fabrizio friuli
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domenica 1 maggio 2022
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un film che incanta
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Chihiro e la sua famiglia durante una gita trovano un luogo misterioso dove notano una sorta di buffet, e il padre e la madre ne approffitano , per poi essere mutati in maiali , perché il buffet non era consentito agli esseri umani , e di notte , la protagonista scopre che lei si trova nella città incantata, un luogo dove vivono creature magiche e spiriti, e grazie al supporto di alcuni personaggi non ostili , come il giovane Haku , lei riesce dopo varie vicissitudini a salvare i suoi genitori e a sconfiggere la padrona del luogo , la maga Yubaba.
Dopo aver visto questo lungometraggio animato del regista Hayao Miyazaki, è doveroso dover constatare che questo film possiede le caratteristiche di un lungometraggio del genio chiamato Stanley Kubrick, perché La Città Incantata è un film splendido e complesso contemporaneamente.
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Chihiro e la sua famiglia durante una gita trovano un luogo misterioso dove notano una sorta di buffet, e il padre e la madre ne approffitano , per poi essere mutati in maiali , perché il buffet non era consentito agli esseri umani , e di notte , la protagonista scopre che lei si trova nella città incantata, un luogo dove vivono creature magiche e spiriti, e grazie al supporto di alcuni personaggi non ostili , come il giovane Haku , lei riesce dopo varie vicissitudini a salvare i suoi genitori e a sconfiggere la padrona del luogo , la maga Yubaba.
Dopo aver visto questo lungometraggio animato del regista Hayao Miyazaki, è doveroso dover constatare che questo film possiede le caratteristiche di un lungometraggio del genio chiamato Stanley Kubrick, perché La Città Incantata è un film splendido e complesso contemporaneamente. Oltre a ciò, esso pullula di creature bizzarre ed anche inquietanti, i disegni sono sublimi e l' avventura ha permesso alla giovane protagonista di imbattersi in un cambiamento positivo, dato che prima essa viene rappresentata come una bambina petulante, che migliora sé stessa e salva il giovane Haku dal controllo della strega Yubaba , ed ecco il personaggio più inquietante del film : Lei appare come una vecchia donna dal vestiario elegante ma possiede un capo molto più grande del normale ed ha degli atteggiamenti molto minacciosi, oltre ad essere intransigente e autoritario, che rabbonisce soltanto con il suo gigantesco neonato che porta il nome di Bo, il personaggio di Haku appare come un ragazzo molto serio ma dimostra subito di avere un cuore d' oro , infatti è il primo a voler aiutare la giovane protagonista ad ottenere la salvezza, e col tempo , anche lei lo salverà, dopo avergli fatto ingerire una strana polpetta che gli fa vomitare un sigillo che lui , ha razziato per ordine di Yubaba , e in quella scena il personaggio appare trasformato in un magnifico dragone orientale, ed il dragone ha un aspetta davvero eccezionale, ed è presumibilmente il miglior disegni del film , tuttavia, ogni singolo disegno è impeccabile. I dialoghi sono stati scritti in modo ottimale , ed anche la scrittura dei dialoghi riesce ad elevare il livello di qualità che il film animato vanta già. Forse alcune scene sono state inserite nella pellicola per riempirla ad oltranza , e questo dettaglio potrebbe essere una pecca della pellicola, comunque, La Città Incantata è un lungometraggio animato che merita la visione , merita di essere amato e merita di essere ritenuto un lungometraggio iconico, e sicuramente, questo film è il miglior lungometraggio dello Studio Ghibli.
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martedì 9 novembre 2021
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mr.
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denilson
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giovedì 27 maggio 2021
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creatività traboccante senza troppe pretese
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Uno spettacolo di creatività e di immagini, senza dubbio, ma non è il primo né l'ultimo film che lo Studio Ghibli che eccelle nell'animazione. Oltre a questo le musiche di Joe Hisaishi. Per il resto, francamente non ho visto trovate geniali ne "La città incantata", che segue di pochi anni il capolavoro "Princess Mononoke" e che probabilmente deve la sua fama al tempismo con cui uscì nelle sale.
