andrea zagano
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venerdì 24 gennaio 2014
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svelato con successo il lato più grottesco di ws.
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The wolf of Wall Street racconta la vita squilibrata di un pezzo da novanta degli anni d'oro di Wall Street, Jordan Belfort, truffatore per oltre 100 milioni di dollari a cavallo tra gli '80 e i '90. Il cinema di Scorsese si nutre di esagerazioni, di viaggi onirici provocati da droghe che, come la Lemmon, solo gli yuppies rampanti di NY potevano permettersi. Il cinema di Scorsese, ossessivo e meticoloso, si presta perfettamente all'adattamento cinematografico della biografia di Belfort, che giura alcune scene non siano frutto dell'immensa immaginazione dell'italoamericano, bensì verità, come quella del pesce ingoiato, dell'ascensore, della zona di sesso libero, della donna che si rasa per dieci mila dollari e persino quella dello yacht di 52 metri affondato nel Mediterraneo, che apparteneva realmente a Coco Chanel.
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The wolf of Wall Street racconta la vita squilibrata di un pezzo da novanta degli anni d'oro di Wall Street, Jordan Belfort, truffatore per oltre 100 milioni di dollari a cavallo tra gli '80 e i '90. Il cinema di Scorsese si nutre di esagerazioni, di viaggi onirici provocati da droghe che, come la Lemmon, solo gli yuppies rampanti di NY potevano permettersi. Il cinema di Scorsese, ossessivo e meticoloso, si presta perfettamente all'adattamento cinematografico della biografia di Belfort, che giura alcune scene non siano frutto dell'immensa immaginazione dell'italoamericano, bensì verità, come quella del pesce ingoiato, dell'ascensore, della zona di sesso libero, della donna che si rasa per dieci mila dollari e persino quella dello yacht di 52 metri affondato nel Mediterraneo, che apparteneva realmente a Coco Chanel. The Wolf of Wall Street stilisticamente parlando è perfetto. Degli ultimi film di Scorsese si avvicina di più a "The Aviator", per ridondanza e avidità del protagonista attorno a cui è costruita la storia. Da ex-tossicodipendente Martin Scorsese sa cosa si può trovare in una vita pericolosa di droga, sesso sfrenato e soldi, poiché anche lui ci è passato quando è stato mollato dall'ex moglie proprio per i suoi eccessi. E allora preparatevi ad un film di eccessi, esageratamente esagerato, come Scorsese e DiCaprio, due fuoriclasse catapultati nella giungla di Wall Street. Leo stavolta merita l'Oscar. Unico difetto nella pellicola: la mano di Scorsese è ancora delicata e geniale, ma stavolta si è fatto prendere un po' troppo per durata e fanatismo. Nonostante questo, film sicuramente promosso, ed un bel fuck alle critiche, il cinema è cinema.
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tommygeno92
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venerdì 7 febbraio 2014
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"vendimi questa penna"
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Il nuovo film di Scorsese è lontano anni luce da quella gradevole fiaba per famiglie che è stata Hugo Cabret. Qui uno dei maggiori registi viventi è tornato ad atmosfere più vicine al suo modo classico di fare cinema, pur senza rinunciare a rinnovare, ampliare e modernizzare quel linguaggio cinematografico di cui è maestro indiscusso. Siamo dalle parti di “Quei bravi ragazzi”, “Casinò”; e un po’ come in “The Departed” Scorsese esplora il marcio sempre presente nella nostra società, stavolta nascosto in piena luce a Wall Street, dove Jordan Belfort/Leonardo di Caprio arriva in cerca di fama e fortuna. Quell’ambiente cinico, corrotto e iperattivo lo cambierà per sempre. Il duo Scorsese/Di Caprio torna per la quinta volta e non delude, regalandoci uno dei migliori film di Scorsese degli ultimi anni e una delle migliori performance di Di Caprio di sempre.
