flavio micarelli
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giovedì 22 maggio 2014
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la fame del "lupo"
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Nella sua nuova pellicola il visionario regista di New York, cerca di smascherare il mondo di Wall Street mostrando l'eccessivo stile di vita condotto dagli agenti di borsa durante gli anni '80 e '90,(uomini che il Scorsese considera precursori dell'attuale crisi economica) tutto questo messo in risalto da una maniacale attenzione per la fotografia e da un'esasperante sequenza di scene di sesso,droga e degenerazione.
La storia si focalizza su Jordan Belfort, giovane ambizioso che si trasferisce a New York a 23 anni, con l'intento di diventare un capitalista all'interno del sistema finanziario.
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Nella sua nuova pellicola il visionario regista di New York, cerca di smascherare il mondo di Wall Street mostrando l'eccessivo stile di vita condotto dagli agenti di borsa durante gli anni '80 e '90,(uomini che il Scorsese considera precursori dell'attuale crisi economica) tutto questo messo in risalto da una maniacale attenzione per la fotografia e da un'esasperante sequenza di scene di sesso,droga e degenerazione.
La storia si focalizza su Jordan Belfort, giovane ambizioso che si trasferisce a New York a 23 anni, con l'intento di diventare un capitalista all'interno del sistema finanziario.Essendo munito di un singolare senso per gli affari, riesce rapidamente ad ottenere la licenza di broker, in seguito fonda una società,(la Stratton Oakmont) che in pochi anni gli permette di diventare uno degli uomini più ricchi ed influenti di Wall Street.
Nel ruolo di Jordan Belfort troviamo un DiCaprio in stato di grazia, che ci regala un'interpretazione straordinaria,confermandosi(se mai ce ne fosse il bisogno) attore di spessore,per merito anche della collaborazione con il suo amico-regista Scorsese, che sceglie per lui il ruolo di quest'eccentrico uomo d'affari facendolo entrare perfettamente nel personaggio e candidandolo giustamente ad un oscar che forse,più di tutti,avrebbe meritato.
Personalmente ho apprezzato molto il film e lo considero un semi-capolavoro. Nonostante la sua durata (3ore) non risulta mai noioso, forse rischia di cadere nella banalità a causa delle eccessive scene di delirio, ma si distingue anche per la particolare scelta di mostrare tanta eccessività,cercando di far respirare allo spettatore l'esagerata vita di Belfort.
La pellicola è dinamica e piena di sequenze ad effetto, dirette in modo magistrale e contornate da un'essenza cruda e grottesca.
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luigi chierico
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martedì 10 febbraio 2015
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un lupanario
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Ancora una volta un film con il titolo in originale e così farò fatica a ricordarmene il titolo,anche perché ha una trama scontata e banale.
Il Lupo,Jordan Belfort,più che vivere a Wall Sreet sembra vivere in un lupanario,lupanarium nell’antica Roma dove non mancavano le prostitute a festeggiare i gladiatori e vincitori.Da che mondo e mondo la storia non cambia, la vita sembra sia legata al sesso,al danaro,al potere alle attività ludiche. Martin Scorsese prende tutto a braccio ed a piene mani ci offre ogni genere di depravazione,di miserie umane, d’abbandono alla droga. Dov’è il lavoro? Dov’è la serietà di intenti? Dove l’onestà e l’amore per il prossimo? Il lupo divora le pecore indifese e gli si fa festa,nel mondo animale lo si ammazza.
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Ancora una volta un film con il titolo in originale e così farò fatica a ricordarmene il titolo,anche perché ha una trama scontata e banale.
Il Lupo,Jordan Belfort,più che vivere a Wall Sreet sembra vivere in un lupanario,lupanarium nell’antica Roma dove non mancavano le prostitute a festeggiare i gladiatori e vincitori.Da che mondo e mondo la storia non cambia, la vita sembra sia legata al sesso,al danaro,al potere alle attività ludiche. Martin Scorsese prende tutto a braccio ed a piene mani ci offre ogni genere di depravazione,di miserie umane, d’abbandono alla droga. Dov’è il lavoro? Dov’è la serietà di intenti? Dove l’onestà e l’amore per il prossimo? Il lupo divora le pecore indifese e gli si fa festa,nel mondo animale lo si ammazza. Il regista lo osanna gli consente ogni lusso sfrenato,spese folli come folli sono le sue feste;o meglio festini atteso che è alle donne che bisogna far la …festa.
Un numerosissimo stuolo di comparse scompaiano in bagni e camere da letto, più che i loro volti si possono ammirare i loro glutei, le donne hanno più seno che senno,cosa importa è il loro ruolo in questo film che non ha nulla di educativo.Gli operatori del successo non li si vedono mai all’opera,la conquista del denaro sembra cosa facile,non c’è da sudare per averlo,forse c'è per come sperperarlo!Un mondo di illusioni si apre allo spettatore scettico. Perché prendere in giro chi nel lavoro vero e serio spreca invece la sua giornata?
