Titolo originale | Master Gardener |
Anno | 2022 |
Genere | Thriller, |
Produzione | USA |
Durata | 107 minuti |
Regia di | Paul Schrader |
Attori | Joel Edgerton, Sigourney Weaver, Quintessa Swindell, Esai Morales, Eduardo Losan Rick Cosnett, Victoria Hill, Amy Le, Jared Bankens, Matt Mercurio. |
Uscita | giovedì 14 dicembre 2023 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Movies Inspired |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,57 su 27 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 12 dicembre 2023
Un orticoltore assume una ribelle apprendista che porterà il caos nella sua vita. In Italia al Box Office Il Maestro Giardiniere ha incassato 90,7 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
|
Narvel Roth si prende cura del giardino della tenuta di Gracewood in maniera meticolosa e appassionata. Un uomo riservato, di poche parole, dal passato misterioso. La proprietaria di Gracewood, Norma Haverhill, si fida ciecamente di lui e decide di affidargli la tutela della pronipote Maya, orfana di madre e ficcatasi in brutti guai di droga. Narvel, benché riluttante, accetta, pur sapendo che il suo passato oscuro potrebbe tornare a tormentarlo.
Secondo alcune fonti il significato del nome Narvel rimanda al "cavaliere dall'armatura luccicante", dove nello slang sta ad indicare un individuo dallo stile di vita dimesso e poco appariscente.
Paul Schrader probabilmente gioca su entrambi i sensi per il personaggio interpretato da Joel Edgerton, visto come ambedue si adattano al taciturno eroe, che reca incisi sul proprio corpo i segni di un passato impensabile e non cancellabile. Norma dà fiducia a Narvel e si serve di lui come un automa, instaurando un rapporto di dipendenza biunivoca, dai legami invisibili ma indistruttibili. Un quieto equilibrio che giova a tutti ma mette in ibernazione i sentimenti, almeno finché non subentra Maya, elemento imprevedibile destinato a generare un effetto domino. Dopo First Reformed e Il collezionista di carte, straordinari esempi della vitalità inesauribile del cinema di Paul Schrader, Master Gardener conclude un'ideale trilogia "bressoniana", concepita dal regista e sceneggiatore attorno alle figure di uomini soli e tormentati, in cerca di una redenzione apparentemente impossibile. Come per i titoli precedenti, l'incipit mette subito in chiaro il legame invisibile tra le opere, presentandoci il protagonista seduto a uno scrittoio, mentre verga memorie sul proprio diario. L'inquietudine del suo passato è percepibile, così come l'esilio volontario che caratterizza il suo presente. Proprio come il pastore interpretato da Ethan Hawke o l'ex marine di Oscar Isaac - ma si potrebbe risalire nella memoria allo spacciatore di Willem Dafoe o al tassista di Robert De Niro - anche Narvel è insonne e preda di incubi, geloso di una quieta solitudine che possa permettere di dimenticare gli errori del passato. Come in buona parte della filmografia di Schrader, il percorso di colpa e redenzione senza scorciatoie rimanda alla forte impronta calvinista con cui l'autore è cresciuto e che ha saputo sviluppare nella carriera di sceneggiatore prima e di regista poi, ispirata da Robert Bresson.
I simboli sono particolarmente evidenti in Master Gardener, a partire dal mestiere del protagonista, che cura un giardino di nome Gracewood: il richiamo alla Grazia aiuta ulteriormente a comprendere l'allegoria di un luogo che rimanda al Giardino per eccellenza, quell'Eden da cui Dio cacciò il Primo Uomo. Qui il padrone del giardino è una "evil goddess", secondo le parole dello stesso Schrader, una ricca possidente che sembra lottare contro il tempo per preservare lo splendore della tenuta e della casa patronale al suo interno. Benché non sia citata esplicitamente, è chiara l'origine di Gracewood - siamo in Louisiana - e il ruolo che questa può aver giocato durante lo schiavismo. Dove oggi è fiorito il giardino di una nuova speranza, ieri quindi si consumava un'altra tragedia del passato, quello di una nazione dalle innumerevoli ferite morali, non meno gravi di quelle dei suoi figli. Come Schrader riesca a tradurre rimandi così complessi in una forma semplice ed efficace, combattendo con i problemi di budget e preservando una coerenza esemplare, che non diviene mai stanca ripetizione, è forse frutto dell'intervento misterioso di quella Grazia così sovente evocata nelle sue opere.
