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Strane dinamiche famigliari si sviluppano durante le proteste del maggio 1968 a Parigi. Espandi ▽
Parigi, 1968. Durante il maggio francese, il piccolo Cristophe, un bambino di nove anni, è lasciato in custodia dai genitori (impegnati pure loro nelle proteste) nel caratteristico appartamento di famiglia in Rue de Grenelle assieme ai nonni, agli zii bohémien, e all'arzilla bisnonna di origini ucraine. Da quel nido caotico e protettivo, Cristophe osserva la Storia in movimento, filtrata dalle parole e dai silenzi dei propri cari, dal racconto e dal ricordo. Nel frattempo, vive quei giorni immerso nel confronto generazionale e con lo stupore di chi, senza rendersene conto, attraversa un'epoca di trasformazioni.
Il film trova la sua verità all'incrocio tra immaginazione e memoria, facendo del piccolo protagonista un osservatore dei mutamenti culturali e del confronto generazionale. Il regista svizzero Lionel Baier adatta il memoir autobiografico di Christophe Boltanski "Il nascondiglio" ("La Cache") traducendo le dense pagine del romanzo in un caleidoscopio visivo fatto di collage, squarci di fantasia, carrellate urbane che si alternano al quotidiano surreale di casa, un interno pensato come estensione del mondo, nelle dimensioni dello spazio e del tempo. Recensione ❯
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Un ex professore in pensione vive solo e in pace, finché la figlia tradita torna con i figli: la sua quiete svanisce e la vita cambia del tutto. Espandi ▽
Un ex professore di liceo trascorre gli anni della pensione nella sua grande casa vuota. Dopo le dipartite della moglie, che non c’è più, e della figlia Sofia, che vive in Germania, ha scelto di vivere serenamente da solo. Ma improvvisamente Sofia piomba a Roma dalla Germania con i due figli Olga e Tommaso perché il marito tedesco Helmut l’ha tradita. Helmut pentito, decide di raggiungere a piedi Roma dalla Germania, intraprendendo un percorso di espiazione nella speranza di ottenere il perdono della moglie.
Come ti muovi sbagli è una parabola sulla fragilità, a cominciare da quella del protagonista,
per continuare con quella di Sofia che crede di poter rimpiazzare il marito, e finire con quella di Helmut, il cui atto di debolezza non a caso è l’incipit del film. Sul tiro alla fune fra vita e morte si assesta il senso più profondo di questa ulteriore parabola di Di Gregorio, un autore che rallenta e li dilata i ritmi e i paradigmi del cinema contemporaneo per ricordarci che nel nostro tempo ci sono ancora spazi di umanità resistente, e narrazioni refrattarie ad ogni manuale di sceneggiatura. Recensione ❯
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Elisa è una detenuta che da dieci anni sta scontando la pena per aver ucciso la sorella. Ora accetta di confrontarsi con un criminologo. Espandi ▽
Elisa sta scontando da dieci anni una condanna per avere ucciso la sorella dando poi fuoco al cadavere. Le analisi psicologiche a cui è stata sottoposta hanno certificato in lei un’amnesia totale del delitto compiuto. Ora accetta di incontrare il professor Alaoui il quale ritiene che si debba scavare nelle motivazioni di chi commette un reato per aiutarlo a compiere un processo di recupero. Leonardo Di Costanzo prosegue il suo percorso di indagine sull’interiorità di esseri umani che si trovano in situazioni esistenzialmente problematiche. Lo spettatore viene qui messo di fronte ad una scelta da compiere individualmente: superare o no il concetto di punizione in favore di un possibile recupero che passi attraverso la presa di coscienza di quanto successo. Recensione ❯
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Il nono capitolo dell'universo cinematografico di The Conjuring, la saga da oltre 2 miliardi di dollari di incasso al box office mondiale. Espandi ▽
