francesco2
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domenica 22 marzo 2020
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qualche impressione
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Non sono arrivato alla fine, mi astengo dall assegnare le stelline, ma ho ricevuto l impressione di un film non indimenticabile, ma abile nel suscitare interesse.
Nel tracciare questi ritratti, Scorsese guarda, piu o meno consapevolmente allo Stone di Wall Street, ed alla sua caricatura dello yuppismo.
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Non sono arrivato alla fine, mi astengo dall assegnare le stelline, ma ho ricevuto l impressione di un film non indimenticabile, ma abile nel suscitare interesse.
Nel tracciare questi ritratti, Scorsese guarda, piu o meno consapevolmente allo Stone di Wall Street, ed alla sua caricatura dello yuppismo.Distante, tuttavia, appare l autodissoluzione presente nel bellissimo Casino, e nei momenti migliori dell ultimo Irishman. Il regista si imbeve molto del suo materiale, ma forse ne rimane vittima egli stesso.
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samanta
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domenica 20 novembre 2022
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questa volta scorsese non persuade.
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Un film uscito nel 2013 dato e ridato in prima serata Tv . Incassi favolosi ma il risultato risulta mediocre oltre che immorale. Il regista Scorsese appartiene ormai alla storia del cinema lasciando una profonda traccia, la sua storia ha avuto alti e bassi ottenendo un Oscar per Departed e ben 8 nomination compreso questo film. Diresse pellicole discutibili (L'ultima tentazione di Cristo) e comunque film di successo di pubblico e critica (Taxi driver, New York New York, Il colore dei soldi, The Aviator, Silence). Scorsese possiede una regia accurata che sa mettere in luce gli aspetti più sgradevoli della società e dell'animo umano, difficilmente nei suoi film ci sono vincitori.
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Un film uscito nel 2013 dato e ridato in prima serata Tv . Incassi favolosi ma il risultato risulta mediocre oltre che immorale. Il regista Scorsese appartiene ormai alla storia del cinema lasciando una profonda traccia, la sua storia ha avuto alti e bassi ottenendo un Oscar per Departed e ben 8 nomination compreso questo film. Diresse pellicole discutibili (L'ultima tentazione di Cristo) e comunque film di successo di pubblico e critica (Taxi driver, New York New York, Il colore dei soldi, The Aviator, Silence). Scorsese possiede una regia accurata che sa mettere in luce gli aspetti più sgradevoli della società e dell'animo umano, difficilmente nei suoi film ci sono vincitori.
Questo film è un biopic nel senso che è ispirato all'avventura finanziaria di Jordan Belfort che riuscì a carpire la fiducia e truffare innumerevoli investitori guadagnando nell'arco di 10 anni centinaia di milioni di dollari negli anni '90 facendoli investire in società con nessuna prospettiva ovvero giocando sul rialzo del valore delle azioni. Il tutto condito da una vita, sua e dell'anello magico, di eccessi: orge, depravazione sessuale, alcool e un mucchio di droga.
Jordan (Leonardo Di Caprio) inizia come impiegato presso un brooker Mark (McConaughey) che lo educa ad essere aggressivo e a carpire la fiducia dei clienti, Mark fallisce ma grazie alla moglie Teresa in una una piccola società che trasforma in una più grande, grazie alle doti truffaldine che insegna ai suoi collaboratori arruolando il vicino di casa Donnie Azof (Jonah Hill) come vice e alcuni personaggi con fedina penale. Vive nel lusso: yacht di 60 mt, villa con decine di domestici, Ferrari, soprattutto donne e droga (cocaina e pasticche), divorzia e sposa la bella Naomi (Margot Robbie), ma l'avventura finisce male per le indagini del F.B.I. e dell'agente Denham (Kyle Chandler), Jordan per evitare una pena dura denuncia i collaboratori, facendo alcuni anni di carcere.