Il percorso di crescita della bambina c'è ma non riesco a coglierne la profondità né la decantata densità di significati allegorici. Il tema ecologico è abbozzato in due battute, l'amore/infatuazione tra Chihiro e Haku è ugualmente un filo debole a cui non si presta grande attenzione, il rapporto genitore/figlio trattato a livello di superficie.
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Uno spettacolo di creatività e di immagini, senza dubbio, ma non è il primo né l'ultimo film che lo Studio Ghibli che eccelle nell'animazione. Oltre a questo le musiche di Joe Hisaishi. Per il resto, francamente non ho visto trovate geniali ne "La città incantata", che segue di pochi anni il capolavoro "Princess Mononoke" e che probabilmente deve la sua fama al tempismo con cui uscì nelle sale.
Il percorso di crescita della bambina c'è ma non riesco a coglierne la profondità né la decantata densità di significati allegorici. Il tema ecologico è abbozzato in due battute, l'amore/infatuazione tra Chihiro e Haku è ugualmente un filo debole a cui non si presta grande attenzione, il rapporto genitore/figlio trattato a livello di superficie. Non sorprende la celebrazione della cultura giapponese, che è connaturata a molti lavori dello Studio Ghibli e che spesso mi ha riportato più sinceramente al vero Giappone..penso a "Princess Mononoke" dello stesso Miyazaki o "Princess Kaguya" di Takahata. "La città incantata" sono 2 ore di puro entertainment colto e raffinato per ragazzini.
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marcloud
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domenica 14 giugno 2020
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la poetica di miyazaki
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La Città Incantata ha definitivamente consacrato Hayao Miyazaki in tutto il mondo come uno dei maestri indiscussi del cinema d'animazione. Oscar e Orso D'Oro meritati per una fiaba allegorica che mantiene il fascino classico della narrativa di Miyazaki. Per un vecchio fan del maestro nulla di particolarmente nuovo, per un semplice osservato un film ben fatto.
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nico
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mercoledì 13 maggio 2020
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patrimonio dell'umanità
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Le parole davvero non bastano per descrivere un capolavoro del genere. Un grazie di cuore anche a Joe Hisaishi.
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gigiesse
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domenica 17 aprile 2016
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ma quale capolavoro
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Una famiglia (composta da padre, madre e bambina) sta traslocando. Senza un'apparente logica i tre personaggi si trovano a percorrere con la loro macchina una strada dissestata in un bosco fino a quando arrivano all'ingresso della città incantata, ossia delle terme per spiriti. Ancora in modo poco plausibile, i genitori cominciano ad ingozzarsi con del cibo di cui non conoscono le origini. Si trasformano in maiali (Circe, Pinocchio: quando ci si lascia andare al proprio es si viene trasformati in animali disprezzati). Da qui la protagonista Chihiro comincia la sua avventura all'interno di questo misterioso mondo a sé stante, incontrando personaggi che la trattano male o che cercano di aiutarla (Alice nel paese delle meraviglie e altro).
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Una famiglia (composta da padre, madre e bambina) sta traslocando. Senza un'apparente logica i tre personaggi si trovano a percorrere con la loro macchina una strada dissestata in un bosco fino a quando arrivano all'ingresso della città incantata, ossia delle terme per spiriti. Ancora in modo poco plausibile, i genitori cominciano ad ingozzarsi con del cibo di cui non conoscono le origini. Si trasformano in maiali (Circe, Pinocchio: quando ci si lascia andare al proprio es si viene trasformati in animali disprezzati). Da qui la protagonista Chihiro comincia la sua avventura all'interno di questo misterioso mondo a sé stante, incontrando personaggi che la trattano male o che cercano di aiutarla (Alice nel paese delle meraviglie e altro). Per poter rimanere in vita, firma un contratto per lavorare e non farsi trasformare in spirito. Alla fine, grazie all'aiuto di altri personaggi - che lei stessa ha aiutato - riesce ad uscirne e a tornare nel mondo normale. Alcuni collegamenti sono molto poco chiari. Molte scene risultano sgradevoli, con disegni brutti. Spesso nell'arte ciò che è senza senso viene scambiato per geniale e poetico (come nel caso di 2001: Odissea nello spazio, altro film totalmente sopravvalutato).