IL MAESTRO GIARDINIERE disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€14,99 | – | |||
€14,99 | – |
Nell'ultima opera cinematografica di Paul Schrader, "Il Maestro Giardiniere", lo spettatore è invitato nel mondo lussureggiante e intricato di Gracewood Gardens, dove l'arte della coltivazione si estende ben oltre i confini dell'orticoltura. Al centro di questo racconto cupo c'è Narvel Roth, interpretato con intensità contenuta da Joel Edgerton, il cui [...] Vai alla recensione »
Anche se diverso per stile e altro, ho pensato, vedendo “Il maestro giardiniere” di Paul Schrader, a Greenaway. Esattamente al suo primo grande successo di critica e di pubblico “I misteri del giardino di Compton House”. Per due ragioni. 1. Il giardino non è soltanto un paesaggio scenografico e neppure uno strumento per riscattare [...] Vai alla recensione »
Il maestro giardiniere di Paul Schrader è la potente storia di un uomo tormentato dal proprio passato di sicario e suprematista bianco, che riflette le tensioni razziali dell’America contemporanea. Il maestro giardiniere segna il culmine di un trittico di film iniziato nel 2017 con First Reformed – La creazione a rischio, e continuato nel 2021 con Il collezionista di carte.
Sembra impossibile che Paul Schrader riesca sempre a sfornare gemme ben scritte, precisamente dirette, dove le sue tematiche preferite (l'oscuro passato, la redenzione) rifulgono in macchinari registici asciutti, densi di significato quando parchi di estetismi compiaciuti, inutili fregolismi interpretativi, come sarebbe piaciuto anche all'amato Bresson.
Sembra impossibile che Paul Schrader riesca sempre a sfornare gemme ben scritte, precisamente dirette, dove le sue tematiche preferite (l'oscuro passato, la redenzione) rifulgono in macchinari registici asciutti, densi di significato quando parchi di estetismi compiaciuti, inutili fregolismi interpretativi, come sarebbe piaciuto anche all'amato Bresson.
Metti un suprematista bianco che ha sparso odio e morte a piene mani fino al giorno del pentimento, quando ha denunciato i suoi sodali ottenendo in cambio una nuova identità e una nuova vita e piazzalo in un giardino dei più rigogliosi d'America a coltivare, con grande perizia, piante e fiori per una ricca e altezzosa proprietaria. Come fargli ricordare la sua colpa e fargli scontare l'amaro ricordo [...] Vai alla recensione »
Vabbè ! scavare nel passato aggiunge mistero e profondità ai personaggi perchè non sai mai cosa possa emergere da oguno di loro.Peccato che poi è sempre il presente a farla da padrone e a disegnare gli aspetti salienti della storia e in questi casi la storia che emerge in questo film è veramente povera di contenuti: è infatti la consumazione dell'ennesima [...] Vai alla recensione »
Forse più noto per i copioni che non per le regie, Paul Schrader è una figura seminale della New Hollywood che, a partire dalla seconda metà degli anni 60, ha rivoluzionato immaginario, estetica e linguaggio cinematografico americani. Per constatarlo, basta cercare tra il molto che egli ha scritto (tra gli altri: «Taxi Driver», «Toro scatenato», «L'ultima tentazione di Cristo») e il parecchio che ha [...] Vai alla recensione »
Paul Schrader. come tutti i grandi registi ossessivi. fa sempre lo stesso film. Un uomo alle prese con un conflitto che oppone la sua interiorità al mondo esterno. Un uomo che - per gestire questo conflitto -s'inabissa tutto nel gesto del suo lavoro, identificandosi in esso. Per dirla con Cesare Pavese, un uomo è tutto nel gesto che fa. Il Maestro Giardiniere è forse la parabola schraderiana più limpida [...] Vai alla recensione »
Il maestro giardiniere segna la conclusione della trilogia di Paul Schrader su uomini in cerca di redenzione nell'America moderna. Dopo il pastore di First reformed e il torturatore di Il collezionista di carte, stavolta abbiamo a che fare con Narvel (Joel Edgerton), un orticoltore solitario e rigoroso che si prende cura dei giardini di una splendida tenuta di New Orleans di proprietà di Norma Haverhill [...] Vai alla recensione »
Parabola noir dell'ottimo Paul Schrader, che concerta una sinfonia da camera in forma di thriller per evocare un'etica biblica sulla colpa e sulla grazia. Proprio Gracewood si chiama infatti il giardino da cui saranno cacciati un altro Adamo e un'altra Eva, macchiati dal peccato originale di essere stato lui un suprematista bianco filonazista e lei una prostituta tossicodipendente.
Presentato nel 2022 Fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia, questo ultimo lavoro del regista e critico Paul Schrader (autore, non dimentichiamo questo dato, di uno importante studio storico-critico sul Trascendente nell'opera di Ozu, Bresson e Dreyer) sin dalle prime sequenze dei titoli d'apertura ci rimanda a Goethe, soprattutto alla sua Metamorfosi delle piante (e non solo).
