samuele
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giovedì 27 marzo 2008
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esperienza unica
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sono d'accordo con chi dice che riguardo questo film non ci sia troppo da arrampicarsi a teorie che giustifichino quanto accade nel film. 2001 è innanzi tutto un viaggio, un viaggio fin troppo intimo per ogni spettatore, che non può essere esteso agli altri perchè troppo emotivo.
Certo che a mente fredda ci si interroga su tutto, resta pur sempre un film di kubrick, e ciò che più ce lo fa notare è il rilievo della circolarità della storia,tipica di kubrick, che qua raggiunge il suo più alto e nobile grado nel misterioso rigenerarsi della vita che porta alla scena finale col feto astrale. Come si fa a rimanere freddi di fronte a films del genere? Io ne sono stato travolto. Ci sarebbero tantissime cose da dire ma mi preme ricordare che questo film è stato un'opera davvero coraggiosa per come è stata realizzata, con un budget spaventoso(uno dei più alti in assoluto) e una formula mai sperimentata.
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sono d'accordo con chi dice che riguardo questo film non ci sia troppo da arrampicarsi a teorie che giustifichino quanto accade nel film. 2001 è innanzi tutto un viaggio, un viaggio fin troppo intimo per ogni spettatore, che non può essere esteso agli altri perchè troppo emotivo.
Certo che a mente fredda ci si interroga su tutto, resta pur sempre un film di kubrick, e ciò che più ce lo fa notare è il rilievo della circolarità della storia,tipica di kubrick, che qua raggiunge il suo più alto e nobile grado nel misterioso rigenerarsi della vita che porta alla scena finale col feto astrale. Come si fa a rimanere freddi di fronte a films del genere? Io ne sono stato travolto. Ci sarebbero tantissime cose da dire ma mi preme ricordare che questo film è stato un'opera davvero coraggiosa per come è stata realizzata, con un budget spaventoso(uno dei più alti in assoluto) e una formula mai sperimentata. é il primo film di fantascienza che meriti di essere chiamato tale, dove si sono usati per la prima volta gli effetti speciali. é quasi interamente silenzioso, senza dialoghi, col sonoro affidato quasi esclusivamente alle musiche stupende di Strauss e Ligeti:ecco,quest'ultima sottolineatura dice molto sul film a mio parere: non è un'esperienza sociale, ma individuale, personale, mentale, emotiva, e quindi scarsamente giudicabile rispetto a parametri collettivi. Come faccio a spiegarvi perchè il monolite nero mi incute soggezione ma al contempo mi affascina e mi incanta come se fosse una musa? Dipende da me,dal mio rapporto curioso verso la conoscenza delle cose inspiegabili e inspiegate. 2001 non da risposte sui misteri della vita, ci rinnova le domande pur indirizzandoci a considerare la vita come qualcosa di unico, di immenso, di stupendo, da amare al di là di ogni sua comprensione. Penso che tutti lo debbano vedere,e penso che questo film non piaccia assolutamente solo a chi non si pone domande sulla propria esistenza. ciao a tutti
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flegiàs tn
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giovedì 27 marzo 2008
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un "monolito" dei film di fantascienza
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È il secondo film a colori di Kubrick (l'altro è lo Spartacus del 1960, variazione sadico-ironica su temi della storia romana). È anche il secondo in cui il regista si affida alla fantasia anticipatrice (l'altro è l'immediatamente precedente Dr. Strangelove, Il dottor Stranamore 1963: una sarcastica prefigurazione della fine del mondo). 2001: A Space Odyssey rifiuta e annulla le esperienze compiute: il colore non è più illustrativo ma diventa la sostanza stessa del film, la fantasia si spoglia di ogni connotazione e si trasforma in un puro esercizio mentale. Con ciò Stanley Kubrick (New York, 26 luglio 1928) inaugura una nuova fase della sua attività cinematografica, che era iniziata nel 1949 con un documentario sul pugilato (Day of the Fight) ed era proseguita in varie direzioni, dal film poliziesco e di azione (in particolare con The Killing, Rapina a mano armata, 1956) al dramma antimilitaristico (Paths of Glory, Orizzonti di gloria, 1957), dall'apologo storico-mitologico (Spartacus) al conte de moeurs (Lolita, 1962).