Nel 1986, in una cittadina della Pennsylvania, per la sua cresima, la giovane Heather Smurl riceve in regalo dai nonni un vecchio e grande specchio comperato in un mercatino. Subito le cose cominciano a farsi strane. Heather e la sorella Dawn pensano che la colpa sia dall'inquietante specchio e così lo buttano di nascosto nella spazzatura. Le cose però non migliorano, tra visioni orribili e fatti inquietanti che coinvolgono tutta la famiglia Smurl. I coniugi Ed e Lorraine Warren, indagatori del paranormale, si sono di fatto ritirati dalla ricerca sul campo, dopo l'infarto che ha colpito Ed nel film precedente, limitandosi a incontri e conferenze, supportati dalla figlia Judy, che è una sensitiva come sua mamma e si è felicemente fidanzata con l'ex poliziotto Tony. Padre Gordon, che ha collaborato più volte con i Warren, va a visitare gli Smurl in seguito al fragore mediatico suscitato dal loro caso e capisce che c'è davvero qualcosa di mostruoso in atto. Però muore in circostanze tragiche e misteriose prima di poter approfondire. Judy, sconvolta come i genitori dalla morte di padre Gordon, capisce che la stessa è collegata a quanto sta accadendo in Pennsylvania e capisce anche che quella famiglia in pericolo va aiutata. Recensione ❯
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Le riprese del film su Carmelo Bene si interrompono. Maresco sparisce, accusando la produzione. Un'indagine svela il suo genio ribelle e visionario. Espandi ▽
Che fine ha fatto Franco Maresco? A chiederselo è il suo amico Umberto Cantone, che dopo aver aiutato il regista palermitano a scrivere un film su Carmelo Bene e aver saputo che le riprese del film sono state interrotte, incontra alcuni suoi collaboratori e il suo autista per ripercorrerne le tracce. Viene così a sapere dei mesi di lavoro sul set, di riprese infinite, di soldi spesi per girare scene improvvisate su un “santo volante” del Seicento, così come delle accuse di Maresco – di cui in parallelo viene ripercorsa la carriera – al produttore Andrea Occhipinti. Alla fine è il regista scomparso a farsi vivo con una lettera all’amico, nella quale fornisce la sua versione della storia. Sul modello non dichiarato di Quarto potere, il nuovo lavoro di Franco Maresco è una ricerca del regista stesso e insieme una sorta di autobiografia in terza persona. Recensione ❯
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I Roses, famiglia modello, crollano: il fallimento di Theo e il successo di Ivy ribaltano i ruoli, trasformando il matrimonio in una guerra spietata. Espandi ▽
Sulla carta i Roses sono una famiglia modello. Theo è un architetto famoso, Ivy la fantasiosa chef di un ristorante, hanno due figli e la loro vita sembra scorrere per il meglio. Finché l’ultima monumentale creazione di Theo crolla davanti agli occhi di tutti, mentre il ristorante di Ivy diventa di colpo virale e, di lì a breve, super affollato. Equilibri, ritmi di vita e ruoli di potere si ribaltano, e la coppia entrerà sempre più in crisi. È la perfetta decostruzione della commedia romantica: una rielaborazione in chiave rigorosamente british dell’eterno binomio amore e odio, diversa dal precedente da ogni punto di vista (finale compreso) e dotata di un inconfondibile umorismo scorretto e tagliente. È bravissimo McNamara a descrivere le altalene emotive e dialettiche che seguono i ribaltamenti dei ruoli e il talento indiscusso, e noto a livello planetario, dei due protagonisti fa il resto: Benedict Cumberbatch e Olivia Colman nell’inedita “coppia che scoppia” funzionano alla grande, dimostrandosi abili a cambiare registro di continuo, passando dall’ironico al grottesco, dalla commedia al dramma. Recensione ❯
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Un omaggio, solo parzialmente riuscito, a New York e a Fuori orario, sotto forma di pulp movie nostalgico a rotta di collo. Thriller, USA2025. Durata 109 Minuti.
Un ex giocatore di baseball sull'orlo del tracollo psicologico. Espandi ▽
New York, 1998. Mancata promessa del baseball e alcolista, Hank ha imparato ad accontentarsi di poco e fuggire dalle responsabilità, nonostante la fidanzata Yvonne lo sproni a cambiare. Quando l'amico punk londinese Russ gli affida il gatto Bud, l'ultima cosa che si aspetta è di trovarsi coinvolto in un giro losco di narcotraffico: a fargli visita sono gangster russi che lo riempiono di botte per ottenere delle informazioni. È l'inizio di una reazione a catena che spingerà Hank al limite, inseguito da malavitosi psicopatici per tutta New York.
Quello di Aronofsky è un omaggio a New York, di cui visitiamo ogni luogo entrato nell'immaginario collettivo, in un tour che ha inizio con un'inquadratura delle Torri Gemelle e procede attraverso Flushing Meadows, Shea Stadium e Coney Island.
