
Titolo originale | My Dead Friend Zoe |
Anno | 2024 |
Genere | Commedia, Drammatico, Guerra, |
Produzione | USA |
Durata | 103 minuti |
Al cinema | 3 sale cinematografiche |
Regia di | Kyle Hausmann-Stokes |
Attori | Sonequa Martin-Green, Natalie Morales, Utkarsh Ambudkar, Gloria Reuben Ed Harris, Morgan Freeman, Rich Paul, Drew Rausch. |
Uscita | mercoledì 11 giugno 2025 |
Distribuzione | Europictures |
MYmonetro | 2,89 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 5 giugno 2025
La storia di una forte amicizia al femminile che va oltre la morte. La mia amica Zoe è 113° in classifica al Box Office. giovedì 19 giugno ha incassato € 62,00 e registrato 2.899 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Stato dell'Oregon, ai giorni nostri. Merit Charles è una giovane meccanica specializzata dell'esercito statunitense che ha militato in Afghanistan nel 2016 e si ritrova a frequentare suo malgrado un gruppo terapeutico su ordine del tribunale, dopo aver causato per negligenza un grave incidente. Il suo trauma non è una conseguenza di quell'incidente, è il ricordo di una grande amica e commilitona, Zoe Ramirez, che ha perso la vita. Zoe è così presente nella memoria di Merit che la giovane donna la vede ovunque. Zoe è la sua ombra, e le ripete che non deve raccontare ciò che ha vissuto: dunque durante le riunioni di terapia, fra reduci affetti da sindrome post traumatica, Merit rimane in silenzio. La situazione si complica quando la madre di Merit chiede alla figlia di assistere suo nonno Dale, un ex tenente colonnello che mostra i primi sintomi dell'Alzheimer e vive da solo in una baita sul lago.
La mia amica Zoe è il lungometraggio di esordio alla regia e sceneggiatura di Kyle Hausmann-Stokes, un reduce di guerra che racconta, trasfigurandola creativamente, una storia realmente accaduta.
Il suo intento è fortemente educativo e la confezione del film risulta piuttosto convenzionale, quasi didattica, ma c'è una grande sincerità al suo interno e un evidente desiderio di condividere la propria esperienza con il pubblico: il che è proprio quello che Merit non riesce a fare, e che non riguarda solo i reduci di guerra ma tutti coloro che, dopo un episodio traumatico, non riescono a parlarne.
Il film ha un'altra freccia al suo arco, ed è la presenza di Ed Harris, che non solo interpreta il nonno Dale con tipica varierà di sfumature e profondità d'animo, ma smarca La mia amica Zoe dal rischio di diventare un manifesto in quota MAGA: la reputazione politica ed etica di Harris tiene lontani la retorica e il patriottismo più becero, mettendo invece in luce quello più nobile. E il momento in cui il tenente colonnello rievoca il ricordo bruciante dell'accoglienza riservata ai reduci del Vietnam dal pubblico yankee è davvero commovente. Sonequa Martin-Green è molto credibile (e bellissima) nei panni di Merit (meno Natalei Morales in quelli di Zoe, e non solo perché in molte scene è solo una proiezione di Merit), e l'attore e rapper di origine indiana Utkarsh Ambudkar fornisce un sollievo comico benvenuto nell'alleggerire la drammaticità della storia.
I titoli di coda rivelano ciò che era abbastanza intuibile, ovvero che tutti gli attori (più o meno professionisti) in scena sono anche veterani, compreso Morgan Freeman che ha il ruolo del terapeuta. L'appunto che si può fare al film, a parte la già citata convenzionalità della confezione (che però nelle ricostruzioni del trauma riesce a restituire in maniera quasi epidermica l'impatto che certi eventi hanno su chi soffre di sindrome post traumatica), è quello di sottovalutare l'impatto a lungo termine dell'Alzheimer sui caregiver. Ma non si può non voler bene a un film con un'intenzione così genuina e un'urgenza testimoniale così sincera.
Dall'11 giugno arriva nelle sale italiane, distribuito da Europictures, La mia amica Zoe (2024), film d'esordio alla regia di Kyle Hausmann-Stokes - presentato fuori concorso al Torino Film Festival 2024 - che affronta il tema del trauma post-bellico attraverso la storia di Merit (Sonequa Martin-Green), veterana tornata dall' Afghanistan e profondamente segnata dall'esperienza della guerra.
Merit ha difficoltà a reintegrarsi nella vita civile e ha scelto di isolarsi, fatta eccezione per gli incontri con il dottor Cole (Morgan Freeman), il terapeuta del VA (il sistema di assistenza per i veterani), e nel frattempo deve confrontarsi - come già rivelato dal titolo originale: My Dead Friend Zoe - con la perdita della sua migliore amica Zoe (Natalie Morales), caduta in battaglia, che continua ad apparirle come un fantasma accompagnandola costantemente nella sua quotidianità, talvolta con commenti sarcastici, talvolta con dolcezza.
La situazione si complica ulteriormente quando Merit viene chiamata da sua madre nella vecchia casa di famiglia sul lago a prendersi cura del nonno Dale (Ed Harris), un reduce del Vietnam affetto da demenza senile, con cui ha sempre avuto un rapporto conflittuale.