Per me i capolavori sono quelli che hanno veramente qualcosa da dire, non quelli che "buttano la" sensazioni.
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giannies
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sabato 26 marzo 2016
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il cinema giapponese
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Non gli ho dato cinque stelle forse per un capriccio, per un graffio di soggettività. Personalmente percepisco la genialità in un film quando questo riesce a toccarmi fino a farmi venire la pelle d'oca, quando i dialoghi riescono subito a colpirmi e quando non riesco a capire come mai io mi trovi a bocca aperta. Non intendo svalutare La città incantata: anzi si tratta di un filmone del cinema giapponese, bello soprattutto per la tecnica usata e per la ricchezza di significati ed allegorie al suo interno. E' il mistero che contiene una duplice funzione: positiva, perché riesce ad ammaliarti e ad indurti a cercare quanti più ne trovi significati nascosti dietro qualsivoglia scena; negativa, perché ti confonde: il film scorre normalmente, non ti stanchi di vederlo ma non riesci subito a cogliere le varie allegorie e i vari simboli di cui il film è decisamente ricco.
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Non gli ho dato cinque stelle forse per un capriccio, per un graffio di soggettività. Personalmente percepisco la genialità in un film quando questo riesce a toccarmi fino a farmi venire la pelle d'oca, quando i dialoghi riescono subito a colpirmi e quando non riesco a capire come mai io mi trovi a bocca aperta. Non intendo svalutare La città incantata: anzi si tratta di un filmone del cinema giapponese, bello soprattutto per la tecnica usata e per la ricchezza di significati ed allegorie al suo interno. E' il mistero che contiene una duplice funzione: positiva, perché riesce ad ammaliarti e ad indurti a cercare quanti più ne trovi significati nascosti dietro qualsivoglia scena; negativa, perché ti confonde: il film scorre normalmente, non ti stanchi di vederlo ma non riesci subito a cogliere le varie allegorie e i vari simboli di cui il film è decisamente ricco. Io amo i film fantastici e mi è piaciuto in quanto tale: il fatto che che La città incantata non si sia limitato ad un racconto puramente fantasy mi è piaciuto molto, peccato che, almeno personalmente, non sia riuscito a cogliere subito ciò che intendesse dire.
Molto bella è stata la scena del treno, ricco di spiriti in crisi d'identità che tendono a scomparire perché bloccati in un mondo in cui tempo e morte non esistono. L'unica scena che ho trovato emozionante è stata quella in cui Chihiro aiuta Haku a riesumare la sua vera identità. Il film mi è piaciuto, ne riconosco la ricchezza e la buona tecnica ma non riesco ad attribuirgli nulla di più perché non vedo la grande genialità in cui molti, invece, sono incappati.
Cercando di immergermi in un mondo fatto di oggettività, posso forse giustificarmi nel dire che trovandomi in un mondo occidentale, quasi totalmente ignaro delle varie culture e mitologie del mondo opposto, non posso cogliere tutta quella ricchezza in più che avrebbe potuto assegnare cinque stelle a questo ottimo film. Probabilmente può essere definito capolavoro da chi è ben arricchito da una cultura decisamente più approfondita da quella che io posseggo.
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alexfilm
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martedì 19 gennaio 2016
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grandissimo miyazaki
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La migliore opera di uno dei migliori registi di sempre.
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valetag
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martedì 9 dicembre 2014
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che meraviglia la città incantata!
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Questo capolavoro di Mihazaki, che mi sono persa durante l'infanzia, è stata per me una vera scoperta, una di quelle che sei felice di fare a vent'anni.
Sì, perché in qualche modo questo film mi rispecchia: io, che mi sento bloccata in questo periodo di transizione, sono rimasta esterrefatta dalla storia, di quanto essa rappresenti in maniera poetica il corso della vita. I cambiamenti sono inevitabili, bisogna adattarsi, mantenendo però i propri principi, confrontandosi con i problemi a testa alta e imparando a fidarsi di chi sta offrendo aiuto.
