Manuel

Film 2017 | Drammatico, +13 98 min.

Regia di Dario Albertini. Un film Da vedere 2017 con Andrea Lattanzi, Francesca Antonelli, Renato Scarpa, Giulia Elettra Gorietti. Cast completo Genere Drammatico, - Italia, 2017, durata 98 minuti. Uscita cinema giovedì 3 maggio 2018 distribuito da Tucker Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,49 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 17 maggio 2018

Un racconto di formazione dedicato a tutti i Manuel di tutte le periferie: quelli che, nella vita, «devono fa' er doppio della fatica», se non «er triplo». Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Manuel ha incassato 43,6 mila euro .

Consigliato sì!
3,49/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 3,75
PUBBLICO 3,22
CONSIGLIATO SÌ
Un film che 'vive' la vicenda che racconta, con partecipazione e senza alcuna bigotteria .
Recensione di Giancarlo Zappoli
venerdì 8 settembre 2017
Recensione di Giancarlo Zappoli
venerdì 8 settembre 2017

Manuel, al compimento dei diciotto anni esce dall'istituto per minori privi di un sostegno familiare e deve reinserirsi in un mondo da cui è stato a lungo lontano. Sua madre, che è in carcere, può sperare di ottenere gli arresti domiciliari solo se lui accetta di prenderla in carico. Si tratta di una responsabilità non di poco conto.
Ci sono film che 'raccontano' una storia. Ce ne sono altri che 'vivono' la vicenda che si sta sviluppando sullo schermo. È il caso di Manuel in cui Dario Albertini trasforma l'anno e mezzo di riprese in un processo esperienziale in cui la partecipazione dell'autore si è trasferita al giovane Andrea Lattanzi il quale appunto 'vive', non 'interpreta' il ruolo di Manuel.

Sul suo volto e nella sua fisicità trascorrono tutti gli slanci e le paure che possono attraversare un ragazzo che, nel momento in cui rientra nella società, accetta di prendersi cura della madre con tutto quello che ne può conseguire.

Manuel ha trascorso diversi anni in una casa-famiglia retta da religiosi e Albertini ci mostra (senza bigotteria ma anche senza un anticlericalismo di maniera) come in quella istituzione si seguano gli assistiti con i pregi e i difetti, con le attenzioni e le tenerezze che si possono trovare in condizioni simili anche nelle istituzioni totalmente laiche.

Manuel quindi non esce da una 'prigione' ma da un luogo in cui ha ricevuto ma anche dato quando gli veniva richiesto. Ora è fuori, esposto alla tentazione della cocaina ma anche consapevole della necessità di rimettere ordine in un appartamento messo sottosopra anni prima dall'irruzione dei carabinieri e, di conseguenza nella vita di sua madre. Dovrebbe essere lui ad avere bisogno di un punto di riferimento e invece gli si chiede di diventarlo a sua volta per una donna che è stata segnata dall'esperienza del carcere e che può contare solo su di lui per tornare a vivere una vita quasi normale. Il sentimento filiale si scontra con la consapevolezza delle scarse forze a disposizione. Manuel sente che il passaggio da un'adolescenza protetta a un'età adulta che gli sta velocemente precipitando addosso è un carico pesante che non sa se sarà in grado di reggere. Albertini sa come farci 'sentire' sia le sue azioni che i suoi pensieri.


MANUEL disponibile in DVD o BluRay

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 5 maggio 2018
odiug

Un film da non perdere per chi ama il cinema d’autore. Sapevo che Manuel aveva ricevuto diversi premi ed un’ottima accoglienza dalla critica e dal pubblico in Francia ed ero molto curioso di vederlo, visto che era l’opera prima del regista Dario Albertini. Sono rimasto a bocca aperta per l’interpretazione di Andrea Lattanzi, un giovane attore che mi è [...] Vai alla recensione »

martedì 22 maggio 2018
loland10

Manuel” (2017) è il primo lungometraggio del regista-documentarista Dario Albertini. Film documentaristico ed essenziale, vivo e antiretorico, realista e asciutto. Il cinema italiano, ogni tanto, respira di prodotti come questo, dove intelligenza, buona scrittura e facce riconoscibili vanno di pari passo con giusto modo di raccontare e raccontarci una storia dell'oggi, come di ieri [...] Vai alla recensione »

mercoledì 29 agosto 2018
vanessa zarastro

Manuel è un giovane diciottenne che sta per uscire dal centro di accoglienza che lo ha ospitato per cinque anni. Non solo deve affrontare l’inizio di una nuova vita, ma anche la responsabilità di prendersi a carico la madre che, in tal modo, dal carcere passerebbe agli arresti domiciliari sotto la sua tutela. In un certo senso è un maternage a rovescio.