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È il secondo film a colori di Kubrick (l'altro è lo Spartacus del 1960, variazione sadico-ironica su temi della storia romana). È anche il secondo in cui il regista si affida alla fantasia anticipatrice (l'altro è l'immediatamente precedente Dr. Strangelove, Il dottor Stranamore 1963: una sarcastica prefigurazione della fine del mondo). 2001: A Space Odyssey rifiuta e annulla le esperienze compiute: il colore non è più illustrativo ma diventa la sostanza stessa del film, la fantasia si spoglia di ogni connotazione e si trasforma in un puro esercizio mentale. Con ciò Stanley Kubrick (New York, 26 luglio 1928) inaugura una nuova fase della sua attività cinematografica, che era iniziata nel 1949 con un documentario sul pugilato (Day of the Fight) ed era proseguita in varie direzioni, dal film poliziesco e di azione (in particolare con The Killing, Rapina a mano armata, 1956) al dramma antimilitaristico (Paths of Glory, Orizzonti di gloria, 1957), dall'apologo storico-mitologico (Spartacus) al conte de moeurs (Lolita, 1962). Che nulla sia effettivamente nuovo, in lui, è probabile, e che anche l'Odissea spaziale abbia le sue radici nei temi degli altri film (si potrebbero rintracciare alcuni leit motive che attraversano tutta la carriera kubrickiana) non è da escludere. Ma la novità resta, ben visibile: assistiamo a un mutamento di registro che riguarda sia i temi (gli stessi magari, ma trasportati in un'altra tonalità) sia il trattamento-invenzione del linguaggio (creazione di immagini sottratte al rischio della mimesi realistica).
Lo spazio, la terra, il sole, legati in una immagine di fuoco. E, subito, nei deserti di un corpo celeste alle origini della sua storia, vediamo aggirarsi branchi di scimmie. Esse odono un sibilo acutissimo e scoprono che fra le rocce c'è, come sorto dal nulla, un parallelepipedo nero di forma perfetta. Ne sono atterrite e incuriosite. Poco dopo (un “dopo” di giorni o di anni o di millenni) una scimmia scopre che l'osso di un può essere usato come un'arma (lo usa, infatti, in un movimento di balletto che la ripresa rallentata accentua). È un'altra tappa sulla strada che condurrà all'uomo. In segno di gioia, la scimmia lancia in alto l'osso-clava, che in cielo assi forma di un'astronave: il primo strumento della scimmia progenitrice dell'uomo è anche lo strumento supremo dell'uomo civilizzato di domani. Il tempo è diventato spazio: la figura di questo “salto” non è una ellissi ma il semplice contatto di due dimensioni, che saranno quelle - compenetrate l'una nell'altra - dell'Odissea.
L'astronave (nel 2001: domani e ieri, con la esclusione del presente, che non può essere compreso nel film perché è il film) compie un “breve” viaggio - con un solo passeggero, lo scienziato Heywood Floyd - e si aggancia a una piattaforma orbitale. Floyd elude le domande di sovietici e prosegue verso la base di Clavius, sulla luna. Qui tiene rapporto agli americani che vi si sono installati e con loro esplora un cratere dove accadono fenomeni preoccupanti. Scendono nel cratere e scoprono lo stesso “monolito” che aveva attratto le scimmia della preistoria: segno di una presenza extraterrestre (è una forma troppo astratta per essere naturale)? Si avvicinano. Un fortissimo sibilo li tramortisce. “Diciotto mesi dopo: in missione verso Giove ”, recita una didascalia. L'astronave “Discovery” va appunto alla scoperta del mistero. È da Giove che sembrano provenire le radiazioni avvertite “monolito”. A bordo la vita è come rarefatta. Nelle celle di ibernazione tre astronauti attendono il momento in cui (fra un anno? fra un secolo?) torneranno in vita per esplorare il pianeta. Il veicolo spaziale naviga agli ordini di calcolatore (HAL 9000) che possiede, oltre alle più sofisticate capacità cibernetiche, pensieri menti umani. I due astronauti (Frank e David), che sorvegliano i comandi, sono praticamente servizio di HAL 9000. E quando, convinti che abbia commesso un errore, vorranno disattivarlo, ne saranno puniti. Frank scomparirà nello spazio e David, rimasto solo, dovrà lottare per distruggerlo (HAL, morendo, regredirà all'infanzia prima di tacere per sempre).