E per traslato diviene un tributo a un'epoca più semplice e lineare del cinema, in cui erano consentiti una leggerezza e un gusto per l'affabulazione oggi smarriti. Recensione ❯
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Tre atlete si preparano per i Giochi Olimpici di Ludoj 2024 in tiro a segno, scherma e judo, tra pressioni sociali e riflessioni sul legame tra sport e guerra. Espandi ▽
Giochi Olimpici di Ludoj del 2024. Tre atlete si stanno allenando per partecipare alle gare nelle rispettive discipline. Si tratta di Alex Sokolov nel tiro a segno, Giovanna Falconetti nella scherma e Alice Bellandi nel judo. Devono sottoporsi a durissimi allenamenti fisici tra allenamenti in acqua, sollevamento pesi, corse sul tapis-roulant. Ma al tempo stesso, anche gestire lo stress e l'ansia della gara per reggere l'alto livello della competizione e la tensione della performance sportiva. Attraverso le loro figure, vengono messe a fuoco le contraddizioni di queste tre discipline sportive, nate in tempo di pace come allenamento per gli esercizi bellici e poi diventati sport professionistici. "Questo film è un lavoro di fantasia ispirato a eventi accaduti nel 1982". Inizia così sui titoli di coda la didascalia di Agon, debutto nella regia cinematografica di Giulio Bertelli che fonde tecniche di design nei dettagli delle parti del corpo umano, nell'attenzione alle geometrie e ai movimenti nello spazio e soprattutto nella rappresentazione della gara lontana dalle tensioni proprie del cinema sportivo ma invece più attenta a mostrare le tecniche e la pressione soggettiva a cui le atlete sono sottoposte. Nella ricostruzione di finzione emergono dei frammenti di verità. Agon è un cinema di corpi, anatomico, che prende più direzioni. Recensione ❯
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Un'opera sui turbamenti di una generazione stanca dell'indifferenza degli adulti. Tra istruzione, lavoro, corpi e la loro sensualità. Drammatico, Francia2025. Durata 103 Minuti.
Enzo lascia la scuola per fare il muratore e inizia una relazione con un operaio ucraino, sfidando la famiglia borghese e cercando sé stesso tra conflitti e desideri. Espandi ▽
Enzo ha 16 anni e ha abbandonato gli studi per imparare a fare il muratore. I genitori altoborghesi non si capacitano della scelta del figlio. Sul luogo di lavoro Enzo incontra Vlad da cui è attratto sessualmente e sentimentalmente: per Enzo è necessaria, per Vlad pericolosa. Enzo è stato scritto da Laurent Cantet, purtroppo mancato l’anno precedente alle riprese del film, e da Robin Campillo, che ha accettato da Cantet già malato l’incarico di occuparsi della regia. In effetti il film rispecchia entrambe le anime dei suoi creatori: mette il lavoro e l’istruzione al centro come ha fatto Cantet, coadiuvato da Campillo, che da par suo racconta attraverso i corpi e la loro sensualità dal valore politico. Enzo è un adolescente, ma i suoi turbamenti non sono quelli del classico coming of age: sono quelli di una generazione orripilata dall’indifferenza degli adulti rispetto ad un mondo dove la guerra e le disparità economiche decidono del destino degli esseri umani e oscurano qualunque prospettiva futura. Recensione ❯
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Un'epopea horror interconnessa e multipiano sulla scomparsa di studenti delle scuole superiori in una piccola città. Espandi ▽
Nella fittizia cittadina americana di Maybrook, in Pennsylvania, 17 bambini, sui diciotto di una classe delle elementari, sono misteriosamente scappati di casa, nel cuore della notte, alle due e diciassette minuti. Le indagini non arrivano a niente e un mese dopo, in seguito a un'assemblea con i genitori, che prelude alla riapertura della scuola, la vita di alcune persone legate alla scomparsa viene stravolta da un crescendo di eventi sempre più inquietanti. Si tratta della maestra Justine, di Archer, il padre di uno dei ragazzi scomparsi, e di un poliziotto di nome Paul che ha una relazione extraconiugale con Justine.
Il nuovo film del promettente regista di Barbarian è una fiaba nera, che porta con originalità il folk horror nella provincia americana contemporanea.
Le cautele sulla privacy dei genitori, sul mantenere comportamenti sempre appropriati - tanto da stigmatizzare una insegnante che si permette di abbracciare un bambino o di portarne a casa un altro rimasto appiedato - o sulla riservatezza delle indagini, sembrano il primo bersaglio satirico di Weapons. Recensione ❯
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La vita e la carriera del grande musicista Maurice Ravel. Espandi ▽
Il francese Maurice Ravel è un ragazzo con un orecchio speciale. La vita sulle prime non sembra sorridergli tuttavia fa incontri che segneranno la sua vita e la sua carriera, come quello con Ida Rubinstein, Marguerite Long, Misia Sert e anche con l'America, dove conosce il jazz. Da una parte c'è il lavoro forsennato per la composizione definitiva del Boléro, dall'altra l’incombere della malattia neurologica. È un film maniacale e ossessivo, Boléro di Anne Fontaine. Liberamente tratto dalla monografia su Maurice Ravel di Marcel Marnat, mira a narrare la genealogia della celebre composizione del musicista da cui assume il titolo. Il racconto biografico si sviluppa in modo ordinario e piuttosto convenzionale. La sua ossessione per la composizione prende sempre più il sopravvento sulla vita, diventando totalizzante, come spesso capita di vedere nei biopic, filone a cui questo film finisce per non aggiungere un vero tassello di novità. Resta tuttavia affascinante la fotografia curata da Yves Angelo, così come rimangono impresse le musiche originali di Bruno Coulais. Recensione ❯
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Un grande film che sa raccogliere la complessità, l'importanza, la violenza e talvolta anche la bellezza di combattere una causa. Drammatico, Francia2024. Durata 110 Minuti.
