Titolo originale | Bad Roads |
Anno | 2020 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Ucraina |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Natalya Vorozhbit |
Attori | Igor Koltovskyy, Andrey Lelyukh, Anna Zhurakovskaya, Yuliya Matrosova, Maryna Klimova Sergei Solovyov, Ekaterina Zhdanovich, Anastasia Parshina, Oksana Voronina, Zoya Baranovskaya. |
Uscita | giovedì 28 aprile 2022 |
Tag | Da vedere 2020 |
Distribuzione | Trent Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,89 su 18 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 25 ottobre 2022
Quattro storie che si intrecciano a Donbass durante la guerra. In Italia al Box Office Bad Roads - Le strade del Donbass ha incassato 10,7 mila euro .
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Quattro storie ambientate nel Donbass, terra martoriata da anni dal conflitto tra l'esercito ucraino e le forze separatiste filorusse: a un posto di blocco, un uomo ubriaco che ha dimenticato i documenti, preside della locale scuola, crede di scorgere una delle sue studentesse tenuta prigioniera; alla fermata di un autobus, una ragazzina orfana litiga con le amiche e poi parla con la nonna, mentre in lontananza si sentono le bombe deflagrare; una ragazza ucraina viene violentata da un soldato filorusso, ma si vendica nel modo più crudele; una signora di città, colpevole di aver investito la gallina di una coppia di contadini, è vittima delle ritorsioni dei due campagnoli.
Da un pièce teatrale andata in scena a Londra, la drammaturga e regista esordiente Natalya Vorozhbit ha tratto un film a episodi che comunicano l'uno con l'altro e costruiscono l'immagine di un paese diviso tra la realtà del conflitto e una normalità ormai irrecuperabile.
Giovedì 24 febbraio, giorno dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, Natalya Vorozhbit si trovava a casa sua a Kiev, con appena quattro giorni di riprese ancora da completare per portare a terminare il suo nuovo film. Come molti, ha preso tutto ed è scappata per rifugiarsi con la famiglia nel nord-ovest del suo paese. A chi l'ha intervistata («il manifesto», 5 marzo 2022) ha detto chiaro e tondo che «la guerra in Ucraina va avanti dal 2014, lo abbiamo urlato in ogni modo, ma tutti giravano la testa dall'altra parte».
Come darle torto, d'altronde, visto che il suo film Bad Roads, presentato nel 2019 alla Settimana internazionale della critica di Venezia passò quasi inosservato, come radiografia di uno scenario di guerra relegato a un angolo d'Europa ancora lontano.
Ora che invece lo scenario della guerra in Ucraina è diventato parte del nostro quotidiano, non solo il film viene distribuito nelle sale (e proiettato a Parigi e Londra), ma la sua analisi sottotraccia del conflitto diventa una delle più potenti e scioccanti possibili.
La matrice di Bad Roads resta anche nella versione cinematografica fortemente teatrale: i quattro episodi del film sono scritti e messi in scena come atti unici in cui due o più personaggi si confrontano in situazioni di fortissima tensione - o di vera e propria violenza - rivelando soprattutto nei dialoghi fittissimi la pervasività di una guerra infiltratasi nel vocabolario delle persone, ridotta a "semplice" sfondo, entrata a tal punto nelle dinamiche relazionali da far ipotizzare la possibilità del pericolo, della morte, dell'orrore in momenti di assoluta banalità (con l'ultimo episodio che lascia basiti per l'ironia e la crudeltà, come una possibile versione grottesca di Un tranquillo weekend di paura).
Non si spara mai, in Bad Roads: il conflitto è nelle parole, negli sguardi, nei sospetti, ovviamente nella violenza dello stupro, nell'azione e nella reazione, nella possibilità di un dialogo fra persone divise dal conflitto, che si risolve però in un dramma. A un occhio e un orecchio attenti, le quattro vicende risulteranno ricche di reciproci rimandi, di parole, situazioni e personaggi che tornano e che insieme creano un quadro umano e sociale composito e al tempo stesso frammentario; il puzzle impossibile da ricomporre - eppure familiare nel suo disegno complessivo - di una realtà segnata da una ferita ormai troppo profonda per essere curata.