Se questo era il miraggio del regista ci è riuscito a pieno,ma non lo si può
assecondare e plaudire. Il lavoro è una cosa seria,è frutto di fatica,di tensione,
di ricerca,e di tutto quel che manca al giovane Jordan Belfort,arrivista senza
scrupoli,sfruttatore in ogni senso. Di positivo c’è la conclusione che ci ricorda un vecchio detto:”la farina del diavolo finisce in crusca!”.
La parte migliore della storia è nel declino del broker allorché,dall’alto del suo successo economico nella finanza,crede di poter sfidare anche la legge.
L’uso della droga e la superficialità fanno il resto. Come odierno Napoleone della Borsa e del mondo azionistico anche Jordan Belfort sarà “due volte nella polvere,due volte sull’altar”.
Nulla da obiettare per quanto attiene alla realizzazione del film che certamente è spettacolare, eccezionale la scenografia, buona la fotografia, discreta la sceneggiatura, più che parole s’ascoltano urla,grida,gemiti,sussulti,mormorii
e gemiti per languide…carezze.
Tutti bravi i tanti attori,prova ne è che a Jonah Hill,attore non protagonista è andato l’Oscar. Le presenze femminili più che in forme,in forme!
L’unico che si salva,rimanendo immune da qualsiasi colpa,è l’interprete del cinico personaggio del film,Leonardo DiCaprio,che si è calato nel personaggio da sembrare vero;non recita ma vive,vestito o nudo,in silenzio o pronto ad incitare i suoi alle vendite dalle penne alle scarpe.Non c’è nulla che non si possa vendere,bisogna solo saper vendere e non bisogna attaccare il telefono se prima non si è riusciti a vendere qualcosa all’interlocutore. Questa la filosofia per chi deve vendere per sopravvivere. Geniale la sua interpretazione,folle come Jordan.
Il film come impostato può non piacere, ma vanno riconosciuti i suoi meriti intrinseci,l’impegno profuso da tutti gli attori e gli addetti alla realizzazione e non si può fare a meno di valutarlo, così come non si può dire che non sia un capolavoro letterario il libro “L’amante di Lady Chatterley” di D.H. Lawrence,solo perché è scandaloso ed osceno.
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jixeurij
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sabato 25 gennaio 2014
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scorsese colpisce nel segno
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"The Wolf of Wall Street", la nuova pellicola del grande Martin Scorsese, mi ha davvero sorpreso.
Raramente mi è capitato di vedere una commedia nera così irriverente e pungente; forse l'unico film che davvero può essere comparato è "Il Dottor Stranamore" di Kubrick, che con questo condivide una forte componente "scorretta".
Assistiamo all'ascesa nel mondo di Wall Street di Jordan Belfort, da giovane e ingenuo ragazzo a avido e potente cocainomane, che fonda il suo guadagno sull'illegalità. Lascia la sua vecchia vita, per entrare in una nuova composta da potere, donne, droga e qualsiasi cosa lui voglia.
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"The Wolf of Wall Street", la nuova pellicola del grande Martin Scorsese, mi ha davvero sorpreso.
Raramente mi è capitato di vedere una commedia nera così irriverente e pungente; forse l'unico film che davvero può essere comparato è "Il Dottor Stranamore" di Kubrick, che con questo condivide una forte componente "scorretta".
Assistiamo all'ascesa nel mondo di Wall Street di Jordan Belfort, da giovane e ingenuo ragazzo a avido e potente cocainomane, che fonda il suo guadagno sull'illegalità. Lascia la sua vecchia vita, per entrare in una nuova composta da potere, donne, droga e qualsiasi cosa lui voglia. Non sapendo come spendere il suo denaro, organizza famose feste dionisiache e ogni tanto si dà a qualche atto di carità.
Adorato e benvoluto da tutti, soprattutto dai suoi collaboratori, vede piano piano il suo paradiso sgretolarsi...
Questo film è, secondo me, la dimostrazione di come un grande regista del cinema non perda mai la sua vena artistica neanche ad una veneranda età. Scorsese ha ancora un ha tante cose da dire e The Wolf of Wall Street è un'opera complessa che sprizza una vitalità incredibile.
Nelle sue tre ore di durata, assistiamo ad una vera e propria epopea cinematografica che ci immerge nel lato oscuro della borsa, nell'avidità e nell'illegalità, che ricorda molto il grande capolavoro dello stesso regista "Quei Bravi Ragazzi". In effetti, con quest'ultimo The Wolf ha molto in comune: la chiara vena ironica presente in Quei Bravi Ragazzi è ampliata in quest'ultimo fino a sfociare in una vera e propria commedia nera spietata.
Penso che Scorsese voglia mostrarci il sogno americano per quello che è stato considerato nei decenni.
