Nell'estate dei suoi diciotto anni, Giulio si innamora della figlia dei vicini, Lia, una ragazza tanto disinibita quanto introversa che sembra nascondere dei segreti. Espandi ▽
Estate. Giulio aiuta i suoi genitori nella tenuta di campagna. Nel casale vicino, da molto tempo disabitato, sembrano essere tornati i proprietari. Si tratta della loro figlia, Lia, una ragazza tanto disinibita quanto introversa. Impone il proprio punto di vista su tutto senza possibilità di contraddittorio. Giulio se ne innamora. Ma Lia e quel casale nascondono un segreto. L'opera prima di Beatrice Baldacci fa scoprire una regista che ha davanti a sé la possibilità di un percorso interessante nel panorama del cinema italiano. Servita purtroppo non completamente (forse a causa del non elevato budget) da una fotografia che, in particolare negli esterni diurni, non offre il giusto spessore alla tensione che attraversa tutto il film, Baldacci sa però come sfruttare al meglio la sceneggiatura. Baldacci esplora i volti e i corpi dei protagonisti trovando sempre la giusta misura finalizzata a costruire quell'attenzione nei loro confronti che nel cinema si traduce in una forma di rispetto per lo spettatore. Recensione ❯
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Una nuova fase dall'intuizione geniale e con alcune linee narrative particolarmente commoventi. Drammatico, Gran Bretagna2022. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Torna con un secondo capitolo cinematografico la saga sulla famiglia aristocratica inglese all'inizio del XX secolo. Espandi ▽
Violet Crowley, contessa di Grantham, riceve un'inaspettata eredità: un aristocratico francese le ha lasciato una villa in riva al mare, e Lady Violet decide a sua volta di girarne la proprietà alla nipote Sybbie. La moglie del conte francese vuole impugnare il testamento del defunto marito, ma buona parte della famiglia Crowley si trasferisce sulla Riviera su invito del figlio del conte, che invece è incline a rispettare la volontà del padre. Del resto è meglio che a Downton Abbey restino solo i domestici e Lady Mary, poiché all'interno della magione si girerà un film: e la servitù è molto eccitata dalla presenza di due divi del muto, Guy Dexter e Myrna Dalgleish. Il regista invece farà compagnia a Mary, il cui marito è ancora una volta ben lontano.
Con Downton Abbey II - Una nuova era la saga inglese amatissima dal pubblico mondiale chiude il cerchio e allo stesso tempo apre la porta ad una possibile nuova fase, come preannunciato dal titolo.
Le dinamiche fra i personaggi sono perfettamente allineate a ciò che già sappiamo di loro, mentre la trasferta francese apre visivamente ad un orizzonte più ampio, pieno di aria e di luce, laddove gli interni ormai notissimi della magione rischiavano di soffocare la storia. E l'alternanza sapiente fra i due ambienti è l'occasione anche per un ironico confronto fra culture, sperando che la permalosità francese non susciti oltralpe una reazione offesa! Recensione ❯
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Desplechin adatta Philip Roth e realizza un film che dovremmo pregare di vedere. Luminoso e galvanizzante. Drammatico, Francia2021. Durata 105 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un uomo si trova a conversare con donne che non sa nemmeno se esistono. Espandi ▽
Tromperie è un film fervente che crede fermamente nel potere della finzione, della letteratura e del cinema, di tenerci in vita. Senza creazione non c'è desiderio e viceversa. E tutto il desiderio arriva dal romanzo omonimo di Philip Roth che Arnaud Desplechin ha pensato di adattare per anni, senza trovare mai l'occasione e la maniera. Desplechin tiene un profilo basso e firma un film emozionante il cui vero soggetto, appena nascosto e appena ostentato, è l'apprensione dell'età, la paura della malattia e il terrore della morte. Del romanzo di Roth, Desplechin fa meraviglie, fa un film profondamente intelligente e sensibile, un film sorprendente di voci off, in, sopra, sotto, di dentro, voci ebbre, tenere, furiose, intime, letterarie, un film di salti temporali e geografici, dentro i sogni, dentro i ricordi, dentro le pagine. Recensione ❯
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La persecuzione degli ebrei raccontata sotto una luce inusuale. Family, Germania, Svizzera2019. Durata 119 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una famiglia ebrea deve fuggire dai nazisti da Berlino. In primo luogo fuggono a Zurigo. Da lì vanno a Parigi e infine a Londra. Espandi ▽
1933, Berlino. Anna ha 9 anni e suo fratello Max ne ha 12. Il padre è un famoso e severo critico teatrale e la madre è una pianista. Sono ebrei e nel momento in cui Hitler riesce a formare il suo primo governo in seguito alle elezioni la famiglia è costretta ad abbandonare la sua vita agiata per raggiungere rapidamente la Svizzera. Qui alloggiano in un albergo costoso nella speranza che il genitore trovi un impiego adeguato. Le cose però non vanno come sperato e i quattro debbono nuovamente partire per raggiungere Parigi. Anche lì la loro esistenza non sarà delle più facili e dovranno conoscere l'indigenza senza avere la certezza che la Francia possa diventare la loro seconda patria.