lunedì 21 maggio 2018
139PP

Film moltro intenso, poetico, ben recitato dal protagonista. Un bel ritratto di un anomalo giovane d'oggi che, appena maggiorenne, è già maturo da comprendere che spesso nella vita il sacrificio personale è indispensabile per esprimere vero amore. Manuel rinuncia ad una probabile fidanzata, a riallacciare amicizie equivoche, alla seduzione di "sesso e droga", pur [...] Vai alla recensione »

domenica 20 maggio 2018
FabioFeli

Manuel (Andrea Lattanzi) vive in una casa-famiglia ed è a un giorno dalla maggiore età. La prima impressione è quella di trovarci davanti un giovane irrequieto, un ragazzo “difficile”, ma non è così. La educatrice si affida a lui per risolvere l’impuntatura di un bambino di 10 anni che si è chiuso nel bagno; Manuel risolve a modo suo, buttando [...] Vai alla recensione »

martedì 15 maggio 2018
Flyanto

"Manuel" , opera prima del regista Dario Albertini, è il nome del protagonista del film che ha compiuto appena diciotto anni e, divenuto ormai maggiorenne, deve lasciare l'istituto di accoglienza dove da anni risiede, essendo sua madre stata arrestata per detenzione di droga. Una volta lasciato questo luogo che ha rappresentato la sua unica famiglia e dove egli si è saputo [...] Vai alla recensione »

sabato 19 maggio 2018
cardclau

I registi italiani, spesso anche se non sempre, scelgono delle storie molto impegnative, con risvolti psicologici complessi e molto articolati, ma poi. caratteristicamente (è forse questione del nostro DNA?) non sono in grado di portarle fino in fondo, arenandosi tra cicche fumate, telefonini accesi, relazioni umane, specie con l'altro sesso, enigmatiche, e silenzi tombali, decisamente inespressi [...] Vai alla recensione »

venerdì 31 luglio 2020
La Nera

6.6 su 10

lunedì 27 aprile 2020
Ennio

Un bel film questo "Manuel", con un bel protagonista. Si inserisce nel filone tornato in voga questo decennio, il riscatto sociale che parte e muore nella periferia profonda, penso a "Non essere cattivo" e "La terra dell'abbastanza", in cui la tragedia è sempre in agguato. Diversamente da questi film romano/romaneschi, in "Manuel" a vincere è [...] Vai alla recensione »

martedì 16 febbraio 2021
Sandro64

Il è tema tristemente d'attualità in un Italia sempre più povera di opportunità con le classi disagiate, ma non basta sbattere nello schermo lo squallore quotidiano di una famiglia sfortunata, benchè gli attori recitino bene il film manca di mordente e stenta a decollare, situazioni e dialoghi risultano scontati e piatti e la noia si fa sentire presto.

martedì 16 febbraio 2021
Sandro64

Il tema è tristemente attuale in quell'Italia tipicamente avara di opportunità per le classi disagiate, ma non basta sbattere nello schermo squallore e drammaticità di un quotidiano noto a chiunque per confezionare un buon prodotto, benchè gli attori si calino bene nella parte, sceneggiatura dialoghi situazioni, tutto rimane tiuttosto piatto e scontato e il film stenta [...] Vai alla recensione »

domenica 23 dicembre 2018
LBavassano

 Uno sguardo diverso, lucido e forte, su quelle realtà che preferiamo liquidare con un'etichetta. Un gran bel film, che ci apre gli occhi, la mente ed il cuore.

sabato 7 luglio 2018
inmyopinion

C'è ormai un genere di film, lo chiamerei proprio così, perchè ha in sè delle caratteristiche che ritornano: stessa ambientazione, stesso tipo di approccio semidocumentaristico, stesso tipo di dialoghi, stesso tipo tema...il disagio della vita di periferia, soprattutto tra i giovani. E' un genere cristallizzato ormai che ha gli stessi difetti del film borghese alla [...] Vai alla recensione »

FOCUS
FOCUS
lunedì 10 settembre 2018
Pino Farinotti

Il film di Dario Albertini fa parte dei cosiddetti racconti di formazione. Una definizione che comprende categorie infinite. Si può senz'altro partire da un primo motore che ha creato un modello dal quale non è stato possibile emanciparsi, fatte tutte le debite considerazioni di epoche e di contesti. Trattasi del "Giovane Holden", il romanzo di J.D. Salinger del 1951. Holden Caulfield è l'adolescente che si ribella a tutto, che tutto affronta senza riuscire ad adattarsi. Non c'è dubbio che questo sia il sentimento di tutti gli adolescenti. Ci sono le premesse, le intenzioni, e poi la vita, che va affrontata e che ti mette di fronte a responsabilità maggiori e inattese.