Soldi a non finire, donne, superficialità... E' questo che è l'America, il capitalismo? Questi sono solo alcuni dei quesiti morali che vengono sollevati dalla pellicola. La cosa veramente interessante che mi ha spinto a dare 5 stelle a questo film è il suo cinismo. The Wolf of Wall Street non è controverso per le scene forti, ma per ciò che ci sta dietro: la rappresentazione di una vita vuota riempita dal denaro. A meno secondo il mio parere, perchè Scorsese decide di attuare la strategia migliore che si possa mai pensare in un film del genere: non imporre il suo pensiero.
La stessa mossa era stata utilizzata da Danny Boyle nel suo capolavoro "Trainspotting", veniva mostrata la vita dei protagonisti eroinomani senza un solo commento del regista, che lasciava allo spettatore il compito di costruirsi un'opinione mostrando semplicemente i fatti, senza filtrarli.
Scorsese fa la stessa identica cosa.
La vita di Jordan viene rappresentata senza moralismi e finto buonismo. Semplicemente la realtà e proprio in questo punto si trova l'immensa forza rivoluzionaria del film.
Mai nella mia vita cinefila mi è capitato di trovare tanta scorrettezza, forse solo nelle prime sperimentazioni di Tarantino. Con quest'ultimo è interessante denotare le somiglianze nei dialoghi, infatti a mio parere The Wolf deve molto al genio tarantiniano espresso in "Pulp Fiction" e "Le Iene", Scorsese aggiunge il suo stile e il risultato è un capolavoro imperdibile che distrugge tutti i canoni cinematografici, e si inserisce con onore tra i classici della storia del cinema.
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flyanto
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lunedì 27 gennaio 2014
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la storia praticamente di un caimano della finanza
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Tratto dalle memorie autobiografiche del miliardario Jordan Belfort il film narra la rapida ascesa e la conseguente caduta di questo personaggio americano che intorno agli anni '90 raggiunse elevati vertici nel campo della finanza e dei guadagni prima di venire arrestato e condannato dall'FBI.
Il protagonista è molto ben interpretato da Leonardo Di Caprio e Martin Scorsese, il regista della pellicola, ben sa rappresentare l'avido mondo della finanza, popolato da personaggi senza scrupoli e parecchio arroganti nonchè cafoni. Belfort, infatti, ne è il prototipo, colui che dalle proprie umili origini si eleva assurgendo ad una posizione, in un tempo relativamente breve, di considerevole livello che sempre di più lo assorbe e lo fagocita sino a giungere ad un punto di non ritorno.
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Tratto dalle memorie autobiografiche del miliardario Jordan Belfort il film narra la rapida ascesa e la conseguente caduta di questo personaggio americano che intorno agli anni '90 raggiunse elevati vertici nel campo della finanza e dei guadagni prima di venire arrestato e condannato dall'FBI.
Il protagonista è molto ben interpretato da Leonardo Di Caprio e Martin Scorsese, il regista della pellicola, ben sa rappresentare l'avido mondo della finanza, popolato da personaggi senza scrupoli e parecchio arroganti nonchè cafoni. Belfort, infatti, ne è il prototipo, colui che dalle proprie umili origini si eleva assurgendo ad una posizione, in un tempo relativamente breve, di considerevole livello che sempre di più lo assorbe e lo fagocita sino a giungere ad un punto di non ritorno.
Nel complesso il film risulta assai valido (del resto, Martin Scorsese conferma la sua abilità nel trattare una certo tipo di materia), ma ha il limite di dilungarsi eccessivamente in svariate sue parti in modo tale da compromettere l'andamento della vicenda e purtroppo la sua realizzazione. Durasse soltanto una mezz'ora di orologio in meno, il film sarebbe ridotto in una forma più condensata e pertanto senza alcun dubbio più digeribile ed accettabile. Il fatto poi che nel suo insieme esso risulti molto al di sopra delle righe nella sua rappresentazione generale, tale da rasentare uno stile alquanto pacchiano è, forse, dovuto al fatto che proprio il reale personaggio di Belfort doveva essere veramente così strutturato. Da menzionare la scena in cui Belfort/Di Caprio tenta nel mega yacht di corrompere l'agente dell'FBI suo indagatore: solo questa vale da sola la pena di guardare il film.
Da ribadire quindi l'ottima interpretazione di Leonardo Di Caprio che rende assai efficacemente la tipologia del personaggio arrogante, senza limiti, frenetico, spregiudicato, cocainomane ed anche un pò cinico di Belfort, ma in fin dei conti simpatico.
Da vedere, almeno per farsi un'idea di un certo tipo di ambiente e di personaggi.
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themaster
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lunedì 3 febbraio 2014
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martin scorsese,leonardi dicaprio,coppia esplosiva
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Ho sempre adorato sia Leonardo DiCaprio che Martin Scorsese,insieme sono una coppia a dir poco esplosiva e l'hanno dimostrato ampiamente nel corso degli ultimi anni.
