nicsion
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mercoledì 5 febbraio 2014
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un capolavoro di esagerazioni
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"Esagerazione".
E' questo il termine più adatto per descrivere "The Wolf of Wall Street", in cui uno straordinario Di Caprio veste i panni di un agente di borsa il cui unico e primario interesse è quello di vivere una vita esagerata, portata all'estremo da soldi, droga e sesso. Un cocktail di banalità,al quale il grande schermo ci ha già abituato, ma il cui effetto, nell'ultima opera di Scorsese, non smette mai di ubriacare lo spettatore.
Gli oltre 180 minuti di film vengono assorbiti dalla mente di chi guarda come un'intensa scarica di adrenalina, grazie ad una fotografia ed un ritmo narrativo del tutto incapace di annoiare.
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"Esagerazione".
E' questo il termine più adatto per descrivere "The Wolf of Wall Street", in cui uno straordinario Di Caprio veste i panni di un agente di borsa il cui unico e primario interesse è quello di vivere una vita esagerata, portata all'estremo da soldi, droga e sesso. Un cocktail di banalità,al quale il grande schermo ci ha già abituato, ma il cui effetto, nell'ultima opera di Scorsese, non smette mai di ubriacare lo spettatore.
Gli oltre 180 minuti di film vengono assorbiti dalla mente di chi guarda come un'intensa scarica di adrenalina, grazie ad una fotografia ed un ritmo narrativo del tutto incapace di annoiare.
I personaggi (degne di menzione le grandi interpretazioni di Jonah Hill, Matthew McConaughey e della sensuale Margot Robbie) non sono soggetti a quasi nessuna interiorizzazione, non andando mai incontro ad un vero e proprio iter di maturazione soggettiva. Anestetizzati, lontani dalla realtà, dai rapporti sociali della comune società civile, vivono nell'esclusivo tentativo di perseguire il godimento, e non importa se per farlo sia necessario infrangere la legge o rovinare la vita dei più deboli. L'eccesso non li preoccupa e i limiti sono lontani, sfocati, quasi del tutto inesistenti. Non vi è alcuna necessità di preoccuparsi del domani e degli altri: ciò che conta è ESAGERARE.
Per tre ore lo spettatore viene inebriato dal potere e nemmeno il prevedibile arresto di Jordan Belfort, protagonista, può svegliarlo da quella anestesia provocata dal cocktail di esagerazioni.
Un film carico di potere estetico e privo di morale, magistralmente diretto dal genio di Martin Scorsese.
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tricky05
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domenica 9 febbraio 2014
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the wolf of... trash!
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Trash! Immenso ed infinito trash! Ecco cosa è secondo me l'ultimo film di Scorsese, solo un'immensa esasperazione (peraltro molto commerciale) di tutto il possibile ed immaginabile trash!
Dai fiumi di droga che scorrono ovunque, dalle donne nude che sembrano solo pezzi di carne che scorrazzano in giro, da scene di assoluto non senso e dalle orgie sfrenate, the Wolf of Wall Strett è a mio avviso un tentantivo molto mal riuscito di trattare un tema molto ma molto più complesso della parodia scorsesiana, di una messa in scena pacchiana e di cattivo gusto, altro che realismo.
Il film è anni luce lontano da quel capolavoro assoluto di Wall Street, il denaro non morde mai, dove Michael Dougles interpreta il mitico broker Gorden Gekko (che viene anche citato ad un certo punto nel film di Scorsese).
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Trash! Immenso ed infinito trash! Ecco cosa è secondo me l'ultimo film di Scorsese, solo un'immensa esasperazione (peraltro molto commerciale) di tutto il possibile ed immaginabile trash!
Dai fiumi di droga che scorrono ovunque, dalle donne nude che sembrano solo pezzi di carne che scorrazzano in giro, da scene di assoluto non senso e dalle orgie sfrenate, the Wolf of Wall Strett è a mio avviso un tentantivo molto mal riuscito di trattare un tema molto ma molto più complesso della parodia scorsesiana, di una messa in scena pacchiana e di cattivo gusto, altro che realismo.
Il film è anni luce lontano da quel capolavoro assoluto di Wall Street, il denaro non morde mai, dove Michael Dougles interpreta il mitico broker Gorden Gekko (che viene anche citato ad un certo punto nel film di Scorsese). In quel film, Gekko è sì il protagonista, ma si sente con forza il distacco polemico della storia e del pubblico da quegli eccessi che sono raccontati come i vizi di un capitalismo malato. Quella è sì denuncia di una morale perduta, di una etica insesistente che spinge i tutto verso l'estremo, verso la degenerazione pura. Un vero capolavoro.
