Titolo originale | Les neiges du Kilimandjaro |
Anno | 2011 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 107 minuti |
Regia di | Robert Guédiguian |
Attori | Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Marilyne Canto, Grégoire Leprince-Ringuet Anaïs Demoustier, Adrien Jolivet, Robinson Stévenin. |
Uscita | venerdì 2 dicembre 2011 |
Tag | Da vedere 2011 |
Distribuzione | Sacher |
MYmonetro | 3,32 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento sabato 31 ottobre 2020
Il sogno di una coppia matura s'infrange quando i soldi di una vita, risparmiati per un viaggio sul Kilimangiaro, vengono rubati. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Cesar, In Italia al Box Office Le nevi del Kilimangiaro ha incassato 310 mila euro .
Le nevi del Kilimangiaro è disponibile a Noleggio e in Digital Download
su TROVA STREAMING
e in DVD
Compra subito
CONSIGLIATO SÌ
|
Michel non ha più un lavoro ma ha ancora una moglie a cui lo legano trent'anni d'amore, due figli e tre piccoli nipoti. La sua vita serena, trascorsa all'insegna dell'amicizia e della solidarietà, viene bruscamente interrotta da una rapina, in cui resta coinvolto e sconvolto insieme alla compagna, alla sorella e al cognato. Deciso ad ottenere giustizia e a recuperare il maltolto e due biglietti per l'Africa, regalo di anniversario dei figli, Michel scoprirà accidentalmente che uno dei suoi rapitori è un giovane operaio licenziato insieme a lui. Amareggiato ma persuaso all'azione, lo denuncia alla polizia che lo arresta davanti agli occhi dei due fratelli minori. Il ragazzo rischia adesso una pena di quindici anni e una detenzione lontana dai fratellini di cui da anni si occupava da solo. Dopo un duro scontro verbale col suo rapitore, Michel lo colpisce con uno schiaffo. Il gesto involontario lo getta in una profonda crisi da cui riemergerà interrogandosi sulla sua vita, sul valore del perdono e sul futuro di due bambini scompagnati.
Ispirato dalla "Les pauvres gens" di Victor Hugo e accompagnato dalla canzone di Pascal Danel (che fornisce il titolo al film), Le nevi del Kilimangiaro è il nuovo dramma sociale di Robert Guédiguian sulla disoccupazione e la dolorosa perdita della dignità. Nondimeno è un'opera leggera come un palloncino, che racconta la vita quotidiana di una coppia aperta e accogliente alla maniera dei cortili che abita. Ancora una volta il regista marsigliese mette in scena una piccola storia che ha il sapore e la solidarietà del cinema del Fronte Popolare. Partendo da un licenziamento, quello del protagonista, il film avrebbe potuto precipitare in un dramma da socialismo reale, al contrario il clima è lieve e gioioso, si ride spesso e si rimane sedotti dalla voglia di vivere di due coniugi operai che lottando negli anni Settanta sono andati 'in paradiso'. Il loro paradiso è la casa che hanno costruito e la famiglia che hanno formato ed educato ad essere onesta e di grande cuore. Ma il cinema di Guédiguian non si è mai fermato alle mura domestiche, scendendo in strada attraverso quelle finestre e quelle porte sempre spalancate sul mondo e sulla società. Ed è proprio da quei varchi che il brutto del mondo entrerà, portandosi via 'proprietà' e sicurezze ma insieme offrendo una possibilità di comunione e partecipazione. Perché il ragazzo che ha occupato il loro Eden, derubandoli, è un giovane uomo di una generazione cresciuta senza testimonianze né esempi di quella che un tempo era la lotta di classe, ovvero un modo (giusto) di cambiare la vita di chi è sempre in soggezione. E a questo punto Le nevi del Kilimangiaro gioca le sue carte migliori per rigore e sensibilità, portando alla coscienza del protagonista la necessità di fare qualcosa, individuare una possibile canalizzazione del malessere giovanile in funzione di una nobiltà d'animo che risollevi il morale e la morale.
È la forza dell'etica la cifra del cinema di Guédiguian. L'unica che resta. Come restano nella memoria e negli occhi le immagini dei suoi corpi proletari, fragili nel loro errare, tenaci nel loro cercare, abili a capire la generosità di un gesto. Daccapo Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan interpretano il suo cinema operaio e la forza discreta dell'esempio. L'esempio che emerge dal silenzio commosso di un'intesa in riva al mare. Infine Le nevi del Kilimangiaro è una miscela di disincanto e romanticismo che sta a metà strada tra un poema popolare e una canzone pop.