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Il nuovo film di Scorsese è lontano anni luce da quella gradevole fiaba per famiglie che è stata Hugo Cabret. Qui uno dei maggiori registi viventi è tornato ad atmosfere più vicine al suo modo classico di fare cinema, pur senza rinunciare a rinnovare, ampliare e modernizzare quel linguaggio cinematografico di cui è maestro indiscusso. Siamo dalle parti di “Quei bravi ragazzi”, “Casinò”; e un po’ come in “The Departed” Scorsese esplora il marcio sempre presente nella nostra società, stavolta nascosto in piena luce a Wall Street, dove Jordan Belfort/Leonardo di Caprio arriva in cerca di fama e fortuna. Quell’ambiente cinico, corrotto e iperattivo lo cambierà per sempre. Il duo Scorsese/Di Caprio torna per la quinta volta e non delude, regalandoci uno dei migliori film di Scorsese degli ultimi anni e una delle migliori performance di Di Caprio di sempre. Il suo Jordan Belfort è un personaggio complesso, stratificato e memorabile, ogni frase che esce dalla sua bocca è una citazione da appuntare su un foglio, ogni sua azione misuratamente sopra le righe è lo specchio di quel carattere della società americana e mondiale che esso rappresenta. Questa commedia nera perfettamente calibrata alterna gag esilaranti a scene di drammatica intensità. La regia stessa, perfetta, dinamica, condita da una fotografia impeccabile, musiche azzeccatissime e da interpretazioni ottime di tutto il cast, è una trasfigurazione del messaggio del film: eccessivo, nauseante, quasi grottesco (nonostante tratti fatti reali), spinto oltre il limite, fuori di testa così com’è il mondo dell’alta finanza di cui dipinge un affresco perfetto. Jordan Belfort, genio dalla sciolta parlantina, drogato fin nel midollo, senza scrupoli né morale, è emanazione del Capitalismo imperante nella nostra società che, similmente al “Cuore di Tenebra” di Conrad e Coppola, trasforma l’uomo civilizzato in una bestia che distrugge in preda a quello sfrenato desiderio di ricchezza e onnipotenza. E quando cade, ci dice il Maestro, non può far altro che rialzarsi. E ricominciare daccapo.
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cinemiglio
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mercoledì 26 marzo 2014
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date un oscar a quest'uomo!
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Sono pochi i film da ritenersi capolavori, ma questo lo è, per lo meno per la recitazione di Di Caprio, per le mille sfaccettature del suo personaggio, per la metamorfosi che compie dall'inzio del film alla fine, un cambiamento continuo, graduale, ma che non lascia mai a bocca asciutta.
Tre ore di film che ti incollano allo schermo, distrarsi è impossibile, annoiarsi meno che mai, la seconda volta che lo guardi è bello come la prima, i dettagli sono tanti e ben curati, i caratteri pure, le scenografie lo stesso.
Insomma, tiene bene il passo con un altro cult del cinema a tema economico "Wall Street-Il denaro non dorme mai", del quale c'è ancheuna citazione ( viene nominato Gordon Gekko).
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Sono pochi i film da ritenersi capolavori, ma questo lo è, per lo meno per la recitazione di Di Caprio, per le mille sfaccettature del suo personaggio, per la metamorfosi che compie dall'inzio del film alla fine, un cambiamento continuo, graduale, ma che non lascia mai a bocca asciutta.
Tre ore di film che ti incollano allo schermo, distrarsi è impossibile, annoiarsi meno che mai, la seconda volta che lo guardi è bello come la prima, i dettagli sono tanti e ben curati, i caratteri pure, le scenografie lo stesso.
Insomma, tiene bene il passo con un altro cult del cinema a tema economico "Wall Street-Il denaro non dorme mai", del quale c'è ancheuna citazione ( viene nominato Gordon Gekko).
Che il film abbia fatto enormi incassi è ben concepile.
Come mai Di Caprio non abbia ancora vinto un Oscar no.
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sprock93
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martedì 2 dicembre 2014
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manca però qualcosina!!!
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Questo lavoro di Scorsese è sicuramente ben fatto. Dopo tanti anni di carriera, e che carriera, può fare cio' che vuole.