“Giove e oltre l'infinito”, chiarisce un'altra didascalia. David procede solo. Verso il vuoto, che improvvisamente si popola di forme, luci e rumori assordanti (di fatto, le Atmosphères di Ligeti). E nel vuoto - nello spazio-tempo - precipita. Si ritrova in una stanza arredata in stile rococò, dentro un letto. Invecchia rapidamente, sino a diventare nell'agonia (si ode il suo respiro sempre più rauco, rintronante) uno spettro rugoso. Appare il “monolito” che, mentre David muore, si trasforma nel vuoto astrale, nel quale si iscrive, enorme, un feto avvolto nella sua traslucida membrana.
Come ogni fiaba, 2001 offre il destro a molte interpretazioni. “Per noi che ci immergiamo in quanto la fiaba ha da comunicare” nota Bruno Bettelheim in The Uses of Enchantment (1976) “essa diventa una profonda e calma pozza che in un primo tempo sembra riflettere soltanto la nostra immagine; ma dietro di essa scopriamo ben presto le tempeste interiori della nostra anima: la sua profondità, e i modi per trovare la nostra pace interiore e col mondo, quale premio delle nostre lotte.” Il film di Kubrick non è Cenerentola né Hänsel e Gretel né Biancaneve. Non è una fiaba chiusa, con una soluzione definita (e perciò rassicurante), ma un racconto che resta sospeso, aperto alle nostre interrogazioni. Tuttavia, la sua funzione psicologica ha pur sempre per obiettivo la conquista della “pace interiore e col mondo”: con il mondo vertiginoso di uno spazio-tempo che ci proietta nel futuro.
Kubrick ama le acrobazie intellettuali, e per questo la sua “ingenuità” fiabesca punta più sulla valorizzazione suggestiva dei gadgets disseminati nel film (con qualche involontaria caduta nel grottesco) che sugli incanti elementari della fantasia. I filosofemi abbondano, tetri o dozzinali. Sicché la vera “grandezza” del film sta nella sua geometrica struttura, nel suo crescere su se stesso come un'ardua operazione matematica, nel suo tendere - attraverso Ie due ore e 20 minuti della sua fisica durata - ad una allucinazione assoluta: un oggetto perfetto, vuoto, senza echi e senza significato, come il “monolito” nero.
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ndhre
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martedì 25 marzo 2008
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che schifo....
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un film veramente schifoso. No non è vero, l'ho scritto tanto per cantare fuori dal coro. Ma che diavolo bisogna dire su 2001? Per chi non lo ha apprezzato, beh c'è tempo, magari si cresce, magari si scoprono nuove droghe, magari si verrà puniti dal karma con il prossimo film-svolta dei Vanzina: Vacanze a Cefalonia 2009, due ore e mezza di Bergmaniana solitudine, due dialoghi, peraltro in svedese. Bòn Apetit.
nota: Bergman sì che è abbastanza noioso, ma avercene.
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franz
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martedì 25 marzo 2008
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vergogna
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se guardiamo un film solo perchè vogliamo una bella storiellina iniziata, fatta e finita, se guardiamo un film solo per assorbire quello che pensa un regista invece di pensare col nostro cervello, se ci preoccupiamo di capire tutto, se ci interessa guardarci una roba da dementi sgranocchiando pop corn, se fantascienza = razionalità ... beh abbaimo capito un gran poco del cinema!!!!!! caro spartaco, stasera davano un film di jerry calà in televisione, forse se cerchi la scheda di quello scriverai CAPOLAVORO DEL CINEMA INTERPLANETARIO DI TUTTI I SECOLI invece di Schifo! spero tu abbia già la splendida trilogia "tre metri sopra il cielo - ho voglia di te - parlami d'amore", credo che un colto cinefilo come te potrebbe appassionarsi e scrivere fior di commenti su questo genere eccezionale, che finalmente riporta alla ribalta internazionale il meraviglioso cinema italiano e che presto ci varrà premi oscar a fiotti.
