Un film poderoso, ritratto femminile a due voci che non rinuncia all'estetica raffinata. Drammatico, Brasile2019. Durata 139 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Due sorelle divise da un destino ingiusto, non perderanno la speranza di potersi ritrovare. Espandi ▽
Euridice e Guida sono due sorelle che crescono in una famiglia rigida e conservatrice. Quando Guida una notte fugge per incontrare il suo amante, Euridice le regge il gioco. Guida però non farà ritorno, e la lontananza tra le due sorelle diventerà un abisso insuperabile.
Commuove l'amore a distanza tra queste due sorelle, narrato con grazia da un autore che non sbaglia un colpo firmando un film poderoso, dalla struttura narrativa solida, con un'introspezione psicologica e una caratterizzazione dei personaggi affascinante e potente, senza mai rinunciare all'estetica raffinata. Impossibile non cedere al fascino di questo racconto, non restare travolti dalle capriole emotive delle protagoniste, dalle loro avventure disgraziate, da quella voglia di espressione costantemente frustrata e messa a tacere. Recensione ❯
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Un ragazzo è convinto che il suo vicino sia un famoso vigilante con superpoteri dichiarato scomparso 25 anni prima. Espandi ▽
Non è purtroppo con questo film che si risolleverà la carriera del regista Julius Avery: Samaritan è infatti un titolo MGM che Amazon, nuova proprietaria dello Studio da qualche mese, ha deciso di distribuire direttamente sulla propria piattaforma. Il perché è evidente: non basta la nostalgia anni 80 a rendere oggi tollerabile un ennesimo e povero film sui supereroi. L'idea è di offrire una critica al genere e al suo implicito manicheismo fatto di eroi e villain, ma è un manicheismo che è da tempo entrato in crisi pure al cinema. Inoltre, anche per via del budget piuttosto risicato, i costumi sembrano usciti da una fiera per cosplayer amatoriali e una scena con il de-aging di stallone ha una CGI da console di vecchia generazione. A parte per la simpatia che può suscitare Stallone, Samaritan è davvero un B-Movie di quelli più mediocri. Recensione ❯
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Con un coraggio da leonessa, Francesca Comencini racconta il rapporto con il padre Luigi in un film libero che rende universale la sua storia personale. Drammatico, Italia2024. Durata 110 Minuti.
Un padre e sua figlia. Gli anni di piombo e la "generazione scomparsa". Un film autobiografico che sa di vita e di cinema. Espandi ▽
Francesca Comencini è diventata davvero una regista all’altezza di suo padre, e lo dimostra proprio con Il tempo che ci vuole, scavando a fondo e con efferata spietatezza in quel rapporto per lei così centrale e raccontandolo come se le sue sorelle e sua madre non esistessero.
Il cinema secondo i Comencini è passione totalizzante, veicolo di espressione di sé, legame fra un Paese e la sua identità culturale, punto di contatto fra i registi e il pubblico. Quel cinema attraversa tutta la storia di Luigi e Francesca anche tramite piccole citazioni che testimoniano il ruolo del grande schermo nella vita di entrambi, così come nella nostra.