Anche un lavoro molto forte, che duri 3 ore, e che parli di un mondo così difficile.
Il film è duro, crudo e non adatto a qualsiasi tipo di pubblico. Si lascia scorrere abbastanza velocemente, nonostante le 3 ore, difficilmente mi ha stufato.
Stupende le scene dove il personaggia si strania da ciò che lo circonda per rivolgersi al pubblico, il tocco del regista è qui molto forte. Di Capro si è comportato benissimo in questo ruolo e merita prima o poi un oscar.
Ho deciso di dare 4 stelle e non 5, perchè un capolavoro si differenzia da un ottimo film a mio parere dal riuscire a darti un coinvolgimento emotivo di un certo livello.
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Questo lavoro di Scorsese è sicuramente ben fatto. Dopo tanti anni di carriera, e che carriera, può fare cio' che vuole.
Anche un lavoro molto forte, che duri 3 ore, e che parli di un mondo così difficile.
Il film è duro, crudo e non adatto a qualsiasi tipo di pubblico. Si lascia scorrere abbastanza velocemente, nonostante le 3 ore, difficilmente mi ha stufato.
Stupende le scene dove il personaggia si strania da ciò che lo circonda per rivolgersi al pubblico, il tocco del regista è qui molto forte. Di Capro si è comportato benissimo in questo ruolo e merita prima o poi un oscar.
Ho deciso di dare 4 stelle e non 5, perchè un capolavoro si differenzia da un ottimo film a mio parere dal riuscire a darti un coinvolgimento emotivo di un certo livello. In questo film per me c'è tutto ma assolutamente non ti prende emozionalmente. Credo che un capolavoro debba essere considerato tale se riesce a prenderti a diversi livelli restando coerente con il suo messaggio originario .
Ottimo lavoro manca qualcosina però
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iuriv
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domenica 7 dicembre 2014
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lupi a wall street.
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Ascesa e caduta di un mito a Wall Street. Questo espediente è stato usato spesso nel cinema, ma l'opportunità che Scorsese coglie è quella di mettere mano sull'autobiografia scritta proprio da Jordan Belfort. Affidando il ruolo di protagonista a Di Caprio, ancora una volta a suo agio nei panni del giovane sopra le righe, il regista offre uno sguardo dal di dentro del torbido mondo della finanza, riuscendo anche a evitare, almeno in apparenza, di fornire giudizi diretti sulla figura del broker finanziario e sullo stile di vita esagerato spesso associato a questo mestiere.
Lasciando che il suo protagonista sfondi la quarta parete, dialogando direttamente con la telecamera, Scorsese vira sulla commedia degli eccessi.
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Ascesa e caduta di un mito a Wall Street. Questo espediente è stato usato spesso nel cinema, ma l'opportunità che Scorsese coglie è quella di mettere mano sull'autobiografia scritta proprio da Jordan Belfort. Affidando il ruolo di protagonista a Di Caprio, ancora una volta a suo agio nei panni del giovane sopra le righe, il regista offre uno sguardo dal di dentro del torbido mondo della finanza, riuscendo anche a evitare, almeno in apparenza, di fornire giudizi diretti sulla figura del broker finanziario e sullo stile di vita esagerato spesso associato a questo mestiere.
Lasciando che il suo protagonista sfondi la quarta parete, dialogando direttamente con la telecamera, Scorsese vira sulla commedia degli eccessi. Del resto i personaggi in questo film sono tutti molto carichi, accecati dal denaro e dalle possibilità che esso offre. Non è un caso che alcune gags presenti nella pellicola ricordino molto da vicino quelle di alcune commedie demenziali, non lesinando in volgarità e sesso esplicito. Questi frequenti inserimenti, però, ottengono un effetto opposto a quello che i vari teen movies si proponevano. Ciò accade perchè quello che si vede qui è frutto di situazioni reali, in cui il totale distacco da ciò che è la realtà, causato dalla facilità di accesso al denaro, porta una degenerazione comportamentale completa.