E' un film molto (troppo) lungo (oltre 3h) appare in più scene prolisso (ad esempio le varie arringhe di Jordan ai dipendenti) , inoltre calca oltremisura i toni della vicenda, con situazioni inverosimili: gli uffici della società appaiono come un gran bordello in cui sono ammessi ogni eccesso. Un'ulteriore critica è l'estrema volgarità, parolacce con profluvio di "fuck" (doppiato in "caxxo") nudità femminili continue, Margot Robbie che doveva ancora imparare a recitare si esprime nuda (lati A e B) con pose oscene. Il finale è simbolico: Denham che era stato deriso da Jordan per i suoi vestiti e la vita modesta lo vediamo nella "metro" sconfortato circondato da "travet" come lui mentre Jordan uscito dal carcere insegna come si fa a vendere. La morale sembra che il furbo sia Jordan che almeno per 10 anni ha vissuto alla grande. Un film che alla fine, fatti salvi la tecnica di Scorsese e la recitazione di Di Caprio, lascia l'amaro in bocca per una grave lacuna: neanche un immagine dei poveri investitori che hanno perduto i propri risparmi
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pisiran
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venerdì 24 gennaio 2014
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di caprio geniale degno erede di de niro.
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Di Caprio sublime interprete e degno erede del grande De Niro, è ben diretto dall'ancor più grande Martin Scorsese. Il regista però, il meglio l'ha già dato con altre pellicole ( Hugo Cabret, Goodfellas, Shutter Island, Casinò ecc.) riservando a Wolf i ritmi e le cadenze solite di Goodfellas e Casinò ma dilungandosi in certe scene che a mio avviso non era il caso. Certo il tema viene messo in risalto in modo netto (l'avidità) e con altrettanta evidenza il regista dà spazio ad una volgarità eccessiva che forse è propria di quel mondo. Nel complesso il film è scorrevole, coinvolgente ed anche simpatico in certe battute, ben sottilineato da musiche appropriate e in sintonia con gli anni che rappresenta e i gusti di Scorsese.
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Di Caprio sublime interprete e degno erede del grande De Niro, è ben diretto dall'ancor più grande Martin Scorsese. Il regista però, il meglio l'ha già dato con altre pellicole ( Hugo Cabret, Goodfellas, Shutter Island, Casinò ecc.) riservando a Wolf i ritmi e le cadenze solite di Goodfellas e Casinò ma dilungandosi in certe scene che a mio avviso non era il caso. Certo il tema viene messo in risalto in modo netto (l'avidità) e con altrettanta evidenza il regista dà spazio ad una volgarità eccessiva che forse è propria di quel mondo. Nel complesso il film è scorrevole, coinvolgente ed anche simpatico in certe battute, ben sottilineato da musiche appropriate e in sintonia con gli anni che rappresenta e i gusti di Scorsese. Per quanto riguarda Leonardo Di Caprio, risulta essere sublime al punto di esaltare tutto il cast dando lustro ai personaggi che lo circondano. Non per niente risulta essere l'attore protagonista più ben voluto da Scorsese come per altro lo fù Robert De Niro.
Pisiran/Vr
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thril.ler
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venerdì 31 gennaio 2014
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l'agnello di wall street
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Il denaro in tutte le sue possibili declinazioni, yatch ridondanti di caviale e aragoste,cene , feste, mogli stanche solo per il fatto di aver dovuto sorvegliare l'operato del giardiniere rigorosamente ispanico, uomini talmente offuscati dalla bramosia e dall'egocentrismo che non riescono più a emettere impulsi emozionali. La coca per essere più spontanei con i possibili acquirenti, il valium per affrontare le assemblee dei soci, l'erba per rilassarsi e gialli long island per colmare i pochi momenti di lucidità, giusto non per non aver l'onere di dover pensare.