La regista riesce miracolosamente a legare tutto questo, e a rendere universale la sua storia personale che ripercorre con un coraggio da leonessa - tratto che apparteneva anche a suo padre e che lui alla fine ha saputo riconoscerle. Recensione ❯
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La storia e il futuro delle immagini in un'opera che pone domande e rivendica maggiore consapevolezza. Documentario, Danimarca, Svezia2023. Durata 85 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un documentario che si interroga sulle immagini stesse. Espandi ▽
La macchina da presa (ora telecamera) è il soggetto di questo documentario che vede i due registi ancora una volta uniti in una ricerca. Questa volta si chiedono come la contemporanea ossessione per le immagini si sia sviluppata al punto da mutare i nostri comportamenti. Partono dalle prime immagini impressionate su una lastra fotografica per giungere al dato, stimato per il 2022, di 45 miliardi di camere presenti sul pianeta e senza alcun tipo di linea progettuale. Il lavoro di Danielson e Van Aertryck, grazie al fatto che, specie nella seconda parte, si avvale di una miriade di riprese e di siti su cui i nativi digitali sono assolutamente competenti, andrebbe mostrato in tutte le scuole superiori. Anzi, prima dovrebbero essere i docenti a vederlo per prendere ulteriore coscienza del fatto che la scuola mentre insegna a scrivere, leggere e decodificare gli scritti altrui, ben poco ancora fa per favorire la decodificazione del linguaggio dominante che tutti accomuna: quello delle immagini. Recensione ❯
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Un'operazione centrata che affonda le sue pulsioni narrative nel mito shakespeariano e biblico. Il Cerchio della vita continua. Animazione, Avventura, Drammatico - USA2024. Durata 120 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Nelle Terre del Branco ogni cosa ha il suo posto, anche una giovane leonessa come Kiara, principessa figlia di Simba e Nala. Quando i suoi genitori si allontanano per dare alla luce il fratellino Kion, Kiara viene intrattenuta da Rafiki e dall'immancabile commento di Timon e Pumbaa con la storia di suo nonno Mufasa. Tutto inizia con Mufasa che è ancora un cucciolo inesperto al seguito dei suoi genitori, Masego e Afia, mentre i tre vanno alla ricerca della mitica Milele.
Se a Favreau si poteva dire di essere rimasto schiacciato dall'ingombrante monolite del '94, Jenkins forse ha spostato troppo l'asticella verso il realismo perdendo di vista il simbolo, la figura, lo schizzo - e quindi la capacità spettacolare di penetrare l'immaginario collettivo.
Dall'altro lato, però, Mufasa è una delle operazioni Disney più centrate degli ultimi anni, capace di scansare ogni attacco woke e maga grazie ad una storia che affonda le sue pulsioni narrative nel mito shakespeariano e biblico, con i soliti - per la saga - grumi di fatalismo, rivalità e predestinazione. Il Cerchio della Vita continua. Quello del Botteghino, chissà. Recensione ❯
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Con due grandi attrici a disposizione, Almodóvar dirige una partitura nitida e rigorosa che prende di petto il tema della morte. Drammatico, Spagna2024. Durata 107 Minuti.
Una donna ha un cancro e, aumentando la probabilità della morte, chiede a una sua amica di starle accanto. Espandi ▽
Ingrid e Martha sono amiche da anni. Martha è stata una corrispondente di guerra e ora è affetta da un tumore che potrebbe essere curabile ma intanto si è preparata all’idea di morire, e ha già scelto, nel caso, come farlo. Ciò che vorrebbe però è non morire sola chiede a Ingrid di soggiornare nella stanza accanto alla sua nel momento in cui dovesse decidere di “abbandonare il party”.
Pedro Almodóvar, al suo primo lungometraggio in lingua inglese affronta di petto, ma con grande pudore e una misura di ironia e leggerezza, il tema della nostra impermanenza su questa terra e della nostra possibilità di scelta su come dire basta.