“Il coraggio è dominare i propri errori, soffrirne ma senza venirne schiacciati e proseguire il proprio cammino. Il coraggio è amare la vita e guardare la morte con occhi tranquilli, è ricercare l’ideale cercando di capire il reale …” & [...] Vai alla recensione »
E' un film che meriterebbe molte discussioni andando a toccare argomenti attuali e per i quali ognuno potrebbe avere una sensibilità diversa. Nulla di eclatante nelle riprese che peraltro non hanno una sola sbavatura, le tonalità reali non sono usate oltre quello che devono mostrare; i personaggi hanno - come i film francesi hanno - le caratterizzazioni fisiche così reali che [...] Vai alla recensione »
Marsiglia. Un anziano operaio del porto con alle spalle lunghi anni di militanza nel sindacato si trova a perdere il lavoro insieme ad altri 19 colleghi a causa di una estrazione a sorte. L'uomo può in un certo senso dirsi fortunato in quanto ha una moglie fedele, una piccola casa e l'indennità. Non è così per un suo giovane collega appena assunto che, per mantenere [...] Vai alla recensione »
LE NEVI DEL KILIMANGIARO Si sceglie di non scegliere. L’inizio di Les neiges du Kilimandjaro è l’alfa e l’omega. Abbiamo una fabbrica in crisi e siamo subito ed inequivocabilmente nei nostri tipici giorni. Si tirano a sorte 20 dipendenti e, sulle prime, non è del tutto esplicito se saranno quelli da tenere o quelli da mandare a casa.
Con questo film .ispirato ad un'opera di Hugo- il regista marsigliese, quasi sicuramente non un virtuoso del cinema e non molto amato dai distributori nostrani, rischia di dare lezioni a due maestri, uno presunto ed uno vero, secondo chi scrive: Loach e Kaurismaki. Al primo (Ad avercene, in tempi in cui le i dee di Veltroni e Renzi rischiano di essere il migliore riferimento [...] Vai alla recensione »
Ottimo film in bilico tra denuncia sociale e poesia(una certa analogia con il recente Kaurismaki di MIracolo a Le Havre per ambientazioni e tematiche vien spontanea).Siamo vicini anche ad un certo tipo di film "operaio" inglese al quale Ken Loach ci ha da tempo abituati.Qui si va a scavare più nel profondo dell'intimo umano.
Un film sul (non-) lavoro e una società in crisi. Un film sulla povertà, la violenza, l'illecito, l'egoismo, la sopravvivenza. Un film sulla solidarietà, l'onestà, le relazioni, l'incanto nei bambini, il disincanto adulto, la responsabilità come scelta di chi non si rassegna e cerca, in primis dentro sè, "il sole". Ma, soprattutto, il film su una splendida storia d'amore, di coppia e per l'umano.
Si,si,si!!! Finalmente un film "vero", senza storie assurde, strabilianti o sgangherate che siano. Finalmente facce e cuori di persone come noi, che si scontrano con la vita di tutti i giorni e che credono di capire, ma in realtà capiscono e conoscono ben poco della complessità di ciò che circonda tutti noi. Argomenti caldissimi, ma trattati con una grazia e un'eleganza davvero preziosi, perchè alla [...] Vai alla recensione »
Bellissimo, mi ha tratto un pò in inganno il trailer, nel senso che mi sembrava molto più dedicato al dramma del lavoro; comunque la trama del film è ricca di spunti e riflessioni di approfondimento su varie tematiche che vengono trattate. Adatto ad un pubblico raffinato, over 35.