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Il denaro in tutte le sue possibili declinazioni, yatch ridondanti di caviale e aragoste,cene , feste, mogli stanche solo per il fatto di aver dovuto sorvegliare l'operato del giardiniere rigorosamente ispanico, uomini talmente offuscati dalla bramosia e dall'egocentrismo che non riescono più a emettere impulsi emozionali. La coca per essere più spontanei con i possibili acquirenti, il valium per affrontare le assemblee dei soci, l'erba per rilassarsi e gialli long island per colmare i pochi momenti di lucidità, giusto non per non aver l'onere di dover pensare. Tutti questi particolari fanno del film un perfetto pacco regalo dal nastro di velluto rosso purpureo e dalla carta lucida e spessa che fanno venir voglia di scartarlo voracemente. Una volta aperta la scatola, però, vi accorgerete che non c'è nulla. Un lussuoso involucro che in in realtà cela la pochezza e la caducità di uno stile di vita. Jordan Belfort(broker americano realmente esistito), interpretato da Leonardo di Caprio, è un giovinotto che al suo primo giorno da broker si imbatte nel disastro finanziario più grosso dopo la crisi del '29, il “Lunedi Nero” di Wall Street. Un ragazzo ,consapevole delle proprie capacità ,che sa di meritare di più di un posto da sciatto contabile della middle class. Decide allora di ignorare la linea sottile che divide il legale dal diversamente legale, la zona grigia che fluttua tra il bianco e il nero. Dopo alti e bassi decide si mettersi in proprio. Tra finte azioni e titoli gonfiati , in pochi mesi inizia a guadagnare più soldi di quanto potesse spendere. Jordan su Forbes, il Lupo di Wall Street che non guarda in faccia nessuno e che usa le persone come freccette da indirizzare al bersaglio con colpi assestati . La bellezza delle ville e dei paesaggi sembrano voler giustificare le scelleratezze e i continui turpiloqui con i quali i mostri dell'alta finanza amano esprimersi quando fanno branco. Uomini che ragionano in grande quando si tratta di affari e specularmente non riescono a vedere più lontano del taglio di una misera banconota, quando si tratti di sentimenti. Un giorno il karma decide di bussare alla tana del Lupo mostrandogli un bel distintivo dell Fbi , una mandato di cattura e una proposta di redenzione. Cosi' colui che era conosciuto da tutti sotto l'epiteto di “Lupo di wall Street”mangiatore di donne soldi e pasticche, si rivela essere un agnellino spaesato rincorso e sfinito da un karma che lo ha illuso di poter prendere il mondo a morsi. Tra il verde sbiadito delle banconote e il bianco delle strisce sui tavoli c'è posto anche per un'inaspettata scelta all'interno della colonna sonora del film : Gloria di Umberto Tozzi. Scorsese è riuscito nell'intento di far scaturire un sentimento di compassione mista a odio verso un individuo che in realtà è il capro espiatorio di un folto substrato dell'arrembante società del consumismo take-away, sviluppatasi dalla ripresa del secondo dopo guerra in poi.Tutto fa parte di un macroscopico listino prezzi di un mondo patinato che si fa scudo di una felicità sintetica e provvisoria.
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romifran
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martedì 4 febbraio 2014
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il potere logora chi ce l'ha...
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Lo sappiamo tutti che la celeberrima frase "Il potere logora chi non ce l'ha" fu attribuita a Giulio Andreotti e da lui più e più volte smentita. Tuttavia, in questo caso, oso appropriarmene, perchè la sua accezione positiva è la quintessenza dell'ultimo film di Scorsese. Fare soldi con le speculazioni finanziarie rende indubbiamente ricchi, ma profondamente infelici: i soldi, le donne, la droga non bastano mai e la vita perde la sua dimensione di pacata naturalezza. Diventa un'orgia senza freni e senza confini. Al limite della degradazione, sull'orlo del baratro, in fondo all'abisso. Alcune scene di assoluta perversione sembrano quasi voler disgustare lo spettatore, che volge la testa raccapricciato quando i corpi, la "neve", i soldi si mescolano in un sabba senza fine.
