Chus, una brava e virginale attrice di mezza età, e Pedro, un regista tutto sesso, droga e parolacce. Secondo alcuni, queste due personalità non hanno niente in comune. Un errore assoluto, perché il loro sodalizio artistico non si è mai interrotto e, anzi, ha portato Chus a essere una delle attrici più riconosciute e apprezzate del cinema spagnolo. Almodovar è stato a tutti gli effetti la sua buona occasione per dimostrare che anche se avanzata con l'età, non è solo questione di bellezza estetica. Basta essere di talento e accattivanti, per diventare un fenomeno come lo è diventato lei.
Gli inizi da pittrice
Dopo aver frequentato il liceo, si sente spinta verso le arti figurative e decide di seguire la sua inclinazione artistica andando verso la pittura ed entrando all'Accademia di Belle Arti di San Fernarnando. Ma non si lascia affascinare meno dal un'altra arte figurativa che però è associata anche al suono: il cinema. Comincia a partecipare come attrice dilettante a un cortometraggio di Juan Estelrich Se vende un tranvía (1959).
Il debutto sotto Marco Ferreri
Lo stesso anno, per un caso fortunato, si trova a recitare la parte di una segretaria nel film di Marco Ferreri e Isidoro M. Ferry L'appartamento (1959) con lo stesso Ferreri nel cast e il futuro regista Carlos Saura. Fra l'altro, ritroverà il nostro compianto regista italiano anche in un altro film: La carrozzella del 1960. Anno in cui trova persino marito nella persona di Eusebio Moreno de los Ríos che le rimane tuttora accanto. Notata da Jaime de Armiñán, entra nel mondo televisivo spagnolo e comincia a impegnarsi completamente alla sua carriera di attrice. Ha così l'occasione di recitare con Carmen Maura e Cecilia Roth e di partecipare a pellicole come Mi scappa la pipì papà (1997) e Patrimonio nazionale (1981).
I ruoli grotteschi dati da Pedro Almodovar
Ma ciò che non si aspettava minimamente era l'attenzione di un regista che si stava affacciando da poco nel mondo della cinematografia spagnola. Un cicciottello ragazzo bruno della Mancha, omosessuale dichiarato, di nome Pedro Almodóvar. Pedro dapprima la vestirà nei panni di una grottesca suora ne L'indiscreto fascino del peccato (1983), poi le fa vestire i panni della suocera di Carmen Maura in uno dei suoi migliori film degli Anni Ottanta Che ho fatto io per meritare questo? (1984), mettendone in luce ancora una volta la parte più grottesca e quella più venale. Le cuce su misura parti da vecchia stronza, dispettosa, avara, attaccata al denaro e poco incline ai sentimenti, sia essa monaca o madre. Per lei, solo amoralità... e paradossalmente, questo giova incredibilmente alla sua carriera. Recita per il suo Pedro anche in Matador (1986) con Antonio Banderas che poi ritroverà nella strepitosa commedia Donne sull'orlo di una crisi di nervi (1988) dove invece è la spassosa portinaia testimone di Geova che dà quel tocco di dissacralità in più alla pellicola. Non contento, le offre il ruolo migliore della sua carriera, quello della madre delle sorelle Rossy De Palma e Marisa Paredes ne Il fiore del mio segreto (1995). Qui, però è una madre completamente diversa, mal sopporta la prima figlia che giudica troppo simile alla pazza sorella e invece si avvicina di più alla seconda, alla quale dona affetto... chiedendo però denaro! Da notare che anche qui l'attaccamento alla pecunia si fa debole ma sempre presente. Il risultato è una meritatissima candidatura ai Goya come miglior attrice non protagonista e una serie di fans spagnoli che si scatenano a ripetere le sue battute a memoria. Dopo alcuni anni di lontananza, Chus tornerà da Pedro con Volver -Tornare (2006) ritrovando vecchie amicizie come Carmen Maura, ma anche nuove stelline del cinema di Almodóvar come Penelope Cruz, Lola Dueñas e Blanca Portillo. Il suo ruolo in questo film è quello della vecchia zia, che vive apparentemente sola in un villaggio de la Mancha. Si mischia così bene al cast che vince la Palma d'Oro come miglior attrice al Festival di Cannes che divide assieme a tutto il cast femminile del film. Non ultimo da citare, Los Abrazos Rotos (2008), dove Pedro la riaffianca a Rossy De Palma in un piccolo ruolo.
Trueba e i Goya
Come abbiamo già detto prima, Chus si impegna tantissimo nella televisione e, facendo un piccolo passo indietro, ritroveremo il suo nome legato a miniserie iberiche di notevole successo come Teresa de Jesús (1984) e Los pazos de Ulloa (1985). Ma non c'è solo il sodalizio artistico con Almodóvar nella sua carriera. È impossibile non citare la forte presenza nella sua filmografia di Fernando Trueba, regista spagnolo che la dirige ne Sii infedele e non guardare con chi (1985), L'anno delle luci (1986) e il bellissimo Belle epoque (1992), riuscendo a farle ottenere con il ruolo di Donna Asun il tanto meritato e inevitabile Goya come miglior attrice non protagonista. Nomination che sfiora anche con L'anno delle luci, Espérame en el cielo (1988) e Bajarse al moro (1989) con Antonio Banderas, sottolineando che nonostante il volto invecchiato e i personaggi amari, ma affascinanti, rimane una ragazzaccia cattiva da elogiare. Dopo La vita allegra (1987), lavora soprattutto in televisione: il film tv La donna inattesa (1989), il telefilm Eva y Adán, agencia matrimonial (1990-1991), la serie ¿De parte de quién? (1993), il programma tv "El peor programa de la semana" (1993), Lo + plus (1995-1997) e Hermanas (1998). Trovato un nuovo regista con cui collaborare sovente (Santiago Segura), ha recitato anche ne Fuori menù (2008). Oggi, tenera vecchina dai capelli bianchi, nonostante la varietà di personaggi bizzarri e assurdi che popolano la sua filmografia, è un personaggio positivo per le giovani attrici spagnole.