Con The Wolf of Wall Street hanno centrato nel segno,confezionando un film di tre ore che diverte,fa spezzare dal ridere,fa riflettere e non annoia minimamente nemmeno per un secondo.
La regia è spettacolare ed è perfettamente in sintonia con l'anima stessa della pellicola,una regia briosa,frenetica e drogata che trascina lo spettatore in un viaggio all'insegna dell'eccesso,della vita sregolata e dell'illegalità.
La fotografia è sensazionale,molto colorata e dona atmosfera in una maniera allucinante.
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Ho sempre adorato sia Leonardo DiCaprio che Martin Scorsese,insieme sono una coppia a dir poco esplosiva e l'hanno dimostrato ampiamente nel corso degli ultimi anni.
Con The Wolf of Wall Street hanno centrato nel segno,confezionando un film di tre ore che diverte,fa spezzare dal ridere,fa riflettere e non annoia minimamente nemmeno per un secondo.
La regia è spettacolare ed è perfettamente in sintonia con l'anima stessa della pellicola,una regia briosa,frenetica e drogata che trascina lo spettatore in un viaggio all'insegna dell'eccesso,della vita sregolata e dell'illegalità.
La fotografia è sensazionale,molto colorata e dona atmosfera in una maniera allucinante.
Leonardo DiCaprio ha portato in scena un personaggio molto complesso e pieno di sfaccettature veramente molto difficile da interpretare,Jordan Belfort è un personaggio totalmente fuori controllo,alcolista,tossicodipendente e sessodipendente,con degli sbalzi d'umore improvvisi,e non era facile reggere la parte per ben tre ore e il caro vecchio Leo ci è riuscito alla perfezione,soprattutto nei momenti comici è riuscito a tirare fuori un'espressività fuori dal comune per qualsiasi attore,ma non per lui. Jonah Hill qui è stato immenso,sfoderando un'abilità impressionante,sia nei momenti tragici che nei momenti comici,non me l'aspettavo,ma devo dire che Leo e Jonah fanno una coppia fantastica. Una cosa che mi ha fatto esplodere di gioia è lo stile narrativo,ci sono dei momenti infatti in cui l'azione si congela e Jordan Belfort racconta cosa succederà di lì a poco guardando dritto in camera,ed è in questi momenti che il film parla allo spettatore creando un'atmosfera di confidenza tra il protagonista e il pubblico,si crea una sorta di dialogo in cui DiCaprio si assicura che lo spettatore stia capendo ciò che succede su schermo.
The Wolf of Wall Street è un film denso di significato,e ora vorrei rispondere a tutti coloro che lo considerano noioso,a tutte quelle persone che affermano che tre ore siano eccessive e che condannano le immagini mostrate come eccessivamente volgari e prive di senso.
Tre ore per un film del genere sono il tempo fisiologico che gli ci vuole per entrare e insinuarsi nella mente dello spettatore. Questo film vuole dipingere l'eccesso,puro e semplice ed è per questo motivo che per tre ore non si vede altro che persone che si drogano,bevono e fanno sesso,il tutto è fatto appositamente per disgustare lo spettatore,io stesso in sala stavo per esplodere,il film mi stava disturbando tantissimo per il suo contenuto forte e per il comportamento dei personaggi. Ciò che voleva fare Scorsese era di superare il limite,di toccare il fondo,cercando di provocare nel pubblico una sensazione di disgusto provocato appunto dagli eccessi dei personaggi,era questo il messaggio che il film intendeva mandare,voleva mostrare come la droga,i vizi,i soldi e l'alchool siano capaci di rovinare una persona fino a farla sprofondare nell'oblio,è una denuncia al brokeraggio e al sistema economico degli Stati Uniti,una denuncia feroce al sistema,che mangia le persone e le risputa,una denuncia all'eccesso e all'avidità.
In sintesi, The Wolf of Wall Street è un film veramente sensazionale e clamoroso,con uno stile particolare che non soddisferà tutti per le immagini forti che propone e la volgarità gratuita che porta in scena (ahimè i bigotti ci sono sempre). ovviamente consigliato.
P.S. se dovessimo stare a parlare di tutti i significati e i contenuti di questo film staremmo qui fino a notte.
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lukesky88
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venerdì 7 febbraio 2014
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dov'è finito gordon gekko?
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Vi è una certa difficoltà nel recensire questa pellicola, difficoltà che nasce dalle molteplici aspettative di un film che si presente in un modo, e si rivela essere altro.
Sono diverse le domande che andrebbero rivolte al regista Martin Scorsese e probabilmente la prima sarebbe: “ perché questo titolo?”
In un contesto di crisi mondiale, in cui ovunque si sente parlare di “spread”, “azioni tossiche”, “agenzie di rating”, ci si aspetterebbe che un film dal titolo così poderoso dia quanto meno un’idea di quello che combinano i famosi Yuppie alle nostre spalle.