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Lo sappiamo tutti che la celeberrima frase "Il potere logora chi non ce l'ha" fu attribuita a Giulio Andreotti e da lui più e più volte smentita. Tuttavia, in questo caso, oso appropriarmene, perchè la sua accezione positiva è la quintessenza dell'ultimo film di Scorsese. Fare soldi con le speculazioni finanziarie rende indubbiamente ricchi, ma profondamente infelici: i soldi, le donne, la droga non bastano mai e la vita perde la sua dimensione di pacata naturalezza. Diventa un'orgia senza freni e senza confini. Al limite della degradazione, sull'orlo del baratro, in fondo all'abisso. Alcune scene di assoluta perversione sembrano quasi voler disgustare lo spettatore, che volge la testa raccapricciato quando i corpi, la "neve", i soldi si mescolano in un sabba senza fine. E allora per quale motivo, quando il carismatico Belfort si ritrova a dare lezione a dei bifolchi neozelandesi, dopo aver tradito gli amici, aver scontato la pena ed essersi rifatto una pseudo-verginità, perchè, anche il quel caso lo spettatore volge la testa raccapricciato? Perchè Scorsese ha centrato in pieno il mito (e il rito) dell'American dream: possedere denaro, avere successo, diventare qualcuno. E tutto questo, talvolta, si ottiene a prezzo della felicità e della "normalità" (l'assurda e prematura scomparsa di Philip Seymour Hoffman insegna...). Un Leo Di Caprio, assolutamente perfetto, ineguagliabile nella scena dello "sballo" che precede la distruzione della sua Ferrari, rigorosamente di colore bianco: Una performance in odore da Oscar: se non glielo assegnano questa volta, c'è da pensare ad un'autentica congiura!
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pascale marie
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venerdì 14 febbraio 2014
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il signore della truffa
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Martin Scorsese ha diretto un film sensazionale scegliendo un buon cast di attori ma soprattutto un Leonardo Di Caprio strepitoso, completamente immedesimato nella parte, dimostrando ancora una volta di essere un grande attore e per essere in tema col film, un attore da urlo. Il film sembra andare troppo oltre, a volte, certe situazioni sono roventi, ma non poteva essere diversamente, come descrivere altrimenti il comportamento del protagonista, della sua avidità, della sua mancanza assoluta di etica morale e rispetto della legge, e del suo convinto e spietato cinismo con il solo obiettivo di guadagnare, guadagnare e guadagnare? Il regista ha raccontato apertamente come una persona può rovinarsi, autodistruggersi vivendo sopra le righe, come il troppo uso e abuso di droghe possa annebbiare la mente umana e come l'avidità del facile e illegale guadagno la possa portare a inneggiare al dio denaro come il solo motivo per vivere.
