Le nevi del Kilimangiaro |
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Un film di Robert Guédiguian.
Con Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Marilyne Canto, Grégoire Leprince-Ringuet.
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Titolo originale Les neiges du Kilimandjaro.
Drammatico,
durata 107 min.
- Francia 2011.
- Sacher
uscita venerdì 2 dicembre 2011.
MYMONETRO
Le nevi del Kilimangiaro
valutazione media:
3,39
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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E' l'ora è l'ora i buoni son tornati!di GiovannaFeedback: 631 | altri commenti e recensioni di Giovanna |
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domenica 18 dicembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il titolo non inganni, niente in comune con il film del 1952. Si vuole invece evocare una vacanza esotica regalata rubata ritrovata rifiutata. Sarà che di Jean-Pierre Darroussin/ Michel non se ne vedono molti in giro, neanche in questa ora estrema del tracollo della Patria, ma questo sindacalista con il vizio dell’onestà, che arriva a farsi licenziare in nome della giustizia, non regge e si presta fin troppo facilmente al sorriso, non sulle tematiche che affronta ma sulle soluzioni che propone. Tratto dalla novella “Les pauvres gens” di Victor Hugo ( ah! ecco!!! ), il film conferma la discesa in picchiata nell’horror della new economy ove i contemporanei “miserabili”, epigoni di Jean Valejan, appaiono dei David senza neanche la fionda. Guédiguian si lancia, sia pure con tocco leggero, in un affresco di nuove miserie e schiavitù, che i suoi personaggi affrontano con la forza di valori per la verità molto in ribasso nell’odierna borsa antropologica, ma, a suo dire, fiorenti nel mondo operaio e sindacale : perdono e solidarietà. La coppia protagonista, alla ricerca dell’equità sociale, in una solare Marsiglia, ingaggia una bella lotta a chi porge di più l’altra guancia: finiscono derubati picchiati umiliati. Persino disoccupati, ma felici in nome della loro coerenza morale. Jean-Pierre Darroussin e la sua fin troppo paziente moglie vivono sulla pelle il contrasto tra l’egoismo borghese dilagante anche nel loro microcosmo e la speranza di un mondo più giusto, sotto gli occhi disincantati di un moderno alquanto tollerante Janvier. Il film, superato un veramente noiosissimo inizio, affastella mille problematiche e culmina con l’autocritica finale del sindacalista imborghesito supergarantito rispetto alle nuove generazioni, cui decide di perdonare anche l’imperdonabile. Si segnala che Jean-Pierre Darroussin, nei panni di un lustrascarpe, si sta contemporaneamente prodigando sugli schermi, in Miracolo a Le Havre, a far passare la Manica al piccolo Idrissa, immigrato clandestino africano.
E’ l’ora, è l’ora, i buoni son tornati!
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