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Questo capolavoro di Mihazaki, che mi sono persa durante l'infanzia, è stata per me una vera scoperta, una di quelle che sei felice di fare a vent'anni.
Sì, perché in qualche modo questo film mi rispecchia: io, che mi sento bloccata in questo periodo di transizione, sono rimasta esterrefatta dalla storia, di quanto essa rappresenti in maniera poetica il corso della vita. I cambiamenti sono inevitabili, bisogna adattarsi, mantenendo però i propri principi, confrontandosi con i problemi a testa alta e imparando a fidarsi di chi sta offrendo aiuto.
La piccola Chihiro si ritrova ad affrontare da sola una realtà che si tramuta in un incubo, bloccata in una città di spiriti fantasma, obbligata a cercare una soluzione per liberare i genitori trasformati in maiali.
Con la bontà d'animo e la purezza di spirito che solo i bambini possono vantare, la piccola eroina, accompagnata da diversi simpatici e complicati personaggi, vivrà molteplici avventure, lasciando dietro di sé una scia di bontà che piano piano contagerà tutti.
Le buone azioni e le buone intenzioni prima o poi tornano sempre a ripagare.
Tra i più grandi pregi di Mihazaki bisogna riconoscergli la capacità di raccontare la trasformazione, con la convinzione che non tutto è bianco o nero, ma affermando l'esistenza delle sfumature.
Incredibile la complessità di certi caratteri, come ad esempio il mutamento del Senza Volto, che da spirito buono si trasforma in un mostro, per poi farci scoprire che non era altro che un'anima alla ricerca di un po' di compagnia e di affetto.
Oppure la storia di Haku, apprendista della strega Yubaba, e la scoperta che il suo incontro con Chihiro nella città fantasma non è stato il primo.
La magia delle immagini (che ci riconducono a quelle inquadrature poetiche tipiche del cinema orientale) trasmette delle emozioni incredibili, con una cura per i dettagli impressionante.
La leggerezza della colonna sonora di Joe Hisaishi tocca le corde dell'anima, tanto che chi , dopo aver visto il film, ci si imbatte per caso, non può fare a meno di ricordare le scene preferite.
La città incantata parla di un mondo fantastico che non potrebbe essere più reale: ci insegna che si può cadere e che ci si deve rialzare, che si fatica, che ci si spende, che se si affrontano i problemi con lo spirito giusto, tutto si risolve nel migliore dei modi.
Consigliato specialmente a chi, come la sottoscritta, si sente in crisi da cambiamento.
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laurence316
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martedì 8 luglio 2014
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quando la poesia incontra l'animazione...
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Do 5 stelle perché è il massimo consentito dal sito, ma il film ne meriterebbe 10-100-1000, è fantasioso, magico, visionario, di una ricchezza figurativa irraggiungibile, tutta ottenuta rigorosamente con l'animazione tradizionale e perciò con il disegno a mano, che utilizza la CGI solo per le scene più complesse e comunque sempre come aiuto e mai come tutto, facendo dello Studio Ghibli l'unico studio d'animazione al mondo che utilizza ancora questi metodi. La città incantata è un prodotto di questa fiera opposizione di Miyazaki al computer e infatti supera per qualità grafica del disegno e per l'enorme trasporto che riesce a creare (anche grazie alle grandiose musiche di Hisaishi) qualsiasi film d'animazione occidentale.