Il romanzo, in parte autobiografico, di Judith Kerr edito nel 1971 e tradotto in più di venti lingue trova la sua trasposizione cinematografica in un film non solo per ragazzi.
Caroline Link ha trovato il coraggio (grazie a una coproduzione germanico-svizzera-italiana) di affrontare un best seller da più di 50 anni per il quale ci si chiedeva per quale ragione non fosse ancora diventato un film. Questa pur pregevole realizzazione ne svela le insidie. Ciò che sulla carta rilegata funzionava (la narrazione di una progressiva deprivazione in cui però era assente l'orrore dello sterminio) rischia di diventare sullo schermo un ostacolo alla possibile empatia. Recensione ❯
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Un film tutto di scrittura e recitazione, con lo charme immediato, naturale, travolgente di Anais Demoustier. Sentimentale, Francia2021. Durata 98 Minuti.
Una giovane donna è divisa tra diverse passioni. Espandi ▽
Che cosa vuole davvero Anaïs? Vuole vivere pienamente, intensamente. Vuole l'amore: magari, rubandolo. Un film sapientemente sospeso fra leggerezza, dolore e desideri.
La prima cosa che salta agli occhi, nel film, è questa figura leggera, da nouvelle vague, attorno a cui sembra avvitarsi tutta l'opera, come se inseguisse i suoi movimenti - i primi piani sequenza, vertiginosi - le sue indecisioni, le sue bugie, il suo potere di sedurre chiunque con un vestitino da tre soldi, le gambe nude, e un talento per dribblare ogni domanda.
Equilibrato fra commedia - a un certo punto c'è anche un lèmure in overdose - dramma e viaggio sentimentale, Gli amori di Anaïs è un film tutto di scrittura e di recitazione. La regia ti fa essere lì, e quando è necessario ti fa anche sentire - con alcuni primissimi piani - la delicatezza della pelle di Anais, il rossore sul collo di Bruni Tedeschi. Ma per la maggior parte del tempo ti fa "essere lì", ed è ciò che conta. La musica, firmata da un fuoriclasse come Nicola Piovani, non invade: per apparire magari prepotente all'interno del racconto, quando Valeria Bruni Tedeschi e Anaïs Demoustier ballano, in una luce di crepuscolo in cui ogni equilibrio sembra più fragile, sulle note rauche di "Bette Davis Eyes" di Kim Carnes. Recensione ❯
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Il ritratto tenero e commovente di una ragazza solare fin dal nome a dispetto delle sue circostanze. Drammatico, Italia2021. Durata 95 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La vita di una ragazza viene stravolta dal forte rapporto che ha con il padre. Espandi ▽
Dopo il successo con il lungometraggio di esordio Manuel, Dario Albertini torna al grande schermo con una maturità superiore, mettendo bene a frutto il suo passato di documentarista, e in particolare il primo lavoro, Slot – Le intermittenti luci di Franco, che seguiva la quotidianità di un giocatore d’azzardo compulsivo. Questa volta però Albertini sceglie di mostrare le ricadute su chi sta vicino a un giocatore, e in qualche misura dipende da lui per la sua sopravvivenza. Con Gioia il regista e sceneggiatore (insieme a Simone Ranucci) disegna in punta di penna il ritratto di una ragazza solare fin dal nome a dispetto delle sue modeste circostanze, che si muove con leggerezza operosa all’interno di una comunità solidale mai raccontata con condiscendenza.La bella mano di regia di Albertini riesce a non essere mai impositiva o invadente e racconta con tenera partecipazione i sogni e le speranze di un’anima giovane e incontaminata, che conosce la nobiltà del lavoro e riesce a frequentare squallidi motel senza sporcarsi, nonché ad usufruire delle nuove tecnologie senza lasciarsene fagocitare. Recensione ❯
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Una promettente Emilia Maier anima un racconto adatto a un pubblico più giovane dei personaggi che mette in scena. Family, Avventura - Germania, Austria2021. Durata 93 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Le avventure in una scuola insolita, dove i bambini ricevono un animale magico come compagno. Espandi ▽
Apparsi in Germania per la prima volta nel 2013, i libri di Margit Auer dedicati alla piccola comunità della scuola Winterstein e al negozio di animali magici di Mortimer Morrison hanno avuto un successo rapido e piuttosto strabiliante, in termini di vendite, traduzioni e nuovi volumi derivativi. Il film diretto da Gregor Schnitzler, con la collaborazione del direttore dell’animazione Tomer Eshed, lascia bene intravedere le potenzialità di questo racconto a tecnica mista e la forza dei riferimenti che lo ispirano, da Calvin e Hobbes a Winnie the Pooh, passando per i richiami visivi a “La volpe e la bambina”, ma lascia che saltino all’occhio anche i limiti di questa produzione, decisamente più convincente sul piano tecnico che su quello narrativo. Mentre i testi di partenza si rivolgono ad un target da scuola media, la regia e la sceneggiatura trattengono le dinamiche dell’avventura, i dialoghi e in generale tutto l’impianto estetico e narrativo del film, interpreti compresi, entro una cornice molto più infantile. Recensione ❯