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Martin Scorsese ha diretto un film sensazionale scegliendo un buon cast di attori ma soprattutto un Leonardo Di Caprio strepitoso, completamente immedesimato nella parte, dimostrando ancora una volta di essere un grande attore e per essere in tema col film, un attore da urlo. Il film sembra andare troppo oltre, a volte, certe situazioni sono roventi, ma non poteva essere diversamente, come descrivere altrimenti il comportamento del protagonista, della sua avidità, della sua mancanza assoluta di etica morale e rispetto della legge, e del suo convinto e spietato cinismo con il solo obiettivo di guadagnare, guadagnare e guadagnare? Il regista ha raccontato apertamente come una persona può rovinarsi, autodistruggersi vivendo sopra le righe, come il troppo uso e abuso di droghe possa annebbiare la mente umana e come l'avidità del facile e illegale guadagno la possa portare a inneggiare al dio denaro come il solo motivo per vivere. La vita di Jordan Belfort, un giovane broker disoccupato di soli 26 anni, cambia radicalmente dopo l'incontro con Mark che lo inizia alla droga e gli insegna i segreti per straguadagnare e sfondare nel mondo finanziario. Jordan mette subito in pratica tali insegnamenti e con Donny, un suo vicino, desideroso di far parte anche lui del bel mondo, fonda la società Stratton Oakmont che cresce rapidamente e si ritrova ad assumere nuovi collaboratori scegliendoli tra malviventi di ogni genere. Inizia così la scalata al successo di Jordan tra imbrogli, abusi e le peggiori irregolarità possibili. Non c'è alcun freno nella sua vita, droga, donne ed ogni genere di eccessi. Tutto è sproporzionato ed esagerato, tutto è semplicemente troppo. Divorzia dalla prima moglie, troppo stabile e con i piedi per terra, per una femme fatale bionda, avvenente e amante del lusso, hanno due figli ma anche questo matrimonio finirà quasi tragicamente. I suoi imbrogli superano ogni limite ed i guadagni e il suo modo di vivere hanno raggiunto una tale sproporzionata dimensione da fare insospettire l'FBI che inizia ad indagare sulle sue attività e non gli dà tregua, tanto che trasferisce, a nome di una zia della bella moglie, il conto in Svizzera. Tra eccessi e sregolatezze varie, gli eventi precipitano e Jordan, sempre più schiavo della droga, e più sorvegliato che mai, verrà arrestato proprio a causa del banchiere che arrestato a sua volta, fa il suo nome. Subirà un altro arresto ma anche questa volta collaborerà con la giustizia evitando severe sanzioni e dopo solo tre anni circa acquisterà la sua libertà. Ma Jordan non può lasciare tutto così, deve essere nel suo dna, e i suoi comizi ai quasi ex collaboratori si fanno sempre più accesi da galvanizzare tutti e ancora una volta si lascia trasportare dal suo solito esagerato entusiasmo che lo riporterà probabilmente ancora sulla scena. Il film di Martin Scorsese vuole solo dimostrare, ed ha fatto bene secondo me, che se si vive spregiudicatamente senza rispetto alcuno per le persone e per la legge, puoi cadere in una rete viziosa di non ritorno. Film da vedere.
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sara kavafis
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lunedì 24 febbraio 2014
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un assolo diretto da un grande maestro!
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"The Wolf of Wall Street", quinta collaborazione tra il regista Scorsese e l'attore Di Caprio, racconta la storia di Jordan Belfort, un broker che negli anni novanta si arricchì con mezzi fraudolenti fondando una società chiamata Stratton Oakmont. Così , in modo del tutto illegale e senza il minimo scrupolo, Di Caprio si costruirà un patrimonio fino a quando un agente dell' FBI scoprirà i suoi giri di soldi e lo costringerà a patteggiare per scontare la pena. Il regista dirige un Di Caprio da Oscar e dalle mille sfaccettature. Vediamo il protagonista nelle prime scene, acerbo del mondo che si nasconde dietro alle azioni," sverginato" dall' ingenuità dei principianti da Matthew McConaughey che, con un indimenticabile canto, lo indirizza nelle vie della cocaina e della "masturbazione" fisica e mentale del successo.
