felicity
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giovedì 18 luglio 2024
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il giardinaggio è una fede nel futuro
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Il maestro giardiniere di Paul Schrader è la potente storia di un uomo tormentato dal proprio passato di sicario e suprematista bianco, che riflette le tensioni razziali dell’America contemporanea.
Il maestro giardiniere segna il culmine di un trittico di film iniziato nel 2017 con First Reformed – La creazione a rischio, e continuato nel 2021 con Il collezionista di carte. Ogni capitolo della trilogia si concentra su un uomo nel pieno di una crisi esistenziale – una figura solitaria che attende un cambiamento – mentre combatte con il passato, nascondendosi dietro il lavoro.
Il finale di Il maestro giardiniere è in qualche modo inedito nella filmografia di Schrader, per la grazia che accorda al suo protagonista: quella di una redenzione che non si consuma nel sangue né richiede ulteriori sacrifici, ma schiude un’autentica possibilità di rinascita.
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Il maestro giardiniere di Paul Schrader è la potente storia di un uomo tormentato dal proprio passato di sicario e suprematista bianco, che riflette le tensioni razziali dell’America contemporanea.
Il maestro giardiniere segna il culmine di un trittico di film iniziato nel 2017 con First Reformed – La creazione a rischio, e continuato nel 2021 con Il collezionista di carte. Ogni capitolo della trilogia si concentra su un uomo nel pieno di una crisi esistenziale – una figura solitaria che attende un cambiamento – mentre combatte con il passato, nascondendosi dietro il lavoro.
Il finale di Il maestro giardiniere è in qualche modo inedito nella filmografia di Schrader, per la grazia che accorda al suo protagonista: quella di una redenzione che non si consuma nel sangue né richiede ulteriori sacrifici, ma schiude un’autentica possibilità di rinascita. Un orizzonte di solito precluso agli eroi schraderiani, a cui Narvel invece accede grazie al perdono e all’amore corrisposto di Maya. Non senza prima aver dovuto fronteggiare l’ennesima discesa agli inferi, in un tortuoso percorso di reciproca cura e guarigione. «Il giardinaggio è una fede nel futuro», osserva Narvel nelle battute iniziali del film.
Una nota di speranza infine avverata, con la quale Schrader, pur senza abbandonare l’abituale disincanto, si concede un epilogo che illumina e rinnova la sua opera.
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gsilecchia
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lunedì 29 aprile 2024
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coltivare la redenzione
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Nell'ultima opera cinematografica di Paul Schrader, "Il Maestro Giardiniere", lo spettatore è invitato nel mondo lussureggiante e intricato di Gracewood Gardens, dove l'arte della coltivazione si estende ben oltre i confini dell'orticoltura. Al centro di questo racconto cupo c'è Narvel Roth, interpretato con intensità contenuta da Joel Edgerton, il cui passato da neo-nazista collide con il suo presente da capo giardiniere per l'enigmatica Mrs. Norma Haverhill, interpretata in modo maestoso da Sigourney Weaver.Schrader, noto per le sue esplorazioni di protagonisti maschili tormentati, offre uno studio dei personaggi che è sia inquietante che stimolante.
