Titolo originale | Master Gardener |
Anno | 2022 |
Genere | Thriller, |
Produzione | USA |
Durata | 107 minuti |
Regia di | Paul Schrader |
Attori | Joel Edgerton, Sigourney Weaver, Quintessa Swindell, Esai Morales, Eduardo Losan Rick Cosnett, Victoria Hill, Amy Le, Jared Bankens, Matt Mercurio. |
Uscita | giovedì 14 dicembre 2023 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Movies Inspired |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,81 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 30 novembre 2023
Un orticoltore assume una ribelle apprendista che porterà il caos nella sua vita. Al Box Office Usa Il Maestro Giardiniere ha incassato 501 mila dollari .
CONSIGLIATO SÌ
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Narvel Roth si prende cura del giardino della tenuta di Gracewood in maniera meticolosa e appassionata. Un uomo riservato, di poche parole, dal passato misterioso. La proprietaria di Gracewood, Norma Haverhill, si fida ciecamente di lui e decide di affidargli la tutela della pronipote Maya, orfana di madre e ficcatasi in brutti guai di droga. Narvel, benché riluttante, accetta, pur sapendo che il suo passato oscuro potrebbe tornare a tormentarlo.
Secondo alcune fonti il significato del nome Narvel rimanda al "cavaliere dall'armatura luccicante", dove nello slang sta ad indicare un individuo dallo stile di vita dimesso e poco appariscente.
Paul Schrader probabilmente gioca su entrambi i sensi per il personaggio interpretato da Joel Edgerton, visto come ambedue si adattano al taciturno eroe, che reca incisi sul proprio corpo i segni di un passato impensabile e non cancellabile. Norma dà fiducia a Narvel e si serve di lui come un automa, instaurando un rapporto di dipendenza biunivoca, dai legami invisibili ma indistruttibili. Un quieto equilibrio che giova a tutti ma mette in ibernazione i sentimenti, almeno finché non subentra Maya, elemento imprevedibile destinato a generare un effetto domino. Dopo First Reformed e Il collezionista di carte, straordinari esempi della vitalità inesauribile del cinema di Paul Schrader, Master Gardener conclude un'ideale trilogia "bressoniana", concepita dal regista e sceneggiatore attorno alle figure di uomini soli e tormentati, in cerca di una redenzione apparentemente impossibile. Come per i titoli precedenti, l'incipit mette subito in chiaro il legame invisibile tra le opere, presentandoci il protagonista seduto a uno scrittoio, mentre verga memorie sul proprio diario. L'inquietudine del suo passato è percepibile, così come l'esilio volontario che caratterizza il suo presente. Proprio come il pastore interpretato da Ethan Hawke o l'ex marine di Oscar Isaac - ma si potrebbe risalire nella memoria allo spacciatore di Willem Dafoe o al tassista di Robert De Niro - anche Narvel è insonne e preda di incubi, geloso di una quieta solitudine che possa permettere di dimenticare gli errori del passato. Come in buona parte della filmografia di Schrader, il percorso di colpa e redenzione senza scorciatoie rimanda alla forte impronta calvinista con cui l'autore è cresciuto e che ha saputo sviluppare nella carriera di sceneggiatore prima e di regista poi, ispirata da Robert Bresson.
I simboli sono particolarmente evidenti in Master Gardener, a partire dal mestiere del protagonista, che cura un giardino di nome Gracewood: il richiamo alla Grazia aiuta ulteriormente a comprendere l'allegoria di un luogo che rimanda al Giardino per eccellenza, quell'Eden da cui Dio cacciò il Primo Uomo. Qui il padrone del giardino è una "evil goddess", secondo le parole dello stesso Schrader, una ricca possidente che sembra lottare contro il tempo per preservare lo splendore della tenuta e della casa patronale al suo interno. Benché non sia citata esplicitamente, è chiara l'origine di Gracewood - siamo in Louisiana - e il ruolo che questa può aver giocato durante lo schiavismo. Dove oggi è fiorito il giardino di una nuova speranza, ieri quindi si consumava un'altra tragedia del passato, quello di una nazione dalle innumerevoli ferite morali, non meno gravi di quelle dei suoi figli. Come Schrader riesca a tradurre rimandi così complessi in una forma semplice ed efficace, combattendo con i problemi di budget e preservando una coerenza esemplare, che non diviene mai stanca ripetizione, è forse frutto dell'intervento misterioso di quella Grazia così sovente evocata nelle sue opere.