Ma la storia si addentrerà in tutt’altri particolari, raccontandoci di un “lupo” a caccia di droga e sesso, non di azioni e speculazioni.
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Vi è una certa difficoltà nel recensire questa pellicola, difficoltà che nasce dalle molteplici aspettative di un film che si presente in un modo, e si rivela essere altro.
Sono diverse le domande che andrebbero rivolte al regista Martin Scorsese e probabilmente la prima sarebbe: “ perché questo titolo?”
In un contesto di crisi mondiale, in cui ovunque si sente parlare di “spread”, “azioni tossiche”, “agenzie di rating”, ci si aspetterebbe che un film dal titolo così poderoso dia quanto meno un’idea di quello che combinano i famosi Yuppie alle nostre spalle.
Ma la storia si addentrerà in tutt’altri particolari, raccontandoci di un “lupo” a caccia di droga e sesso, non di azioni e speculazioni.
Non c’è traccia dei vari Gordon Gekko (“Wall Street”), non veniamo a conoscenza del reale effetto provocato da dissennate vendite azionarie; fatta eccezione per “il lunedì nero”, il contesto storico viene tralasciato, non più rilevante per lo sviluppo della trama.
Assistiamo all’ascesa di Jordan Belford (Leonardo Di Caprio) che da ingenuo ventenne degli anni 80’ si trasformerà in un qualcosa di volgarmente potente e perverso, contaminando tutti coloro che gli sono intorno. Il giovane accetta entusiasta le regole del gioco rivelando la sua natura prava. Diventa un idolo, tutti i giovani broker vogliono imitarlo, seguirlo, adorarlo, ed egli ricambierà il suo esercito di fedeli con sesso e denaro.
Più che un bravo imprenditore si dimostra un ottimo stimolatore di gruppo, un oratore efficiente, capace di trasformare, alla chiusura della borsa, l’intera agenzia in un porno-party.
Ovunque Jordan Belford vada porterà con se sesso e droga, ed ogni persona (parenti, zie, procuratori, soccorritori ecc), ogni azione, ogni dialogo faranno riferimento a questi due elementi.
Si susseguono vicende familiari simili a quelle viste in “Blow”, la tossicodipendenza sfrenata di R. Liotta (“Quei bravi ragazzi”), la comicità sugli effetti della droga di “Paura e delirio a L.V.”, i banchieri di “Scarface”, lo sbirro di “Prova a prendermi” e l’onnipresente simil-pornografia in HD.
Sono tre ore da dividersi tra comicità e sesso, decisamente troppe vista l’assenza di una vera svolta nella trama e la pochezza dei dialoghi.
Fortunatamente le performance degli attori sono di buon livello, in particolare le interpretazioni della cerchia di amici del protagonista.
Nulla di profondo, nessun messaggio, nessuna morale, solo la semplice storia di un povero che diventa ricco e che non saprà gestire il denaro, i problemi con la droga, tantomeno i suoi rapporti affettivi: non certo un film da premio Oscar.
Si ritorna dunque alle perplessità iniziali: partendo dal presupposto che non è certo vietato raccontare una storia di droga, corruzione e sesso, c’è da chiedersi che cosa veramente voleva trasmetterci il regista.
Dovevamo sapere che nei grattacieli della borsa si pensa al denaro ed al sesso? Dovevamo stupirci di come il denaro e la droga possano cambiare una persona? Dovevamo vedere come si fa sesso sfrenato?
…oppure dovevamo semplicemente pagare al botteghino?
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ciocapock
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venerdì 14 febbraio 2014
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il peggior film della mia vita
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Ne ho visti di brutti film, ma questo li batte decisamente tutti, anche Machete. Indubbiamente è una questione di gusti. Non so quanto sia fedele rispetto al libro (che non intendo assolutamente leggere), ma resta inguardabile: noioso e volgare a livelli impressionanti.
Sono andata al cinema senza sapere che la regia fosse di Scorsese e quando l'ho scoperto (a fine film) sono rimasta scioccata. Non è un problema di cattiva regia o di incapacità degli attori, assolutamente no. Tutti all'altezza.
E' proprio una questione di soggetto scelto. Di 3 ore dei film ricordo solo abuso di sostanze stupefacenti e orge da far impallidire Tinto Brass. Oltre al fatto che 2 parole su 3 sono parolacce (anche Eric Cartman sarebbe rimasto scioccato).
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Ne ho visti di brutti film, ma questo li batte decisamente tutti, anche Machete. Indubbiamente è una questione di gusti. Non so quanto sia fedele rispetto al libro (che non intendo assolutamente leggere), ma resta inguardabile: noioso e volgare a livelli impressionanti.
Sono andata al cinema senza sapere che la regia fosse di Scorsese e quando l'ho scoperto (a fine film) sono rimasta scioccata. Non è un problema di cattiva regia o di incapacità degli attori, assolutamente no. Tutti all'altezza.
