La grande bellezza |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Pamela Villoresi, Franco Graziosi, Pasquale Petrolo, Serena Grandi, Maria Laura Rondanini.
continua»
Drammatico,
durata 150 min.
- Italia, Francia 2013.
- Medusa
uscita martedì 21 maggio 2013.
MYMONETRO
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Sorrentino smentisce il principe Miskin
di GiovannaFeedback: 631 | altri commenti e recensioni di Giovanna |
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sabato 13 luglio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Sorrentino smentisce il principe Miškin e il dostoevskijano ”la bellezza salverà il mondo”. Lo fa con l’originalità dei contenuti e la sontuosità delle immagini che gli sono propri, seguendo sorprendenti geometrie narrative in continua escheriana evoluzione, attraverso il monologo interiore di uno straordinario Toni Servillo, attorno ad una Roma in enigmatica apertura/chiusura Jep Gambardella ha una magnifica terrazza, un guardaroba raffinatissimo, un libro di successo alle spalle, il mito della bellezza che persegue con testarda determinazione lungo gli argini del Tevere, nelle terrazze spettacolari, nei musei, nei parchi, nelle strade deserte, nelle discoteche affollate; a tu per tu con la cameriera la spogliarellista l’illusionista la bambina prodigio la santa di orrido fascino il prelato gourmet lo scrittore fallito le botox addict la Concordia. Osservare Roma da una terrazza privilegiata affacciata sul Colosseo non esorcizza il male di vivere del protagonista e del suo sgangherato milieu e non rende più lieve la considerazione sulla corrotta degenerazione del presente dominata da una sempre presente cartellonistica commerciale. Si comincia con immagini e musica, che predispongono e spingono oltre la centralità dell’io verso spazi immateriali, per approdare alla sudaticcia eccitazione del turista giapponese, colto da sindrome di Stendhal davanti al fascino inestinguibile della Città, enigmatica nella sua (in)accessibilità, quasi ”porta11, rue Larrey” di Marcel Duchamp. Su questo ingannevole palcoscenico si muove con suprema eleganza, disincanto, ciniche osservazioni, sgangherate frequentazioni, inaspettate tenerezze, malinconie insopprimibili, Jep Gambardella, stakanovista mondano alla ricerca di un’armonia irraggiunta, che porta dritta al fallimento. Assorbito dal vortice della mondanità, Gambardella, esteta ormai 65enne, zigzagando con il suo carico cultural-emotivo all’interno del paradigma narrativo del film, tra sacro e profano, capisce tutto, pronuncia verità inesorabili, giudizi taglienti, crea e distrugge personaggi, essendo ad un tempo antitetico e funzionale al mondo in cui vive, con lucido disincanto ma insormontabile dipendenza. Marcello Rubini insegna.
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