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"The Wolf of Wall Street", quinta collaborazione tra il regista Scorsese e l'attore Di Caprio, racconta la storia di Jordan Belfort, un broker che negli anni novanta si arricchì con mezzi fraudolenti fondando una società chiamata Stratton Oakmont. Così , in modo del tutto illegale e senza il minimo scrupolo, Di Caprio si costruirà un patrimonio fino a quando un agente dell' FBI scoprirà i suoi giri di soldi e lo costringerà a patteggiare per scontare la pena. Il regista dirige un Di Caprio da Oscar e dalle mille sfaccettature. Vediamo il protagonista nelle prime scene, acerbo del mondo che si nasconde dietro alle azioni," sverginato" dall' ingenuità dei principianti da Matthew McConaughey che, con un indimenticabile canto, lo indirizza nelle vie della cocaina e della "masturbazione" fisica e mentale del successo. Leonardo di Caprio , interpreta un Jordan Belfort, affamato di soldi , dipendente dal sesso e da droghe. La sua vita è pura adrenalina del successo, di arrivare sempre più in alto, di guadagnare sempre più denaro. Lo accompagnano giornate frenetiche, irrefrenabili tra un giro di coca, donne e feste dal rumore bombardante. Memorabile la scena in cui, dopo aver abusato di una particolare droga,Di Caprio cade a terra e, quasi privo di sensi, cerca di tornare alla sua macchina strisciando a terra come un serpente utilizzando la forza delle sole braccia. Il protagonista, magistralmente istrionico,ci immerge in un mondo lontano, nella realtà piena di eccessi in cui viveva Jordan Belfort. Scorsese dirige il film in maniera geniale: poteva essere certo raccontato in tanti modi forse più classici. La genialità di Scorsese è stata quella di fare del film come la seconda pelle di quel serpente che strisciava: il film ha un ritmo incalzante, la sceneggiatura colma di parole forti, le scene eccessive, un pò sconvenienti , dove la pudicizia è stata dimenticata. Ma è solo così , che attraverso questo ritmo frenetico e l'alternarsi di sequenze che possiamo definire esagerate, Scorsese ci regala una perfetta simbiosi con la vita di Belfort senza darne alcun giudizio morale! La scena più intensa del film è quando il rumore si interrompe. In un momento di silenzio , Di Caprio, riunisce la sua compagnia per dare le dimissioni( essendo sotto il mirino dell'FBI) ma è l'adrenalina a prendere il sopravvento su di lui e il protagonista annuncia che non lascerà il mondo delle azioni, che per Belfort ( DI Caprio) è la vita stessa. Viene spontaneo e automatico pensare alla somiglianza di Belfort e i protagonisti di "Zero Dark Thirty"e " The Hurt Locker" ( regia di Katryn Bigelow: cos'è la vita senza ADRENALINA?!
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alessandro rega
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domenica 2 marzo 2014
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martin, sei ancora il più grande. <3
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Il contatto visivo tra questo film, che tanto ha fatto discutere me è avvenuto, chiaramente per colpa mia, solamente stamane.
Mi pento di non averlo visto prima, perché è un lungometraggio che, malgrado le critiche, ti colpisce fortissimo come una secchiata d'acqua gelida e ti prende fin da subito.
Un lungometraggio eccessivo, potente e giustamente tale, in quanto, malgrado questo eccesso onnipresente, riesce ad essere realistico e invita un po' a riflettere su quello che è il mondo della finanza e, soprattutto, dei finanzieri.
E' stato accusato di essere troppo lungo e ripetitivo, ma per me non stanca affatto e, alla fin fine, malgrado il ripetersi di determinate situazioni, non smette di essere realistico e lo scopo lo raggiunge.
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Il contatto visivo tra questo film, che tanto ha fatto discutere me è avvenuto, chiaramente per colpa mia, solamente stamane.
Mi pento di non averlo visto prima, perché è un lungometraggio che, malgrado le critiche, ti colpisce fortissimo come una secchiata d'acqua gelida e ti prende fin da subito.
Un lungometraggio eccessivo, potente e giustamente tale, in quanto, malgrado questo eccesso onnipresente, riesce ad essere realistico e invita un po' a riflettere su quello che è il mondo della finanza e, soprattutto, dei finanzieri.
E' stato accusato di essere troppo lungo e ripetitivo, ma per me non stanca affatto e, alla fin fine, malgrado il ripetersi di determinate situazioni, non smette di essere realistico e lo scopo lo raggiunge.
Non si tratta di pura estetizzazione di sesso, droga e violenza (non troppo presente nel film, seppure è intuibile; negli altri film di Scorsese, comunque, era un elemento molto più di capitale importanza), ma di una satira e di una critica verso un mondo celato ai più, percorrendo gran parte della carriera di Jordan Belfort.
