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Sergio Castellitto

Sergio Castellitto è un attore italiano, regista, produttore, scrittore, sceneggiatore, è nato il 18 agosto 1953 a Roma (Italia). Al cinema il 19 dicembre 2024 con il film Conclave.
Nel 2013 ha ricevuto il nastro speciale al Nastri d'Argento. Dal 1990 al 2013 Sergio Castellitto ha vinto 7 premi: David di Donatello (1990, 1993, 2004), Nastri d'Argento (1996, 2002, 2013), Roma Film Festival (2009). Sergio Castellitto ha oggi 71 anni ed è del segno zodiacale Leone.

Le maschere dell'uomo delle stelle

A cura di Nicoletta Dose

Spesso si parla male del nostro cinema, come se la fine del neorealismo, della commedia all'italiana e del grande cinema d'autore coincidesse con l'inizio di una crisi creativa irreversibile. O come se Mastroianni, Gassman o Tognazzi, esilaranti nei ruoli comici ma bravi anche in quelli drammatici, non potessero avere eredi dello stesso talento. A sfatare questa falsa idea nostalgica, che minimizza senza pudore lo sforzo di grandi attori di oggi, si distingue la figura di Sergio Castellitto. Un attore eclettico che ha cominciato recitando, è cresciuto sperimentando anche la scrittura e la regia e ha finito per ottenere consensi unanimi da critica e pubblico. Una carriera coerente, aperta a settori diversi tra loro (compresa la fiction televisiva), ma capace di seguire una linea indipendente che rincorre storie e ruoli non banali, estranei a stereotipi o rigidità schematiche. Castellitto si inserisce in quel gruppo di miti che hanno segnato la storia del cinema italiano. Un'esagerazione? A guardare bene il suo percorso artistico si direbbe di no, tanto che è uno dei pochi attori apprezzati e richiesti anche all'estero e ha lavorato con molti dei registi più importanti in circolazione. Che sia lui il vero erede dei passati anni d'oro del cinema italiano?

L'accademia e i primi lavori tra cinema e teatro.
Nato e cresciuto a Roma, anche se la famiglia è originaria di Campobasso, dopo aver lavorato per una società di distribuzione di giornali, sceglie di seguire la sua vocazione e si iscrive all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico. Dopo il diploma, comincia subito ad accumulare piccole parti al cinema (il ruolo di un prigioniero nel Carcerato di Alfonso Brescia) ma è soprattutto il teatro a dargli le prime vere soddisfazioni. Sotto la guida di registi come Luigi Squarzina, Aldo Trionfo e Enzo Muzii, il giovane attore impara e perfeziona il mestiere, fino ad arrivare a un vero esordio anche nel mondo del grande schermo. Nel 1983, a fianco di Marcello Mastroianni, è nel drammatico Il generale dell'armata morta di Luciano Tovoli, seguito da Magic Moments dove, nel clima degli anni Sessanta di Roma, interpreta Roberto, un provinciale arrivista con il sogno nel cassetto di far parte della sfavillante settima arte.

L'esordio come sceneggiatore e l'affermazione come attore
Nel 1986 non si lascia sfuggire l'occasione di lavorare con Ettore Scola in La famiglia, ritratto puntuale della storia di diverse generazioni che fanno parte di uno stesso nucleo familiare. A seguire Dolce assenza, Giovanni Senzapensieri e La parete della stanza accanto, premesse interessanti per il suo esordio nel ruolo di sceneggiatore della pellicola, poi diretta da Felice Farina, Sembra morto...ma è solo svenuto, dove Castellitto è Romano Duranti, uno degli attori principali. Il film viene molto apprezzato in Francia e sarà proprio grazie a questo che l'attore comincerà a essere richiesto anche all'estero: nel 1988 è in Paura e amore con Fanny Ardant e Valeria Golino ma soprattutto è nel cast de Le Grand Bleu, film culto di Luc Besson (che in Italia è uscito solo nel 2002, a seguito di numerose polemiche messe in piedi dal campione di immersione in apnea Carlo Majorca). L'anno dopo torna in Italia per far parte di un piccolo film girato con pochi mezzi ma forse per questo meritevole di nota: è in Piccoli equivoci, esordio alla regia di Ricky Tognazzi che qui mette in scena una storia quotidiana dall'impianto scenico teatrale, basandosi soprattutto sulla bravura degli attori.
In Tre colonne in cronaca non è a suo agio e ostenta un'interpretazione troppo fuori dalle righe ma è solo uno scivolone perché ritorna in forma nel successivo Stasera a casa di Alice dov'è il nemico di Carlo Verdone (regista anche della pellicola) nel corteggiamento della fascinosa Ornella Muti.

