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Nicolas incontra i suoi creatori: una storia animata di amicizia raccontata con grazia e tenerezza. Animazione, Francia2022. Durata 82 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
I creatori del Piccola Nicolas incontrano il loro personaggio e gli racconteranno la loro amicizia. Espandi ▽
È la fine degli anni '50. Lo scrittore René Goscinny e l'illustratore Jean-Jacques Sempé creano insieme il personaggio del piccolo Nicolas, che diventerà il protagonista di una lunga serie di avventure a fumetti ed entrerà nel cuore dei bambini di tutto il mondo, soprattutto quelli francesi, per cui Nicolas è un vero e proprio compagno di giochi. La caratteristica di queste storie è il modo in cui gli autori si immedesimano totalmente con il loro eroe pensando come fa un bambino della sua età, con la capacità unica di rievocare l'universo infantile senza giudicarlo. Ne Le petit Nicolas però è il protagonista ad entrare nel mondo dei suoi inventori, interagendo con loro e dandoci modo di conoscerli meglio per capire qual era il loro rapporto e quali ricordi del duo sono confluiti nella sua creazione.
Dopo i due deliziosi film firmati da Laurent Tirard e interpretati da Valérie Lemercier e Kad Merad, Le petit Nicolas torna alle origini con un film di pura animazione che riprende il tratto caratteristico delle storie a fumetti che hanno incantato generazioni di bambini.
Il film è virtualmente dedicato a coloro che hanno scelto una vita creativa che consente loro di reinventarsi e di non abbandonare il proprio fanciullo interiore, ed è indicato sia per i più piccoli che per gli adulti, che coglieranno i molti riferimenti all'epoca e al luogo in cui è ambientata la storia, provando una forte nostalgia per la Parigi del mito. Recensione ❯
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Il film ruota intorno al mistero di Laura scomparsa senza lasciare alcuna traccia a Trenque Lauquen, una piccola città della pampa argentina, dove aver svolto per diversi mesi una ricerca botanica. Espandi ▽
Argentina. Laura, un’esperta botanica ormai vicina ad ottenere una cattedra importante, scompare nella campagna. La cercano il suo fidanzato ufficiale Rafael ed Ezequiel, che è stato in più occasioni il suo autista accompagnatore. La donna sembra non voler essere ritrovata. Alla sua storia si intreccia quella di una relazione amorosa del passato emersa da una sua ricerca basata su un imponente epistolario erotico.
Laura Citarella fa parte di un gruppo di cineasti, denominato El Pampero Cine, che ha come proprio scopo quello di innovare il modo di fare cinema in Argentina.
Trenque Lauquen si presenta come una storia che contiene altre storie ed ha bisogno della lunga durata per potersi sviluppare appieno e propone un soggetto che basa sul mistero e sulla necessità di trovare risposte la propria scommessa produttiva.
Si è quindi di fronte ad un progetto ambizioso che non è privo di una sua struttura portante e che, sebbene senta a tratti la mancanza di potenti cliffhanger, unisce la necessità di fare chiarezza nell’evoluzione della vicenda unita a una complessità dell’intreccio. Recensione ❯
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La fiction entra nel doc naturalistico: un esercizio straniante di notevole fattura tecnica e un'esperienza sensoriale inedita. Documentario, Francia2022. Durata 80 Minuti.
Un documentario che ritrae la natura della nostra Terra, partendo dai segreti di una quercia. Espandi ▽
Quanta vita può pulsare attorno a un solo albero? Rispettando alla lettera la promessa del titolo, il film di Laurent Charbonnier e Michel Seydoux si insinua, con un drone che plana dall'alto, sotto le chiome e nel silenzio di un bosco, fino a raggiungere le radici di una farnia, o quercia peduncolata (quercus robur) risalente al 1810. Già dai primi minuti la "regina degli alberi", dai tempi antichi interpretata come simbolo di forza e resistenza, è molto più che osservata: è scandagliata, sezionata dalla macchina da presa, che la esalta come una casa fortificata e accogliente.
La quercia infatti offre rami, foglie, cavità e radici ai suoi numerosi abitanti: una colonia di piccoli topi selvatici, una coppia di ghiandaie, uno scoiattolo rosso, un balanino delle ghiande (insetto che depone le uova nei frutti dell'albero, protagonista di sequenze sorprendenti) e ancora: un astore, un picchio rosso, un tasso, un barbagianni, e più lontano, ma non troppo, caprioli, nutrie e cinghiali. È un ecosistema multiforme e complesso, basato sulla coesistenza non pacifica di tante specie.