La lunga durata dell'opera consente di analizzare bene tutti i personaggi e le varie situazioni, che non smettono mai di divertire non celando quello che, a mio modo di vederla, è uno dei migliori umorismi neri della storia del cinema.
Sceneggiatura praticamente perfetta, adattata per il grande schermo e tratta dall'autobiografia di Belfort. Scorsese...caro Martin (perdonami se ti do confidenza) , il tuo ultimo lavoro è veramente fenomenale, così cinico e divertente al contempo. La regia di Scorsese è ottima accompagnata da un montaggio che, malgrado le critiche per la durata, è perfetto in ogni sua parte: le scene scorrono velocemente e in modo fluido, diretto verso lo spettatore, grazie anche all'aiuto del narratore (Belfort) la cui voce fuori campo di tanto in tanto ci accompagna per il film. Diversamente, invece, non ho apprezzato molto la soundtrack, che avrebbe potuto essere più incisiva e veloce, considerando il tipo di montaggio scelto.
"Fanculo le critiche, allora, caro alex?" direste voi.
Beh...non tutte. Insomma, le critiche ci stanno al buon Martin, ma di certo non si può dire che il suo cinema sia oramai passato. Tutt'altro ! Egli riesce a modernizzarsi pur mantenendo il suo stile. Non diventa, tuttavia, piacione e la speculazione che si è fatta sul film è certamente per "colpa" di DiCaprio. Quindi, un ottimo film che però è stato un successo al botteghino per motivi commerciali, non però voluti da Scorsese né da DiCaprio, nonostante quest'ultimo ne sia il principale "colpevole" indiretto. Detto questo, la smetto di infastidirvi con ste' mia considerazioni e vi dico solo che sì, sono felice che il film sia stato un successo, ma non lo sono altresì per il motivo di questo successo e molti acclameranno il prodotto come ottimo senza tuttavia capirne il vero motivo. Ottimo film, non eccessivamente osannato, né lo è l'interpretazione di DiCaprio che qui raggiunge vette altissime, anche se secondo me quest' anno l'oscar lo meriterebbe di più McConaughey; ma a coronamento di una carriera che finora avrebbe meritato già qualche statuetta, gliela potrebbero anche conferire al buon Leo.
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pincenzo
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venerdì 24 gennaio 2014
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lupi a hollywood?
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I lupi attaccano la pecora più debole del gregge, lasciando vivere le altre in attesa del prossimo attacco. Le volpi sgozzano le galline di un pollaio non solo per fame ma per crudeltà. I broker descritti da Martin Scorsese non sono né lupi né volpi, sono esseri umani che violano il patto sociale di mutua e leale collaborazione, quello che ci fa passeggiare per le strade la sera senza essere regolarmente aggrediti e derubati. Ma non è solo questo patto ad essere violato, è la perdita di controllo della propria vita, in un vortice di droga, sesso e alcool, che colpisce in questo film. DiCaprio ce la mette tutta, e ci riesce alla grande, per mostrare i gesti, le reazioni, le espressioni corporee di un lupo drogato, assatanato e impaurito.
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I lupi attaccano la pecora più debole del gregge, lasciando vivere le altre in attesa del prossimo attacco. Le volpi sgozzano le galline di un pollaio non solo per fame ma per crudeltà. I broker descritti da Martin Scorsese non sono né lupi né volpi, sono esseri umani che violano il patto sociale di mutua e leale collaborazione, quello che ci fa passeggiare per le strade la sera senza essere regolarmente aggrediti e derubati. Ma non è solo questo patto ad essere violato, è la perdita di controllo della propria vita, in un vortice di droga, sesso e alcool, che colpisce in questo film. DiCaprio ce la mette tutta, e ci riesce alla grande, per mostrare i gesti, le reazioni, le espressioni corporee di un lupo drogato, assatanato e impaurito. Scorsese ricama abilmente una trama che si potrebbe scrivere su un biglietto del tram, elevando a personaggi squallidi individui che non meriterebbero niente, in un altro contesto. Insomma, se i lupi abitano e scorrazzano a Wall Street, forse altri lupi si muovono agilmente a Hollywood.