Il film di Scorsese è invece robetta, scene create ad hoc per divertire e scandalizzare il pubblico, ma soprattutto, aspetto più negativo e direi quasi pericoloso, non si avverte mai il distacco dal personaggio, la polemica nei confronti dell'illecito e della speculazione. Al contrario il protagonista interpretato da Leonardo di Caprio sembra quasi osannato, viene visto come un mito invincibile, anche quando sembra ormai sull'orlo del baratro. Dov'è la denuncia, dov'è la polemica, dov'è l'indignazione?
Ed intanto in America ci sono ancora tante famiglie distrutte dagli eccessi della finanza illecita, altro che benefattore che stacca un assegno di 25.000 dollari ad una nuova assunta.
Un film pericoloso e equivoco che non trasmette alcun ideale se non quello di stupire il pubblico con mezzi ed espedienti davvero scontati e banali e di facile presa, come il sesso sfrenato, orge, droga e tanto, tanto e forse solo trash!
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[+] concordo sul mancato distacco, meno sul trash
(di hollyver07)
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alessio97
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sabato 7 marzo 2015
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il miglior film della coppia scorsese-dicaprio
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Il film narra la storia vera dell'ascesa e della caduta del broker Jordan Belfort (che compare anche in un breve cameo verso la fine del film) che negli anni '90 aveva truffato migliaia di persone con la sua società, la stratton Oakmont. Inoltre il film parla del suo abuso di droghe e della sua continua voglia di sesso. Il film girato dal premio Oscar Martin Scorsese con un grandissimo cast: con un DiCaprio nella sua miglior forma, un jonah Hill altrettanto bravo e un McConnaghey, anche se comprare solo all'inizio del film, immedesimato in maniera ottimale nel suo ruolo. Inoltre nel film c'è anche il premio Oscar Jean Dujardin.
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jacopo b98
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domenica 26 gennaio 2014
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capolavoro assoluto!!!
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1987, New York. Il ventiduenne Jordan Belfort (DiCaprio) inizia la sua carriera come apprendista broker a Wall Street. Dopo qualche tempo si mette in proprio e fonda, insieme a Donnie Azoff (Hill) la Stratton Oakmont. L’agenzia, da piccola e insignificante, diviene una delle più importanti di Wall Street, il tutto truffando migliaia di persone. I vari broker conducono una vita folle, fatta di sesso, orge, denaro, fiumi di droga e alcolici. Finchè un agente dell’FBI (Chandler) riuscirà ad incastrare Belfort e i suoi compari. Scritto da Terence Winter (sceneggiatore televisivo), questa mega-produzione (100 milioni di dollari) indipendente (nessuna major collabora al progetto) era uno dei titoli più attesi del nuovo anno.
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1987, New York. Il ventiduenne Jordan Belfort (DiCaprio) inizia la sua carriera come apprendista broker a Wall Street. Dopo qualche tempo si mette in proprio e fonda, insieme a Donnie Azoff (Hill) la Stratton Oakmont. L’agenzia, da piccola e insignificante, diviene una delle più importanti di Wall Street, il tutto truffando migliaia di persone. I vari broker conducono una vita folle, fatta di sesso, orge, denaro, fiumi di droga e alcolici. Finchè un agente dell’FBI (Chandler) riuscirà ad incastrare Belfort e i suoi compari. Scritto da Terence Winter (sceneggiatore televisivo), questa mega-produzione (100 milioni di dollari) indipendente (nessuna major collabora al progetto) era uno dei titoli più attesi del nuovo anno. È un capolavoro. Potrei fermarmi qui ma non ho l’abitudine di fare recensioni da otto righe scarse. Basato sulle memorie dello stesso Belfort, Scorsese ne ha tratto uno dei suoi film migliori: è una commedia nera, sotto il segno dell’eccesso. Il vero prtagonista del film, oltre alle droghe, le prostitute e naturalmente Belfort, è il Denaro. Ma parliamo del denaro con la D maiuscola. Quel Dio a cui l’America è succube da tanti, tantissimi anni. Il denaro, come la dipendenza dal sesso e dalla droga, è una malattia. Una malattia della mente. E Belfort è un malato grave. Divertente, esilarante, folle, il film ha la sembianza di una farsa per quasi tutti i suoi centottanta minuti di durata. È una scena di cruda violenza domestica a risvegliarci da quest’illusione. The Wolf of Wall Street è