Paul Schrader è in grandissima forma, come se non fossero passati 40 anni da "American Gigolò" (Richard Gere nel frattempo si è fatto buddista, con i capelli bianchi e una passione per le giuste cause). E ne sono passati anche di più dalla sceneggiatura di "Taxi Driver". Chi ha visto nel 2021 "Il collezionista di carte" con Oscar Isaac sa cosa intendiamo.
È il capo giardiniere della sontuosa tenuta di Gracewood Gardens; come cura le piante e i fiori, Narvel Roth si cura della proprietaria, la matura e aristocratica Norma Haverhill, nel cui letto periodicamente si infila. Ora però lei gli chiede un favore speciale: educare al giardinaggio la sua pronipote Maya, ventenne e meticcia, rimasta orfana. Il difficile presente di costei (ha problemi di droga) [...] Vai alla recensione »
Si potrebbe dare conto del "Maestro giardiniere" parlando solo di fiori. Quelli che sbocciano come per incanto negli ipnotici titoli di testa. Oppure quelli che il protagonista Narvel (Joel Edgerton) cura con infinita dedizione e senso quasi filosofico del mestiere nella fastosa tenuta di Norma (sublime Sigourney Weaver), sfiorita "southern belle", erede e regina di quella proprietà («Fare il giardiniere [...] Vai alla recensione »
Narvel Roth è un oscuro giardiniere al servizio di un'altrettanto ambigua prozia che proprio a lui affida il compito di allevare la pronipote, anch'essa con un dubbio pregresso. Tre strade nebbiose si incontrano quindi in una trama che sveglia una certa su- spense psicologica ma si rivela più scontata del solito. Un buon thriller in cui Sigourney Weaver mostra la sua consueta spigolosità facendo il [...] Vai alla recensione »
Dopo il bel thriller Il collezionista di carte, Paul Schrader torna dietro la macchina da presa con un dramma atipico dal titolo Il maestro giardiniere. Come spesso capita con le opere del regista americano, il fulcro del racconto ruota intorno a un personaggio maschile dalla vita apparentemente banale, ma che nasconde un passato da cui, inevitabilmente, dovrà redimersi.
Da un impareggiabile sceneggiatore (Taxi driver, Toro scatenato) e regista (da American Gigolo a Il collezionista di carte): isolato a fare penitenza con se stesso sotto falso nome ebreo (fu un nazi) nella dimora di una signora, di cui è diventato l'amante a ore (Weaver famelica dominatrice), un maestro giardiniere dissotterra abilità guerriere per difendere la nipotina di madame, di cui s'innamora. [...] Vai alla recensione »
L'immagine di un uomo solo, seduto al tavolo, che scrive, torna spesso nel cinema di Paul Schrader; ed è l'immagine emblematica della trilogia che si conclude con Master Gardner, in Italia Il Maestro Giardiniere. Dopo il pastore di una chiesa di campagna (First Reformed, 2017) e un mago dei tornei di carte di provincia (The Card Counter, 2021), in Master Gardner, l'uomo solo, emotivamente inaccessibile, [...] Vai alla recensione »
Nel cinema di Paul Schrader tutti hanno un passato ingombrante, come il Vietnam per Travis Bickle ( Taxi Driver , da lui scritto per Martin Scorsese) o i misteri che si annidano nella vita di Narvel Roth, protagonista di Il maestro giardiniere . Roth ha un lavoro molto "specializzato": si occupa in modo meticoloso dei giardini della ricchissima signora Haverhill, e tutto sembra andar bene finché la [...] Vai alla recensione »
Nel crepuscolare film di Hal Ashby "Oltre il giardino" il giardiniere Chance, il grande Peter Sellers, vive tutta la vita nel suo giardino e alla morte del padrone prova a uscire, scontrandosi con un mondo in cui Chance è un elemento surreale. Nel "Maestro giardiniere", il film di Paul Schrader, presentato a Venezia79 (2022) per rendere omaggio al leone d'oro alla carriera dato al suo regista, il rapporto [...] Vai alla recensione »
Nel questionario della visita di leva si chiedeva al futuro giovane soldato se gli piacessero i fiori. In caso di risposta affermativa si accendeva un campanello d'allarme, perché amare i fiori poteva essere sintomo di scarsa virilità. Prendiamo invece un modello culturale non corrotto e meno idiota, tipo il Giappone. Nell'Hagakure, il codice dei samurai (a proposito: Giunti ne ha appena pubblicata [...] Vai alla recensione »
È nuovamente "a man in a room", un uomo in una stanza, come lo definisce lo stesso sceneggiatore e regista, al centro dell'ultima pellicola di Paul Schrader. Non è infatti difficile rintracciare nel personaggio Joel Edgerton le stigmate tipiche dei personaggi schraderiani, a partire da un incipit che lo vede seduto a scrivere un diario - gesto di squisita marca bressoniana, autore molto amato dal cineasta: [...] Vai alla recensione »
Introduzione, sviluppo e conclusione di un gesto. Tre finali differenti per tre film che si fanno eco l'un l'altro, una trilogia, così la definita Schrader stesso, che lascia dialogare e respirare all'unisono immagini che si completano tra di loro aggiungendo un tassello di volta in volta ("fa sempre lo stesso film" gli dicono come se, poi, fosse una colpa fare sempre lo stesso grande film).
