2001: Odissea nello spazio |
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Un film di Stanley Kubrick.
Con Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter.
continua»
Titolo originale 2001: A Space Odyssey.
Fantascienza,
Ratings: Kids+16,
durata 140 min.
- USA, Gran Bretagna 1968.
- Warner Bros Italia
uscita lunedì 13 febbraio 2023.
MYMONETRO
2001: Odissea nello spazio
valutazione media:
4,84
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Oltre l'uomodi Neopolo Marte minielFeedback: 200 | altri commenti e recensioni di Neopolo Marte miniel |
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domenica 30 novembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
2001 sembra riprendere il tema dell'apprendista stregone: l'uomo che inventa una macchina per dominare l'universo che gli si rivolta contro. Secondo l'interpretazione nietzschiana, l'uomo, che si affranca dallo stato animale con la tecnologia, per raggiungere il superuomo deve liberarsi della tecnologia, del controllo razionale di sè e delle debolezze sentimentali come è rappresentato nella sequenza della disattivazione dell'immeschinito Hal (in cui la filastrocca sottolinea la infantile crudele onnipotenza che si ritroverà nei drughi di Arancia Meccanica, film che chiarisce il senso della parabola di 2001). Il monolito nero appare nei momenti decisivi dell'evoluzione umana, in cui avviene la piena soddisfazione degli istinti, cioè l'omicidio, o ancor meglio l'associazione dell'istinto con l'intelligenza - in contrasto tra loro nella società civile con le sue leggi e norme morali (per la gente comune ma non per le cerchie più esclusive del potere, completamente amorali) - rappresentati dall'occhio, sempre legato alla presenza del monolito. Se ognuno può fare deduzioni secondo le proprie credenze, il film ha rafforzato in chi l'aveva la visione satanica col monolito come simbolo del potere demoniaco che ha generato l'intelligenza umana e ha guidato la sua evoluzione. La società continua a ripetere l'omicidio, fondatore della Storia, trasfomandolo in violenza rituale, sacrificale, creatrice, protettrice e pacificatrice. Più che su chi sono gli alieni il film sembra porre la domanda su chi siamo noi. I film successivi di Kubrick, come già accennato, tenteranno una risposta. E, in attesa di affrancarci dalla crisalide biologica con tutte le sue -anche tragiche - necessità, è una risposta che può dispiacere ma non venir negata; e a ben guardare ben presente - il genio straordinario di Kubrick lo ha intuito come dimostrano le sue scelte per le colonne sonore - in compositori come Beethoven o Schubert - io direi anche Mozart -. In questo senso più che giusta la traduzione dell'Ubermennsch di Nietzsche piuttosto che Superuomo in Oltreuomo, così come oltre ogni limite dell'umano è il "bambino delle stelle" del finale del film.
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