Titolo originale | First Reformed |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 108 minuti |
Regia di | Paul Schrader |
Attori | Ethan Hawke, Amanda Seyfried, Cedric the Entertainer, Michael Gaston, Mahaleia Gray Philip Ettinger, Victoria Hill, Elanna White, Bill Hoag, Frank Rodriguez, Kristin Villanueva, Ingrid Kullberg-Bendz, Ken Forman, Christopher Dylan White, Gary Lee Mahmoud, Joseph Anthony Jerez, Sue Jean Kim, Miah Velasquez, Tyler Bourke, Natalie Woolams-Torres, Van Hansis, Ramon Nuñez (II), Delano Montgomery, Satchel Eden Bell, Jon Rua, Otis Edward Cotton, Mark Havlis, Erica Fae, Prudence Wright Holmes, Ronald Peet, Juliet Schlefer, Olivia Rose Cohenher, Jake Alden-Falconer, Eric Lockley, Krystina Alabado. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,86 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 26 febbraio 2019
Una comunità di fedeli scopre che si celano numerosi segreti dietro la chiesa che li sta accogliendo. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 2 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award, 4 candidature e vinto un premio ai Spirit Awards, Il film è stato premiato a AFI Awards, Al Box Office Usa First Reformed - La creazione a rischio ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 3,3 milioni di dollari e 100 mila dollari nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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La vita e la psiche del reverendo Toller sono irrimediabilmente segnate dalla morte del figlio in Iraq: una tragedia per la quale si ritiene responsabile, avendolo lui stesso spinto ad arruolarsi quand'era cappellano militare. Ritiratosi in una piccola chiesa cristiana riformata, Toller viene messo in crisi dalla richiesta di aiuto di una coppia di giovani, militanti ambientalisti. Michael, il ragazzo, sta infatti per diventare padre ma non sopporta il peso di mettere al mondo una nuova vita su un pianeta distrutto dalle logiche corrotte del potere e delle multinazionali. La depressione del giovane s'innesta sui tormenti del prete e lo spinge a progettare una soluzione simbolica e radicale.
Basterebbero le premesse con le quali il protagonista inaugura il suo progetto diaristico - “Quando scriviamo di noi stessi non dovremmo avere pietà” - per riconoscere Paul Schrader dentro il suo ultimo film, per quanto diverso sia dai precedenti, o forse basterebbe addirittura la prima immagine, quella chiesa riformata di origine olandese, luogo primigenio dell'inestricabile intrico di arte e biografia che è la sua opera.
Ancora una volta, infatti, Schrader torna a raccontare un senso di colpa e un processo di espiazione, spietato, dell'uomo verso se stesso. Il fatto che si tratti di un uomo di chiesa non fa che portare in superficie la figura che è sempre soggiaciuta ai suoi personaggi: uomini soli, alla disperata ricerca della verità, squarciati da un conflitto tra materiale e immateriale che qui prende i corpi dei due giovani in attesa di un figlio (“io ero la parte spirituale” afferma il personaggio di Amanda Seyfried). Ancora una volta un film uguale ma diverso, condannato narrativamente fin dal principio, dal passato (non a caso la chiesa di Toller viene chiamata dai locali “il museo” e non conta che pochissimi, residuali adepti) eppure in dialogo con il presente più attuale e soprattutto con le immagini del presente: perché oggi l'immagine metaforica dell'essere umano sul punto di esplodere non può che essere quella, emersa e tautologica, di una cintura esplosiva (o il video di un attentato suicida).
Appare evidente, a noi e a Schrader, che in questo dialogo non è (sol)tanto lui a riflettere il nostro tempo, ma soprattutto il nostro tempo a riflettere, quotidianamente e drammaticamente, il suo cinema. Al punto che le parole e le cose, il pensiero e l'immagine possono coincidere, perché aderiscono perfettamente l'uno all'altra: le rive del fiume (la fonte battesimale) sono intossicate dai rifiuti velenosi, il corpo martirizzato è quello cristologico tout court, avvolto in un'inestricabile corona di spine, e solo il desiderio può elevare da terra, quel desiderio che è però altro dalla realtà, è cinema.
