Anno | 2017 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 103 minuti |
Regia di | Sergio Castellitto |
Attori | Jasmine Trinca, Stefano Accorsi, Alessandro Borghi, Edoardo Pesce, Hanna Schygulla Nicole Centanni, Valeria Nardilli, Liliana Fiorelli, Jacelyn Parry, Alvia Reale, Daniel Lorenz Alviar Tenorio, Emanuela Aurizi, Gianluca Spaziani, Demetra Avincola, Rosa Diletta Rossi, Awa Ly, Alessandra Muccioli, Francesco Arienzo, Nicola Di Antonio, Sergio Castellitto, Federica Sabatini. |
Uscita | sabato 20 maggio 2017 |
Distribuzione | Universal Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,61 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 18 aprile 2023
Argomenti: Mamme al cinema
Fortunata è una giovane mamma che ha alle spalle un matrimonio fallito. Cercherà in tutti i modi di realizzare il sogno di aprire un salone tutto suo. Il film ha ottenuto 6 candidature e vinto 3 Nastri d'Argento, 4 candidature e vinto un premio ai David di Donatello, In Italia al Box Office Fortunata ha incassato 2,1 milioni di euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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Fortunata è una donna sulla trentina che sta crescendo da sola la figlia Barbara di otto anni in un quartiere degradato di Roma. È agosto, la città è semivuota, e Fortunata va di casa in casa a fare (in nero) messe in piega e shatush ad amiche e vicine, coltivando il sogno di aprire un suo negozio di parrucchiera e conquistare così un minimo di indipendenza economica. Franco, il marito allontanato da casa, da cui Fortunata non è ancora separata legalmente, la tormenta con visite inaspettate, insulti gratuiti e aggressioni sessuali. Chicano, il suo migliore amico, è un tossico con una madre straniera, Lotte, che sta scivolando nel buco nero dell'Alzheimer. L'incontro con uno psicoterapeuta infantile, Patrizio, cui è stato affidato dai servizi sociali il sostegno psicologico a Barbara, si presenterà a Fortunata come l'opportunità di cambiare la propria vita. Ma non tutti sanno sfruttare le buone occasioni, soprattutto se a guidare le loro azioni è una cronica mancanza di autostima e una sfiducia nella capacità (o il diritto) di essere, nella vita, fortunati.
Sergio Castellitto si conferma autore di un cinema accessibile per scelta e racconta la storia di Fortunata come un romanzo popolare, un murale pieno di colori tracimante una vitalità disperata. Lo stile questa volta deve molto al cinema di Ozpetek, esplicitamente citato nell'apparizione del Gazometro e nel personaggio di Chicano, così come nella corte multicolore (e irrealistica) delle amiche coatte della protagonista. Anche la dinamica fra Franco, interpretato in modo magistrale da Edoardo Pesce, e Fortunata deve molto a quella fra Antonio ed Emma in Un giorno perfetto.
Il problema del film è tutto nella scrittura (di Margaret Mazzantini, autrice di riferimento di Castellitto regista) che ripete molti cliché: il racconto della "povera gente" vista da un osservatorio (e attraverso un filtro) altoborghese; la propensione al melodramma sparato sopra le righe; la compulsione drammaturgica a dare ad ogni comportamento non allineato una ragione traumatica, meglio se annidata nell'infanzia, per creare un universo di orfani che "si lasciano alla spalle troppe versioni della verità"; la necessità di inserire un parallelo "alto" (in questo caso la tragedia greca Antigone) reiterato fino allo sfinimento; un personaggio come quello di Chicano che è "letterario" già nel nome; la tendenza ad alternare nei dialoghi il romanesco stretto e sgrammaticato con un italiano enunciativo e dantesco. Il personaggio più debole, narrativamente (ma anche umanamente), resta Patrizio, lo psicoterapeuta che butta la deontologia alle ortiche abbandonando chiunque si affidi al suo sostegno emotivo, a cominciare dalla bambina che gli è stata affidata. E il masochismo "femminile" di Fortunata, che la rende una sorta di Re Mida al negativo, è un'"invenzione letteraria" davvero difficile da digerire.