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se guardiamo un film solo perchè vogliamo una bella storiellina iniziata, fatta e finita, se guardiamo un film solo per assorbire quello che pensa un regista invece di pensare col nostro cervello, se ci preoccupiamo di capire tutto, se ci interessa guardarci una roba da dementi sgranocchiando pop corn, se fantascienza = razionalità ... beh abbaimo capito un gran poco del cinema!!!!!! caro spartaco, stasera davano un film di jerry calà in televisione, forse se cerchi la scheda di quello scriverai CAPOLAVORO DEL CINEMA INTERPLANETARIO DI TUTTI I SECOLI invece di Schifo! spero tu abbia già la splendida trilogia "tre metri sopra il cielo - ho voglia di te - parlami d'amore", credo che un colto cinefilo come te potrebbe appassionarsi e scrivere fior di commenti su questo genere eccezionale, che finalmente riporta alla ribalta internazionale il meraviglioso cinema italiano e che presto ci varrà premi oscar a fiotti. allora sì che potremo finalmente denigrare questi filmacci schifosi e incomprensibili come 2001 ODISSEA NELLO SPAZIO, ti ci vedo a denigrare certe porcherie con in mano "notte prima degli esami"! HAI TUTTO IL DIRITTO DI ESPRIMERE LA TUA OPINIONE, MA ABBI ALMENO LA CONSAPEVOLEZZA DI CAPIRE CHE OFFENDI DEI CAPOLAVORI CON IGNORANZA E SUPERFICIALITà, CHE PURTROPPO SONO LA NEGAZIONE E LA MORTE DEL CINEMA E DI TUTTA L'ARTE!!!! "Buongiorno signor Pablo Picasso, sa non si capisce niente dei suoi quadri, per cui fanno schifo!" "Buongiorno signor Giuseppe Verdi, sa le sue opere sono lunghissime, mi annoiano, per cui fanno schifo" eccetera eccetera! ecco evitiamo di andare nel grottesco definendo "film palloso, lento... cose che nn si capiscono" un Capolavoro. e sii preciso per favore quando parli di "musica classica" per colonna sonora. Non sarò certo io a farti un corso di cineforum, chiedilo a qualcuno di veramente competente ma, per favore, fino ad allora...........EVITA ESPLOIT DEL GENERE!
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alby
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sabato 15 marzo 2008
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un film spaziale
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kubrik anche in questo caso ha fatto centro.IL film ha appassionato le generazioni passate e sicuramente continuerà ad appassionare anche le generazioni future come ha fatto con me .
SI è vero è un film difficile credo che pochi dei suoi fan lo
abbiano davvero compreso sino a fondo,perciò è stato scritto il libro che toglie qualsiasi dubbio.Il finale è come si dice aperto a qualsiasi interpretazione ,siè quindi liberi di interpretarlo come si vuole.2001 è di sicuro il film di fantascienza per eccellenza ,non solo per la storia assai interessante, ma per gli effetti speciali che sono all'altezza diun film d'azione di oggi.Per coloro che credono che sia noioso e di conseguenza no lo guardano sappiano che commettono
"un reato cotro il cinema" perchè 2001 è una pietra migliare del cinema , una pietra fatta di un materiale che durerà in eterno.
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mauro lanari
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domenica 9 marzo 2008
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grandioso? solo maleficamente
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In 2001 c'è soltanto il ribadire l'idea ebraicocristiana d'una tripartizione della storia in altrettanti eoni che perpetueranno la mattanza finché il monolite, bontà sua, non ci concederà qualcos'altro. Che poi per giunta è ancora lo stesso malefico cosmo in cui verremmo macrofetalmente inseriti. Che c'entra con la bellezza? Allora godiamoci pure lo splendore ariano della Riefensthal, l'apologetica kierkegaardiana di Dreyer, eccetera. Vi basta la forma per perdervi il contenuto? Ma manco nella semiologia di Hjelmslev.
Che Kubrick sia grandioso, non si può minimamente negare, come un Welles, uno Scorsese, un Coppola e un Greenaway. Ma si può, si DEVE giudicare che è e che sono MALEFICAMENTE grandiosi.