Gli anni novanta e la collaborazione con i grandi registi italiani
Con gli anni Novanta, Castellitto stupisce con il ruolo di un architetto ipocondriaco che instaura un rapporto passionale con la sensuale (e poco altro!) Francesca Dellera nel grottesco La carne di Marco Ferreri. Segue la collaborazione con Mario Monicelli in Rossini! Rossini! (1991) e l'intesa con Francesca Archibugi che lo chiama sia per il ruolo dell'eccentrico medico che si prende cura di Pippi nell'emozionante Il grande cocomero (1993) sia per il successivo, meno interessante nei risultati, Con gli occhi chiusi (1994).
La vera consacrazione arriva nel 1996 con il pluripremiato L'uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore. Vincitore del Nastro d'Argento come miglior attore, Castellitto è, nel film, un improvvisato regista alla ricerca di talenti nella Sicilia degli anni Cinquanta, piena di sogni e di speranze. Il ruolo, diviso tra buone intenzioni e imbrogli da venditore di illusioni, è un ulteriore conferma della bravura poliedrica dell'attore. In versione comica è il fratello di Paolo Rossi in Silenzio...si nasce (1996), poi passa al ruolo drammatico di un uomo in declino nell'interessante esordio di Renato De Maria Hotel Paura (con il quale lavorerà anche nella serie dedicata all'ispettor Maigret, perfettamente incarnato dallo sguardo indagatore di Castellitto) e diventa anche Don Milani nell'omonima trasposizione televisiva (1997), scritta da Stefano Rulli e Sandro Petraglia e diretta sapientemente dai fratelli Frazzi.

L'esordio alla regia, i ruoli importanti e la televisione
Deciso a passare dietro la macchina da presa, scrive la sceneggiatura di Libero Burro (1999), trama interessante di un uomo del sud che si mette in gioco una volta tarsferitosi al Nord ma non riesce a combinare nulla di buono fino a quando non incontra una donna speciale (nel film è Margaret Mazzantini, compagna di Castellitto nella vita). Il risultato non è dei migliori e il film si rivela un fiasco al botteghino. Ritorna poi a recitare in Padre Pio, film tv diretto da Carlo Carlei nel 2000, un vero e proprio trionfo televisivo.
Il 2001 è un anno ricchissimo: è professore ne L'ultimo bacio, sarto ebreo in Concorrenza sleale, cuoco che mette in trambusto la vita di Martina Gedeck nel tedesco Ricette d'amore e un ambiguo regista teatrale in Chi lo sa?, diretto dal francese Jacques Rivette. L'anno dopo comincia la collaborazione con Marco Bellocchio che lo chiama per L'ora di religione (per il quale vince la preziosa statuetta d'argento dell'European Film Awards) e lo ritroverà cinque anni più tardi ne Il regista di matrimoni. Ruoli intensi, calibrati con intelligenza che si aggiungono a molti altri personaggi del nuovo millennio: è protagonista del biografico Enzo Ferrari (andato in onda in tv ma considerato una rappresentazione di alta qualità paragonabile a quella cinematografica), è un padre un po' scemo in Caterina va in città di Paolo Virzì ed è un manutentore specializzato che intraprende un viaggio formativo in Cina ne La stella che non c'è di Gianni Amelio. Tra tutti questi impegni trova anche il tempo di dirigere un film discutibile ma, ad ogni modo, ricco di emozioni come Non ti muovere (2004) con Penelope Cruz, tratto dal best seller scritto dalla moglie Margaret Mazzantini. Dopo la partecipazione all'episodio di Isabelle Coixet nel corale Paris, je t'aime (2006), omaggio romantico alle bellezze anticonvenzionali della capitale francese, lo vediamo nelle fiction Fuga per la libertà (sempre sotto la regia dell'affezionato Carlo Carlei che dice di lui "È un cavallo di razza..è il Baggio della recitazione!") e O' Professore, oltre che in Italians, commedia scritta e diretta da Giovanni Veronesi. Presta la voce nella versione francese del film Arthur e il popolo dei Minimei di Luc Besson ed è il re Miraz nel secondo capitolo de Le cronache di Narnia: Il principe Caspian (2008). Nel 2009 lo troviamo in Questione di punti di vista del maestro Jacques Rivette e in Tris di donne & abiti nuziali di Vincenzo Terracciano, mentre del 2010 è la commedia La bellezza del Somaro scritta dalla moglie Margaret Mazzantini e in cui lo troviamo nella doppia veste di regista e interprete. Come pure, due anni più tardi, nel drammatico Venuto al mondo, ancora una volta con Penelope Cruz protagonista. Lo stesso anno è il potente uomo d'affari protagonista del film di Paolo Genovese Una famiglia perfetta, ambientato durante la notte di Natale.
Torna a dirigere un romanzo della moglie Margaret Mazzantini nel 2015 con Nessuno si salva da solo, in cui dirige Jasmine Trinca e Riccardo Scamarcio.
Sarà poi diretto da Alex Infascelli in Piccoli crimini coniugali e lo stesso anno dirigerà Jasmine Trinca e Stefano Accorsi in Fortunata.
Protagonista de Il tuttofare di Valerio Attanasio, sarà poi diretto da Francesco Micciché in Ricchi di fantasia, dove forma un'irresistibile coppia comica con Sabrina Ferilli.
Nel 2020 interpreta Gabriele D'Annunzio nel film di Gianluca Iodice Il cattivo poeta ed è interprete e regista de Il materiale emotivo, tratto da un soggetto di Ettore Scola e sceneggiato insieme alla moglie Margaret Mazzantini.
Nel 2022 lo vorrà invece Pupi Avati per interpretare Dante.

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Focus

INCONTRI
lunedì 16 aprile 2018
Paola Casella

Sergio Castellitto è Toti Bellastella, principe del Foro con un formidabile pelo sullo stomaco, nella commedia Il tuttofare, con cui lo sceneggiatore Valerio Attanasio esordisce al lungometraggio di finzione. Toti è un personaggio irresistibile nella sua totale mancanza di scrupoli, ma Castellitto ha scelto di non rendercelo simpatico e non invitare gli spettatori all'emulazione. "Una strepitosa recitazione di Castellitto che giganteggia su tutto il film"

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