La forza del film è invece la regia di Castellitto: fisica, muscolare, "inzugliona", irrequieta, affamata di vita, trafelata come la protagonista che va di fretta anche se non sa dove andare (a parare), bulimica, aggressiva, gioiosa e indisciplinata come Fortunata, di cui nelle scene iniziali non sentiamo la voce né vediamo la faccia, tronco di donna in perenne movimento incanalata lungo un corridoio, affannata a raccogliere da ogni stanza i pezzi che servono a comporre quel puzzle domestico utile a dare alla propria figlia il senso di completezza che, a quel tronco di donna, manca visibilmente. Come già in Non ti muovere, finora la sua regia più riuscita, Castellitto mostra una profonda empatia con il femminile, ovvero con le reali difficoltà di essere donna e madre nel nostro Paese, e con l'esigenza di emancipazione che è, prima di tutto, anelito di libertà ed esigenza di rispetto. Il vero protagonista maschile in questa storia è invece il denaro che manca davvero, ma che diventa anche una scusa per giustificare i propri fallimenti e la propria "voglia di sparare a qualcuno". Perché l'illusione che "ci devi mettere i soldi se no non funziona" e il rap secondo cui è "la gente con i soldi che fa girare il mondo" è (anche) un modo per ritardare all'infinito la presa di responsabilità di ognuno di questi personaggi in cerca di una direzione e di una via d'uscita.
Fortunata e sua figlia sono i ruoli più riusciti, anche grazie a due interpretazioni eccezionali: quella di Nicole Centanni nei panni di Barbara, e quella di Jasmine Trinca, in lotta con la vita, contradditoria, coraggiosa e spaventata, una donna che mangia, tocca, si sporca, fa sesso, cade, si rialza, corre, crolla addormentata, suda e ride. Fortunata è bellissima nel suo inarginabile istinto vitale e sensuale, proprio quello che Franco vorrebbe sopprimere e che Patrizio non riesce a contenere. In questo senso è l'eterno femminino, simbolo atavico di potere da soffocare per la sua valenza incendiaria. Fortunata è una parabola sulla libertà declinata al femminile, e racconta la spoliazione progressiva di tutto ciò che lega una donna ai suoi "doveri" fino a non avere più niente da perdere, unica posizione di forza concessa a un prigioniero. Il suo specchio è Lotte, la madre di Chicano, ex attrice di successo (dunque simbolo di una femminilità strutturata per piacere) autorizzata solo dalla vecchiaia e dalla malattia a spalancare quelle porte che, in gioventù e in salute, doveva tenere chiuse. E Hanna Schygulla, nel suo breve cammeo, è un passaggio di Grazia, l'attraversamento leggero di un confine a lungo subìto e ora, finalmente, permeabile.
"Fortunata è un nome ma anche un destino, e non è detto che quel destino sia fortunato. È un aggettivo singolare femminile, ma anche uno sguardo nei confronti della vita". Sergio Castellitto parla del film con cui concorre alla 70esima edizione del Festival di Cannes - unico italiano - nella sezione Un Certain Regard: Fortunata, appunto, basato sulla sceneggiatura di Margaret Mazzantini, sua moglie e autrice di tutti i suoi film da regista, da Libero Burro a Nessuno si salva da solo, passando per Non ti muovere, La bellezza del somaro e Venuto al mondo. "Certo, lo sguardo può cambiare anche nel corso dell'esperienza: all'inizio pensi di fare un certo film e poi ti si trasforma fra le mani. Vado sul set con una sceneggiatura ma da quando iniziano le riprese il copione viene continuamente riscritto", osserva Castellitto.
A interpretare il ruolo di Fortunata, madre single di una bambina di otto anni che cerca di inventarsi una vita, e non solamente sopravvivere, alla periferia di Roma, è Jasmine Trinca. Per trovare la propria indipendenza economica Fortunata apre un negozio di parrucchiera, ma non tutto filerà come lei sogna (una trama che, almeno sulla carta, ricorda quella della recente commedia La parrucchiera di Stefano Incerti).
Accanto a lei Stefano Accorsi nei panni di uno psicologo infantile, Edoardo Pesce in quelli dell'ex marito stalker, Alessandro Borghi - in un inedito look alla Jared Leto nel ruolo dell'amico tossicodipendente di Fortunata e Hanna Schygulla in un difficile cammeo, poiché interpreta il ruolo di una malata di Alzheimer.
