Ciao chermist, perdona l'intrusione. Hai ragione, appare arduo definire il senso compiuto del film senza riferimenti oggettivi nella narrazione. Scorsesde ha "dipinto" il portrait di un uomo il quale, per ambizione ed avidità, divenne un esecrabile parassita della società. Nel farlo, il regista, ha preso uno specchio ed osservandosi con cinismo, forse con disprezzo, ha plasmato un personaggio che in parte riflettesse un modo di essere che gli era appartenuto e ben conosceva - Scorsese, mi risulta che ebbe un periodo diciamo... buio (!?) da far invidia ai rocker più sfrenati-. Ho idea che l'aver indugiato eccessivamente sul personaggio abbia distolto regìa e sceneggiatura dal raggiungere un risultato che fosse più sensato, o plausibile, di quello ottenuto, ovvero il solo "quasi annichilimento" di Belfort.
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Ciao chermist, perdona l'intrusione. Hai ragione, appare arduo definire il senso compiuto del film senza riferimenti oggettivi nella narrazione. Scorsesde ha "dipinto" il portrait di un uomo il quale, per ambizione ed avidità, divenne un esecrabile parassita della società. Nel farlo, il regista, ha preso uno specchio ed osservandosi con cinismo, forse con disprezzo, ha plasmato un personaggio che in parte riflettesse un modo di essere che gli era appartenuto e ben conosceva - Scorsese, mi risulta che ebbe un periodo diciamo... buio (!?) da far invidia ai rocker più sfrenati-. Ho idea che l'aver indugiato eccessivamente sul personaggio abbia distolto regìa e sceneggiatura dal raggiungere un risultato che fosse più sensato, o plausibile, di quello ottenuto, ovvero il solo "quasi annichilimento" di Belfort. Così come hai giustamente stigmatizzato, il film merita consensi, purtroppo... la morale latita e troppo si attesta al "fai da te" perchè quella apparentemente proposta dal film è tutto fuorché inequivocabile. Scusa per il tedio e saluti a te
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