Su tutto il film aleggia la nostalgia di un'ecologia da idillio, pre Antropocene, evocata e costruita millimetricamente attorno al più durevole e affidabile dei vegetali. Un esercizio straniante di notevole fattura tecnica, un'esperienza sensoriale inedita e ipermanipolata, che penetra la natura e trasforma in fiction la sua osservazione. Recensione ❯
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Un horror fin troppo reale che ci mostra come il male possa strisciare fuori dalle crepe della società. Horror, Thriller - Danimarca, Paesi Bassi2022. Durata 97 Minuti.
Una famiglia danese fa visita a una famiglia olandese incontrata in vacanza. Quello che doveva essere un weekend idilliaco inizia lentamente a disfarsi mentre i danesi cercano di rimanere educati di fronte alla spiacevolezza. Espandi ▽
Due famiglie, una danese e una olandese, fanno amicizia durante una vacanza in Toscana. Quando si incontreranno di nuovo la convivenza metterà a dura prova i primi che lentamente scopriranno delle spiacevoli verità sui coniugi olandesi, che non sono chi dicono di essere. Cosa succede quando una bestia si confronta con un uomo “animale sociale”? E a cosa serve il codice etico comportamentale borghese laddove la società finisce? E quanto invece il nostro stile di vita occidentale contemporaneo ci rammollisce e ci penalizza rispetto a una bestia? Questi sono solo alcuni degli interrogativi che Christian Tafdrup ci spinge a porci nel visionare questo film, impostando la narrazione sulla base di un complesso gioco di coppie, talvolta sinonimiche, talvolta antinomiche, e concentrandosi sul rapporto tra i due uomini, unici due personaggi di cui ci viene mostrata la psicologia. Recensione ❯
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Un'autofiction rigorosa che riscrive e rimette a fuoco un decennio di conquiste sociali supersoniche. E altrettante contraddizioni. Documentario, Drammatico - 2022. Durata 61 Minuti.
La scrittrice francese Annie Ernaux, Premio Nobel 2022 per la Letteratura, ci apre il baule dei ricordi, tirando fuori video amatoriali girati tra il 1972 e il 1981. Espandi ▽
Nel 1972 Annie Ernaux e suo marito Philippe, rispettivamente insegnante (non ancora scrittrice) e segretario comunale, vivono ad Annecy. Quando acquistano una cinepresa Super 8, tra le novità tecnologiche portatili di quegli anni, a filmare è quasi sempre Philippe. Dopo la separazione tra i due, nei primi anni '80, quelle immagini rimangono a lungo non viste, finché non vengono riportate alla luce dal figlio David. Si tratta di istantanee di vita familiare, ricorrenze, escursioni all'aperto e di alcuni viaggi compiuti dai quattro tra il 1972 e il 1981. Il figlio David (1968) ne immagina un nuovo assemblaggio, se pure osservando l'ordine cronologico e propone alla madre di apporre ad esse un commento critico, antidescrittivo, da incidere con la propria voce narrante.
Una nuova narrazione, con l'occhio dell'autrice riconosciuta, che ha il lusso e l'onere di potersi riguardare con la distanza non solo temporale ma emotiva con cui scrive i propri libri.