Metti un suprematista bianco che ha sparso odio e morte a piene mani fino al giorno del pentimento, quando ha denunciato i suoi sodali ottenendo in cambio una nuova identità e una nuova vita e piazzalo in un giardino dei più rigogliosi d'America a coltivare, con grande perizia, piante e fiori per una ricca e altezzosa proprietaria. Come fargli ricordare la sua colpa e fargli scontare l'amaro ricordo [...] Vai alla recensione »
Il pastore della First Reformed Church, ex "terrorista"; il giocatore di carte, ex torturatore di Abu Ghraib; il master gardener, ex suprematista bianco, scrivono un diario. Memorie ordinate secondo i filari di cespugli di Gracewood, la tenuta della ricca e tirannica signora sudista Norma Haverhill (Sigourney Weaver). Narvel Roth (Joel Edgerton) pianta gli alberi e scava la terra dall'eco schiavista. [...] Vai alla recensione »
Un uomo sta seduto alla scrivania stendendo, a penna, appunti sull'arte dei giardini e su diversi tipi di piante. L'ordine prima di tutto. Il catalogo accurato, che dà pace e sicurezza. Master Gardener, presentato fuori concorso a Venezia in occasione del Leone d'oro alla carriera consegnato al regista, riporta Paul Schrader in quel cinema gelido, fatto di geometrie inquietanti, vuoti, silenzi, armonie, [...] Vai alla recensione »
Uno dei piaceri più comuni nella fruizione del cinema, e dell'audiovisivo in generale (pensiamo alla serialità), è la riconoscibilità di un canovaccio noto, di uno schema narrativo, che lo spettatore ama ritrovare, sempre rinnovato, in ogni sua nuova visione. Questo tipo di appagamento si può facilmente rinvenire nel cinema di Paul Schrader, appassionato cinefilo, abile sceneggiatore, arguto autore [...] Vai alla recensione »
Ci sono giardini "formali", "informali" e "selvaggi". I primi sottomettono la natura a uno schema fisso inseguendo una perfetta simmetria; i secondi ridiscutono tale prospettiva integrandola romanticamente con i processi naturali; i terzi tendono invece ad azzerare ogni alterazione artificiale liberando definitivamente lo sguardo. In quest'articolata riflessione teorica che il giardiniere Narvel Roth [...] Vai alla recensione »
Narvel Roth è un maestro giardiniere, la sua vita è scandita da regole e abitudini come quella dei fiori e delle piante che cura. Ogni sera nel silenzio della sua piccola casa l'uomo annota considerazioni sulle diverse specie, di cosa hanno bisogno per crescere, il loro tempo, la fragilità, il loro potere di rigenerazione. Il sontuoso giardino dove l'uomo lavora e che è divenuto un rifugio e la sua [...] Vai alla recensione »
Infine Fuori Concorso ecco l'ultima opera del Leone alla carriera Paul Schrader. "Master gardener" chiude una trilogia recente, dopo "First reformed" e Il collezionista di carte", ritornando ancora sui temi della colpa e della redenzione, qui incarnati da un maestro giardiniere (Joel Edgerton), dall'oscuro passato, svelato dai suoi tatuaggi, che deve insegnare il mestiere alla giovane Maya (Quintessa [...] Vai alla recensione »
L'anno scorso era qui in concorso con "Il collezionista di carte", ora è tornato per ricevere il Leone d'oro alla carriera e presentare, fuori competizione, il nuovo "Master Gardener". A 76 anni Paul Schrader sembra vivere in una bolla di libertà creativa, Hollywood lo snobba, ma lui riesce comunque a trovare i soldi per le sue storie sempre in bilico tra espiazione, senso di colpa e redenzione.
Nessuno sa con esattezza come e quando Paul Schrader abbia smesso di essere una delle voci più interessanti della New Hollywood e sia diventato lo zio burbero che perde la brocca a tavola durante le feste comandate, ma pare che questa involuzione non sia iniziata di recente. È parecchio che ormai Schrader viene menzionato per via del sarcasmo di cui fa sfoggio sui social e non a causa delle creazioni [...] Vai alla recensione »
Un mondo a parte. Il regista Paul Schrader costruisce microcosmi, percorsi di redenzione che nascono da luoghi circoscritti. Pensiamo al paese del pastore di First Reformed - La creazione a rischio, e adesso al giardino di Master Gardener, presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia. La natura è ancora una volta la via per riscoprirsi. Il protagonista ha un diario, dove annota i particolari relativi [...] Vai alla recensione »