Come Holden Caulfield, Manuel, il protagonista del film (guarda la video recensione), esce da un istituto. È l'unica costante che li unisce, il ragazzo americano vivrà in una notte le esperienze di sintesi di una vita, mentre Manuel dovrà affrontare una vita alla quale non è preparato.

Nessun vantaggio, nessun aiuto, nessun punto fermo, solo tante incognite, difficili. Il ragazzo è stato ospite di un "collegio" tenuto da religiosi. E qui vale un'altra citazione, un'opera che certo Albertini ha visitato, Nel nome del padre, il film di Marco Bellocchio, dove il regista si esprime con una critica abrasiva nei confronti del clero. Poteva essere per Albertini un'occasione di cavalcare, un codice politicamente corretto, quello contro il clero, ce ne sarebbe stata l'occasione storica, ma il regista non lo fa.

Manuel esce da quella casa-famiglia con un buon bagaglio. Che gli sarà utile. Sua madre Veronica è in prigione, Manuel potrà farle ottenere i domiciliari se accetterà di prendersela a carico. Non è responsabilità da poco. E Manuel, che dopo anni di isolamento ha potuto respirare una certa libertà si vede subito costretto a una situazione che gran parte di quella libertà gliela toglie.

INCONTRI
venerdì 27 aprile 2018
Raffaella Giancristofaro

Presto lo vedremo insieme a Jasmine Trinca e Alessandro Borghi in Sulla mia pelle di Alessio Cremonini, nel ruolo di un amico di Stefano Cucchi. Andrea Lattanzi ha venticinque anni ma con la testa rasata e la tuta di acrilico è molto credibile come diciottenne.

In Manuel (guarda la video recensione), opera prima di finzione di Dario Albertini, coprodotto da Angelo e Matilde Barbagallo con TIMVISION e distribuito da Tucker Film dal 3 maggio, ha il suo primo ruolo da protagonista, che gli ha portato fortuna: ha ricevuto il premio Jean Carmet al Festival Premier Plans D'Angers dalle mani di Catherine Deneuve, che ha riconosciuto in lui qualità e forza espressive, come sul ricordo dell'istintiva sfrontatezza e fotogenia di Antoine Doinel.

La sua rinascita di maggiorenne è legata a doppio filo con il destino di sua madre, la coprotagonista Francesca Antonelli (i cui esordi, tra Archibugi, Ferreri, Calopresti, Labate e il televisivo I ragazzi del muretto, spesso hanno incontrato le problematicità dell'emancipazione individuale). La loro rinascita non può che compiersi con la volontà di entrambi. Li abbiamo incontrati all'anteprima milanese del film.

INCONTRI
lunedì 23 aprile 2018
Raffaella Giancristofaro

Nato a Roma nel 1974, Dario Albertini firma con Manuel (guarda la video recensione) il suo primo film di finzione. Musicista, fotografo, storico collaboratore dei Tiromancino, per cui ha diretto anche videoclip (ma anche per Planet Funk e altri) è un premiato documentarista indipendente. Finora ha concentrato il proprio sguardo sulle strade di Civitavecchia, forse sulla scia di ricordi pasoliniani.

Manuel (co-prodotto da TIMVISION, presentato a Venezia 74 e al cinema con Tucker Film dal 3 maggio) è nato dall'incontro con un ragazzo sul set del documentario precedente La Repubblica dei Ragazzi ed è ambientato in parte dentro quello stesso istituto di tutela di minori. A interpretarlo è Andrea Lattanzi, corpo attoriale che sprigiona un'energia fisica e una tenerezza straordinarie.

Nel ruolo della madre coprotagonista Francesca Antonelli, magnetico incrocio di fierezza capitolina e vulnerabilità, scoperta da Francesca Archibugi in Mignon è partita (1988). Film ellittico, di poesia aspra e ritmo secco, attori professionisti e non, Manuel è una boccata d'ossigeno per il coraggio e il rispetto che riserva alle vite sbilanciate, nate storte. Dà speranza e si astiene da giudizi nel seguire l'ingresso scivoloso di un maggiorenne in un contesto tutto in salita.