Il ritratto che Scorsese fa di questo mondo, quindi, non è lusinghiero. Dietro l'apparente esaltazione dell'eccesso che va sullo schermo, compaiono le sfocate figure dei personaggi, incapaci di trovare soddisfazione e ostentatamente alla ricerca di significati che sono troppo stupidi per comprendere.
Spinto dal carattere famelico del suo protagonista, questo film esagera in tutto, compreso il minutaggio. Infatti le tre ore che chiede per essere guardato possono rappresentare un problema. Tuttavia è più una questione di approccio che di fruizione, perché la splendida messa in scena e il montaggio ritmato alla perfezione, spingono la visione in modo da non fiaccare mai lo spettatore.
Non viene mai da chiedersi se ci sia qualcosa di forzato nella sceneggiatura, o se sia stata inserita qualche sequenza della quale si poteva fare a meno. Scorsese non butta nemmeno un'inquadratura e gestisce in pieno controllo la lunghezza biblica della sua opera. Del resto, che fosse a suo agio con le pellicole lunghissime, lo aveva già dimostrato in passato.
Certo, per qualcuno potrebbe anche essere ripetitivo, visto che sostanzialmente ripropone lo schema soldi, sesso, droga in continuazione. Eppure secondo me non lo è. Quello che descrive è il progressivo peggioramento di una situazione fuori controllo e lo fa bene, evitando di pontificare sulla moralità di un certo universo, ma raccontando senza pietà ciò che succede quando si ha talmente tanto che tutto perde valore.
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paolp78
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sabato 27 dicembre 2014
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capolavoro sul mondo malato di wall street
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Film straordinario, intenso e sconvolgente, impreziosito da una regia strepitosa.
Il grande maestro Martin Scorsese riesce a descrivere con la consueta abilità il contraddittorio e malato mondo dell'alta finanza di Wall Street, facendo luce su un ambiente corrotto, spregiudicato e disonesto, dove il fine del profitto ad ogni costo ammette e giustifica ogni mezzo. Per descrivere questo quadro raccapricciante, Scorsese sceglie una narrazione incalzante, dove scene rappresentative di ogni forma di eccesso si susseguono tra loro, con lo scopo di turbare lo spettatore.
Il grande maestro newyorkese non fa sconti nel rendere sullo schermo i limiti ed i difetti del "mondo" che descrive: gli uomini che fanno affari milionari e gestiscono i risparmi di migliaia e migliaia di onesti cittadini, non sono altro che dei mediocri senza talento; ciò che ha permesso loro di arrivare ai vertici dell'alta finanza è solo un'avidità sconfinata.
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Film straordinario, intenso e sconvolgente, impreziosito da una regia strepitosa.
Il grande maestro Martin Scorsese riesce a descrivere con la consueta abilità il contraddittorio e malato mondo dell'alta finanza di Wall Street, facendo luce su un ambiente corrotto, spregiudicato e disonesto, dove il fine del profitto ad ogni costo ammette e giustifica ogni mezzo. Per descrivere questo quadro raccapricciante, Scorsese sceglie una narrazione incalzante, dove scene rappresentative di ogni forma di eccesso si susseguono tra loro, con lo scopo di turbare lo spettatore.
Il grande maestro newyorkese non fa sconti nel rendere sullo schermo i limiti ed i difetti del "mondo" che descrive: gli uomini che fanno affari milionari e gestiscono i risparmi di migliaia e migliaia di onesti cittadini, non sono altro che dei mediocri senza talento; ciò che ha permesso loro di arrivare ai vertici dell'alta finanza è solo un'avidità sconfinata. Il film denuncia spietatamente questa sete di ricchezza che conduce il protagonista ed i suoi sodali a perdere ogni morale, divenendo truffatori incalliti e cocainomani senza scrupoli; ma la denuncia coinvolge tutto quel mondo dell'apparire e dell'avere, privo di sostanza e di basi concrete.
