Il film, spettacolare, divertente, coinvolgente racconta l'ascesa e la caduta di un broker di Wall Street degli anni ’80/90 e, tra ironie e paradossi, ne descrive ogni tipo di eccesso. Eccessi di cui il regista (al pari del protagonista) perde il controllo, cadendo vittima di esagerazioni, sequenze compiaciute o ridondanti, insistenze e ripetizioni alla lunga stancanti, esasperanti. Non è che non ci sia classe, anzi, tutto è ripreso e montato con cura: suoni, musica e immagini frenetici e fluidi, dialoghi smisurati, scene grottesche, interpretazioni esilaranti e superlative (Di Caprio su tutti), messinscena magnetica e affascinante. Però malgrado questi virtuosismi o alcune geniali scene, l’opera appare una sterile variazione di “Quei Bravi Ragazzi” o “Casinò.
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Il film, spettacolare, divertente, coinvolgente racconta l'ascesa e la caduta di un broker di Wall Street degli anni ’80/90 e, tra ironie e paradossi, ne descrive ogni tipo di eccesso. Eccessi di cui il regista (al pari del protagonista) perde il controllo, cadendo vittima di esagerazioni, sequenze compiaciute o ridondanti, insistenze e ripetizioni alla lunga stancanti, esasperanti. Non è che non ci sia classe, anzi, tutto è ripreso e montato con cura: suoni, musica e immagini frenetici e fluidi, dialoghi smisurati, scene grottesche, interpretazioni esilaranti e superlative (Di Caprio su tutti), messinscena magnetica e affascinante. Però malgrado questi virtuosismi o alcune geniali scene, l’opera appare una sterile variazione di “Quei Bravi Ragazzi” o “Casinò. Una black comedy ottimamente realizzata e interessante, sull’illusione del Sogno Americano, il capitalismo cinico attuale e l’altra faccia (avida) della natura umana, ma purtroppo senz’anima e lontana dai capolavori di Scorsese…
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