La storia della lotta indipendentista corsa raccontata attraverso l'esperienza di una giovane fotoreporter. Espandi ▽
Corsica, inizio anni Duemila. Alla morte in un incidente stradale della fotografa Antonia, il suo amico Simon ne racconta la vita: la giovinezza nei primi anni ’80 e la militanza con gli amici nella causa indipendentista; l’amore per Pascal, futuro leader del Fronte di Liberazione Nazionale Corso (FLNC), e la scelta della fotografia al posto della politica e della lotta armata; il primo arresto di Pascal e la decisione di lasciarlo, nonostante lo ami; la documentazione con le sue fotografie della violenza sempre più mafiosa del FLNC e il racconto della guerra in Jugoslavia nei primi anni ’90; la fine degli ideali di un’intera generazione e la relazione con Simon, che portano però Antonia a isolarsi sempre di più…À son image è la storia della lotta indipendentista corsa dei decenni passati vista attraverso alcuni suoi protagonisti diretti e indiretti. La cornice tragica e la voce malinconica del suo narratore ne colgono la dimensione melodrammatica, mentre le immagini (in movimento e fisse) ne restituiscono la complessità, l’importanza, la violenza, talvolta anche la bellezza. È un film doloroso, importante, politico, personale. Un grande film. Recensione ❯
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La storia del gruppo rap nord-irlandese Kneecap, raccontata in chiave comedy action dai suoi stessi protagonisti. Espandi ▽
Liam e Naoise sono due amici ventenni di Belfast, nullafacenti e piccoli spacciatori. Legatissimi alle loro origini, hanno imparato l’irlandese grazie ad Arlo, il padre di Naoise, un ex membro dell’Ira creduto morto ma in realtà in clandestinità. Quando Liam viene arrestato a un rave party, rifiutandosi di parlare in inglese conosce JJ Ó Dochartaigh, un professore di musica chiamato a fare da interprete dall’irlandese. L’incontro farà nascere una strana amicizia tra i due ragazzi e l’adulto, da cui prenderà vita il gruppo rap Kneecap. Uno dei casi cinematografici dell’anno scorso arriva finalmente in Italia. Un generale clima di rabbia, insoddisfazione, frustrazione aleggia nell’Irlanda del Nord raccontata dal film: una nazione che ha interrotto una striscia di sangue lunga secoli, ma non ancora pacificata. Al film non bisogna certo chiedere rigore, o giustezza di toni, perché è urlato, eccitato, scombussolato, carico di rabbia esibita, tra voci narranti, sequenze d’azione, commenti ironici, inserti animati, esagerazioni, sesso, squarci lirici e un finale che ricompone in qualche modo le fratture da cui tutto nasce. E questa, ovviamente, è la ragione del suo successo. Recensione ❯
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Una commedia brillante, esilarante e commovente, ambientata a bordo di una radio pirata inglese. Commedia, Gran Bretagna, Germania2009. Durata 135 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
La storia di un gruppo di dj segregato sulla nave pirata di Radio Rock nel periodo più florido della storia della musica. Espandi ▽
Il film è una commedia musicale corale, ispirata alla storia, incredibile ma assolutamente vera, di Radio Caroline, l'emittente pirata che, per trasmettere liberamente del sano Rock n' Roll sfuggendo alle severe leggi vigenti nel Regno Unito degli anni '60, operava da una nave nel bel mezzo del Mare del Nord! Recensione ❯
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Un'opera che riflette sulla violazione del corpo delle donne conservando il tratto autoriale del suo regista. Drammatico, Italia, Belgio, Svizzera2025. Durata 123 Minuti.
Dal romanzo di Rosella Postorino un film che propone uno sguardo inedito sul nazismo. Espandi ▽
Rosa Sauer, insieme ad altre sei donne, viene costretta per anni a sedere a tavola per assaggiare il cibo destinato ad Adolf Hitler con lo scopo di verificare che non sia avvelenato. Tra le sette donne, che ogni giorno potrebbero perdere la vita, si intrecciano rapporti che implicano sia la solidarietà che il possibile tradimento. Il film si ispira al romanzo omonimo di Rosella Postorino vincitore del Premio Campiello nel 2018. La scrittrice era rimasta colpita dalla vicenda reale di Margot Wölk, una segretaria tedesca costretta dal 1942 ad assaggiare il cibo destinato ad Hitler. Compiendo per la prima volta un balzo indietro nel passato, realizzando quindi il suo primo film ‘in costume’, Soldini continua la riflessione sul corpo delle donne violato. Ne nasce un film che merita la visione dimostrando che un vero autore può rimanere se stesso anche tentando nuove strade ed affrontando storie che sembrano lontane nel tempo ma che possono purtroppo ripresentarsi, mutando magari forme, nella storia di quella che chiamiamo umanità. Recensione ❯
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Un film antimilitarista, raffinato melò sentimentale, grande spettacolo di intrattenimento per tutti. Animazione, Giappone2004. Durata 119 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Nuovo capolavoro per il maestro dell'animazione giapponese. Tra realtà dell'immagine e metafore, il film si dipana lentamente, offrendo la abituale ma sempre fenomenale panoramica sui paesaggi e personaggi da sogno. Espandi ▽
Il genio ha colpito ancora. Dopo più di vent'anni di carriera c'è veramente da togliersi il cappello davanti ad uomo, prima ancora che regista, capace come nessuno mai prima nel campo del cinema d'animazione (e non solo) di riuscire a centrare sempre e comunque l'obbiettivo che ogni cineasta dovrebbe avere come scopo unico: emozionare.