Frasi
Adesso tu esci e trova la tua strada!
Attilio (Renato Scarpa)
dal film Manuel - a cura di Luigi Sgamma
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
giovedì 3 maggio 2018
Emiliano Morreale
La Repubblica

Passato in sordina tra mille altri titoli alla Mostra di Venezia (nella sezione "Cinema nel giardino"), l'esordio di Dario Albertini avrebbe meritato di più. Probabilmente lo ha penalizzato anche l'appartenenza a un vero e proprio sottogenere del nostro cinema, quel "realismo delle periferie" che ha peraltro prodotto opere notevoli, da Fiore a Cuori puri.

domenica 6 maggio 2018
Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Vai e cerca la tua strada, dice il sor Attilio (Renato Scarpa) a Manuel (Andrea Lattanzi). A diciotto anni, pieno di paura e di coraggio, Manuel inizia la propria vita. Tanto tempo prima, diventato maggiorenne, il sor Attilio ha scelto di restare nella casa famiglia che ora lui sta lasciando. Non sono pentito, gli dice, ma tu cerca la tua strada... È solo, il protagonista di Manuel (Italia, 2017, 98'). [...] Vai alla recensione »

venerdì 4 maggio 2018
Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Bel lavoro, bel film, bel progetto produttivo indipendente, aria pura tra i vizi d'autor giovane e le mosce situation comedy. Bisognerà cercarlo in provincia, tra i virali Avengers e le 500 copie del vate Sorrentino. Esperto documentarista, musicista (collaboratore di Tiromancino), dotato di quella cautela di sguardo in continuità (piani-sequenza esatti) e intelligenza aspra di "cut" componenti di [...] Vai alla recensione »

venerdì 4 maggio 2018
Federico Pontiggia
Il Fatto Quotidiano

Diciotto anni, ma "credo di essere più maturo", e forse c'è da convenire: Manuel esce da un istituto per minori senza sostegno familiare, che non è una prigione ma nemmeno il paradiso, e respira. Fuori l'aria è meno condizionata, ma è libera? Ha una missione, affrancare la madre Veronica, che è dentro da cinque anni: se non riuscirà a farle avere i domiciliari, ne è certo, la donna sbroccherà.

giovedì 3 maggio 2018
Maurizio Acerbi
Il Giornale

Ci si lamenta, spesso a ragione, della crisi, soprattutto di idee, di un cinema italiano che sembra sempre più allineato, al ribasso, sia come sceneggiature, sia come regie e interpreti. Di recente, però, si è assistito a una sorta di rinascita che fa ben sperare per il futuro. Anche perché, come si suol dire, se è vero che tre indizi fanno una prova, i film che hanno superato ampiamente l'esame, in [...] Vai alla recensione »

martedì 1 maggio 2018
Roberto Manassero
Film TV

Manuel, ragazzone alto e sgraziato, irruento ma sensibile, uno dei tanti adolescenti disagiati del cinema italiano, immerso anche lui nel grigiore della periferia romana, viene sfiorato dall'anima crudele del mondo: figlio di una carcerata, senza un padre, è cresciuto in una casa famiglia, e ora, a 18 anni, è pronto a uscire. Per richiedere gli arresti domiciliari per la madre deve trovare un lavoro, [...] Vai alla recensione »

NEWS
TIMVISION
mercoledì 19 giugno 2019
 

È stato assegnato a Manuel, prodotto da Bibi Film e TIMVISION, distribuito da Tucker Film e attualmente in esclusiva su TIMVISION, il Ciak Alice Giovani 2019, premio che nasce dalla collaborazione tra Alice nella Città, Sezione autonoma e parallela della [...]

GUARDA L'INIZIO
lunedì 30 aprile 2018
 

Manuel, diciott'anni, esce da un istituto per minori privi di sostegno famigliare e, per la prima volta, assapora il gusto dolceamaro della libertà. Sua madre Veronica, chiusa in carcere, vorrebbe tanto tornare indietro e ricominciare.

VIDEO RECENSIONE
martedì 24 aprile 2018
 

Compiuti diciotto anni, Manuel esce dall'istituto per minori e deve reinserirsi nel mondo. Sua madre, in carcere, potrà ottenere gli arresti domiciliari solo se lui la prenderà in carico. Ci sono film che 'raccontano' una storia, altri che la 'vivono'. [...]

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