Al suo debutto nel lungometraggio, il regista e co-sceneggiatore Kyle Hausmann-Stokes, con un passato da paracadutista nell'esercito degli Stati Uniti d'America durante la guerra in Iraq, riesce ad imprimere uno sguardo personale su tematiche complesse con una sensibilità autentica, figlia anche dell'esperienza diretta vissuta come militare - la storia è ispirata a eventi reali.
Nel restituire le molteplici sfaccettature emotive dei personaggi, il film si avvale delle performance di due "veterani del cinema" quali Morgan Freeman e Ed Harris, e soprattutto dell'attrice protagonista Sonequa Martin-Green - già nota soprattutto per la serie televisiva The Walking Dead e ora alla prima vera importante prova cinematografica - assolutamente padrona di un ruolo non facile, in cui lascia trasparire man mano sprazzi di vulnerabilità.
La mia amica Zoe trova un equilibrio sorprendente, mescolando umorismo e dramma, ilarità e commozione, scavando sotto la superficie e parlando di relazioni, amicizia, famiglia, identità, perdita e guarigione. Un film sospeso tra trauma e commedia, che offre un punto di vista originale e sincero sulle cicatrici invisibili lasciate dalla guerra, mettendo anche a confronto generazioni diverse e distanti.
Merit è una veterana dell'esercito che deve fare i conti con il peso della sua esperienza in Afghanistan e prendersi cura del nonno, il cui alzheimer sta progredendo rapidamente. Una serie di flashback la mostrano al fronte insieme alla sua amica Zoe, che ha una visione della vita diversa dalla sua. Almeno questo è quello che ricorda durante le sessioni di terapia di gruppo.
Secondo una notizia che arriva sui titoli di coda, dall'11 settembre a oggi negli Usa 127mila reduci di guerra si sono tolti la vita. Dieci volte di più delle vittime registrate nel frattempo dalle forze armate Usa sui vari fronti. La cifra, scioccante, precede l'apparizione di un QR Code che consente allo spettatore interessato di sostenere le associazioni dei veterani.
Merit, veterana di ritorno dall'Afghanistan, non dimentica l'amica Zoe morta in missione. Lei stessa è incapace di superare il trauma e vive con l'ombra di Zoe su di se, finché... Incisivo racconto delle ombre di vita dei reduci di guerra e dei percorsi per superare i traumi. La narrazione è leggera anche se il tema - ispirato a una storia vera è cupo.
Reduci dall'Afghanistan, terapie collettive, e Zoe. Amica per la pelle, sempre presente, consigli, critiche, ma è un fantasma, o meglio è l'intensa partecipazione emotiva di Merit, soldatessa, meccanica specializzata, alla morte violenta della compagna, da cui non riesce a staccarsi. Sotto il gioco di commedia c'è un movimento traumatico e la tragedia della guerra.
Basato su fatti realmente accaduti, La mia amica Zoe è il film di esordio di Kyle Hausmann-Stokes (42 anni), regista di un onesto film di denuncia, la cui autenticità viene sancita soprattutto dalle fotografie che precedono i titoli di coda, fotografie di commilitoni del regista, morti suicidi, una volta tornati in patria, veterani reduci dalle battaglie combattute da soldati americani in Afghanistan [...] Vai alla recensione »
La mia amica Zoe parte da un cortometraggio d'impostazione interamente, o quasi, documentaristica, intitolato Merit x Zoe ed è parzialmente tratto da una storia vera. Il veterano di guerra e regista Kyle Hausmann-Stokes esordisce al lungometraggio, ripercorrendo pressoché dichiaratamente le tracce del cinema di Clint Eastwood, John Avnet, Paul Haggis e Jason Dean Hall.
Tra le varie occupazioni che si sono avvicendate nel passato recente dell'esordiente Kyle Hausmann-Stokes - dalla carriera militare fino a La mia amica Zoe - è di certo rilevante quella di co-fondatore della Veterans in Media Entertainment, attiva a Hollywood per l'organizzazione di proiezioni, eventi e per l'interazione con diverse altre realtà di ritrovo, cura, racconto e supporto dei veterani, di [...] Vai alla recensione »
Reduce dalla guerra in Iraq e dalla perdita di due cari amici e commilitoni, Kyle Hausmann-Stokes esorcizza i suoi demoni attraverso la storia di Merit, tornata dall'Afghanistan ma accompagnata dal fantasma dell'amica Zoe, personificazione del suo senso di colpa e presenza più sgradita che altro. Una variazione sul tema della presenza invisibile e degli equivoci connessi - topos ricorrente da A Beautiful [...] Vai alla recensione »
Quando sono in ballo opere d'esordio - fatto usuale in una manifestazione istituzionalmente votata alla promozione del cinema nuovo quale il TFF - magari si guarda all'interesse del contenuto, che in realtà quasi mai garantisce la riuscita. Tuttavia nel caso di My Dead Friend Zoe il fattore tematico conta, e non poco: avendo prestato servizio in Iraq per cinque anni, il neo regista Kyle Hausmann Stoke [...] Vai alla recensione »