E di emozioni, l'ultima opera di Hayao Miyazaki, ne offre veramente a bizzeffe. Howl's Moving Castle, è un ulteriore tassello, nel mosaico che il regista giapponese sta componendo col passare degli anni che mescola l'attenzione alle tematiche ambientali, all'utilizzo malsano della tecnologia, che propone esseri umani calati in universi fantastici ed immaginari, dove creature soprannaturali insegnano all'uomo come vivere e quali valori seguire e difendere. Recensione ❯
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Un film che nel suo apparente disordine sa mostrare l'animo femminile in tutta la sua complessità. Magistrale Valeria Golino. Drammatico, Italia, Francia2025. Durata 115 Minuti.
Roma, 1980. Uscita dal carcere, Goliarda Sapienza cerca un lavoro per evitare lo sfratto. Ignorata come scrittrice, trova conforto solo nelle ex compagne di cella. Espandi ▽
Roma, 1980: la scrittrice Goliarda Sapienza è appena uscita dal carcere, dove è stata rinchiusa per aver rubato e rivenduto dei gioielli. Ora che è fuori, deve trovarsi un lavoro. Nel cassetto ha il manoscritto di “L’arte della gioia”, che sarà pubblicato solo postumo. Nel tempo sospeso dopo la sua scarcerazione Goliarda trova conforto solo nella presenza di due ex compagne di carcere, Roberta e Barbara. Fuori si basa in buona parte sui due romanzi in cui Goliarda Sapienza ha raccontato la sua esperienza carceraria e ricostruisce lo spaesamento della scrittrice, una volta rientrata in quello che la gente perbene chiama la normalità. L’interpretazione di Golino è magistrale nel mantenersi sottotono e nel giocare in sottrazione. Con il suo andamento scomposto e apparentemente distratto, Fuori è il racconto fedele di un percorso interiore che si dipana in modo disordinato ma non casuale, e porta in sé l’eredità di Cassavetes nella capacità di mostrare l’animo femminile nella sua complessità con totale aderenza emotiva, senza inseguire una trama canonica. Recensione ❯
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Un'allegoria della vita, della crescita e della perdita. Una delle fiabe più visionarie e amate di Hayao Miyazaki. Animazione, Giappone2001. Durata 125 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Uno dei film più interessanti della cinematografia nipponica recente ha dovuto attendere la conquista dell'Oscar per il miglior film d'animazione per poter accedere ai nostri schermi. Espandi ▽
Il titolo più celebrato - un Orso d'Oro e un Oscar - e forse amato del corpus miyazakiano, quello destinato a mettere d'accordo tutti, dai fan agli amanti occasionali del lavoro del regista giapponese. Giunto dopo le fatiche de La principessa Mononoke e dopo uno dei molti annunci di ritiro infine non concretizzatisi, La città incantata sintetizza con un linguaggio sempre più ricco i temi cari sin dagli inizi di carriera al regista, calandoli in un contesto totalmente fiabesco e allegorico. Miyazaki rilegge Lewis Carroll, ha detto qualcuno, ma di fronte a un nuovo classico ha poco senso enumerare gli antecedenti: la forza de La città incantata è infatti tale da porlo come esempio a pieno titolo di racconto pedagogico contemporaneo, allegoria della crescita e della perdita (così inizia la storia, con un biglietto di addio) sotto forma di fiaba, in cui il piano superficiale di lettura non deve compromettere in alcun modo la godibilità della sua fruizione per poter veicolare i propri simbolismi. Recensione ❯
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Fondamentale capolavoro argentiano, che rappresenta la perfezione della sua formula per il thriller e un momento di passaggio. Giallo, Italia1975. Durata 123 Minuti.