E' proprio una questione di soggetto scelto. Di 3 ore dei film ricordo solo abuso di sostanze stupefacenti e orge da far impallidire Tinto Brass. Oltre al fatto che 2 parole su 3 sono parolacce (anche Eric Cartman sarebbe rimasto scioccato).
Infinita volgarità gratuita: se lo scopo era mostrare le perversioni di un certo ambiente, sarebbe bastato mostrare molto meno. Mi chiedo il perché di questa esagerazione. L'ho trovata senza senso. Di fatto il film non ha altro contenuto: solo droga, orge e alcol per quasi 3 ore, risultando oltremodo noioso, da rimpiangere di non essersi portati qualcosa da leggere!
E aggiungo che tutto questo insistere su quei 3 vizi fa quasi scomparire il vizio che ne è alla base, cioè l'avidità. L'avidità era il tema su cui spingere, facendo capire le perversioni, ma mostrandone solo una piccola parte, visto e considerato che il regista è Scorsese.
Non ti resta nulla di questo film. Non una frase, non una morale, non un principio, non una lezione. Niente, il vuoto totale. Un film nonsense e pointless.
Impossibile provare empatia con uno qualsiasi dei personaggi, tutti drogati delle suddette tre cose. Anche i pochi personaggi femminili (le due mogli del protagonista, perché le altre donne sono tutte prostitute sempre nudissime che non fanno altro che il loro mestiere) sono abbastanza "negativi": la prima moglie è la brava ragazza di provincia, alla quale però sfuggono tutte le depravazioni del marito, quindi passa per stupida (anche una cieca si sarebbe accorta che il proprio marito non ci stava con la testa a forza di cocaina e pasticche di ogni tipo); la seconda è della stessa pasta del protagonista.
Puoi tifare solo per il cane (ma purtroppo ha una piccolissima parte :-)) e per l'FBI...
Siamo lontani anni luce dalo strepitoso Wall Street di Oliver Stone con Michael Douglas.
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[+] poche parole non ne servono molte
(di adri1952)
[ - ] poche parole non ne servono molte
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ilaria pasqua
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venerdì 21 febbraio 2014
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"di più non basta mai."
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Jordan Belfort ha un solo desiderio: fare soldi a palate, e quale mestiere migliore se non quello del broker? A Wall Street si sente a casa ma è costretto, per pura sfortuna (o fortuna visto come le cose poi andranno) a ripiegare su altro, ripartendo dal basso. La sua corsa al successo sarà molto rapida e presto avrà abbastanza soldi per aprire un posto tutto suo dove iniziare una nuova attività insieme a Donald, un collega incontrato per caso, che ha in comune con lui un’ambizione smisurata e grande voglia di fare.
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Jordan Belfort ha un solo desiderio: fare soldi a palate, e quale mestiere migliore se non quello del broker? A Wall Street si sente a casa ma è costretto, per pura sfortuna (o fortuna visto come le cose poi andranno) a ripiegare su altro, ripartendo dal basso. La sua corsa al successo sarà molto rapida e presto avrà abbastanza soldi per aprire un posto tutto suo dove iniziare una nuova attività insieme a Donald, un collega incontrato per caso, che ha in comune con lui un’ambizione smisurata e grande voglia di fare.
Quello sarà l’inizio di una rapida ascesa che trasformerà del tutto la sua vita: alcolizzato, cocainomane, Jordan trasformerà il luogo di lavoro in una continua festa, fino a una altrettanto rapida discesa.
Da Martin Scorsese non mi sarei mai aspettata un film del genere, non credevo si sarebbe riuscito a spingere così oltre, è un piacere vedere un regista come lui buttarsi in imprese di questo tipo, superare i confini ancora una volta, cambiando in continuazione registro, genere di film (pur con tutti i richiami ad alcuni suoi classici). Un vero piacere anche se devo dire che Martin Scorsese non sembra nemmeno.
The Wolf of Wall Street è una commedia nera senza redenzione. Una corsa tra gli eccessi del giovane Jordan che sembra perdere il controllo quando ormai ha raggiunto il picco.
E così si passa da una festa all’altra, da un successo all’altro, seguendo l’incredibile ascesa di quest’uomo attraverso la giungla del mondo della finanza, un regno bestiale di cui Jordan, compulsivo, brillante ed estremo, ossessivo, cinico, esuberante, folle, diventerà il solo e assoluto re, il lupo di Wall Street. Il suo piccolo mondo di orge continue e perversioni, unite al vizio del denaro che non sarebbe ottenibile in altra maniera, diviene un circolo vizioso da cui sembra impossibile uscire e da cui non ha nessuna intenzione uscire.