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In 2001 c'è soltanto il ribadire l'idea ebraicocristiana d'una tripartizione della storia in altrettanti eoni che perpetueranno la mattanza finché il monolite, bontà sua, non ci concederà qualcos'altro. Che poi per giunta è ancora lo stesso malefico cosmo in cui verremmo macrofetalmente inseriti. Che c'entra con la bellezza? Allora godiamoci pure lo splendore ariano della Riefensthal, l'apologetica kierkegaardiana di Dreyer, eccetera. Vi basta la forma per perdervi il contenuto? Ma manco nella semiologia di Hjelmslev.
Che Kubrick sia grandioso, non si può minimamente negare, come un Welles, uno Scorsese, un Coppola e un Greenaway. Ma si può, si DEVE giudicare che è e che sono MALEFICAMENTE grandiosi. La grandiosità è un aggettivo soltanto “quantitativo” e non pure “qualitativo”.
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wolfgang
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giovedì 6 marzo 2008
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due chiacchiere così......
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….. é venuto fuori Barry Lyndon? Davvero? Scommetto che, candida traccia a parte, il sor Barry non solo ha niente a che spartire con “Tienepace” Thackeray, ma è ottima “controfigura” cinematografica del còrso: umili origini ma destinati entrambi a vertiginosa ascesa. Stanley intanto ricama e rimugina………Movimenti di truppa? Foschie di guerra? Divise, luci naturali e prime file che cadono come mosche? Già, quel che mi raccontava qualcuno reduce di guerra: prima fila di scozzesi in divisa con tanto di piva, baldanzosi, un attimo dopo tutti giù, soldatini che finiscono per sempre il gioco. Bella storia, l’umana storia. Settecento in movimento? Per forza, il Potente Ebreo vagheggia oliando la Berta della mente, prende misure e contromisure ….
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….. é venuto fuori Barry Lyndon? Davvero? Scommetto che, candida traccia a parte, il sor Barry non solo ha niente a che spartire con “Tienepace” Thackeray, ma è ottima “controfigura” cinematografica del còrso: umili origini ma destinati entrambi a vertiginosa ascesa. Stanley intanto ricama e rimugina………Movimenti di truppa? Foschie di guerra? Divise, luci naturali e prime file che cadono come mosche? Già, quel che mi raccontava qualcuno reduce di guerra: prima fila di scozzesi in divisa con tanto di piva, baldanzosi, un attimo dopo tutti giù, soldatini che finiscono per sempre il gioco. Bella storia, l’umana storia. Settecento in movimento? Per forza, il Potente Ebreo vagheggia oliando la Berta della mente, prende misure e contromisure ….. per “leggere” la storia da par suo, “vedere” ma con i “propri” occhi. Napoleon è pretesto. A proposito: tolto Barry rimane Lyndon. Poi fate come vi pare……
Avrebbe scelto un attore sconosciuto, Kubrick, un Dullea per intenderci, rispettando appena il caso di dirlo una certa somiglianza ma ….. lo sguardo profondo e rimuginatore …… quello sguardo da impazzire e non solo per “assonanze” mie naturali, la qualità dello sguardo sarebbe risultato decisivo per la scelta. E l’opera.
A Barry penserò a tempo giusto, Tienepace farebbe solo perder tempo, la letteratura giusta è altra, francese soprattutto. L’Arancia è già spremuta, violenza è tema? Sììì come no! Shining? Durissimo, fortuna che è un film horror, così hanno detto i telegiornali della sera. Quelli “privati” facevano vedere solo le scene con i marchi dei prodotti (la dispensa), compreso il famoso whiskey del GOLD barista (deve sapere tante cosucce quel luciferino sempre prodigo di …..“credito”), mentre il telegiornale della “prima corazzata” prendeva le distanze dalla gratuita violenza invocando aiuti e sgravi per madre e piccolo Lloyd, perché le forze politiche …….ascoltino la voce della periferia, anche quella delle comunità montane e degli allegorici labirinti. Segue il Festival.