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Quattro storie di scioccante violenza: un esordio maturo dallo stile rigoroso. Drammatico, Ucraina2020. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Quattro storie che si intrecciano a Donbass durante la guerra. Espandi ▽
Quattro storie ambientate nel Donbass, terra martoriata da anni dal conflitto tra l'esercito ucraino e le forze separatiste filorusse: a un posto di blocco, un uomo ubriaco che ha dimenticato i documenti, preside della locale scuola, crede di scorgere una delle sue studentesse tenuta prigioniera; alla fermata di un autobus, una ragazzina orfana litiga con le amiche e poi parla con la nonna, mentre in lontananza si sentono le bombe deflagrare; una ragazza ucraina viene violentata da un soldato filorusso, ma si vendica nel modo più crudele; una signora di città, colpevole di aver investito la gallina di una coppia di contadini, è vittima delle ritorsioni dei due campagnoli.
Da un pièce teatrale andata in scena a Londra, la drammaturga e regista esordiente Natalya Vorozhbit ha tratto un film a episodi che comunicano l'uno con l'altro e costruiscono l'immagine di un paese diviso tra la realtà del conflitto e una normalità ormai irrecuperabile.
La guerra, in Bad Roads, è il convitato di pietra, il fuoricampo, l'elefante nella stanza troppo grosso per essere visto nella sua interezza. La maturità di Natalya Vorozhbit, che anche nello stile oggettivo e rigoroso non mostra le classiche incertezze di un esordio, sta proprio nel mettere a tema la gravità di una situazione che in realtà nessuno riesce a comprendere. E ora che l'elefante ha distrutto la stanza uscendo allo scoperto, potrebbe essere troppo tardi per misurarne le reali dimensioni. Recensione ❯
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Una vedova cerca in tutti i modi di riavere a casa con sé il cane del marito morto in Afghanistan. Espandi ▽
Dopo la morte del marito in Afghanistan, una donna cerca di mantenere viva la fattoria di famiglia. Nel frattempo il cane di nome Dakota che aveva accompagnato il compagno fino al suo ultimo giorno di vita, dovrebbe tornare a casa da lei. Recensione ❯
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Un film secco e imparziale che conferma la passione di Cantet per le traiettorie umane e le cadute libere. Drammatico, Francia2021. Durata 87 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un giovane scrittore si ritrova al centro dello scandalo a causa di suoi vecchi post social. Espandi ▽
Ispirato all’affaire “Mehdi Meklat”, Arthur Rambo – Il blogger maledetto conferma la passione di Laurent Cantet per le traiettorie umane, le progressioni, le cadute libere, gli arresti. Ventuno anni dopo A tempo pieno, il regista affronta un nuovo mistero, meno vertiginoso ma terribilmente contemporaneo. Perché più del miracolo delle banlieue deluso e sfumato, Cantet indaga la corsa frenetica all’esistenza virtuale che produce gli eroi social(i) come i mostri. Di quel mistero, Arthur Rambo non pretende di aver la chiave, limitandosi a registrare la violenza e la rapidità della caduta di Karim. Il film resta irrisolto, come l’enigma che Karim incarna fuggendo in una notte mai così nera, dove finiamo a riflettere sull’impostura e lo sgretolamento di una rispettabilità duramente conquistata. Recensione ❯
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Quando una coppia scopre la malattia del figlio nelle loro vite si forma una crepa indelebile, proprio come fragile porcellana. Espandi ▽
Paul e Anna hanno una vita in apparenza felice. Uomo d'affari lui, restauratrice lei, condividono l'amore per il loro bellissimo figlio, il piccolo Thomas, che da un giorno all'altro viene colto da una malattia misteriosa e incurabile. La facciata della famiglia perfetta si sgretola e tutti i problemi celati nell'intimo vengono a galla: il lavoro di Paul che fa di lui un padre e un marito terribilmente assente, la fragilità di Anna che le impedisce di trovare la forza per affrontare la situazione. A scuotere l'agghiacciante paralisi in cui sprofonda la famiglia di Anna, Paul e Thomas, arriva Cristina, infermiera italiana, che sembra l'unica in grado di entrare in contatto con il piccolo.