Spiace vedere così pochi commenti. Forse molti spettatori sono rimasti impauriti dal leggere che si tratta della storia di un sindacalista, e temevano un film moralista. E invece no: è un film su delle persone, molto umano, molto leggero e ironico anche nel trattare argomenti assolutamente seri. Forse l'avere personaggi adulti alle prese con problemi adulti mette in fuga il [...] Vai alla recensione »
C'è tanto bisogno di ottimismo in giro... Guediguian risponde con questo "Le nevi del Kilimangiaro", esplorando e ponendo domande sul lavoro, il sindacato, i rapporti tra le generazioni, la famiglia, l'amicizia. Nel mondo della globalizzazione occorre recuperare la solidarietà tra le persone come terapia alle devastazioni conseguenti ai fallimenti del mercato ed alla [...] Vai alla recensione »
Film liberamente ispirato al racconto "Les pauvres gens" di Victor Hugo in cui la quotidiana e serena (nonostante il di lui licenziamento) vita di una coppia di coniugi ormai vicini alla pensione viene stravolta da una rapina causata da un giovane ex-collega dell'uomo, anch'egli licenziato. In una maniera delicata e sensibile, come si ritrova spesso nei films francesi, [...] Vai alla recensione »
Sindacalista ultracinquantenne della CGT finisce in cassa integrazione e dopo aver subito una rapina comincia a scoprire che il mondo non è come i sindacalisti credono che sia. Seguono tormenti morali e tentativi di ripulirsi la coscienza. Film con spiccata tendenza al patetico, insopportabilmente crescente verso il finale. Personaggio femminile largamente stereotipato.
“Le nevi del Kilimangiaro/sono un bianco mantello/ sotto cui potrai dormire”. Sono pressappoco queste le parole del ritornello di una canzone canticchiata insieme all’originale da parenti ed amici di Michel in occasione della festa di un anniversario di nozze, in cui il festeggiato riceve in omaggio, oltre a soldi, appunto due biglietti per una vacanza in Africa.
Il viaggio è un pretesto per descrivere la vita. Si pensa che la felicità sia qualcosa di lontano, possibile da raggiungere solo con il denaro. La realtà è che la felicità si nasconde nella quotidianità, con le persone che si amano.
Nel commento che ho inviato, ho omesso riferimenti alla scena in cui un giovane consiglia al personaggio femminile cosa scegliere come piatto (O bibita?), e come gustarlo meglio. E'una scena, a mio parere, (molto?) più interessante di quanto non appaia: un senso di solidarietà tra la gente comune, un modo di gustare il più possibile la vita nei suoi aspetti quotidiani.
si può ancora sperare per il futuro
Sono d'accordo con la critica di M. Gandolfi, però molto più criticamente e di pelle aggiungo, sono sempre i giovani a fare brutte figure, a peccare di insensibilità, di egoismo, di atteggiamenti delinquenti, di tutto mi è dovuto, di incapacità di sopportare frustrazioni, di mancanza di coscienza storica, sindacale, di lotta per i propri diritti, di cultura e [...] Vai alla recensione »
Il titolo non inganni, niente in comune con il film del 1952. Si vuole invece evocare una vacanza esotica regalata rubata ritrovata rifiutata. Sarà che di Jean-Pierre Darroussin/ Michel non se ne vedono molti in giro, neanche in questa ora estrema del tracollo della Patria, ma questo sindacalista con il vizio dell’onestà, che arriva a farsi licenziare [...] Vai alla recensione »
La classe operaia va in purgatorio. Ma lo scopre quando è troppo tardi. Quando ormai ha passato la mezz’età e si è abituata ai suoi minuscoli privilegi da welfare, conquistati a duro prezzo. Senza accorgersi che all’inferno ormai ci stanno gli altri. I giovani, i precari, i sottoccupati cronici. Gente che la vecchia coscienza di classe non sa neanche cosa sia, ed è disposta a tutto.
Il nuovo film di Guédiguian prolunga l'affresco social-politico di cui è rigoroso cantore nel bene e nel meno bene. In «Le nevi del Kilimangiaro», in effetti, lo shock di una rapina produce effetti meno «banali» del solito nel focolare di una coppia proletaria. Incalzati dalla crisi economica, i nuovi antieroi del puro e duro regista di Marsiglia esploreranno un percorso d'autocoscienza di classe. Vai alla recensione »
Il cinema impegnato d’oltralpe trova una nuova luminosità in questa favola contemporanea che vede protagonista una coppia cinquantenne e di sinistra alle prese con la crisi. Michel (Darroussin) è un sindacalista licenziato dopo anni di militanza, Marie Claire (Ascaride) è la moglie che gli è stata vicina in tutte le battaglie e che affronta con tenerezza ed ironia lo spaesamento del marito privato [...] Vai alla recensione »