Guida una macchina spinta sempre a duecento all’ora che rischia continui incidenti, che riesce ad evitare quasi per miracolo, sempre al limite, sempre lì lì per distruggere quella macchina e finire per strada con la testa spappolata sull’asfalto. Impossibile fermarsi, perché i limiti non esistono più, non vengono più nemmeno notati. Troppo su di giri, troppo in alto per abbassarsi a guardare giù, le vertigini potrebbero farlo cadere.
Infatti Jordan tira strisce di cocaina per avere la lucidità giusta per cavalcare il mercato a mille, con il suo potenziale che schizza alle stelle, e si imbottisce di sedativi per scendere dalla giostra, riposare, per poi ricominciare. E funziona, funziona molto bene. Fino a quando si continua a correre e a saltare ostacoli, che però di volta in volta si ingigantiscono.
Tutto è in vendita, non solo le azioni, le droghe, ma anche i corpi, le anime, la morale, le amicizie persino. Non c’è niente che fermi Jordan, niente di cui gli importi più del denaro. Lui sa creare bisogni, sa dare illusioni. Ha saputo vendere anche se stesso, a se stesso e agli altri.
Il ritmo del film è a dir poco perfetto, Martin Scorsese segue con un flusso di immagini rapide e un montaggio incalzante e con un cambio continuo di registro, l’autodistruzione di quest’uomo sempre in bilico, senza dare giudizi morali mettendo semplicemente la storia di quest'uomo dall'ambizione infinita che vuole spremere il mondo fino all’ultimo spicciolo, senza nessuno scrupolo e soprattutto senza rimpianti. Così frenetico Martin non lo era da tanto tempo e per la prima volta preme sul pedale del grottesco, ma forse si sarebbe potuto spingere anche un passo più in là, se avesse voluto, per risultare ancora più incisivo e distruttivo.
Jordan è un uomo totalmente impossibile da redimere e che quando cade ha solo un’idea in mente, non riflettere su ciò che ha fatto, pentimento? Figuriamoci, ha solo voglia di rialzarsi, di ricominciare nel tentativo di raggiungere di nuovo quei picchi. Semplicemente un lupo moderno, un divoratore. Nessun trauma infantile, nessun problema di sorta lo ha spinto ad essere ciò che è, non c’è nessuna spiegazione, e nessun tentativo di farci empatizzare con lui, solo la vertiginosa e disturbante ascesa di Jordan Belfort, re ed allo stesso tempo verme ridotto a strisciare in una bella scena del film, vittima delle sue dipendenze, che nello spettatore genera solo amare, e anche divertite, risate.
Leonardo di Caprio è strepitoso in questo ruolo estremo e in un certo senso totalmente nuovo per lui, un vero e proprio re carico di un carisma infinito. Jonah Hill è una perfetta spalla, stessa cosa per il resto del cast, in più c’è anche un gustoso cameo di Matthew McConaughey ormai votato a un certo tipo cinema, per fortuna nostra. La musica c’è ma non troppo, una giusta dose che non sovrasta mai le scene ma le accompagna.
Forse sarebbe dovuto durare una mezz’ora in meno, perché il ritmo forsennato stordisce a un certo punto e la corsa verso l’inferno finisce per ripetersi forse due, tre volte di troppo. È la critica che più spesso gli è stata mossa: la ripetizione. Ma alla fine non è quello lo scopo? Disturbarti fino alla nausea, estremizzando sempre più le situazioni?
In conclusione The Wolf of Wall Street è un film frizzante, eccessivo, forse imperfetto ma coinvolgente, le quasi tre ore di film non si sentono nemmeno, o almeno io non le ho sentite. Una visione distruttiva ed esilarante che non fa rilassare mai e che trascina in quel vortice senza far riprendere fiato. La deriva morale del capitalismo attraverso un uomo, la perversione profonda dell’animo umano, la decadenza e l’autodistruzione, senza nessuna mediazione.
Un mostro sbilenco ma terribilmente affascinante.
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lorenzonero27
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martedì 4 marzo 2014
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quando...l'oscar a di caprio??
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Scrivo questa recensione poche ore dopo la cerimonia degli oscar. Signori, la 'guerra' intrapresa dell'academy nei confronti di Di Caprio è snervante. A questo punto, mi chiedo cosa debba fare il magnifico Leo per meritarsi la statuetta.
Il film è follia allo stato puro.Droga,sesso,soldi,truffe,alcool e chi piu ne ha, piu ne metta.Si narrano le avventure di Jordan Belfort,classico yuppie anni 90...imprenditore/truffatore col vizio della cocaina e delle donne. La definirei una delle black-comedy piu riuscita degli ultimi 20 anni. In effetti il film fa ridere,con situazioni grottesche al limite del censurabile.Si da in pasto allo spettatore un film in cui il senso morale va a farsi benedire e lascia spazio alla cruda realtà del mondo degli affari.