Insomma, ‘sta storia che i film siano calati in etichette di maniera non la capisco, o meglio: Kubrick ha consegnato al tempo l’intero suo cinema alto e difficile, ma che dopo tanti anni si scivoli sulle solite etichette di comodo non ci arrivo. Tutto lì? Beh, pochino per quel che ha saputo dare il pestifero. Ancora Shining, va’. Ambienti vasti, tanto quelli naturali da gran nazione da consegnare a …qualcuno (indiane sonorità) che interni dell’hotel: pare di vedere il cineasta che prende, anche qui, le misure a …….Notre Dame 1805, quando quel fessacchiotto del Ludovico van strapperà la dedica della V alla faccia del grande traditore. Fatti suoi, drugo manesco e violento; Kubrick infatti lo ha ficcato proprio nel succo d’arancia, tipetto giusto il tedescone. E l’intellettuale su sedia a rotelle? Sprizza truci saette tale e quale al poster del tedescone. ah! ah! ah!
Il cuoco dell’Hoverlöok, umile Scatman di colore, possiede “shining”? Pericoloso, se prende a scocciare aggiungendo pure i sogni ….ci credo che rimedia una botta al petto. Notato il Nicholson surgelato? Tale e quale. Ma lasciamo stare, è solo horror. Stanley Kubrick? Che peste, che gran figlio di ………
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[+] lettore curioso che pone domande semplici.
(di per te sono walt)
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renato corriero
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mercoledì 5 marzo 2008
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un vero capolavoro!
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C'è a chi piace il grande spettacolo e c'è chi invece preferisce il film molto intelligente, simbolico, che ha qualche cosa da dire, magari con difficoltà a capirne il significato! Ebbene ecco un film che combina bene tutte queste cose! Ben fatto al 100%, misterioso, si rifà alla teoria della relatività di Albert Einstein, ha la macchina che si ribella all'uomo ed una parte di spettacolo puro con il viaggio vicino alla stazione spaziale col"Bel Danubio blu" di Strauss come colonna sonora, il tutto in Cinerama!
Anche coloro che lo amano come film messaggio o psicologico debbono ammettere quanto aiuto da il Cinerama a questo specialmente nella sequenza della tempesta cosmica e del presunto arrivo su Giove.
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C'è a chi piace il grande spettacolo e c'è chi invece preferisce il film molto intelligente, simbolico, che ha qualche cosa da dire, magari con difficoltà a capirne il significato! Ebbene ecco un film che combina bene tutte queste cose! Ben fatto al 100%, misterioso, si rifà alla teoria della relatività di Albert Einstein, ha la macchina che si ribella all'uomo ed una parte di spettacolo puro con il viaggio vicino alla stazione spaziale col"Bel Danubio blu" di Strauss come colonna sonora, il tutto in Cinerama!
Anche coloro che lo amano come film messaggio o psicologico debbono ammettere quanto aiuto da il Cinerama a questo specialmente nella sequenza della tempesta cosmica e del presunto arrivo su Giove. Nel '68 ho avuto la fortuna di vederlo in Cinerama (Milano, cinema Alcione)e quindi di apprezzarlo al massimo! In ogni caso rimane un capolavoro!
Ben fatto ha l'Arcadia di Melzo (MI) nel 2001 a riproporlo in 70mm. sullo schermo gigante della sala "Energia"! che seppure non ha la grande concavità del Cinerama ha dato un buon risultato! Chissà che ogni tanto questo capolavoro non venga riproposto!
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bitta
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venerdì 29 febbraio 2008
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bravo zlatan
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STO FILM NN HA SENSO, NN FINISCE PIù E NN SI CAPISCE. COME SI PUò DIRE KE è UN CAPOLAVORO.
[+] impara...
(di reiner werner)
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anonimo
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mercoledì 27 febbraio 2008
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una calmata please .......
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A questo punto, signori, basta. Sì sono io, Sergio….Frettaefuria….o Ludovico van o come diavolo preferite voi. Ho fatto lo scemotto per motivi miei, temporeggiavo a ragion veduta ma intanto mandavo messaggini; sono settimane che non mi collego al sito ma adesso, ripeto, veramente basta!! Ho letto gli ultimi interventi ……………
Avviso: la mia elaborazione, “La piramide di Cheope”, interessi o non interessi, sta per essere consegnata alla SIAE. Letto giusto. Omaggerò questo sito solo di uno stralcio, per ovvi motivi. Avevo scritto recentemente “opera in pugno”: verità. Mi spiace ma Stanley Kubrick con 2001 ha creato qualcosa di inarrivabile e talmente leggendario e lontano dalle più sfrenate ipotesi che lor signori, pur nel pienissimo diritto di esprimere quel che vogliono, anche le offese, dovrebbero rimanere un pochino accorti.