Una autofiction rigorosa, quasi un documentario naturalista, scientifico, non privo di punti di tensione, che sul piano della colonna audio non lascia spazio a facili commozioni - moderati gli interventi sonori e rumoristici sulle immagini altrimenti mute (ma la playlist di riferimento è nominata, a favore di chi vuole recuperarla). Recensione ❯
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La canzone più famosa nel mondo diventa un documentario diretto da Giulia Giapponesi Espandi ▽
Con oltre un miliardo di visualizzazioni online, Bella Ciao è la canzone italiana più ascoltata nel mondo negli ultimi anni. Come canzone di lotta e resistenza è stata recuperata nell'ultimo quarto di secolo da decine di realtà di protesta, dalla primavera araba alle proteste #occupy Usa e #occupy Mumbai, dalla lotta alla globalizzazione alla lotta ai cambiamenti climatici, dai funerali dei vignettisti di Charles Hebdo alle rivolte in Sudan e ai movimenti di piazza in Libano, in Cile, in Turchia. Ma è anche diventata un fenomeno tipico della globalizzazione: canzone simbolo della serie Casa di carta, jingle per vendere un prodotto in Messico, musica per promuovere Netflix in Arabia Saudita. Recensione ❯
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Guzman racconta le proteste di piazza del 2019 in Cile attraverso lo sguardo delle donne. Documentario, Cile2022. Durata 83 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia recente del Cile che portato alla riscrittura della costituzione. Espandi ▽
Nell’ottobre del 2019 qualcosa di enorme accade di nuovo in Cile, dopo tanti anni. Un movimento di massa nuovo, apartitico e senza leader di sorta, porta in piazza un milione e mezzo di persone. Giovani, soprattutto, ma non solo. Domandano rispetto dei diritti umani, sostegno dallo stato, in una parola democrazia. È la seconda rivoluzione cilena e, per il regista, la realizzazione inaspettata di un desiderio profondo. Per raccontare gli eventi dell’autunno del 2019 a Santiago, e ciò a cui hanno portato, c’erano tanti modi possibili e tante, tantissime immagini a disposizione. Patricio Guzmán decide di leggerli da una prospettiva ben precisa, quella femminile. Attraverso le loro narrazioni, il regista pone la questione delle donne a monte e a valle di tutto ciò che è avvenuto e sta avvenendo, suggerendo che la condizione di povertà ed urgente necessità delle madri in Cile sia stata tra le micce più incendiarie della protesta popolare, a tutti i livelli sociali, dalle università alle baraccopoli, che la loro rabbia abbia motivato e raccolto le tante anime del movimento, e che non ci sia un destinatario più urgente e centrale delle donne, nello scacchiere sociale, cui il nuovo corso politico dovrà guardare e rispondere. Recensione ❯
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Una partita dentro la partita, fatta di ondate di malinconia e sferzate di dolore. Animazione, Commedia, Drammatico - Giappone2022. Durata 124 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Dopo essersi iscritto alla Shohoku High School, Hanamichi si interessa a una ragazza di nome Haruko che ama il gioco del basket. Espandi ▽
Ryota Miyagi è in seconda liceo, alto 1,68 cm e naturalmente play della Shohoku. Poi ci sono gli altri: Takenori Akagi, C, capitano e roccia su cui è costruita la tenuta della squadra; Hisashi Mitsui, SG, stella delle medie; Kaede Rukawa, SF, il predestinato che sa di esserlo e non lo nasconde; Hanamichi Sakuragi, PF, l'anima del quintetto. Questa è la squadra di basket del liceo Shohoku, questa è la storia, soprattutto, di Ryota, nativo di Okinawa, che dopo la morte del fratello maggiore Sota in un indicente in mare, decide di dedicarsi al basket.
Il mito di "Slam Dunk" è ancora vivo e vegeto in Giappone come in tutto il resto del mondo, per un manga che ha fatto parte della vita di molti di noi. Inoue ci mostra sul grande schermo, azione dopo azione, canestro dopo canestro, la partita che ha deciso le carriere del quintetto, cioè la sfida contro il liceo Sannoh. Partendo dall'iperrealismo del suo tratto, capace di rendere su carta movenze e schemi di una partita di basket come mai si era prima visto in un manga o in un qualunque altro fumetto, Inoue - con il fondamentale apporto di Yasuyuki Ebara - ammassa animazione tradizionale e CGI per cesellare ogni superficie, corpo, movimento che appare sullo schermo, fondendo in un unico fluido e splendente quadro le spiagge di Okinawa e la canotta fradicia di Mitsui, il parquet delle palestre e il viso tumefatto di Ryota. Recensione ❯
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Schrader conclude un'ideale trilogia della redenzione con un film dalla semplicità e dalla coerenza miracolosa. Thriller, USA2022. Durata 107 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un orticoltore assume una ribelle apprendista che porterà il caos nella sua vita. Espandi ▽