La sua è una partitura nitida e rigorosa che mette a confronto due grandi attrici, Julianne Moore e Tilda Swinton. The Room Next Door è imbevuto di cultura letteraria, pittorica, musicale, cinematografica, ma resta aderente ai volti umani e vissuti delle sue due protagoniste. Recensione ❯
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Un film intenso, elegante e fortemente sensuale in cui la regista si dimostra eccezionale nel cogliere ogni sfumatura. Drammatico, Francia, India, Paesi Bassi, Lussemburgo, Italia2024. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un'infermiera di Mumbai Prabha si immerge nel lavoro per sopprimere ricordi dolorosi, finché un regalo non riapre le ferite del suo passato. Espandi ▽
All We Imagine As Light, opera seconda della regista indiana 38enne Payal Kapadia, coprodotta da Roberto Minervini, è una storia che ha il sapore dei romanzi di Jane Austen. Racconta con immensa tenerezza la storia di due donne (anzi tre, perché c’è anche un’infermiera più anziana, Parvati, sfrattata dalla casa in cui ha vissuto per 22 anni) i cui desideri e aspirazioni si scontrano con un assetto sociale che le relega in un angolo e preclude loro soddisfazioni e sentimenti. Un film intenso, elegante e fortemente sensuale senza essere esplicitamente sessuale (ma l’unica scena di sesso del film è una delle più realistiche e commoventi viste nel cinema recente). Kapadia si dimostra una regista eccezionale, capace di cogliere ogni sfumatura dell’universo narrato, ogni luce, ogni sguardo, ogni dettaglio, ogni piccolo spostamento dell’anima. Le corrispondono in bravura le due attrici protagoniste, Divya Prabha nei panni di Anu e soprattutto Kani Kusruti, la cui intensità recitativa fa di Prabha un magnete irresistibile, e un grido soffocato che è impossibile non ascoltare. Recensione ❯
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Un'opera importante che sceglie un approccio educativo per portare sul grande schermo il grande best seller internazionale. Drammatico, Italia, Israele2024. Durata 108 Minuti.
Il potere liberatorio della letteratura nell'Iran rivoluzionario. Espandi ▽
Teheran, 1979: Azar Nafisi torna nel nativo Iran insieme al marito ingegnere Bijan dopo molti anni passati all’estero. La donna insegna letteratura inglese. Il 3 agosto l’ayatollah Khomeini instaura in Iran il Governo provvisorio islamico, imponendo la sharia come legge dello Stato: il che, per Azar, significa essere costretta a indossare l’hijab e vedere la lista di letture del suo corso censurata dalle autorità. Azar abbandona l’insegnamento e decide di creare un circolo di lettura per donne. Leggeranno insieme i testi anglosassoni proibiti dall’ayatollah. Leggere Lolita a Teheran è stato un best seller internazionale all’inizio degli anni Duemila. Il film ha certamente un valore educativo perché illustra nel dettaglio la perdita graduale della libertà, soprattutto delle donne ma non compie le necessarie scelte drammaturgiche per risultare veramente coinvolgente. Il messaggio è molto importante, soprattutto oggi che a combattere per Donna, Vita e Libertà sono le studentesse: dunque tutto ciò che si può fare per trasmetterlo è benvenuto e apprezzabile. Recensione ❯
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Un omaggio trascinante, divertente, irresistibile che cattura tutta la carica rivoluzionaria di un programma che ha fatto la storia. Commedia, USA2024. Durata 109 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
I novanta minuti che hanno preceduto la messa in onda della prima puntata del "Saturday Night Live" l'11 ottobre 1975. Espandi ▽
La sera dell'11 ottobre 1975, alle 23,30, va in onda per la prima volta sulla Nbc il Saturday Night Live che ha cambiato per sempre la storia della televisione e della società americana. Quello stesso giorno, alle 22, è tutto in altro mare. Il creatore e produttore Lorne Michaels, un trentenne di origini canadesi, deve far fronte a numerose difficoltà. Cerca la collaborazione dello staff, a cominciare dalla moglie autrice, ma affrontare anche la diffidenza dei dirigenti della Nbc con a capo Dave Telbet, colui che scovava i talenti e si vantava di essere "l'unica persona in questa azienda senza una descrizione del lavoro". Fino a pochi minuti prima di andare in onda può saltare tutto. Poi, il miracolo...
Un omaggio trascinante, divertente, irresistibile che cattura tutta la carica rivoluzionaria del programma con un finale esaltante. Il film dà l'illusione di essere girato in diretta proprio quella notte dell'11 ottobre del 1975 con le immagini sgranate e i colori sfocati della fotografia di Eric Steelberg.