La guerra, in Bad Roads, è il convitato di pietra, il fuoricampo, l'elefante nella stanza troppo grosso per essere visto nella sua interezza. La maturità di Natalya Vorozhbit, che anche nello stile oggettivo e rigoroso non mostra le classiche incertezze di un esordio, sta proprio nel mettere a tema la gravità di una situazione che in realtà nessuno riesce a comprendere. E ora che l'elefante ha distrutto la stanza uscendo allo scoperto, potrebbe essere troppo tardi per misurarne le reali dimensioni.
L'esordio della regista ucraina Natalya Vorozhbit è davvero folgorante! La guerra del Donbass senza mai mostrarla bensì facendola riflettere nelle vite dei personaggi e nei luoghi. Un film, duro e necessario, da non perdere!!!
E' un film di una strana immediatezza. Parla di eventi lontani (sembrano lontanissimi) ma empatizzare coi personaggi è molto facile perché i dialoghi sono veramente cesellati benissimo. Ci vuole una grande penna, e qui c'é! Mi raccomando col doppiaggio.
Duro e bellissimo. Guardatelo e capirete molte cose di quello che vediamo al tiggi.
Nelle ultime settimane mi è tornato in mente tante volte questo film che avevo visto al Lido al festival tempo fa. Faceva capire tutto già in quel momento, una guerra di cui nessuno parlava in Italia. Oggi ho scoperto che esce nei nostri cinema, penso che sia importante vederlo perché più dei Tg sciacalli è questo film che fa capire molte cose di quello che sta accadendo (e la guerra non si vede mai, [...] Vai alla recensione »
Presentato nell'ambito della Settimana Internazionale della Critica di Venezia, l'esordio di Natalka Vorozhbyt viene finalmente distribuito anche in Italia. Purtroppo l'attenzione nei confronti di questo film straordinario coincide con la fase (sinora) più acuta della guerra (di cui al momento in cui scriviamo non s'intravede né esito né fine). Diviso in episodi, il film è l'immagine di un paese costretto [...] Vai alla recensione »
La guerra quasi non si vede, esplosioni e razzi sullo sfondo, ci sono i soldati invasori che al check-point con i maschi (e ovunque con le ragazze) si comportano con gran brutalità, non è il Donbass oggi, Natalya Vorozhbit ha tratto il film da un suo spettacolo teatrale di qualche anno fa, sulla vita nella regione che i russi a tutti i costi vogliono.
Ormai sul Donbas (con una esse, all'ucraina, con due esse, in russo) sappiamo purtroppo tutto o quasi tutto. Compreso, si spera, che la guerra lì va avanti da otto anni, dal 2014, senza che se ne sia accorto quasi nessuno. Anche il film di un'esordiente già matura come Natalya Vorozhbit, che la Settimana della Critica ha intelligentemente presentato a Venezia 2019, rischiava di passar via quasi inosservato [...] Vai alla recensione »
Nel cupo Bad roads quattro racconti tesi, ambientati nelle periferie del Donbass durante la guerra del 2014-2015, illustrano le strategie di sopravvivenza dei civili. I vari episodi non danno vita a un insieme narrativo forte, ma alla luce dell'attualità assumono un significato particolare. Nel primo episodio un preside ubriaco è bloccato da un militare a un check point e crede di vedere una sua studente [...] Vai alla recensione »
Prima della guerra di oggi, parlando della guerra che già era iniziata. Quattro storie diverse tra di loro, ma collegate dalla medesima tensione, paura, sia a un posto di blocco, sia nelle chiacchiere tra ragazze, in un sequestro di persona, nella banalità di una casa contadina. Della guerra arrivano già gli echi: in lontananza rumori sinistri di mitragliatrici, esplosioni.