Master Gardener conclude un'ideale trilogia "bressoniana", concepita dal regista e sceneggiatore attorno alle figure di uomini soli e tormentati, in cerca di una redenzione apparentemente impossibile. Come in buona parte della filmografia di Schrader, il percorso di colpa e redenzione senza scorciatoie rimanda alla forte impronta calvinista con cui l'autore è cresciuto e che ha saputo sviluppare nella carriera di sceneggiatore prima e di regista poi. Come Schrader riesca a tradurre rimandi così complessi in una forma semplice ed efficace, combattendo con i problemi di budget e preservando una coerenza esemplare, che non diviene mai stanca ripetizione, è forse frutto dell'intervento misterioso di quella Grazia così sovente evocata nelle sue opere. Recensione ❯
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Un debutto magnifico e febbrile che rianima finalmente il genere 'teen' abbigliandolo da racconto gotico. Drammatico, Canada2022. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Storia d'amore e di fantasmi per Charlotte Le Bon che debutta alla regia e adatta liberamente la graphic novel di Bastien Vivès, "Una sorella". Espandi ▽
Bastien, tredici anni, "quasi quattordici", ha una paura folle dell'acqua e una curiosità viva per Chloé, sedicenne bella e insolente che lo spinge a superare i suoi limiti per piacerle. In vacanza con la famiglia sulle rive di un lago quebecchese, divide la stanza col fratellino e con la ragazza, figlia di amici di famiglia che ha deciso di prenderlo sotto la sua ala. Malgrado lo scarto di età, tre anni che pesano come un bacio rubato, i due adolescenti creano un legame unico a colpi di bagni e giochi proibiti. Sul fondo di una leggenda fantasmatica, l'estate scorre e il desiderio monta.
Storia d'amore e di fantasmi per Charlotte Le Bon che debutta magnificamente alla regia e adatta liberamente la graphic novel di Bastien Vivès, "Una sorella". La regista avvia una storia di iniziazione sentimentale e sessuale che flirta disinvolta con l'horror.
Falcon Lake è un film di metamorfosi, di fine estate, di crepuscolo. Il sole brilla alto ma le tenebre sono dappertutto in quest'opera prima febbrile che rianima finalmente un genere da tempo inerte. Lo fa abbigliandolo da racconto gotico, insinuando un'ombra spettrale e sottolineando la dimensione irreparabile dell'adolescenza. Recensione ❯
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Un poliziesco teso e psicologico che mette lo spettatore in una scomoda condizione di prossimità con il Male. Thriller, Australia2022. Durata 117 Minuti.
La storia di una forte amicizia che si instaura tra due sconosciuti su un aereo. Espandi ▽
Ispirato ad una storia vera, quella della più grande operazione di polizia sotto copertura che l'Australia abbia mai portato a termine, The Stranger è un film teso e raggelante, che penetra sotto pelle. L'esperienza a cui Thomas M. Wright sottopone lo spettatore è infatti quella del contatto non solo ravvicinato ma intimo con il Male, tanto più insidioso in quanto coperto da uno strato di dubbio e incarnato da un uomo solo e non più giovane, che pare trovare reale conforto nell'amicizia maschile e restituirla con gratitudine.Con grande maturità stilistica, nonostante sia solo al secondo lungometraggio da regista, Wright affresca un quadro cupo ma vibrante, in cui Joel Edgerton dà grande prova di sé con una performance tutta understatement che trasuda però angoscia e sentimento. Come sempre accade nei casi migliori, The Stranger è anche un film che parla del suo mezzo: nel fuoco sul mestiere d'attore del poliziotto, obbligato a non uscire mai nemmeno un secondo dal personaggio, nell'importanza data alla pratica della registrazione del suono, nella centralità dello sguardo, ad ogni livello. Ma la patina artistica non inficia né offusca il poliziesco, che resta solido e asciutto fino in fondo. Recensione ❯
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Un esordio di notevole qualità, originale nell'approccio, con una convincente interpretazione delle due protagoniste. Horror, Finlandia, Svezia2022. Durata 86 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una ragazza si trova tra le mani un misterioso uovo che nasconde qualcosa di altamente inquietante. Espandi ▽
La vita di una famigliola apparentemente perfetta - composta da mamma (che documenta il tutto in un video blog), papà, figlia adolescente e ginnasta in erba Tinja e figlio più piccolo e malmostoso Mathias - è turbata dall'improvviso ingresso nel salotto di un corvo che mette a soqquadro la casa prima di essere catturato da Tinja, che lo consegna alla mamma, la quale, con disinvoltura, gli spezza il collo e lo riconsegna alla figlia perché lo getti nel bidone dell'umido. Nottetempo, la turbata Tinja porta il cadaverino nel bosco e lì trova un uovo, che decide di tenere al caldo per farlo schiudere. Dall'uovo esce una creatura che, benché mostruosa, si manifesta molto tenera nei confronti di Tinja.