L'impero creato senza alcuna capacità effettiva e senza realizzare nulla di concreto, si dimostra effimero, crollando repentinamente: solo così viene riportata, infine, logica e giustizia.
Si tratta di un'opera notevolmente complessa, che fa sfoggio di un sofisticatissimo impianto narrativo.
Di Caprio è un eccezionale mattatore che impreziosisce il film con una interpretazione difficile da dimenticare. Tra gli attori di contorno, ottima prova di Jonah Hill, irresistibilmente adrenalinico, e del sempre bravo Jean Dujardin, molto credibile nella parte.
Di notevolissima durata, circa tre ore, riesce a non stancare mai lo spettatore.
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eugenio98
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venerdì 10 luglio 2015
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una parabola sull'avidità dell'uomo
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Verso la fine degli anni ’80 Jordan Belfort, giovane di grandi speranze, approda a Wall Street per diventare un professionista in Borsa. Cominciando sotto l’ala del broker Mark Hanna, Jordan entra in contatto con diavoli senza pietà, fino a quando un giorno si verifica il crollo. Disposto a tutto, pur di guadagnare, Jordan fonda, con l’aiuto del socio Donnie Azoff, una società di broker sempre più famelica.
Martin Scorsese ci regala, grazie all’aiuto di Leonardo Di Caprio, un film dal forte impianto emotivo; lo spettatore rimane spiazzato di fronte alla rappresentazione dell’avidità e di dove questa possa condurre gli umani. Il regista dipinge un quadro apparentemente divertente e grottesco ma che, in realtà, cela una profonda tristezza avvolgente ogni personaggio.
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Verso la fine degli anni ’80 Jordan Belfort, giovane di grandi speranze, approda a Wall Street per diventare un professionista in Borsa. Cominciando sotto l’ala del broker Mark Hanna, Jordan entra in contatto con diavoli senza pietà, fino a quando un giorno si verifica il crollo. Disposto a tutto, pur di guadagnare, Jordan fonda, con l’aiuto del socio Donnie Azoff, una società di broker sempre più famelica.
Martin Scorsese ci regala, grazie all’aiuto di Leonardo Di Caprio, un film dal forte impianto emotivo; lo spettatore rimane spiazzato di fronte alla rappresentazione dell’avidità e di dove questa possa condurre gli umani. Il regista dipinge un quadro apparentemente divertente e grottesco ma che, in realtà, cela una profonda tristezza avvolgente ogni personaggio. Anche coloro che dovrebbero essere “i buoni”, finiscono per diventare peggiori, come i genitori di Jordan, i quali entrano a far parte di questo inferno. Altri addirittura scompaiono dalla vicenda, come ad esempio la prima moglie di Belfort o il ragazzo col pesciolino rosso; ciò come a significare la loro estraneità a quel mondo.
Come nel Pain e Gain di Michael Bay, dove i protagonisti cercano di raggiungere il sogno americano rapendo un ricco imprenditore e rubandogli tutti i soldi, in The Wolf of Wall Street il protagonista inganna la gente per guadagnare. In tutte e due le pellicole ci sono parassiti che anelano al successo, ma infine “ogni nodo arriva al pettine” e tutto quello che si era costruito, con grande fatica, finisce per frantumarsi in una miriade di pezzi irrecuperabili. Sono, queste, due parabole a circuito chiuso nelle quali i personaggi iniziano da zero e tornano nello stesso punto. Nonostante i soggetti tristi e privi di umanità, i due registi mettono sullo schermo due affascinanti commedie nere che scavano nella mente e nel cuore di tutti noi, rivelandoci che chiunque, anche il più innocuo, può diventare un mostro che divora tutto.
Quando si sceglie la via del successo, quasi mai “i cattivi” restano al loro posto bensì diventano punti di riferimento e ci si dimentica delle loro malefatte. Scorsese ci dà prova di questo con un’unica scena: il broker chiede alla sua platea di “vendergli questa penna”; nessuno ci riesce; il tutto si conclude con uno sguardo sul pubblico, affascinato dal Maestro. Il mostro nasce, cresce, muore e risorge: forse per diventare qualcun altro?