"Fortunata è una Madame Bovary delle borgate romane", ha detto Castellitto. "E Jasmine Trinca, con cui ho già lavorato in Nessuno si salva da solo, è una persona speciale con cui c'è una bella intesa umana e artistica. Io amo gli attori con cui lavoro, me li scelgo non solo per il loro talento ma anche per la loro sostanza. A parità di talento, poi, scelgo uno che mi sta simpatico. E Jasmine mi è simpatica davvero".
Margaret MazzantinI ha deciso, come tanti altri, di scrivere delle periferie romane. E, immaginiamo, si è seduta nel suo studio, immaginiamo ancora, confortevole. Con la fantasia è volata a Torpignattara (Torpigna per gli amici), zona per vecchia antonomasia malfamata. Peccato che oggi Torpigna sia un quartiere senz’altro popolare e colorito nella sua multietnia, ma ormai inserito [...] Vai alla recensione »
Non ho mai scaricato un film dalla rete, non mi piace neanche noleggiare i film, andare a vedere un film al cinema è ancora per me una delle più grandi emozioni ingigantite anche dal grande schermo e dalla stereofonia musicale. Di Fortunata avevo visto il trailer, poi appena uscito nelle sale sono andato a vederlo. La delusione è stata totale, le ottime colonne sonore nel tentativo [...] Vai alla recensione »
Troppa concitazione e banalità... poca emotività e coinvolgimento Fortunata vive al di fuori della realtà, perseguitata dalla fretta di raggiungere il suo sogno di proletaria che si riscatta. Ma il migliorare la propria vita per crescere meglio la figlia problematica lasciatole da un mariro violento e persecutorio, la porta ad un cammino arrabbiato contro [...] Vai alla recensione »
Tutti gli attori hanno dato prova di una interpretazione magistrale. Ci sono alcuni passi dove i personaggi si manifestano con grande forza, ma sono solo momenti, manca una storia convincente.
E' una storia di passi l'ultimo lavoro di Sergio Castellitto, lungo il percorso difficile ed insensato della vita. Conosciamo subito la protagonista con una lunga inquadratura fissa solo sulle sue gambe il cui incedere veloce e sgraziato resta il tratto dominante di tutto il film e camminiamo con lei per le strade di una Roma desolata ed ostile, dove l'attrito razziale e il disagio [...] Vai alla recensione »
Chi scrive ha un ricordo non proprio positivo di Sergio Castellitto. Invitato ad una manifestazione di cinema a Lampedusa, “Il vento del nord” un paio di stagioni fa, si calò molto naturalmente, verrebbe da dire, nel ruolo di Grande Attore e Autore. Quello che ha la soluzione dei problemi del mondo e la spocchia dell’intellighenzia radical chic di troppa sinistra.
Fortunata è una donna di borgata, una di quelle che la vita se la deve combattere tutti i giorni, chiusa tra grandi speranze e continue delusioni. La figlia Barbara è una bambina difficile, il marito con cui è separata è un violento, il miglior amico un depresso. Ma Fortunata trottorella per una Roma afosa per pettinare le donne, il suo sogno è [...] Vai alla recensione »
La realtà popolare romana raccontata con gli sguardi di una madre (s)Fortunata e di una figlia ribelle alla vita in cui si ritrova. Cosa mi è piaciuto Un ottimo successo di Sergio Castellitto che si rivela ancora una volta un bravo regista (oltre ad esserlo anche come attore). Ottima scelta per il cast: Accorsi sempre deciso e buon interprete di parti non affatto [...] Vai alla recensione »
Il piano sequenza iniziale, con l’incrociarsi concitato nel corridoio di casa di Fortuna (Jasmine Trinca), una parrucchiera, e la sua bambina, Barbara (Nicole Centanni), anticipa l’affanno di una giornata di lavoro senza tregua: le due valige a rotelle danno un’idea precisa della fretta di Fortunata che deve recapitare come un pacco la bimba recalcitrante alla nonna per fare un [...] Vai alla recensione »
Fortunata di Sergio Castellitto, ovvero le vite difficili nelle borgate romane: donne e uomini che non sanno come sbarcare il lunario, soli nella mescolanza delle periferie del mondo, tra cinesi e musulmani, integrati dalla povertà. La protagonista corre tutto il giorno a fare shampoo e piega nelle case, ha una bimba piccola, un ex marito cialtrone e violento, anche, predatore sessuale.