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Do 5 stelle perché è il massimo consentito dal sito, ma il film ne meriterebbe 10-100-1000, è fantasioso, magico, visionario, di una ricchezza figurativa irraggiungibile, tutta ottenuta rigorosamente con l'animazione tradizionale e perciò con il disegno a mano, che utilizza la CGI solo per le scene più complesse e comunque sempre come aiuto e mai come tutto, facendo dello Studio Ghibli l'unico studio d'animazione al mondo che utilizza ancora questi metodi. La città incantata è un prodotto di questa fiera opposizione di Miyazaki al computer e infatti supera per qualità grafica del disegno e per l'enorme trasporto che riesce a creare (anche grazie alle grandiose musiche di Hisaishi) qualsiasi film d'animazione occidentale. E' un film magico, che conduce per mano lo spettatore in un mondo fantastico popolato da figure geniali (Kamagi, il gigantesco neonato Boh, il senza-volto, il dio del fiume inquinato...), fortemente influenzate dallo shintoismo, che diventano metafore anche piuttosto evidenti della distruzione e della inguaribile avidità dell'uomo, capace di inquinare mari, esiccare fiumi, distruggere piante, ma anche il mondo degli spiriti purtroppo non è incontaminato e anche qui molti agiscono per avidità e sete di potere, tutti tranne Chihiro, la bambina protagonista, che da viziata e piagnucolona ragazzina costretta a cambiare casa e lasciare gli amici diventa l'eroina del film, cosa che si ripete spesso nei film del Maestro dove la figura femminile è quasi sempre al centro e mai marginale, l'unica guidata dai veri sentimenti, dalla voglia di vivere, che si dimostra molto meglio di tutti gli altri, persino dei suoi stessi genitori che a causa della loro ingordigia vengono trasformati in maiali. NESSUNO è ormai più in grado di creare CAPOLAVORI di questo stampo, di questa grandezza, al di fuori del Maestro assoluto dell'animazione giapponese. Ormai troppi studi credono che l'affidarsi alla computer-graphic sia sufficente per mascherare la stupidità e la banalità delle storie diventate solo un pretesto per impressionare con la potenza digitale degli effetti speciali, come se quelli fossero tutto, come se li iniziasse e finisse tutto, con buona pace di regia, sceneggiatura e co. Questo film è il vertice dello Studio Ghibli, dell'animazione nipponica, ma anche il massimo risultato dell'animazione mondiale, che qui si scatena in tutta la sua forza visiva e narrativa, meravigliosa grande metafora di quel che è il mondo. Immaginifico, spettacolare e visivamente straordinario, impressiona a tal punto dal portare a chiedersi se si sta ancora assistendo a un film d'animazione. Pieno di idee, invenzioni, personaggi riusciti, colonna sonora di prim'ordine, scenografie, sfondi maestosi, il tutto concorre a rendere questo film un autentico capolavoro che si spera non venga dimenticato, anche se ha già lasciato il suo segno indelebile nella storia del cinema e non per l'Oscar al miglior film d'animazione (cui molte persone attribuiscono chissà quale merito, come se un gran film d'animazione giapponese avesse per forza bisogna di un premio e di conseguenza di un'accettazione americana per venir distribuito in Italia, dove è infatti stato distribuito solo nel 2003, UN INSULTO!). Ridistribuito nei cinema grazie alla benemerita Lucky Red con un nuovo doppiaggio, cosa che mi ha permesso di rivederlo al cinema e di rendermi conto che, nonostante l'abbia visto più e più volte al cinema e TV ogni volta suscita ugualmente le stesse emozioni e anzi le fa aumentare, facendomi scoprire ogni volta qualcosa di nuovo, qualche nuovo pezzo che compone il grande mosaico ideato dal regista, come ogni CAPOLAVORO dovrebbe saper fare. Assolutamente da vedere, rivedere e far circolare per far sì che l'animazione giapponese si faccia finalmente strada in questo nostro Paese in cui è ancora troppo marginale, vista come inferiore rispetto alle produzione americane (e tipicamente alla Disney cui ogni anno a Natale vengono rimpinguate le casse da milioni di bimbetti (e relativi genitori) imbabolati dalla CGI, con filmetti (tranne poche eccezioni) privi di una vera trama, banali e scontati, con incorporati falsi e ipocriti sentimentalismi, che puntano più all'incasso e al successivo merchandising più che alla qualità effettiva dei prodotti), aprendo così le porte alla visione degli altri film dello Studio (Nausicaa, Mononoke, Howl, Una tomba per le lucciole...), ma anche agli altri capolavori come Akira (con relativo e ancor più bel manga, del grande Katsuhiro Otomo), Ghost in the Shell, di Mamoru Oshii, e Paprika, di Satoshi Kon.
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