Marc, giovane pianista, assiste all'assassinio di una parapsicologa ma non riesce a vedere il volto dell'omicida. Mentre indaga aiutato da una bella giornalista, le persone con cui viene in contatto cominciano ad essere assassinate una dopo l'altra. Espandi ▽
Il musicista inglese Marc Daly è casualmente testimone del sanguinario omicidio della sensitiva Helga Ullman. Poco prima, durante un congresso di parapsicologia, Helga aveva avvertito in sala una presenza malevola, di una persona che aveva già ucciso e che avrebbe ucciso ancora. Marc è turbato e incuriosito da quanto ha visto e decide di indagare per conto suo, trovando una sponda nella giornalista Gianna Brezzi. La pista investigativa che segue porta Marc in direzione di una scrittrice, Amanda Righetti, ma, quando arriva a casa sua per parlarle, la trova morta assassinata. Il killer ha colpito ancora.
Profondo rosso è un film fondamentale nella filmografia e nel percorso artistico di Dario Argento. È, insieme, il perfezionamento definitivo della sua formula per il thriller e nel contempo funge da momento di passaggio verso l'horror tout court.
L'uso della musica è esemplare in questa ricerca dell'innovazione creativa: l'utilizzo del rock progressivo dei Goblin e di nenie infantili deformate e ossessionanti è significativo ed è rimasto un paradigma da imitare. Di notevole fascino è anche l'uso di esterni in grado di caratterizzare in modo decisivo la visualizzazione della storia. Recensione ❯
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Una favola anticapitalista inconfondibilmente di Wes Anderson. Ancora una volta ci fa rimpiangere di non avere abbastanza occhi per divorare tutta la bellezza. Azione, Commedia, Thriller - USA2025. Durata 105 Minuti.
Zsa-zsa Korda lascia l'eredità alla figlia novizia. Ma tra figli trascurati, segreti e sabotaggi, la lotta per il potere è appena cominciata. Espandi ▽
Anatole «Zsa-zsa» Korda, magnate quasi immortale, colleziona nemici e incidenti aerei, a cui sopravvive a dispetto dei suoi sabotatori. In un clima da predazione capitalistica e di morte prossima, Korda mette in ordine i suoi affari e decide di lasciare la sua immensa fortuna a sua figlia, novizia imperturbabile. Salvo che il nostro ha altri nove figli, tutti maschi, che non ha il tempo o il desiderio di amare. La trama fenicia non rappresenta una rivoluzione per Wes Anderson, una constatazione che però non dà ragione ai detrattori e alle riduzioni schematiche, perché la sua estetica è sempre stata al servizio di uno scopo, di un modo di raccontare il mondo. L’approccio metodico, che si traduce sempre in estetica splendente e ridondanza, innesca questa volta un ritmo più frenetico e un racconto quasi orientato all’azione. È uno strano viaggio in un deserto andersoniano sorprendentemente pieno, una favola anticapitalista che ha il suo centro nevralgico nella relazione padre-figlia. Recensione ❯
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Il manifesto della Nouvelle Vague, un film immortale che ha segnato una svolta nella storia del cinema. Drammatico, Francia1960. Durata 89 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il protagonista è un eroe "nero" dei nostri giorni senza ideali, senza il romanticismo di un Humphrey Bogart o di un Jean Gabin (cui il regista continuamente allude in fulminei fotogrammi). Espandi ▽
Michel Poiccard ruba un'automobile a Marsiglia e poi uccide un poliziotto che lo stava inseguendo. Arriva a Parigi e rivede Patricia, una studentessa americana di cui è innamorato e con cui vorrebbe condividere la sua vita spericolata. Intanto le forze dell'ordine gli danno la caccia e lui capisce che gli stanno alle costole dopo che la sua foto compare su "France Soir". Cerca di così di fuggire cercando di portare con sé la ragazza in Italia. Patricia però decide di non seguirlo e alla fine lo denuncia alla polizia. Recensione ❯
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Un tenero ed energico ritratto, non privo di poesia, di un rapporto padre e figlia tutto da costruire. Drammatico, Germania, Italia2025. Durata 113 Minuti.
Un padre non ha la minima idea di come reagire quando si ritrova davanti Leo, la figlia tedesca adolescente mai conosciuta. Espandi ▽
Luca Marinelli interpreta il non facile ruolo di Paolo, padre tutt'altro che nato per esserlo. Inadeguato, vulnerabile, irrisolto, non ha la minima idea di come reagire quando si ritrova davanti Leo, la figlia tedesca adolescente mai conosciuta. Ecco che il coming of age diventa di entrambi, figlia e padre, adolescente e adulto in formazione a confronto, dentro un doloroso gioco di specchi che la regista ha il merito di portare sullo schermo con sobrietà, misura e senza retorica. A parte qualche urlo di troppo, funziona il racconto di questo rapporto tutto da costruire che si nutre di paste improvvisate, canzoni, bagni, illustrazioni di tatuaggi, sorrisi e silenzi condivisi. Jung firma un dramma familiare a tratti molto duro, con un padre che si ostina a ricadere nell'errore e nascondere a tutti questa figlia ritrovata e il dolore di quest'ultima, che sente tutto il peso dell'impropria etichetta dell'errore. Ma anziché firmare un film "camera e cucina", la regista ha il merito di far respirare i suoi personaggi, e il pubblico con loro. Recensione ❯
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Una straordinaria reinterpretazione live-action del film che ha dato inizio alla saga amata in tutto il mondo. Espandi ▽
Sulla selvaggia isola di Berk, dove vichinghi e draghi sono stati acerrimi nemici per generazioni, Hiccup è diverso dagli altri. Figlio geniale ma sottovalutato dal capo Stoick l'Immenso, Hiccup sfida secoli di tradizione stringendo un'insolita amicizia con Sdentato, un temibile drago Furia Buia. Questo legame inaspettato rivela la vera natura dei draghi, mettendo in discussione le fondamenta stesse della società vichinga.