Gli effetti speciali sono di ottima qualità e il design della creatura è molto azzeccato e curioso, mescolando aspetti quasi da cartone animato con altri puramente orrorifici, per poi accompagnare in modo molto efficace la continua trasformazione e umanizzazione del mostro.
La finlandese Hanna Bergholm, all'esordio nel lungometraggio per il grande schermo, mostra originalità nell'approccio e notevoli qualità sia nella messa in scena sia nel tratteggio dei personaggi, aiutata, in quest'ultimo compito, dalla convincente interpretazione delle due protagoniste: Sophia Heikkilä è simpaticamente sopra le righe nel ruolo della mamma e Siiri Solalinna è brava nel rendere sia la sensibile adolescente sia la sua controparte animalesca. Recensione ❯
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Un film di ottime qualità produttive ma senza grandi idee visive che conferma le ossessioni di Shinkai. Animazione, Avventura, Azione - Giappone2022. Durata 122 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Mentre il cielo si tinge di rosso e la terra trema, il Giappone è sull'orlo della catastrofe. Suzume, un'adolescente in grado di vedere le forze soprannaturali che gli altri non possono vedere, partirà in missione per salvare il suo paese. Espandi ▽
Una moderna road story d'azione e avventura in cui una ragazza di 17 anni di nome Suzume aiuta un giovane misterioso a chiudere le porte dall'esterno che stanno scatenando disastri in tutto il Giappone. Recensione ❯
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Un ritratto d'osservazione quotidiana che conferma la sensibile ricerca cinematografica del suo autore. Documentario, Italia2022. Durata 102 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Gigi è un vigile di campagna dove sembra non succedere mai niente. Un giorno, però, una ragazza si suicida sotto un treno. Non è la prima volta. Comincia un'indagine su questa inspiegabile serie di suicidi. Espandi ▽
Alessandro Comodin prosegue nel suo lavoro di ricerca cinematografica sensibile e percettiva, ai confini tra il documentario, la finzione e la semplice realtà. Erano i tratti dei fortunati film precedenti e tornano oggi nel curioso Gigi la legge, un ritratto d'osservazione quotidiana attorno alla figura di un poliziotto di provincia. Comodin eccelle nel diluire il singolo momento fino a farlo divenire straniante. Qui gli bastano le poche suggestioni fuori dall'ordinario del rapporto del protagonista con la natura per infondere un'atmosfera surreale nel resto della sua esistenza, e in qualche modo far maturare uno sviluppo che arriverà soltanto alla fine, con un ultimo viaggio nell'auto di pattuglia e una sorprendente quanto sommessa conversazione su una panchina. Recensione ❯
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Un ritratto dalla fantasia brutale e virtuosa. Che suscita emozioni violente, fa paura, rivolta ed esalta. Drammatico, Germania, Italia, Paesi Bassi2022. Durata 140 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Fatih Akin scrive e dirige con tutta l'energia del giovane rapper, mescola generi, stili e suggestioni, attraversa due continenti, colora, smorza, rallenta, accelera. Espandi ▽
Il primo ricordo di Giwar Hajabi è quello di una prigione. In cella ci tornerà più volte e a ogni età. Tra una dose di cocaina e un pugno sferrato, Giwar coltiva il sogno di fare la sua musica. Il padre, celebre compositore curdo, gli ha insegnato a suonare il pianoforte, la madre, combattente resiliente, gli ha pagato per anni le lezioni private. Giwar sogna l'oro del Reno e trova la redenzione nelle rime musicali.
Fatih Akin dirige un film che suscita emozioni violente, provoca scariche di adrenalina, fa paura, rivolta ed esalta. Questa fantasia brutale e virtuosa si appoggia su una costante attenzione alla realtà e ai suoi dettagli: dal décor al vocabolario, dalle posture ai costumi, dai suoni ai nomi dei personaggi.
A fare la singolarità di Rheingold è l'audacia della storia, la tensione permanente, il rigore febbrile della messa in scena e un cast di attori portati all'incandescenza. Fatih Akin conferma ancora una volta che il ritratto, in senso fotografico, è il cuore del suo lavoro. Recensione ❯
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