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Scrivo questa recensione poche ore dopo la cerimonia degli oscar. Signori, la 'guerra' intrapresa dell'academy nei confronti di Di Caprio è snervante. A questo punto, mi chiedo cosa debba fare il magnifico Leo per meritarsi la statuetta.
Il film è follia allo stato puro.Droga,sesso,soldi,truffe,alcool e chi piu ne ha, piu ne metta.Si narrano le avventure di Jordan Belfort,classico yuppie anni 90...imprenditore/truffatore col vizio della cocaina e delle donne. La definirei una delle black-comedy piu riuscita degli ultimi 20 anni. In effetti il film fa ridere,con situazioni grottesche al limite del censurabile.Si da in pasto allo spettatore un film in cui il senso morale va a farsi benedire e lascia spazio alla cruda realtà del mondo degli affari.
Il ritmo è come la solito 'Scorsesiano'...incalzante,veloce,reale. Sebbene la pellicola duri circa 3 ore, ma e poi mai a qualcuno verrebbe in mente di alzarsi dalla poltrona e perdersi 1 solo minuto di questo splendido film. La mia recensione è sicuramente faziosa,dato che Scorsese e Di Caprio sono rispettivamente il mio regista e attore preferito.
Ma vogliamo parlare dell'interpretazione di Di Caprio ??? Bè,diciamo che nella scena in cui cerca di motivare i suoi dipendenti urlandogli e incitandoli all'esasperazione...sono stato ad un passo da alzarmi e correre verso la sede della Stratton Oakmont per farmi assumere!!
Geniale ed eclettico a livelli clamorosi. Riesce ad immedesimarsi al meglio in ogni ruolo da lui recitato.
Un grande...il migliore dei nostri tempi.
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martedì 1 aprile 2014
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fotti e ti sara’ dato – the wolf of wall street
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<<Fotti (il tuo prossimo) e ti sarà dato>> è il messaggio non – subliminale di The Wolf of Wall Street. Se sei un uomo e hai il portafoglio pieno, meglio se non lo vedi il film, sennò comunque ti pentirai di non aver fatto il broker, perché avere il portafoglio pieno e una moglie passabile è nulla in confronto a quello che si può permettere un broker: soldi a palate, amanti a palate, droghe a palate, orge a palate, mogli… no mogli una sola, ma mozzafiato, yacht, elicotteri, aerei, etc… etc; se invece sei una donna e dopo la visione del film ti senti vagamente esaltata dal consumo elevato di fica, dall’abuso di fica, dall’uso smodato di fica (l’unica parte femminile che sembra avere rilevanza nella giungla di <<wolf street>>) allora in Italia sei fra quelle che avranno un futuro: in politica.
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<<Fotti (il tuo prossimo) e ti sarà dato>> è il messaggio non – subliminale di The Wolf of Wall Street. Se sei un uomo e hai il portafoglio pieno, meglio se non lo vedi il film, sennò comunque ti pentirai di non aver fatto il broker, perché avere il portafoglio pieno e una moglie passabile è nulla in confronto a quello che si può permettere un broker: soldi a palate, amanti a palate, droghe a palate, orge a palate, mogli… no mogli una sola, ma mozzafiato, yacht, elicotteri, aerei, etc… etc; se invece sei una donna e dopo la visione del film ti senti vagamente esaltata dal consumo elevato di fica, dall’abuso di fica, dall’uso smodato di fica (l’unica parte femminile che sembra avere rilevanza nella giungla di <<wolf street>>) allora in Italia sei fra quelle che avranno un futuro: in politica. Sì perché il The Wolf o Wall street, interpretato sì bene da Leonardo Di Caprio, certo Jardan B. Re della finanza, ce l’abbiamo anche noi, certo Silvio B. Re della televendita, u-gua-li! Purtroppo Jordan B. di Scorsese è un personaggio monocorde, ricorda di sfuggita figure mitiche della letteratura prima e del cinema poi, da Patrick Bateman di American Psycho ad Alex di Arancia Meccanica al Grande Gatsby ma senza quegli eccessi (quelli sì)di maniacale follia, ultraviolenza o romantico mistero che hanno reso questi ultimi immortali. Jordan B. sarà ricordato al massimo come uno sbruffone e un drogato memorabile, svuotato e svuotante, con l’appeal di un Jep Gambardella trapiantato a Wolf Street, per questo piace? (mah, sarà che io di cinema non ne capisco nulla). Però c'è un ottimo motivo per vedere il film, si chiama Matthew McConaughey e nella prima mezz’ora vi farà sballare al punto che le restanti due ore e mezzo, due ore e mezzo!, di DiCaprio in loop soldi-droga-fica/fica- droga-soldi , trascorreranno in uno stato di piacevole ebetitudine. Ah, dimenticavo, McConaughey (che purtroppo è trapassato dallo stato di gran fico a quello di grandissimo attore e non perdetevi Dallas Buyers Club) vi farà sballare con questa: The Money Chant…. Yeah!
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