Il pastore della First Reformed Church, ex "terrorista"; il giocatore di carte, ex torturatore di Abu Ghraib; il master gardener, ex suprematista bianco, scrivono un diario. Memorie ordinate secondo i filari di cespugli di Gracewood, la tenuta della ricca e tirannica signora sudista Norma Haverhill (Sigourney Weaver). Narvel Roth (Joel Edgerton) pianta gli alberi e scava la terra dall'eco schiavista. [...] Vai alla recensione »
Un uomo sta seduto alla scrivania stendendo, a penna, appunti sull'arte dei giardini e su diversi tipi di piante. L'ordine prima di tutto. Il catalogo accurato, che dà pace e sicurezza. Master Gardener, presentato fuori concorso a Venezia in occasione del Leone d'oro alla carriera consegnato al regista, riporta Paul Schrader in quel cinema gelido, fatto di geometrie inquietanti, vuoti, silenzi, armonie, [...] Vai alla recensione »
Uno dei piaceri più comuni nella fruizione del cinema, e dell'audiovisivo in generale (pensiamo alla serialità), è la riconoscibilità di un canovaccio noto, di uno schema narrativo, che lo spettatore ama ritrovare, sempre rinnovato, in ogni sua nuova visione. Questo tipo di appagamento si può facilmente rinvenire nel cinema di Paul Schrader, appassionato cinefilo, abile sceneggiatore, arguto autore [...] Vai alla recensione »
Ci sono giardini "formali", "informali" e "selvaggi". I primi sottomettono la natura a uno schema fisso inseguendo una perfetta simmetria; i secondi ridiscutono tale prospettiva integrandola romanticamente con i processi naturali; i terzi tendono invece ad azzerare ogni alterazione artificiale liberando definitivamente lo sguardo. In quest'articolata riflessione teorica che il giardiniere Narvel Roth [...] Vai alla recensione »
Narvel Roth è un maestro giardiniere, la sua vita è scandita da regole e abitudini come quella dei fiori e delle piante che cura. Ogni sera nel silenzio della sua piccola casa l'uomo annota considerazioni sulle diverse specie, di cosa hanno bisogno per crescere, il loro tempo, la fragilità, il loro potere di rigenerazione. Il sontuoso giardino dove l'uomo lavora e che è divenuto un rifugio e la sua [...] Vai alla recensione »
Infine Fuori Concorso ecco l'ultima opera del Leone alla carriera Paul Schrader. "Master gardener" chiude una trilogia recente, dopo "First reformed" e Il collezionista di carte", ritornando ancora sui temi della colpa e della redenzione, qui incarnati da un maestro giardiniere (Joel Edgerton), dall'oscuro passato, svelato dai suoi tatuaggi, che deve insegnare il mestiere alla giovane Maya (Quintessa [...] Vai alla recensione »
L'anno scorso era qui in concorso con "Il collezionista di carte", ora è tornato per ricevere il Leone d'oro alla carriera e presentare, fuori competizione, il nuovo "Master Gardener". A 76 anni Paul Schrader sembra vivere in una bolla di libertà creativa, Hollywood lo snobba, ma lui riesce comunque a trovare i soldi per le sue storie sempre in bilico tra espiazione, senso di colpa e redenzione.
Nessuno sa con esattezza come e quando Paul Schrader abbia smesso di essere una delle voci più interessanti della New Hollywood e sia diventato lo zio burbero che perde la brocca a tavola durante le feste comandate, ma pare che questa involuzione non sia iniziata di recente. È parecchio che ormai Schrader viene menzionato per via del sarcasmo di cui fa sfoggio sui social e non a causa delle creazioni [...] Vai alla recensione »
Un mondo a parte. Il regista Paul Schrader costruisce microcosmi, percorsi di redenzione che nascono da luoghi circoscritti. Pensiamo al paese del pastore di First Reformed - La creazione a rischio, e adesso al giardino di Master Gardener, presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia. La natura è ancora una volta la via per riscoprirsi. Il protagonista ha un diario, dove annota i particolari relativi [...] Vai alla recensione »