Il senso di ciò che il film vuole raccontare si evince ancor meglio dal titolo originale, Porcelain, e cioè il racconto di una famiglia esteriormente perfetta che, come la pregiata ceramica, una volta rotta è praticamente impossibile da riassemblare. D'altronde tutto ciò viene esplicitato in un convegno per restauratori in cui Anna tratta l'argomento della porcellana, un materiale pregiato e delicatissimo.
Delicato come è Thomas che all'improvviso, come se si rompesse dentro, inizia a manifestare una strana aggressività; un malessere che sembra prima di tutto mentale ma che poi, seguendo l'inevitabile connettersi fra la mente e il corpo, si abbatte anche sul fisico, minando sempre di più la salute del ragazzo. Recensione ❯
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L'amore per la cucina fa incontrare un camorrista e una chef. Espandi ▽
Carmine Giordano è cresciuto a Napoli all'ombra del boss della camorra Pasquale Rizzuto detto "Scimitarra". Il padre di Carmine ha salvato la vita a Scimitarra, e questo è valsa al figlio una protezione costante anche se Carmine è "troppo buono e non ce la può fare" a condurre una vita nel crimine. Dunque il boss lo spedisce a Roma e gli affida la gestione di un ristorante che servirà a riciclare il denaro sporco della camorra. Il ristorante serve solo cibo scongelato e non si cura di fare bene il suo lavoro. Ma Carmine incontra Consuelo, una giovane chef di origine argentina che punta ad ottenere una stella Michelin, e le consegna lo scettro della cucina del ristorante. Lei è bravissima, ma per rientrare nelle spese di un ristorante di lusso ci vogliono tempo e molto, molto denaro: dunque sarà assai difficile per Carmine smarcarsi dalla continua sudditanza con Scimitarra.
Davide Minnella dirige un soggetto di Stefano Sardo, da quest'ultimo anche sceneggiato insieme a Giordana Mari e Gianluca Bernardini, con la collaborazione di Salvatore Esposito che interpreta il ruolo di Carmine.
Ed è proprio Esposito la marcia in più di una storia parecchio improbabile che ha più la dimensione della fiaba che della storia di vita (credibile). Con la sua presenza tranquilla e la sua recitazione minimalista Esposito compensa le implausibilità della storia, evidenti a chi ha recitato per anni in una serie come Gomorra nella quale le dinamiche del crimine organizzato campàno, nonché la sua spietatezza ineludibile, venivano rappresentate con estrema franchezza. Recensione ❯
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Una storia d'amore e musica per l'esordio alla regia di Tommaso Paradiso. Espandi ▽
Nic Vega è un cantante che 15 anni prima ha avuto un grande successo, ma poi si è perso nell'alcool e nella depressione. Nic ha perso per strada anche la persona per lui più importante, Francesca che lui chiama Franca (e a cui ha dedicato la sua hit Francamente), l'unica che "gli voleva bene veramente", e si è ritirato a Cecina dove vive sotto sfratto e senza corrente coltivando un orto, assistito dall'unico amico fedele Carlo. Quando un altro amico lo chiama a Roma per offrirgli un'occasione di lavoro come fonico, Nic si reca nella Capitale accompagnato dal suo cane, e malgrado riesca a rovinare anche quell'unica opportunità di guadagno si trattiene in città perché il marito di Francesca, un medico con la vocazione del samaritano, ha deciso di ospitarlo finché non si riprende. Ma mettere la paglia accanto al fuoco non è mai una buona idea.