Primo film in live-action che Dreamworks realizza da un suo felice prototipo di animazione, Dragon Trainer ne ricalca filologicamente storia, atmosfere, sceneggiatura e dialoghi.
Dean DeBlois firma completamente, anche come produttore, questo remake che convince pienamente nel suo essere un'opera che comunque riflette ontologicamente su se stessa, immaginando nuovi spettatori, in un'operazione di filologia e di recupero da un'opera a un'altra realizzata dallo stesso regista che ne ha voluto conservare e preservare l'autenticità. Recensione ❯
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Da un romanzo di Hemingway un incontro speciale che cambia radicalmente la vita di un ex colonnello. Espandi ▽
Il cinquantenne colonnello statunitense Richard Cantwell ha ancora poco tempo da vivere. Raggiunge Venezia seguito dal sergente Jackson. Ha combattuto in Italia ed ora vuole solo andare a caccia di anatre in laguna. Incontrerà una donna molto giovane, la contessa Renata Contarini, con la quale sperimenterà sensazioni forse mai provate prima.
Paula Ortiz ambienta il romanzo dello scrittore americano sfruttando gli spazi di una Venezia deserta a causa del Covid.
La sceneggiatura fa propria la teoria Iceberg che Hemingway ha applicato nella sua opera letteraria. Schreiber è perfetto nel dare al suo colonnello la ruvidezza giusta, finalizzata ad occultare il dolore fisico ed esistenziale che sottende. I suoi sguardi, i suoi silenzi, l'apparente laconicità che non si muta mai in disinteresse ma comporta un'acuta osservazione dell'interlocutore. Così come De Angelis sa offrire a Renata la freschezza dell'età ma anche la consapevolezza dell'esplorazione dei sentimenti nuovi che sta provando. Recensione ❯
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L'ampia narrazione della presa di coscienza di una donna e di un Paese che vive ancora con le sue contraddizioni. Drammatico, Francia, Tunisia, Italia, Qatar2024. Durata 123 Minuti.
Una ragazza ha l'occasione di cambiare vita. Ma il destino si mette di traverso. Espandi ▽
Aya ha quasi trent’ann è sopravvissuta a un incidente ma creduta morta, Aya trova inaspettatamente l’occasione per fuggire. Raggiunta Tunisi, affronta con coraggio una nuova vita con una nuova identità, ma non riesce in realtà a sfuggire al suo destino. Ispirata da un fatto di cronaca avvenuto dopo la rivoluzione del 2011, la vicenda porta dentro le contraddizioni della nuova società tunisina, finalmente libera dal giogo del dittatore Ben Ali ma ancora immersa in un clima d’oppressione e corruzione. Aïcha è la storia di una presa di coscienza, di un corpo che trova il coraggio di mostrarsi, di una società che trova la forza di ribellarsi. Lo stile è come da copione piano e classico, la narrazione ampia e meccanica nei suoi colpi di scena. Recensione ❯
Cinema aderente all'iniziativa Cinema Revolution Dal 13 giugno al 20 settembre, in tutti i cinema aderenti Biglietto a €3,50 per tutti i film italiani ed europei Maggiori info su cinemarevolution.it
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Un documentario che non fa sconti ma ci invita a porci delle domande su una realtà che non vogliamo vedere. Documentario, Italia2024. Durata 86 Minuti.
L'umanità che vive attorno alla stazione Termini di Roma vista insieme ad uno dei suoi componenti. Espandi ▽
Damiano (35 anni), fuggito dall’ospedale psichiatrico di Breslavia, in Polonia, è arrivato a Roma alla ricerca di una nuova vita e, senza un soldo in tasca, si è immerso nel brulicante mondo che bazzica intorno alla stazione Termini. Rifiutandosi di vivere come un senzatetto, ha trovato rifugio in una torre sulle antiche mura romane e ha cominciato a frequentare la determinata Sofia. Un documentario senza filtri che ci immerge in un microcosmo che chiunque sia passato dalla stazione Termini di Roma ha sicuramente sfiorato magari voltando lo sguardo. I due registi non hanno la benché minima intenzione di fare del pietismo e di tracciare un ritratto agiografico di questo mondo e dei suoi abitanti. Si mostra la realtà così come si presenta. Con le sue luci e con le sue ombre invitandoci a porci delle domande. Perché queste persone sono lì? Qual è il loro vissuto? Qualcuno ce lo racconta. Qualcuno, come Sofia, mostra un carattere deciso pur tra innumerevoli contraddizioni. Recensione ❯
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Il debutto alla regia del romanziere di successo Legardinier è certamente garbato ma anche troppo datato. Commedia, Drammatico - Lussemburgo, Francia2023. Durata 100 Minuti.