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martedì 18 ottobre 2016
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l'altra faccia di wall street
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Pellicola eccessivemente critica dal pubblico ma ricca di significati.
In 3 ore Scorsese ci mostra come sia facile arricchirisi nella società moderna utilizzando la persuasione e sfruttando l'ingenuità delle persone, il finale è un' ennesima chicca della filmografia del regista, Belfort è consacrato dai media come un eroe,a contrario del membro del FBI che viene lasciano nell'anonimato (triste realtà nella scoietà moderna). La trama del film si attiene alla biografia di Belfort, magari enfatizzandola, ma risultando comunque di buona qualità.
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Pellicola eccessivemente critica dal pubblico ma ricca di significati.
In 3 ore Scorsese ci mostra come sia facile arricchirisi nella società moderna utilizzando la persuasione e sfruttando l'ingenuità delle persone, il finale è un' ennesima chicca della filmografia del regista, Belfort è consacrato dai media come un eroe,a contrario del membro del FBI che viene lasciano nell'anonimato (triste realtà nella scoietà moderna). La trama del film si attiene alla biografia di Belfort, magari enfatizzandola, ma risultando comunque di buona qualità. Ottima la regia, fantastico cast, oltre alla prova egregia di Di Caprio, da sottolineare la prova Hill e Robbie che davvero ben recitano in questa pellicola, scelta delle musiche come sempre indovinta da parte di Scorsese.
Non è il suo miglior film, questo si, ma è senz'altro un prodotto da ammirare e ricordare.
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st7no
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giovedì 13 luglio 2017
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come toccare il cielo con un dito
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Il mondo e' bello perche' e' vario, si dice no? Quindi, questo vario e' rappresentato da coloro che hanno pure avuto il "tempo/coraggio" di non apprezzare questo film come si dovrebbe addirittura ridicolizzandolo con giudizi inqualificabili. Detto questo, Di Caprio, e' senz'ombra di dubbio, il piu' grande immenso infinito, versatile, geniale attore che il cinema abbia mai incontrato. Da il bel biondino del titanic, a questo, passando per decine e decine di epiche pellicole cinematografiche. Quello che quest uomo tocca, viene trasformato in oro, e wolf of wall street ne e' un esempio. Un modo di recitare cosi reale e autentico, cosi vero, cosi importante, che paralizza lo spettatore davanti allo shermo.
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Il mondo e' bello perche' e' vario, si dice no? Quindi, questo vario e' rappresentato da coloro che hanno pure avuto il "tempo/coraggio" di non apprezzare questo film come si dovrebbe addirittura ridicolizzandolo con giudizi inqualificabili. Detto questo, Di Caprio, e' senz'ombra di dubbio, il piu' grande immenso infinito, versatile, geniale attore che il cinema abbia mai incontrato. Da il bel biondino del titanic, a questo, passando per decine e decine di epiche pellicole cinematografiche. Quello che quest uomo tocca, viene trasformato in oro, e wolf of wall street ne e' un esempio. Un modo di recitare cosi reale e autentico, cosi vero, cosi importante, che paralizza lo spettatore davanti allo shermo. Sesso, droga, tutto scivola in secondo piano, perche' in fin dei conti se si basa su una storia vera, non possiamo di certo farci tanti commenti, sullo stile di vita e sulla morale di Belfort, ma sul film di per se', io resto senza parole.
Nella mia top 10 personale!
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shiningeyes
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sabato 25 gennaio 2014
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eccessiva durata ma tanto divertimento!