Si nota anche una struttura narrativa alla Robert Altman dove la distanza tra l'esibizione sul palco e il backstage è quasi annullata. Forse è una coincidenza ma l'anno della prima puntata del Saturday Night Live e Nashville è lo stesso. Recensione ❯
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Un esordio autoriale e divulgativo che è pura emanazione dei codici etici ed estetici della sua autrice. Drammatico, Italia2023. Durata 118 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Paola Cortellesi fa il suo esordio alla regia con un originale dramedy in bianco e nero ambientato nel Secondo Dopoguerra. Espandi ▽
Delia è “una brava donna di casa” nella Roma del dopoguerra: tiene il suo sottoscala pulito, prepara i pasti al marito Ivano e ai tre figli, accudisce il suocero scorbutico e guadagna qualche soldo rammendando biancheria, riparando ombrelli e facendo iniezioni a domicilio. Secondo il suocero però “ha il difetto che risponde”, in un’epoca in cui alle donne toccava tenere la bocca ben chiusa. E Ivano ritiene sacrosanto riempirla di botte e umiliarla per ogni sua “mancanza”. Per fortuna fuori casa Delia ha qualche alleato. E soprattutto, ha un sogno nel cassetto, sbocciato da una lettera ricevuta a sorpresa. C’è ancora domani è l’esordio alla regia di Paola Cortellesi, ed è una pura emanazione della sua persona. Il tono è divulgativo, pensato per raggiungere il più ampio pubblico possibile, ma questo non va a scapito della sua vocazione autoriale. L’aspetto più sorprendente del film è che, di fatto, è un horror, ma raccontato attraverso il filtro gentile della sensibilità di Paola Cortellesi, nel suo stile riconoscibilmente “leggero” che riassume ciò che abbiamo finora appreso di lei: la capacità di parlare di cose serissime rendendole appetibili, il rispetto della propria e altrui dignità. Recensione ❯
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Tutta la libertà di potersi esprimere senza vincoli di un regista che ha sempre prediletto il cuore al cervello. Commedia, Francia2024. Durata 129 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Lino, che ha deciso di lasciarsi tutto alle spalle, si renderà conto che finalmente tutto quello che accade nella vita è un bene. Espandi ▽
In un mondo che sembra sempre più pazzo, un uomo che aveva tutto - famiglia, successo, carriera - sente che sta perdendo l'equilibrio. È un prete destituito, un regista di film per adulti o un trombettista? Ricercato, vaga per la Francia, facendo incontri a dir poco inaspettati. Recensione ❯
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Elegante, ambizioso, imperfetto. Un melò tra passato e futuro in cui si riconosce la firma di un grande autore. Drammatico, Fantascienza - Francia, Canada2023. Durata 145 Minuti.
Una donna decide di liberarsi da tutte le emozioni tornando alle vite precedenti. Espandi ▽
Grande affresco spazio-temporale in cui l’amore diventa questione metafisica, e il melò si fa fibra connettiva del tempo. Ci restituisce un Bertrand Bonello che torna a spiegare le ali della sua ambizione di cineasta. In un film denso e ricco di ispirazioni, parte dell’anima viene da “La bestia nella giungla” di Henry James. In questa versione se ne prendono saggiamente solo alcune parti ma rimane l’idea evocativo-paranoica di una catastrofe sempre dietro l’angolo. Bonello ci va a nozze, dipingendo tre presenti senza futuro, collegando la vera alluvione di Parigi del 1910 all’angoscia di guerre civili potenziali nel presente, fino a un domani “pacificato” in cui la risorsa a rischio di estinzione sono i turbamenti imperfetti dell’animo umano. Un’impalcatura elegante che fa risplendere il film intero. Sontuoso nel disseminare leitmotiv visivi e poetici qua e là, mozzafiato nel disegnare istantanee di vita urbana futura e deserta per le strade di Parigi, Bonello fa un film vulnerabile e imperfetto, opera non del tutto compiuta ma nella cui anima riconosciamo inconfondibile i meriti di un grande autore. Recensione ❯
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Con leggerezza e partecipazione, un'occasione per riflettere sull'importanza della salute mentale e dell'inclusività. Documentario, Italia2024. Durata 79 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il teatro Patologico di Dario D'Ambrosi coinvolge un gruppo di grandi attori italiani per riflettere sulla
malattia mentale. Espandi ▽
Nel Teatro Patologico di Roma il regista e attore Dario D'Ambrosi guida un gruppo di ragazze e ragazzi con disabilità psichiche nel percorso della teatro-terapia. Questa compagnia teatrale, da lui diretta, mette in scena assieme ad attori e attrici di primo piano (Claudio Santamaria, Raoul Bova, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Vinicio Marchioni, Marco Bocci, Stefania Rocca, Stefano Fresi) alcuni dei disturbi mentali più diffusi in Italia, in una sorta di docufiction che ha lo scopo di sensibilizzare sul tema.