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Com'il suo amico Scorsese, Schrader insiste nell'affrontare i problemi cristiani con la teologia della prima metà del secolo scorso. Salvezza e redenzione riciclando Dreyer, Bresson, Bernanos, ch'almeno avevano un approccio atemporale alla spiritualità, universalmente valido e non così contingente. "First Reformed" parte da Bergman ma non sa spingersi sin'a [...] Vai alla recensione »
Chiamato dalla moglie incinta di un ambientalista radicale a raccogliere le dolorose confessioni esistenziali del marito, il cappellano calvinista di una piccola chiesa protestante non riesce ad impedirne il suicidio, raccogliendone al contempo l'eredità di un fanatismo ecologico e spirituale che alimenta il suo risentimento istituzionale dovuto alla perdita del figlio militare ed alle sue precarie [...] Vai alla recensione »
Quanti preti in crisi abbiamo visto al cinema ? Tanti, da Bresson a Bergman, da Pialat a Moretti. Eppure Schrader dimostra che c' e' ancora qualcosa da dire, ancora qualcosa da mostrare. Non gli importa essere citazionista (se e' per questo c'e' anche un volo notturno che sembra Murnau) e infatti non e' mai stato un regista cinefilo. Piuttosto un autore isolato e scorbutico, tacciato dai detrattori [...] Vai alla recensione »
L'austera scenografia non tragga in inganno: Paul Schrader in First Reformed continua a ritornare sulla stessa scena primaria del suo cinema, la lotta tra la rettitudine e la trasgressione, dove la seconda si fa prepotentemente strada trasformando i tormenti dell'anima in thriller, film d'azione spirituale. Ma qui per la prima volta sceglie una location senza veli: la prima chiesa riformata di Albany, [...] Vai alla recensione »
Molto più autolesionista e tormentato il Paul Schrader di First Reformed, anch'esso in competizione per il Leone d'Oro, attaccato dal primo all'ultimo minuto alla tonaca di un Ethan Hawke prete protestante presso la celebre First Church di Albany. L'attore americano sembra il fratello sacerdote di quel Travis Bickle al centro di Taxi Driver, capolavoro scritto da Schrader e diretto da Scorsese nel [...] Vai alla recensione »
Dopo il flop del prequel dell'Esorcista (Dominion, 2005), Paul Schrader - regista di American Gigolò e sceneggiatore di noti titoli scorsesiani - non ha più infilato un film convincente, cosicché First Reformed (concorso) è stato una bella sorpresa. Qui il cineasta ritrova in pieno il suo baricentro tematico; e, a partire dalla falsariga di quel capolavoro che è il Diario di un curato di campagna di [...] Vai alla recensione »
L'ecologista è un non violento, ma vorrebbe far abortire la giovane moglie: crescendo, la bambina potrebbe rimproverare lui e lei per averla messa al mondo in un mondo irrimediabilmente inquinato e condannato all'estinzione. Nell'attesa, si compra un giubbotto esplosivo, poi accetta di parlare con un prete, infine si fa saltare la testa con un colpo di fucile.
Alla viglia del 250° anniversario il santuario riformato da cui il titolo si prepara alla festa ma il parroco (Ethan Hawke, mai così bravo) soffre di malattie fisiche e spirituali, aggravate dal contatto con una coppia dai destini complessi. Il tormento cresce dentro e fuori dal diario del curato vittima di un'America dal volto candido ma dall'anima torbida e virulenta: tutto è contagio, e la pulsione [...] Vai alla recensione »
Paul Schrader, glorioso sceneggiatore (Toro scatenato, Taxi Driver) e regista spesso egregio, ha giustamente un posto nel cuore dei cinefili. Da un po' di tempo, però, sembra sabotare i propri stessi film, ma con uno spirito che lo rende ancora più adorato dai suoi fan. Era così il precedente Dog eat dog: survoltato quanto questo è in apparenza quieto e austero.