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A questo punto, signori, basta. Sì sono io, Sergio….Frettaefuria….o Ludovico van o come diavolo preferite voi. Ho fatto lo scemotto per motivi miei, temporeggiavo a ragion veduta ma intanto mandavo messaggini; sono settimane che non mi collego al sito ma adesso, ripeto, veramente basta!! Ho letto gli ultimi interventi ……………
Avviso: la mia elaborazione, “La piramide di Cheope”, interessi o non interessi, sta per essere consegnata alla SIAE. Letto giusto. Omaggerò questo sito solo di uno stralcio, per ovvi motivi. Avevo scritto recentemente “opera in pugno”: verità. Mi spiace ma Stanley Kubrick con 2001 ha creato qualcosa di inarrivabile e talmente leggendario e lontano dalle più sfrenate ipotesi che lor signori, pur nel pienissimo diritto di esprimere quel che vogliono, anche le offese, dovrebbero rimanere un pochino accorti. E' un consiglio………. Retorica? Esagerazione? Ammirazione per il “mio amato Stanley”? No no, è che a novembre è successo qualcosa che in vita mia non avrei mai creduto potesse accadere, perché non avevo realizzato che non ero io a cercare 2001, ma il contrario; poi si è scatenato un turbine che mi sta portando dritto all’analisi del cinema di Stanley Kubrick e...... Piccoli esempi. Il tema dell’Arancia non è la violenza; il rapporto di coppia, o amore, non è il tema di Eyes W. S. Mister Paleutta ….non avevi scritto tu, ma forse ricordo male, di aver intuito qualcosa a proposito di quel film? Facciamo …….ET, ma non è Spielberg, vero? Sto analizzando Shining (1980), assieme a Lolita è il più tosto. Kubrick? Ebreo saggio, profondo, memore della Tradizione (sottolineo) e capace di potenza visionaria come pochi. L’ebraicità è la chiave della sua potenza, sovrumana in 2001, opera allegorica di altissima matematica: metafisica, i significati astratti e quant’altro sono recisamente lontani dalle intenzioni tremende sulle quali Kubrick ha fatto calare un mastodonte da leggenda. Ci credo che la gente di ogni livello vaghi da 40! Almeno fino ad oggi. Spiacente, la lettura di 2001 è tra le più semplici, elementari e stordenti che si possano solo immaginare. Faccio notare solo due elementi, ma essenziali. Chi vuole capire capisca, ci mancherebbe…….. Kubrick è avviato alla sovrintendenza totale (toten art) wagneriana delle sue opere, mentre il monolite (simpaticissimo!) cerca qualcosa legando l’intera trama come elemento dinamico wagneriano (leitmotiv); sarà l’ultimo elemento a lasciare il teatro di Kubrick (sottolineo teatro), allestito per questa rappresentazione senza protagonisti ma solo elementi che, inseriti sulla scena, svolgono funzione e fuori. E’ una terrificante trama scacchistica (scena degli scacchi) dove le regole (STRATEGIA DI GUERRA) vengono dettate dal cineasta e porteranno all’uragano finale, qualcosa di sconcertante. Strategia di guerra???? Beh, non era il chiodo fisso di questo regista? Vi siete mai chiesti perché? 2001 é il suo kolossal di guerra in attesa del vagheggiatissimo e immenso Napoleon, che a tratti galleggia nella mia mente……I film di Kubrick, da Arancia (cinema sperimentale……) in poi, sono frutti di quell’albero, ogni capolavoro è prova generale (generale…... è proprio il caso di dirlo!) in attesa del megalavoro che aveva per tema il fato. In altre parole, Napoleon sarebbe risultato dalla summa mostruosa di tutto il cinema kubrickiano, qualcosa di onnipotenza incontrastabile da far impallidire lo stesso 2001 che, ripeto, è sovrumano. Fidatevi …………
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