Tommaso Paradiso, cantautore e già frontman dei Thegiornalisti, debutta alla regia con questa storia d'amore appassionata che vede protagonista un musicista consumato dal rimpianto.
Paradiso gira in aderenza totale ai suoi personaggi, concedendosi qualche vezzo autoriale e molte strizzate d'occhio alla sua popolarità di performer, prima fra tutte quella di inserire vari camei, da Fiorella Mannoia a Gianni Morandi, da Max Pezzali a Linus e Nicola Savino. Recensione ❯
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Un film intenso con un grande merito: riportare alla memoria la condizione femminile in tempi di guerra. Drammatico, Italia2022. Durata 104 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Ester è nel campo di concentramento di Fossoli. Una ragazza ebrea di 40 anni, di nazionalità italiana, rimasta sola dopo il rastrellamento del ghetto romano nel quale è stata arrestata tutta la sua famiglia. Espandi ▽
Ester è un'ebrea italiana che, in seguito ad un rastrellamento, viene condotta nel campo di transito di Fossoli. Qui stringe amicizia con un'altra prigioniera ma la permanenza sarà breve perché la sua prossima destinazione sarà il campo di concentramento femminile di Ravensbrück. Lì sperimenta il senso di solidarietà con altre donne ma anche il timore della delazione. Fuori dalla baracca, oltre al duro lavoro, spesso si assiste a soprusi ed uccisioni. Se poi nel ventre di Ester sembra si stia sviluppando una nuova vita la situazione si fa ancor più pericolosa.
Un film che racconta la Shoah vissuta dalle donne mettendo in luce come per loro la resistenza al tentativo di annullarne la personalità fosse una battaglia da combattere con determinazione ogni giorno.
Bocche inutili si apre con livelli di recitazione differenti resi ancor più evidenti da battute che sembrano più scritte che non pensate per essere pronunciate da donne in una situazione di costrizione e sofferenza. Progressivamente però questa sensazione sfuma per lasciare il posto ad un crescendo drammatico che fa della verosimiglianza il proprio punto di forza. Recensione ❯
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Una commedia più moralista che morale senza l'ingenuità naif che caratterizzava il primo Pieraccioni. Commedia, Italia2022. Durata 91 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di Don Simone, un prete di frontiera, con una chiesetta sempre in difficoltà e mai frequentata dai ragazzi che preferiscono piuttosto lo stare insieme dei social. Espandi ▽
Don Simone è il parroco della Chiesa degli Angeli a Firenze, popolata quasi solo da donne anziane che recitano il rosario in automatico. È già stato ammonito due volte dalla Curia romana per i suoi metodi poco ortodossi che puntano ad avvicinare la Chiesa ai giovani, ma l'unico ragazzo che ha vicino è Finizio che, insieme al sagrestano Giacinto, gli dà una mano mentre la chiesa cade a pezzi. La fortuna però sembra venire in soccorso a Don Simone: un notaio lo informa di aver ricevuto in eredità da uno zio un immobile di lusso a Lugano e un'attività avviata e redditizia. L'ultima volontà di zio Waldemaro però è che entro sette giorni Simone accetti l'eredità: ma solo dopo essersi recato in Svizzera a fare un sopralluogo.
Leonardo Pieraccioni si cala nei panni del prete Simone che, una volta arrivato a Lugano, scoprirà che l'immobile lasciato dallo zio è in realtà una casa di appuntamenti, e la lucrosa attività che ospita è la prostituzione di un gruppo di bellissime squillo d'alto bordo, capitanate da una tenutaria di nome Lena che ha le gradevoli fattezze di Sabrina Ferilli. Il dilemma è dunque quello fra accettare l'eredità e fare fronte ai problemi economici della Chiesa degli angeli, o rifiutare in nome dell'etica personale e religiosa.
La trama è a dir poco infantile, così come infantili sono le battute che la attraversano (la sceneggiatura è di Filippo Bologna e dello stesso Pieraccioni, anche regista della commedia). Recensione ❯
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