Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Dario Albertini |
Attori | Elisabetta Rocchetti, Francesca Chillemi, Paola Lavini, Piera Degli Esposti Anna Manuelli, Pietro Turano, Enzo Casertano, Luciano Miele, Yuri Casagrande Conti, Mimmo Mancini. |
Uscita | giovedì 28 aprile 2022 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Cineteca di Bologna |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,48 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 26 aprile 2022
La vita di una ragazza viene stravolta dal forte rapporto che ha con il padre. In Italia al Box Office Anima bella ha incassato 24,3 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Dopo la morte della madre, Gioia continua a vivere in un piccolo centro di campagna con il padre, occupandosi del loro gregge di pecore e della vendita di latte e formaggi. È benvoluta nella comunità di cui fa parte integrante, circondata dalle amiche, dai fedeli della parrocchia locale e da tante persone che apprezzano la sua disponibilità e gentilezza. Ma suo padre Bruno ha il vizio del gioco e si indebita continuamente: il che significa dover trovare i denari per pagare i suoi creditori. Uno psicologo consiglia alla ragazza di far ammettere Bruno in un centro di riabilitazione per le dipendenze, ma sarà l'uomo a dover dimostrare la sua voglia di smettere. E Gioia dovrà prendere decisioni drastiche riguardo alla propria vita e a quella del padre.
Dopo il successo con il lungometraggio di esordio Manuel, Dario Albertini torna al grande schermo con una maturità superiore, mettendo bene a frutto il suo passato di documentarista, e in particolare il primo lavoro, Slot - Le intermittenti luci di Franco, che seguiva la quotidianità di un giocatore d'azzardo compulsivo.
Questa volta però Albertini sceglie di mostrare le ricadute su chi sta vicino a un giocatore, e in qualche misura dipende da lui per la sua sopravvivenza. Con Gioia il regista e sceneggiatore (insieme a Simone Ranucci) disegna in punta di penna il ritratto di una ragazza solare fin dal nome a dispetto delle sue modeste circostanze, che si muove con leggerezza operosa all'interno di una comunità solidale mai raccontata con condiscendenza.
Staccarsi da quella comunità per venire in aiuto del padre sarà per lei la parte più difficile in un processo di crescita che riguarda sia lei, più matura dei suoi anni, che l'adulto mai cresciuto che l'accompagna. L'approccio naturalistico di Albertini e la recitazione istintiva di Madalina Maria Jekal e Luciano Miele sono a totale servizio della credibilità della storia e dei ruoli di Gioia e di Bruno. Intorno a loro un cast misto di non attori e di professionisti poco visti al cinema, da Elisabetta Rocchetti a Yuri Casagrande Gori a Francesca Chillemi, più il cammeo di Piera Degli Esposti che ci fa rimpiangere ancora di più la sua scomparsa.
Albertini appartiene alla nuova generazione di registi italiani che provengono dal documentario e che aderiscono ad un criterio di verità e realismo molto rigoroso, da Alice Rohrwacher, soprattutto quella di Corpo celeste, e Jonas Carpignano. Proprio la somiglianza, per struttura narrativa e caratterizzazione della protagonista, con A Chiara di Carpignano, Gioia rischia di "arrivare secondo", quando invece (oltre ad essere stato sviluppato in tempi paralleli) merita attenzione individuale e affetto esclusivo.
La bella mano di regia di Albertini riesce a non essere mai impositiva o invadente e racconta con tenera partecipazione i sogni e le speranze di un'anima giovane e incontaminata, che consce la nobiltà del lavoro e riesce a frequentare squallidi motel senza sporcarsi, nonché ad usufruire delle nuove tecnologie senza lasciarsene fagocitare.
Diciotto anni, orfana di madre, Gioia si occupa con passione di un gregge di pecore e della vendita di prodotti caseari. Nel borgo rurale in cui vive tutti le vogliono bene, apprezzandone disponibilità e gentilezza. La crepa che increspa il quadro è incarnata dal padre Bruno, dipendente dal gioco d'azzardo e avvezzo al debito pesante. Quando la situazione diventa insostenibile, Gioia sacrifica la propria [...] Vai alla recensione »
Ha da poco compiuto diciotto anni, ma da molto ha imparato ad assumersi le responsabilità e i doveri dell'età adulta. Gioia, rimasta sola con il padre, vive con lui in un paesino di campagna del Centro Italia, occupandosi del gregge di pecore e della vendita di latte e formaggi. Una vita semplice, genuina, solare. Eppure il volto, in primo piano, e il paesaggio dai colori spenti fanno emergere le ombre [...] Vai alla recensione »
Tra i talenti del nuovo cinema italiano Dario Albertini ha un posto preminente. Che il sistema non l'abbia ancora pienamente riconosciuto, in un certo senso, ne suffraga il valore: l'opera secon-da.Anima bella, che prosegue "una trilogia ideale iniziata con Manuel sul misterioso e complesso rapporto tra genitori e figli", è stata battezzata in concorso - unico italiano -ad Alice nella Città 2021, ha [...] Vai alla recensione »
Gioia, 18 anni, orfana di mamma, vive in campagna con il babbo che ha il vizio del gioco. Sono agricoltori e la ragazzina è anche parte integrante della comunità-Uno psicologo consiglia la giovane di portare il padre In un centro di riabilitazione e lei, sconvolgendo la sua vita, decide di accompagnarlo a Milano. Albertini mostra molto bene il peso di chi deve convivere accanto ai ludopatici, affidandosi [...] Vai alla recensione »
Dopo il bell'esordio Manuel, Dario Albertini all'opera seconda rimane solidamente nel genere che potremmo chiamare melodramma sociale, nell'ultimo decennio ricco ormai di titoli. Drammi di periferia, spesso con protagonisti o protagoniste adolescenti e attori non professionisti, alcune scene tipiche (presenti anche qui: il giro in motorino, i personaggi che cantano una canzone pop, a volte il passaggio [...] Vai alla recensione »
La fIn un imprecisato borgo rurale del Centro Italia, la neo-diciottenne Gioia (Madalina Maria Jekal) si prende cura del gregge di pecore, aiuta il padre (Luciano Miele) nella distribuzione dei prodotti caseari ma, soprattutto, non perde occasione per rendersi utile con le persone (anziani, bambini) della propria comunità. Un gesto, una parola, abbracci sparsi, la dimensione umana e sociale di Gioia [...] Vai alla recensione »
Anima bella a momenti sembra parlare ad un mondo dimenticato. Soprattutto quando si tratta di ricreare l'atmosfera di una parrocchia di provincia, le processioni ed il senso di comunità. Lì è nata Gioia, e lì si sente felice, a portare le pecore al pascolo. E lì vive con il padre, rimasto vedovo e diventato vittima del gioco d'azzardo, il filo conduttore della trama.