una commedia, d’accordo, infatti si ride molto e molte sequenze (in particolare quella in cui Belfort e Azoff prendono il Lemmon e si contorcono per terra) sono davvero esilaranti. Ma il cuore del film è il dramma profondo che rappresentava e rappresenta questo tipo di finanza: L’obbiettivo di un broker-dice Mark Hannah, mentore di Belfort-è prendere i soldi dalle tasche dei clienti e metterli nelle sue. Questo è quello che avviene per tutto il film e Belfort è uno di quei mostri veri che ci sono nel nostro mondo. Quei mostri che di scannarti con una telefonata se ne fanno un baffo. Quei mostri a cui non importa niente di nessuno, tranne che di se stessi. Idea resa benissimo dal finale: Azoff non esita a rovinare Belfort. Perché a Wall Street non esiste l’amicizia: vince chi riesce a mangiare di più. Il quadro finale è quello di una critica feroce al capitalismo USA e al mondo alta finanza. Ennesimo capolavoro di un maestro che a settant’anni suonati continua e non smette di stupire. A questo punto dobbiamo fare almeno due parole su DiCaprio (premiato con un Golden Globe) che si lancia coraggiosamente (mettendoci anche soldi suoi) in un progetto rischioso e hard-core e ci regala una performance da brivido, probabilmente la sua migliore interpretazione in assoluto; materiale da Storia del Cinema. Se l’Academy questa volta gli nega l’Oscar ci si dovrà profondamente interrogare (e non che non l’abbia già fatto) sul criterio con cui assegna il premio. Chiusa la parentesi DiCaprio è rimasto poco da dire: Hill è magistrale, McConaughey, per quel poco che appare, lascia il segno e la Robbie (classe 1990!!!), talentuosa e bellissima attrice australiana, rimane per forza impressa nella memoria dello spettatore. Cinque nomination agli Oscar: miglior film, regia, attore, attore non protagonista, sceneggiatura non originale.
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[+] capolavoro ma non condivido la tua interpretazione
(di guglielmo rinaldini)
[ - ] capolavoro ma non condivido la tua interpretazione
[+] vero...! belfort è un mostro...
(di hollyver07)
[ - ] vero...! belfort è un mostro...
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margheritaconwurstel
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venerdì 24 gennaio 2014
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un'endovena di adrenalina. capolavoro.
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Droga, eccessi, vizi, corruzione, mancanza di scrupoli e di moralità, donne, sesso, lussuria, avidità, soldi, tanti soldi. Ho già detto droga?
Immaginate tutto questo in un solo film. Fatto? Bene ora scordatevelo perché quello che potete anche lontanamente immaginare non è niente in confronto a quello che vedrete. Niente.
“The Wolf of Wall Strett” è il quinto lavoro della coppia Scorsese-Di Caprio ed è l'adattamento cinematografico dell'omonimo libro autobiografico di Jordan Belfort, un broker di Wall Street che dopo essere stato ridotto sul lastrico dal venerdì nero dell’ottobre del 1987 cercò di rimettere in piedi la sua vita trovando lavoro in una piccola agenzia che vendeva nel cosiddetto penny market, aziende “emergenti” non quotate.
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Droga, eccessi, vizi, corruzione, mancanza di scrupoli e di moralità, donne, sesso, lussuria, avidità, soldi, tanti soldi. Ho già detto droga?
Immaginate tutto questo in un solo film. Fatto? Bene ora scordatevelo perché quello che potete anche lontanamente immaginare non è niente in confronto a quello che vedrete. Niente.
“The Wolf of Wall Strett” è il quinto lavoro della coppia Scorsese-Di Caprio ed è l'adattamento cinematografico dell'omonimo libro autobiografico di Jordan Belfort, un broker di Wall Street che dopo essere stato ridotto sul lastrico dal venerdì nero dell’ottobre del 1987 cercò di rimettere in piedi la sua vita trovando lavoro in una piccola agenzia che vendeva nel cosiddetto penny market, aziende “emergenti” non quotate. Da lì iniziò la sua scalata al cuore della Finanza e la sua ascesa senza limiti. Come? Se lo farà in modo legale? Certo che no.
Avete presente l'ingordigia, l'avidità e i grattacieli in cui si muoveva Gordon Gekko? Bene, dimenticate anche quelli. Non è un film sulla finanza in senso stretto. È piuttosto una riflessione sociologica in cui le radici dei mali attuali dell'economia vengono prese come pretesto per raccontare ben altro: i vizi, l'ingordigia, la depravazione, la tendenza all'auto-distruzione e la mancanza di limiti di un uomo e di "quei bravi ragazzi" del suo staff.