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melvin ii
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lunedì 27 gennaio 2014
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un luo bisognoso d'affetto..
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The Wolf of Wall Street è un film del 2013 diretto e prodotto da Martin Scorsese, con protagonista Leonardo Di Caprio, anche produttore, nei panni di Jordan Belfort, uno dei broker di maggior successo nella storia di Wall Street, negli anni 80
La pellicola segna la quinta collaborazione tra Martin Scorsese e Leonardo DiCaprio[1].
Il film è l'adattamento cinematografico dell'omonimo libro autobiografico scritto dallo stesso Belfor
Sui social ne work negli ultimi giorni sono due gli argomenti che vanno per la maggiore.
Gli elogi per la straordinaria interpretazione di Di Caprio e l’intramontabile talento di Scorsese alla regia ed i continui ed incessanti paragoni con Wall Street di Oliver Stone
Se sul primo punto, pur non condividendo lasciamo al singolo spettatore il legittimo e sacrosanto diritto di “enfatizzare”, dissentiamo invece nettamente sul secondo.
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The Wolf of Wall Street è un film del 2013 diretto e prodotto da Martin Scorsese, con protagonista Leonardo Di Caprio, anche produttore, nei panni di Jordan Belfort, uno dei broker di maggior successo nella storia di Wall Street, negli anni 80
La pellicola segna la quinta collaborazione tra Martin Scorsese e Leonardo DiCaprio[1].
Il film è l'adattamento cinematografico dell'omonimo libro autobiografico scritto dallo stesso Belfor
Sui social ne work negli ultimi giorni sono due gli argomenti che vanno per la maggiore.
Gli elogi per la straordinaria interpretazione di Di Caprio e l’intramontabile talento di Scorsese alla regia ed i continui ed incessanti paragoni con Wall Street di Oliver Stone
Se sul primo punto, pur non condividendo lasciamo al singolo spettatore il legittimo e sacrosanto diritto di “enfatizzare”, dissentiamo invece nettamente sul secondo.
Oliver Stone con Wall Streeet ha raccontato magistralmente un’epoca, il pensiero e le azioni di una generazione.
Scorsese ha voluto sottolineare invece la degenerazione e gli abusi di un periodo.
Michael Douglas incarnò il cinismo, il fascino e l’ambizione di un popolo che sognava una possibile El Dorado.
Di Caprio, seppure bravo, è caricaturale e fastidioso nella foga di raccontare gli eccessi e il carisma del suo personaggio.
Gli Anni Ottanta hanno sconvolto gli usi e costumi del mondo.
Sono nel entrati nel nostro vocabolario parole come: Aids e Cocaina
The Wolf piace, ma non convince fino in fondo.
Le tre ore di film pesano perché la sceneggiatura più che raccontare , descrive.
Lo spettatore “subisce” parolacce, sesso, droga, ma fatica a trovare il filo rosso della storia.
Il ritmo è frenetico, nevrotico come il protagonista.
I dialoghi sono “urlati”.
Se in Wall Street, Charlie Sheen rappresentava l’alter ego di Douglas.
In Wolf, un brillante e convincente Jonan Hill, socio nel film, completa Di Caprio.
Due le scene che meritano d’essere ricordate:
Il colloquio iniziale tra un’ ancora ingenuo Di Caprio e il mentore Matthew McConaughey e l’esilarante, ma stesso tempo drammatico gag tra Di Caprio ed Hill, drogati persi.
Wall Street ha segnato un epoca ed è diventato un cult per molti.
The Wolf of Wall Street è un buon film, nulla di più
Più che un lupo, in fondo era un micio in cerca d’affetto, almeno per noi.
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