Anno | 2018 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Patrick Vollrath |
Attori | Joseph Gordon-Levitt, Carlo Kitzlinger, Max Schimmelpfennig, Aylin Tezel Murathan Muslu, Aurelie Thepaut, Omid Memar, Christian Skibinski, Nino Porzio, Cornel Nussbaum, Paul Wollin, Denis Schmidt, Anna Suk, Hicham Sebiai, Passar Hariky, Christoph Wielinger, Filippo Parisi, Mario Klischies, Simon Schwarz. |
Tag | Da vedere 2018 |
MYmonetro | 3,08 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 19 giugno 2020
Alcuni attentatori entrano nella cabina di pilotaggio di un aereo rischiando il disastro.
CONSIGLIATO SÌ
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Tobias è un pilota americano che vive in Germania e lavora per una compagnia aerea tedesca. Una sera come tante altre, all'aeroporto di Berlino, si accomoda nella cabina di pilotaggio di un volo di linea per Parigi. Al suo fianco c'è Michael, il capitano tedesco, e dietro la porta della cabina c'è Gökce, hostess di esperienza che è anche la fidanzata di Tobias e madre di suo figlio. L'aereo si alza in cielo come da routine, ma appena raggiunta l'altitudine di volo, un gruppo di terroristi si alza dalle prime file e cerca di fare irruzione nella cabina di pilotaggio.
Thriller ad alta quota e alta tensione, l'esordio nel lungometraggio del giovane tedesco Patrick Vollrath si iscrive con successo nel filone claustrofobico-adrenalinico dei film in tempo reale ambientati in una singola location.
Rispetto a esempi recenti del genere come In linea con l'assassino, Locke e The Guilty, 7500 aggiunge ulteriore pathos grazie all'ambientazione aerea, da sempre particolarmente angosciante e già sfruttata con successo nel thriller contemporaneo da Jaume Collet-Serra in Non-Stop. È la cabina di pilotaggio a essere esplorata come puro spazio cinematografico in 7500, incubo claustrofobico all'interno di un altro incubo claustrofobico. Vollrath dirige con fervore e precisione, non varcando mai la soglia e rimanendo focalizzato su Joseph Gordon-Levitt mentre il suo Tobias è diviso tra l'essere pilota e uomo d'azione, ufficiale responsabile di quasi cento passeggeri e padre di famiglia preoccupato per le sorti della sua compagna. Sono tutti stilemi ultra-collaudati e già visti, certo, ma inchiodare lo sviluppo dell'azione dentro una gabbia di metallo e pulsanti luminosi dona una certa inevitabilità agli elementi che in una storia più libera di muoversi apparirebbero svogliati.
Come puro meccanismo di tensione, 7500 vola alto e arriva lontano, e di certo non deluderà gli appassionati del genere. Non soltanto grazie all'uso della macchina da presa in spazi ristretti, ma con un contributo sensoriale ad ampio spettro: su tutti l'effetto propulsivo e ritmico dei colpi sulla porta della cabina, che accompagnano in sottofondo praticamente tutto il film. Cambiano i personaggi che cercano di entrare e quelli che si rifiutano di uscire, ma la soglia sprangata rimane protagonista insieme alla fondamentale telecamera sopra la porta, che trasforma Tobias da attore in spettatore egli stesso, in un'interessante riflessione sull'occhio e sul soggetto dell'azione. È in questo scambio cinetico che 7500 dà il meglio di sé; per le tematiche più ampie del fondamentalismo religioso, dell'istinto di vendetta e della moralità umana, il film non ha posti liberi se non in economy class, e in fondo va bene così. Grazie per aver volato con noi.
I primi quaranta minuti di 7500, il film di Patrick Vollrath, sono tra i più tesi degli ultimi tempi. E, in una delle sue performance migliori, Joseph Gordon-Levitt interpreta Tobias, il copilota di un volo di routine tra Berlino e Parigi, che si prepara insieme all’equipaggio al consueto decollo. Tra loro, la fidanzata di Tobias, Gökçe (Aylin Tezel), assistente di bordo, [...] Vai alla recensione »
Un film che ti prende per mano. Ti fa salire su un aereo. E non ti lascia tregua fino all'ultima sequenza. Non fa concessioni a un possibile happy end. Il destino del pilota e della hostess, in particolare di quest'ultima, non lasciano indifferenti. Lo considero uno dei film più avvincenti sul "terrorismo nei cieli".
Il film è un classico del dirottamento aereo. Trama classica senza eccezioni. La pecca è nel dover leggere i sottotitoli piccoli piccoli per gran parte del film. E poi si vede chiaramente che è un simulatore di volo. Un pò più di inventiva ci voleva.
Adatto ai tempi: a volare si ritornerà chissà quando, quindi al massimo turberà la noia da confinamento, che non è un male. Inadatto a chi ha degli aerei ha paura, vuoi perché ha visto l' episodio di "Ai confini della realtà" con il demonietto appollaiato sull' ala, vuoi perché teme un attacco terroristico (si spera che un dettaglio del copione sia pura fantasia, in effetti risulta abbastanza sinistro, [...] Vai alla recensione »
Sul volo Berlino-Parigi alcuni terroristi kamikaze cercano di impadronirsi dell'aereo e fare una strage. Sfruttando elementi sintomatici per enfatizzare la tensione (spazio irrisorio, nevralgico uso del fuoricampo, dilemmi morali) e una narrazione dagli snodi piuttosto prevedibili, l'esordiente regista tedesco Patrick Vollrath rinuncia volutamente ad approfondire tematiche politiche e motivazioni ideologich [...] Vai alla recensione »
Un hijacking drama, visto oggi, fa quasi tenerezza. Un po' perché il terrorismo sembra archiviato, anche se non lo è, un po' perché col Covid-19 chi lo prende l'aereo. Insomma, sembra quasi archeologia, se non rassicurazione tout court: ah, quanto sarebbe bello viaggiare in aereo - tratta Berlino-Parigi, oggi fantascienza - e pazienza se qualche cattivone vuole farne un proiettile.