Fortunata... A dispetto di quanto potrebbe far pensare il titolo, che rappresenta anche il nome della protagonista, è un film molto drammatico, che lascia poco spazio al positivo. La rabbia è l'emozione dominante, evidente sui volti dei protagonisti. Una rabbia che cela il dolore e la tristezza dell'abbandono, soprattutto di quello affettivo: è questo il denominatore [...] Vai alla recensione »
"Fortunata" è il nome di una giovane donna separata (Jasmine Trinca) e con una bambina di otto anni, la quale ogni giorno cerca di arrabattarsi pettinando le proprie clienti a domicilio al fine di riuscire a realizzare il proprio sogno di aprire un salone di belleza di sua proprietà. La sua quotidianità, oltre alle mansioni lavorative, è scandita dai continui [...] Vai alla recensione »
Un dramma che vede come sfondo una periferia romana, abbandonata e priva di ogni manutenzione che vedono nelle vestigie della romanità(acquedotti) un imbarazzanre ingombro agli intenti di sfrenata lottizzazione e nelle saracinesche abbassate tra rifiuti ed erabacce un'economia in crisi da decenni.Tra queste rovine più o meno recenti s'incammina con valigetta trolley un' [...] Vai alla recensione »
la coppia castellitto - mazzantini ha colpito ancora ! oggi 28-à 6-17 ho visto il film che,uscito a maggio ancora è presente nelle sale romane e perciò pensavo fosse meritevole confronto a bei film spariti nel giro di pochi giorni. Che delusione !!!! sempre le solite storie di burini romani sempre un po' esagerate e grottesche ,cosparse di volgarità.
Stereotipi e noia per un film che decolla-ma vola basso-solo a metà del secondo tempo. Neanche il cast riesce a sollevare la situazione salvata in calcio d'angolo da Castellitto nonostante spesso si ha la sensazione di rivedere scene dei film precedenti. Buona la fotografia. Cosa mi è piaciuto di piu? Vasco Rossi che accompagna i titoli di coda
Ho atteso questo film, l'ho visto con mille aspettative e sono rimasto estremamente deluso. Il trailer è montato bene, è ingannevole. E' il calssico film che non decolla mai, che non dice molto. Sembra la brutta copia in alcuni casi di "Non ti muovere" sembra scritto dalla MAzantini e diretto da CAstellito. Il caldo torrido che attanaglia gli animi e le vicissitudini [...] Vai alla recensione »
Il film sembra uno studio oceanografico di Costeau, come il naturalista osservava la vita degli animali marini, così la Mazzattini osserva le periferie.... L'autrice probabilme è affascinata dalla vita disagiata della borgata ma non comprendendo le dinaminiche la stereotipa e la rende grottesca. Gli attori sono bravi ma più impegnati a urlare in preda a crisi di nervi [...] Vai alla recensione »
Storia terribilmente banale con un eccezionale cast. Che spreco!
Un’offesa al Neorealismo. Film elaborato in salotto. Brava è sprecata la Trinca. Buoni gli altri attori con l’eccezione d’un accorsi che ha sempre la stessa espressione: sempre quel mezzo sorriso buono per ogni situazione. Non ho mai capito perché quest’attore piaccia, ma faccio parte di una minoranza( pensate che non mi piace neanche Luca Zingaretti!).
la rimozione di un atto violento compiutro in adolescenza rode il personaggio , rendendolo multipolare e contrastato;Vorrebbe liberarsi dal suo senso di colpa , ma non ci riesce e subisce passivamente le conseguenze di un destino amaro. Il nome antifrastico sta indicare appunto che è una vinta dalla storia . Eppure cerca di resistere alla fiumana .
Grande bravura di Jasmine Trinca che merita un plauso per dare spessore ad un personaggio così complesso...
Un guazzabuglio di luoghi comuni e personaggi caricaturali e fin troppo stereotipati. La vicenda si svolge nell'arco di pochissimo tempo in cui si cerca di condensare l'impossibile. Succede di tutto e troppo di fretta. Jasmine Trinca fa il possibile ma è grottesca per non parlare di Borghi che ha uno sguardo ed un'espressione sola e sempre la stessa in tutti i ruoli che recita.