Nel cast oltre a un Di Caprio gigantesco, candidato all’Oscar come miglior attore protagonista grazie ad una delle sue migliori interpretazioni (se non vince la statuetta neanche stavolta è un crimine contro l’umanità), anche Jonah Hill candidato all'Oscar come migliore attore non protagonista (il braccio destro Donnie Azoff), Matthew McConaughey (il suo mentore Mark Hanna), Margot Robbie (la moglie dal corpo mozzafiato Naomi), Kyle Chandler (l’agente dell'FBI Patrick Denham), Jon Favreau, Rob Reiner, Jon Bernthal, e Jean Dujardin. Martin Scorsese, ottava nomination all’Oscar per la migliore regia, supera se stesso. I dialoghi, le situazioni, il montaggio, tutto è ai suoi massimi. Una fiera dell’eccesso, una giostra priva di limiti, un’esagerazione continua sottolineata da una colonna sonora strepitosa (ben 60 canzoni utilizzate) e varia (da “Mrs Robinson” dei Lemonheads a “Gloria” del nostro Umberto Tozzi).
179 minuti che corrono via veloci senza pause. 567 variazioni della parola “fuck”, sniffate di cocaina su corpi nudi, masturbazioni, cocktail di droga e psicofarmaci e lancio di nani. E’ come farsi un’endovena di adrenalina. Un film che è come una droga e ti lascia “fatto” e affamato tanto da pensare alla fine “Cazzo, ne voglio ancora!”.
“Mi chiamo Jordan Belfort. L'anno in cui ho compiuto 26 anni ho guadagnato 49 milioni di dollari, cosa che mi ha fatto incazzare, perché ne mancavano solo tre e avrei ottenuto una media di un milione a settimana”
Impossibile restare sobri e resistergli.
Un capolavoro.
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francesco vesprini
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domenica 26 gennaio 2014
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questione d'affari!
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"Tutti i nodi vengono al pettine", così la nevrosi del broker cocainomane Jordan Belfort si fa risentire. Un giovane ambizioso agente di borsa assetato di denaro e potere già da bambino, che farà tremare le stanze del potere e il cuore della finanza mondiale, sarà vittima della propria ambizione. Un uomo che non desidera altro che diventare ricco, realizzerà il suo sogno utilizzando le sue grandiosi capacità in modi anche discutibili.
Perché un uomo con una tale intelligenza, capacità motivazionali, di empatia con chi entrava in contatto, non ha investito queste sue qualità in obiettivi e finalità di altro ed alto livello? Beh, è forse difficile dire "non piacrebbe fare anche a me quello stile di vita", forse perché infondo siamo tutti così.
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"Tutti i nodi vengono al pettine", così la nevrosi del broker cocainomane Jordan Belfort si fa risentire. Un giovane ambizioso agente di borsa assetato di denaro e potere già da bambino, che farà tremare le stanze del potere e il cuore della finanza mondiale, sarà vittima della propria ambizione. Un uomo che non desidera altro che diventare ricco, realizzerà il suo sogno utilizzando le sue grandiosi capacità in modi anche discutibili.
Perché un uomo con una tale intelligenza, capacità motivazionali, di empatia con chi entrava in contatto, non ha investito queste sue qualità in obiettivi e finalità di altro ed alto livello? Beh, è forse difficile dire "non piacrebbe fare anche a me quello stile di vita", forse perché infondo siamo tutti così. Può sorprendere l'avidità dei colletti bianchi che lavorano a Wall Street ma l'avidità è parte di ogni forma di vita, << niente sopravviverebbe senza>> dichiara Di Caprio in un'intervista <<La domanda che pone il film è se l'uomo sarà in grado di andare oltre e trovare una via per vivere in armonia gli uni con gli altri senza cercare di fregarci>>. Il personaggio di per sé è deplorevole e affascinante allo stesso tempo, la vita che conduce nel film è sfrenata, uno stile di vita negativo ma i suoi pregi sono anche i suoi difetti, il suo carisma e la sua tenacia lo renderranno da un lato un vincente ma dall'altro lo condurranno dietro le sbarre. Dopo aver toccato con mano il paradiso perde il controllo e precipita all'inferno. Avidità, ego, eccessi: sono questi i fattori che lo hanno portato al declino. E' un personaggio che ha ceduto a ogni sorta di tentazione senza preoccuparsi delle conseguenze. Il grande Gatsby di Wall Street non agisce completamente solo. Personaggi del tutto simili a lui gli girano attorno, quali i banchieri svizzeri, gli invasati della sua società che lui stesso ha provveduto a svezzare, e la seconda moglie, che sarà pronta ad abbandonarlo davanti alle prime difficoltà finanziarie. Il braccio destro di Belfort è Donnie, interpretato divinamente da Jonah Hill CHE, con la sua vena comica, sarà in grado di aggiungere, con il permesso di Scorsese, alcune sue battute non presenti nella sceneggiatura di Terence Winter. Per non parlare della magistrale performance di Leonardo Di Caprio, che anche questa volta ha superato se stesso, aggiudicandosi per ora un Golden Globe e una nomination all'Oscar che merita di vincere senz'ombra di dubbio. Sarebbe la sua prima statuetta d'Oscar, mentre per Martin Scorsese, anch'egli in nomination, spetterebbe la seconda, in seguito a quella ottenuta nel 2007 per "The Departed - Il bene e il male". Dopo il blockbuster di Hugo Cabret nominato agli Oscar 2012, ad accreditarsi quest'anno il titolo di Miglior Film ritornerà forse Martin Scorsese con The Wolf Of Wall Street, crudo all'esagerazione, reale e realistico fino al paradosso.
