The Wolf of Wall Street |
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Un film di Martin Scorsese.
Con Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Matthew McConaughey, Kyle Chandler.
continua»
Biografico,
Ratings: Kids+16,
durata 180 min.
- USA 2013.
- 01 Distribution
uscita giovedì 23 gennaio 2014.
- VM 14 -
MYMONETRO
The Wolf of Wall Street
valutazione media:
4,05
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Lo zoo della finanzadi Video-rFeedback: 2673 | altri commenti e recensioni di Video-r |
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mercoledì 29 gennaio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Jordan Belfort è un ragazzo ambizioso che aspira a un futuro da broker e, come esige il sogno americano, lo diventa. Purtroppo per lui arriva però a Wall Street nel momento peggiore: è infatti il “lunedì nero” del 1987 e la sua carriera, appena iniziata, viene bruciata sul nascere. Il giovane è comunque destinato a grandi cose e la sua caparbietà è tale da riuscire a guadagnare milioni di dollari vendendo anche azioni di pochi centesimi; ben presto, grazie al sostegno di alcuni amici non proprio raccomandabili, riesce addirittura a creare un impero finanziario basato sulle penny stock: la Stratton Oakmont Incorporated. Inizia così l'ascesa finanziaria di Belfort, cui corrisponde un inevitabile declino psico-fisico accelerato da orge, droghe e denaro sporco; assistiamo a un vero e proprio delirio di onnipotenza che sembra arrestarsi solo in rari momenti di lucidità, così sgraditi a un uomo che, per sua stessa ammissione, non vuole morire sobrio. Sarebbe infatti difficile per lui ammettere che, pur vivendo circondato da lusso e belle donne, la sua vita è quella di un miserabile: quando ciò gli viene sbattuto in faccia, non può quindi far altro che stordirsi. Così fa anche dopo il divorzio, evento che apre a una lunga serie di sventure: di lì a poco viene infatti arrestato in seguito a una soffiata del banchiere svizzero che lo aiutava nel riciclaggio; Belfort viene dunque incriminato, decidendo di collaborare con l'F.B.I. in cambio di una riduzione della pena. Uscito di prigione lo ritroviamo, ormai mentore nel settore marketing, in una trasmissione televisiva, ripreso nell'atto di istruire una massa avida e idolatrante sui mezzi migliori per ingannare i propri clienti.
Scorsese si muove con la consueta abilità nel campo della malavita, di cui sviscera con maestria gli aspetti più rivoltanti e spregevoli. Qualcosa è però cambiato dai tempi di “Goodfellas” e “The departed”: ciò che il regista guadagna in visionarietà, lo perde in empatia. La metamorfosi di Jordan Belfort viene infatti presentata come semplice conseguenza a uno stile di vita eccessivo, indugiando sulla perversione in maniera talmente compiaciuta da renderla quasi appetibile. L'ambiguità si sostituisce dunque alla complessità, facendo del protagonista non una vittima delle proprie debolezze ma un idolo per folle di perdenti, un criminale che riceve premi invece di sanzioni. I nodi, nonostante quello che insinua il protagonista, non vengono al pettine e anzi l'impunità è proprio ciò impedisce a Belfort di fare un bilancio della propria condotta, sempre attento com'è a trasformare ogni opportunità in opportunismo. La provocazione rischia perciò di tramutarsi in un'elegia dell'irresponsabilità e Di Caprio finisce per interpretare non un ridicolo farabutto ma un simpatico mascalzone, una specie di Popeye che invece di mangiare spinaci sniffa cocaina; spetta dunque allo spettatore non lasciarsi abbindolare dai continui ammiccamenti e non gioire dei successi del protagonista, evitando piuttosto che fatti del genere avvengano nella vita reale. Solo allora il film avrà avuto un senso, quando cominceremo a considerare questi arrivisti per quello che sono veramente: non persone di successo ma soltanto un branco di famelici lupi.
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