Commento colto e fin troppo analitico .Il film ha un impatto coinvolgente con un finale che lo assolve dai suoi punti deboli.Indugia su scene oniriche ,trapela sempre una violenza sottesa anche lì dove non si esprime.L'universo maschile è rappresentato in negativo .la figura di Patrizio e' la peggiore .Leguleio ,incapace ,fallito e impaurito ,Vince ed emerge la donna sempre in lotta ma che trova nella [...] Vai alla recensione »
Il racconto del film è incentrato sulla protagonista Fortunata, nome in antitesi con il suo vissuto, il determinismo di un destino avverso sembra regnare fra i personaggi del film stesso. Nel film si avvicendano sentimenti di forte passionalità, dove la sessualità è consumismo vuoto, fine a se stesso, dove la relazione è possesso, dove la malattia è fuga dalla realtà, neanche la professionalità e [...] Vai alla recensione »
Buona la prima parte poi si perde a fatica trova un finale troppadrammaticità
Film noioso a tratti inutilmente volgare, senza un senso e con scene che "esplodono" in maniera priva di sequenza logica. la storia di una parrucchiera povera e con un marito violento. lamico gay, lo psichiatra fuori di testa, la bambina sballotata , il padre morto di overdose, la suicida malata di alzheimer. Cè tutto ilm peggio di.
Fortunata (Jasmine Trinca) è una madre coraggiosa: un matrimonio finito con un ex marito egoista e violento, una figlia da crescere e il sogno di avere un salone di bellezza tutto suo. Il miglior amico di Fortunata è Chicano, un ragazzo dalla personalità complessa che deve prendersi cura della madre affetta da Alzheimer. Tutto sembra prendere una piega positiva quando lo psicologo che ha in cura la piccola Barbara mostra dell'interesse per lei e nel frattempo Fortunata riesce ad aprire il proprio negozio di parrucchiera. Ma la vita si dimostra ancora una volta beffarda.
Jasmine Trinca, premio per la miglior interpretazione femminile nella sezione Un Certain Regard di Cannes 2017, porta sullo schermo la forza e il coraggio di una donna che non abbassa la testa dopo i duri colpi della vita.
Disponibile in Digital HD dall'11 ottobre 2017, in DVD e Blu-ray(TM) dal 25 ottobre 2017 con Universal Pictures Home Entertainment Italia, il film diretto da Sergio Castellitto (guarda la video recensione) e adattamento del romanzo di Margaret Mazzantini, inscena una tragedia metropolitana, un racconto popolare contemporaneo pieno di desiderio e vitalità.
Gli ultimi anni del cinema italiano hanno dimostrato una rinnovata e particolare attenzione per la fiaba contemporanea, diversi film raccontano storie popolari: tragiche, ironiche e con qualche insegnamento. Vi proponiamo oggi un breve lista di drammi che, nonostante ciò, ci hanno fatto sognare:
Bene hanno fatto i giurati di Un Certain regard, la rassegna parallela del festival di Cannes, a premiare Jasmine Trinca per la sua superba interpretazione di Fortunata, il nuovo film di Sergio Castellitto che trae spunto ancora una volta da una sceneggiatura di sua moglie Margaret Mazzantini, questa volta sedotta dalla storia di periferie romane. Tutto ruota attorno a questa giovane donna che dovrebbe [...] Vai alla recensione »
A Tor Pignattara, periferia romana assai (meltin') pop, la parrucchiera Fortunata (Trinca, irriconoscibile) corre sui tacchi di Mamma Roma dalla mattina alla sera per crescere (da single) la figlia e rastrellare qualche euro per un sogno di autonomia: un proprio saloon. Nella sua cerchia l'amicizia col gay bipolare e strafatto Chicano (Borghi, tormentato), anima dolce che bada alla madre (Schigulla, [...] Vai alla recensione »
Jasmine Trinca, scollatura e minigonna, pare la cugina povera (in ogni senso) della Julia Roherts di Erin Brockovich. Il confronto, impietoso, si ferma lì: colpa di un dramma di borgata zeppo di urla, piagnistei e scene ad effetto. Oppressa dall'ex marito, trova rifugio dal ridicolo psicologo (Stefano Accorsi) che ha in cura la sua insopportabile bambina.
In qualche modo Fortunata - la protagonista del film di Sergio Castellitto in competizione a «Un Certain Regard» e, da ieri nei cinema italiani - assomiglia alla vibratile Italia incarnata da Penelope Cruz di «Non ti muovere»; e del resto entrambe escono dalla penna di Margaret Mazzantini, scrittrice attratta da queste figure di donne ai margini, vulnerate dalla violenza e dal dolore, eppure sempre [...] Vai alla recensione »