davanti allo spettatore a raccontare una storia vera, terrificante e banale, come il male. Les filles d’Olfa mette letteralmente in scena un dolore ereditato come una maledizione, come una violenza che si trasmette inesorabilmente di madre in figlia. Kaouther Ben Hania finirà per dirci cosa ne è stato di Rahma e Ghofrane, interrompendo la ‘favola’ ed entrando bruscamente nella cronaca. Lo psicodramma volge in film dossier edificante, completando il puzzle e riportandoci alla realtà delle cose, a una società misogina che sacrifica le sue sorelle. Recensione ❯
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L'incontro con un vecchio amico mette a repentaglio la vita di un professore in pensione. Espandi ▽
Bruno è un professore in pensione rimasto vedovo che convive con il figlio trentenne e la sua compagna incinta. L'arrivo del nipotino lo costringe a liberare spazio nell'appartamento. Un giorno si presenta a casa sua un antiquario. Si tratta di Marcello, un suo vecchio amico che non vede dai tempi dell'università e che, da questo momento, cerca di aiutarlo in ogni modo. Bruno però si sente inizialmente a disagio e spesso non risponde alle sue telefonate. Da questo nuovo incontro, tornano a galla piacevoli ricordi ma anche conflitti irrisolti a cui il professore vuole sottrarsi. Marcello però gli offre anche la soluzione per risolvere i suoi problemi di spazio portandoli nella sua casa di campagna.
Nardocci non ha la cattiveria di Risi ne Il punto di rugiada ma riesce a condividere con lui un sincero affetto per i suoi personaggi. Sicuramente, sotto questo aspetto, si avverte la sensibilità e il mestiere di un veterano come Maurizio Ponzi, autore del soggetto oltre che co-sceneggiatore.
Nella scena in cui i due protagonisti confrontano i risultati delle loro analisi mediche, La tartaruga trova quell'autoironia che è uno dei tratti più felici di questa commedia dolceamara instabile e vivace. Recensione ❯
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Un curioso mélange tra la fantascienza alla Star Wars e il ritratto umano di una comunità. Il risultato lascia perplessi. Fantascienza, Francia2024. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
In un villaggio francese alcuni extraterrestri sotto copertura sono in procinto di scatenare una battaglia. Espandi ▽
In un villaggio di pescatori sulla costa a nord della Francia è in procinto di scatenarsi una battaglia tra potenti forze extraterrestri che si nascondono dietro le soporifere apparenze della vita quotidiana degli abitanti locali. Il gusto per la satira sociale è una componente essenziale della filmografia di Bruno Dumont, al pari delle zone costiere del nord del paese in cui spesso ambienta i suoi film. Entrambi sono elementi che tornano in L’empire, anche se stavolta il curioso mélange tra la fantascienza che scimmiotta Star Wars e il ritratto umano di una comunità rurale lascia perplessi. Pieno di motivi visivi che sfiorano il camp e il ridicolo, il ri-utilizzo dei codici di genere sembra quasi venir preso alla lettera dal regista, che mette in scena una colossale battaglia tra forze del bene e impero del male con tanto di navi spaziali e spade laser. Recensione ❯
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