Con leggerezza e partecipazione, il rovesciamento di ruoli tra ragazzi con disturbi psichici e un cast di attori famosi ci ricorda che il tema delle malattie mentali ci riguarda tutti.
Il rischio di scivolare talvolta nella banalizzazione o nella caricatura è dietro l'angolo, ma l'operazione nel complesso regge grazie alla sentita partecipazione del cast e in virtù del nobile messaggio. Un intento reso perlopiù esplicito dalle didascalie che accompagnano gli episodi del film, dalla modalità di uscita in sala, come evento nella settimana della Giornata Mondiale della Salute Mentale (10 ottobre), e dalla beneficenza correlata. Recensione ❯
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La prima parte della trilogia horror diretta da Renny Harlin. Espandi ▽
Un uomo fugge nel mezzo di un bosco: inseguito e raggiunto dai suoi mascherati inseguitori, viene ucciso con un colpo d'ascia. Una giovane coppia felice giunge nel paesino di Venus, tra i boschi dell'Oregon. La comunità sembra essere molto religiosa e contrariata dal fatto che la coppia non sia ancora sposata. A causa di un improvviso guasto automobilistico i due sono costretti a fermarsi in un Bed and Breakfast di Venus, ma la casa a noleggio si rivelerà presto una trappola mortale: tre individui mascherati giocheranno infatti con la coppia come il gatto con il topo.
Il reboot del cult movie di Bryan Bertino lo vuole riscrivere facendone una trilogia, ma il primo capitolo non sembra avere nuove idee e, per quanto ben condotto, ripropone la formula con una sola banale variante finale.
La regia di Renny Harlin e i brani in colonna sonora, non sono comunque banali. Se la formula è risaputa, per lo meno è condotta con una certa grazia, restituendo la paura di un'invasione dello spazio domestico da parte di maniaci che non hanno alcuna motivazione. Avrebbe probabilmente funzionato meglio se gli assassini non fossero stati silenziosi come dei ninja, capaci di muoversi senza essere visti né sentiti in modo pressoché soprannaturale. Recensione ❯
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Leggerezza visiva e sketch godibili per un sequel che riflette sul valore della diversità. Animazione, Australia2024. Durata 98 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Il secondo capitolo dell'originale coming of age animato riprende le peripezie del giovane Freddy. Espandi ▽
Nato in una famiglia di lupi mannari, Freddy Lupin era destinato a diventare leader del branco. Ma al compimento del quattordicesimo anno di età si era trasformato in un innocuo barboncino. Nonostante abbia stretto amicizia con altri cani e si sia riconciliato con il proprio clan di licantropi, Freddy continua a vivere una fase di confusione. Quando il suo desiderio viene esaudito dagli spiriti lunari, però, l'ordine cosmico ne risulta stravolto e Freddy dovrà cercare di ripristinarlo con l'aiuto della cagnolina Batty.
Freddy affronta le responsabilità delle proprie azioni e comprende il valore della diversità e dell'accettazione di sé, in un sequel in cui emergono il fine educativo e la leggerezza visiva.
Mentre nel primo capitolo Freddy doveva accettare il fatto di essersi trasformato in un barboncino e fare i conti con la sensazione di essere un estraneo al proprio gruppo, qui invece riesce finalmente a realizzare il sogno di diventare lupo evocando per errore delle forze sovrannaturali. Recensione ❯
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