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cleu93
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giovedì 30 gennaio 2014
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allcinema: "il lupo perde il pelo ma non il vizio"
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The Wolf of Wall Street(2014) di Martin Scorsese:
Impatto: 7,5/10
Sceneggiatura: 8,5/10
Scenografia: 8,5/10
Trama: 7,5/10
Attori: 9/10
Commento:
Prima di tutto vorrei partire col dire che a nostro parere questa è stata la più grande ed intensa interpretazione del signor Di Caprio, unico ed eccezionale nell'immedesimare il personaggio carismatico di Jordan Belfort.
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The Wolf of Wall Street(2014) di Martin Scorsese:
Impatto: 7,5/10
Sceneggiatura: 8,5/10
Scenografia: 8,5/10
Trama: 7,5/10
Attori: 9/10
Commento:
Prima di tutto vorrei partire col dire che a nostro parere questa è stata la più grande ed intensa interpretazione del signor Di Caprio, unico ed eccezionale nell'immedesimare il personaggio carismatico di Jordan Belfort.
Dal nulla al successo e dal successo al fallimento originato da una fame di soldi fin troppo elevata da parte del protagonista che finisce col spezzare quella linea sottile che dirige il fragile equilibrio della sua vita.
"Il lupo perde il pelo ma non il vizio" credo sia questo il vero e proprio messaggio che Scorsese cerca di comunicare agli spettatori.
La fame, presente nel venditore Belfort, è una forza sovrumana che lo spinge a mettere a repentaglio i rapporti con i suoi affetti più cari, pur di vivere la vita tra soldi, belle donne e droga.
Ma alla fine, come spesso accade nella vita, tutti i nodi vengono al pettine e spesso il momento in cui ci si accorge di aver preso la direzione sbagliata è sempre quello inopportuno e il personaggio entra in una fase di declino psicologico ma soprattutto economico...ed è solo a quel punto che i veri professionisti sanno far valere le proprie doti, non perdendosi d'animo e ripartendo da zero.
Un film completo in tutti i sensi, con l'unica pecca a nostro parere della durata, fin troppo lungo, con alcune scene che potevano essere evitate o tagliate.
Voto Finale: 8/10
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baronenea
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venerdì 14 febbraio 2014
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capolavoro!!!
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Film capolavoro. Ho visto il film in italiano, ma mi hanno detto solo successivamente che il doppiaggio non ha reso giustizia a DiCaprio che già ho trovato comunque stupefacente, anche se potevano fare un lavoro migliore sull'invecchiamento del passaggio. Dall'inizio del film alla fine per il protagonista sembrano passare non più di 4 o 5 anni, mentre in realtà ne passano circa 15. Per il resto un vero capolavoro e le tre ore in sala passano in un lampo.
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ilcapitano
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giovedì 23 gennaio 2014
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un capolavoro a tutti gli effetti
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il film è veramente un capolavoro dove si riconosce la mano del maestro Martin Scorsese, che riesce a far sembrare il film divertente e drammatico da un momento all'altro.
con questo film di caprio riuscirà a guadagnarsi finalmente l'ambita statuetta?
secondo me si. la sua recitazione è un vero capolavoro assieme anche a quella di jonah hill che non demerita.
con questo film inoltre Martin Scorsese si meriterebbe di ricevere il secondo oscar alla miglior regia.
CAPOLAVORO
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stellab
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venerdì 24 gennaio 2014
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interminabile!!!!!!
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Tre interminabili ore !!!! Il trailer corre veloce .... il film non finisce mai ....
La storia è ripetitiva .... film difficile da valutare causa la sua lunghezza .... tre ore seduti davanti a scene che sembrano ripetersi all'infinito secondo lo stesso schema: donne, soldi cocaina .... dobìnne soldi cocaina..... NON CI SIAMO
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