Sono ancora e sempre le donne le prime vittime delle guerre, anche se, come accade oggi in Ucraina, sono soprattutto gli uomini a combatterle. Oggetto di violenze dall'una e dall'altra parte, come lo sono state per anni, per secoli. Subiscono torture, umiliazioni e Il loro corpo diventa lo strumento, il principale veicolo della loro oppressione. Lo conferma ancora una volta un'opera prima diretta da [...] Vai alla recensione »
L'ucraina Natalya Vorozhbit esordisce con un film ispirato a una propria pièce. Nella cornice di un Donbass devastato dal conflitto fra le forze separatiste filorusse e l'esercito ucraino ben prima che esplodesse l'attuale guerra, il film intreccia quattro storie legate dal clima di minaccia e violenza in cui si svolgono. L'insegnante fermato a un posto di blocco; l'adolescente in vana attesa del soldatino, [...] Vai alla recensione »
Un preside di scuola viene bloccato ad un check point, una ragazza aspetta il fidanzato a una fermata d'autobus insieme a delle amiche, una giornalista viene sequestrata da un militante violento, una donna investe la gallina di una coppia di contadini e cerca di porre riparo al danno arrecato. Bad Roads - Le strade del Donbass di Natalya Vorozhbit, designato dall'Ucraina agli Oscar 2022, racconta [...] Vai alla recensione »
Natalia Vorozhbyt è regista di teatro e di cinema. Dopo lo scoppio della guerra del Donbass, nel 2014, ha deciso di mobilizzarsi in prima persona e, con l'associazione da lei stessa fondata Theatre of Displaced People, ha lavorato nelle regioni contese dell'Est dell'Ucraina. Negli anni, incontrando le persone direttamente investite nel conflitto, sia civili che miliari, Vorozhbyt ha raccolto una serie [...] Vai alla recensione »
È il 2020, l'anno di produzione di Bad Roads - Le strade del Donbass, appena distribuito esordio dietro la macchina da presa della regista Natalya Vorozhbit. Un anno in cui l'Ucraina non era ancora precipitata nell'attuale situazione, ma in cui già da tempo un'altra guerra, meno illuminata dai riflettori ma non per questo meno dolorosa di quella corrente - per molti versi sua anticamera - scuoteva [...] Vai alla recensione »
La guerra è, anche - lo stiamo vivendo all'ennesima potenza nella copertura mediatica di questi mesi -, la narrazione dei ruoli: l'invasore e l'aggredito, il carnefice e il difensore, il mediatore e lo stratega. Il film d'esordio di Natalya Vorozhbit, a Venezia 2020 nella Settimana della critica, assembla quattro teatri di guerra (all'origine, una pièce teatrale della regista, messa in scena a Londra) [...] Vai alla recensione »
È vero, di fronte alla guerra in Ucraina ci siamo trovati impreparati, scoprendo i nostri limiti principalmente sul piano geopolitico, e allora in queste settimane il mondo dei media ci ha offerto analisi storiche per capire meglio le origini del conflitto, reportage dalle viscere polveriera, punti di vista dall'interno e non solo. Se il mercato editoriale si è subito lanciato nel filone proponendo [...] Vai alla recensione »
Le conseguenze della guerra. Nella vita quotidiana: dalle situazioni più banali, come investire una gallina, fino a quelle più disperate, come subire uno stupro. Quattro storie disarticolate eppure comunicanti, racconti di donne che si insinuano nell'orrore dei sentimenti e delle azioni: a un posto di blocco, nelle conversazioni tra ragazze, in un sequestro di persona, nell'aia pacifica di una casa [...] Vai alla recensione »
Viene da un testo teatrale scritto dalla stessa regista, l'esordiente ucraina Natalya Vorozhbit, il film Bad Roads, presentato in concorso alla Settimana Internazionale della Critica a Venezia 77. Viene da un testo teatrale, già messo in scena a Londra nel 2017, e si vede, ma per una volta questa filiazione la si nota in senso positivo, l'esatto contrario di quel che avveniva in Pieces of a Woman, [...] Vai alla recensione »
Effetti collaterali della guerra, quella del Donbass nel caso specifico: Bad Roads (Pohani Dorogy, a Venezia 77 nella 35ma Settimana Internazionale della Critica), l'opera prima della regista ucraina Natalya Vorozhbit, è un film sulla natura collaterale del dolore, sul rapporto orizzontale che parifica vittima e carnefice sotto lo stesso cielo. Che è quello dell'Ucraina e della sua guerra sostanzialmente [...] Vai alla recensione »
C'è sempre un momento, nei quattro stalli di cui è composto Bad Roads, in cui tutto si ferma, un istante quasi impercettibile di sospensione in cui i personaggi si guardano, zittendosi, e tutto minaccia di poter evolvere in una esplosione terribile di violenza: è l'immagine stessa la prima a cui prende un fremito, e poi tutt'intorno ai protagonisti qualcosa sembra sussultare.
Una strada sterrata in mezzo al nulla. Un check point. Un uomo che ha bevuto troppo e ha dimenticato il passaporto. Niente che non si possa risolvere con il dialogo e un minimo di umana comprensione. Ma nel Donbass non c'è più nulla di ordinario e banalmente umano. Le parole diventano armi, il caos è la regola, la violenza si scatena all'improvviso.