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Quinta collaborazione tra Martin Scorsese e Leonardo di Caprio, che con quest’ultimo film “The Wolf of Wall Street", raccontano l’alta finanza americana degli anni 80/90, tramite il libro omonimo dall’ex broker Jordan Belfort, vera e propria rockstar del mondo della finanza. Da rockstar è soprattutto il suo stile di vita narrato nella pellicola, in cui il protagonista rappresenta l’emblema del vizio e della megalomania e con un’avidità senza fine, che lo porterà a guadagnare un milione di dollari a settimana a forza di truffe su vendita di azioni false. I guadagni enormi che ricava lo porteranno a una vita segnata da party sfrenati fatti di orge e abuso di qualsiasi droga insieme ai suoi collaboratori, che egli stesso ha plasmato a sua immagine e somiglianza, fino alla sua inevitabile caduta che lo costringerà ad accordarsi con gli agenti FBI e collaborare con esso per avere una mite condanna di ventidue mesi.
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Quinta collaborazione tra Martin Scorsese e Leonardo di Caprio, che con quest’ultimo film “The Wolf of Wall Street", raccontano l’alta finanza americana degli anni 80/90, tramite il libro omonimo dall’ex broker Jordan Belfort, vera e propria rockstar del mondo della finanza. Da rockstar è soprattutto il suo stile di vita narrato nella pellicola, in cui il protagonista rappresenta l’emblema del vizio e della megalomania e con un’avidità senza fine, che lo porterà a guadagnare un milione di dollari a settimana a forza di truffe su vendita di azioni false. I guadagni enormi che ricava lo porteranno a una vita segnata da party sfrenati fatti di orge e abuso di qualsiasi droga insieme ai suoi collaboratori, che egli stesso ha plasmato a sua immagine e somiglianza, fino alla sua inevitabile caduta che lo costringerà ad accordarsi con gli agenti FBI e collaborare con esso per avere una mite condanna di ventidue mesi. Il percorso filmico operato da Scorsese sembra ricalcare quello effettuato in “Quei Bravi Ragazzi”, in particolare il racconto fatto in prima persona e gli agi e gli eccessi in cui nuota il personaggio principale. La differenza sta però in un avanti e indietro di scene grottesche e oscene fino all’ennesima potenza, nel quale lo spettatore si ritrova a essere sconvolto e divertito allo stesso tempo e, dove il tema portante non è la finanza di per sé, ma l’ambizione e l’avidità che li porta a una superbia incontrollabile che gli fa fare le peggiori e più folli azioni possibili. Leonardo DiCaprio, che interpreta Belfort, mostra con disinvoltura un personaggio insolente e perverso, che conosce ogni modo possibile per truffare il malcapitato di turno per il piacere di sottrargli denaro, che è la sua droga preferita ed è quella a cui è più dipendente; e qui bisogna dare merito a un’interpretazione strepitosa di DiCaprio, che si mette in gioco in innumerevoli scene imbarazzanti e comiche che dimostrano appieno la sua versatilità come attore. Jonah Hill affianca il bravo DiCaprio facendo anch’esso un ottimo lavoro e dando il suo talento comico nelle scene più esagerate del film, ma a tempo stesso fornisce una prova di spessore in generale, facendo vedere che può assumere altre forme di recitazione in efficiente maniera, oltre a quella comica. Si potrebbe parlare di un altro capolavoro di Scorsese quindi, ma purtroppo ci sono alcuni elementi non lavorati benissimo che non ci possono portare a considerarlo tale: l’eccessiva durata, ad esempio, si poteva benissimo fermare sulle due ore e un quarto, perché gli ultimi quarantacinque minuti sono decisamente scontati e pieni di scene superflue, che allontano la scorrevolezza e il divertimento avuti nel primo tre quarti di film; un montaggio frettoloso e troppo frenetico che non riesce a mascherare qualche grossolano errore (non è da Scorsese). Sul piatto della bilancia, però, si riscontrano più gli elementi buoni che quelli malvagi, e va dato atto che, Scorsese, con i suoi settantuno anni suonati, crea un’opera fresca e piena di selvaggio divertimento, che è un altro superamento di limiti della sua diversa ed eccellente carriera, corrisposto a quello fatto da DiCaprio in termini recitativi, che potrebbe dargli quell’Oscar, più sospirato dai suoi accaniti fan che dall’attore stesso.
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