Un uomo d'affari britannico vedovo accetta il lavoro come maggiordomo di una casa padronale in Francia per conservare i ricordi della sua defunta moglie francese. Espandi ▽
Andrew Blake, un uomo d'affari britannico, ha appena disertato la cerimonia di "imprenditore dell'anno" dove è stato premiato; non si è ancora ripreso dalla morte dell'amata moglie avvenuta quattro mesi prima. Da Londra, decide di partire per la Francia per tornare nella tenuta di Beauvillier, lo stesso luogo dove aveva conosciuto la donna della sua vita molti anni prima. Ma questo suo nostalgico 'ritorno al passato' non va secondo i suoi piani; per poter restare lì deve improvvisarsi maggiordomo in prova. Così la sua vita cambia completamente.
Nel film non c'è mai un dettaglio che prende davvero consistenza. Sono solo pennellate di colore di un film sicuramente garbato ma anche datato e inconsistente, evidente in gag come quella del ferro da stiro che lascia il segno sul giornale o le scene in cui Andrew perde il telefono nel bosco e minaccia i potenziali acquirenti.
La mano di Legardinier è lieve, anche troppo ma non è stato capace di ripulire il proprio testo dalla sua letterarietà che finisce per diventare così il principale ostacolo di un adattamento senza identità. Recensione ❯
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Una storia di coraggio e libertà, ambientata nella Sicilia degli anni 90 e ispirata a fatti reali. Espandi ▽
Sicilia, 1993. Ludovica è un'esperta sommozzatrice costretta dalla mafia a svolgere un lavoro per pagare i debiti contratti dal compagno, morto in un incidente stradale. Deve dunque aiutare la subacquea Sabrina, giovane e meno esperta, e il pericoloso scagnozzo Rocco a recuperare il carico di tritolo di una vecchia nave affondata durante la Seconda Guerra Mondiale. Per tutta la durata della missione, i tre convivono in una salina abbandonata dove, poco a poco, la presenza di Ludovica si insinua tra le crepe della relazione oppressiva tra Rocco e Sabrina.
Il film ci immerge in un triangolo carico di tensione e attrazione, e dal fondo di quelle pulsioni contrastanti affiora un amore femminile liberatorio.
Afrodite si rivela profondamente femminista, ma non in maniera forzata e senza cedere all'enfasi ideologica; è femminista nei gesti, negli sguardi, nella possibilità per due donne di ribellarsi all'uomo che le tiene soggiogate e di riscrivere il proprio destino. Recensione ❯
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Da seicento ore di girato, Albert Serra ricava uno straordinario documentario sulla psicologia di un torero, carpita attraverso il suo sguardo. Documentario, Francia, Portogallo, Spagna2024. Durata 125 Minuti.
Un documentario che segue il giovane e carismatico torero di origine peruviana Andrés Roca Rey. Espandi ▽
Il matador più famoso al mondo, l’ispano-peruviano Andrés Roca Rey, è immortalato durante alcune corride e nei momenti di pausa tra una e l’altra. Lo vediamo sfidare la morte e uscirne vincitore, mentre dai dialoghi del suo staff si percepisce l’aura che circonda ancor oggi la figura del torero. Regista geniale e intransigente, forte di una filmografia complessa e variegata, il catalano Albert Serra gira il suo primo documentario e sceglie nuovamente un soggetto controverso. Dopo il libertinaggio ritratto in Liberté e il dolente noir post-colonialista di Pacifiction – Un mondo sommerso, Serra si immerge nel lavoro sulla star della corrida Roca Rey. Al solito il punto di vista adottato da Serra sfugge a ogni catalogazione o prevedibile approdo: Pomeriggi di solitudine non è una celebrazione della corrida né un atto di denuncia verso la sua anacronistica violenza ai danni di esseri viventi. Al regista di Birdsong interessano il rito, la celebrazione di un corpo eroico e sacrificale, e il flusso di pensieri di Roca Rey, scandagliato in ogni suo gesto, per poi sottoporre il tutto - 600 ore di girato - a un massacrante lavoro di montaggio. Serra non sceglie mai il più ovvio degli approcci, non insegue il gesto spettacolare né tantomeno lo provoca, e applica la ricerca del vero a un tema che di vero non ha nulla. Recensione ❯
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