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Nell'ultima opera cinematografica di Paul Schrader, "Il Maestro Giardiniere", lo spettatore è invitato nel mondo lussureggiante e intricato di Gracewood Gardens, dove l'arte della coltivazione si estende ben oltre i confini dell'orticoltura. Al centro di questo racconto cupo c'è Narvel Roth, interpretato con intensità contenuta da Joel Edgerton, il cui passato da neo-nazista collide con il suo presente da capo giardiniere per l'enigmatica Mrs. Norma Haverhill, interpretata in modo maestoso da Sigourney Weaver.Schrader, noto per le sue esplorazioni di protagonisti maschili tormentati, offre uno studio dei personaggi che è sia inquietante che stimolante. Attraverso il viaggio di redenzione di Narvel, Schrader affronta temi di identità, perdono e l'indelebile eredità dell'odio. Mentre Narvel si destreggia tra le complessità dei suoi rapporti con la signora Haverhill e sua turbolenta nipote, Maya, interpretata con profondità da Quintessa Swindell, il film esplora le complessità del legame umano e il potere trasformativo dell'empatia. Al centro della narrazione c'è la metafora del giardinaggio come simbolo di crescita personale e rinnovamento. Mentre Narvel si occupa dei giardini accuratamente curati di Gracewood, trova sollievo nell'atto di nutrire la vita dalla terra - un forte contrasto con la violenza e l'odio che un tempo lo consumavano. Tuttavia, mentre il suo passato riemerge e minaccia di rovesciare la fragile pace che ha trovato, Narvel è costretto a confrontarsi con i demoni che ancora si annidano dentro di lui.Sebbene "Il Maestro Giardiniere" potrebbe non raggiungere le vette delle opere precedenti di Schrader, come "First Reformed" e "The Card Counter", offre comunque una meditazione avvincente sulla condizione umana. La performance controllata di Edgerton ancorata il film, trasmettendo una profondità emotiva che parla a volumi nel suo silenzio. Allo stesso modo, l'interpretazione di Weaver della signora Haverhill emana un'aura di autorità e vulnerabilità, aggiungendo strati di complessità alla narrazione.Tuttavia, il film non è privo di difetti. Alcuni critici hanno indicato il suo ritmo lento e i personaggi di supporto poco sviluppati come detrattori dall'esperienza complessiva. Inoltre, l'esplorazione tematica di redenzione e perdono potrebbe sembrare pesante a volte, mancando della sottigliezza e della nuance delle migliori opere di Schrader."Il Maestro Giardiniere" è un film che premia gli spettatori pazienti con momenti di bellezza e introspezione. Ci invita a riflettere sulla nostra stessa capacità di crescita e trasformazione, anche di fronte ai nostri impulsi più oscuri. Pur non essendo un capolavoro, è un'aggiunta degna all'opera di Schrader - una testimonianza del potere duraturo del cinema nel provocare pensieri e ispirare cambiamenti.
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luciano sibio
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sabato 30 marzo 2024
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film veramente povero di contenuti
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Vabbè ! scavare nel passato aggiunge mistero e profondità ai personaggi perchè non sai mai cosa possa emergere da oguno di loro.Peccato che poi è sempre il presente a farla da padrone e a disegnare gli aspetti salienti della storia e in questi casi la storia che emerge in questo film è veramente povera di contenuti: è infatti la consumazione dell'ennesima vendetta all'ombra dell'ennesimo supereroe, ovvero Edgerton seppur sotto mentite spoglie e cioè quelle di un giardiniere. In aggiunta la storia prevede una povera signora anziana (la Weaver) rifiutata data la tarda età a favore di una sua pronipotina molto più giovane e da un passato turbolento per droga e sesso.
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Vabbè ! scavare nel passato aggiunge mistero e profondità ai personaggi perchè non sai mai cosa possa emergere da oguno di loro.Peccato che poi è sempre il presente a farla da padrone e a disegnare gli aspetti salienti della storia e in questi casi la storia che emerge in questo film è veramente povera di contenuti: è infatti la consumazione dell'ennesima vendetta all'ombra dell'ennesimo supereroe, ovvero Edgerton seppur sotto mentite spoglie e cioè quelle di un giardiniere. In aggiunta la storia prevede una povera signora anziana (la Weaver) rifiutata data la tarda età a favore di una sua pronipotina molto più giovane e da un passato turbolento per droga e sesso.Insomma guardatelo pure il film ma senza entusiasmi di sorta e chissà se non vi sia utile per imparare qualcosa sul giardinaggio anche se pesa in questo caso un mancato riconoscimento del giardino all'italiana.
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pirosan
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domenica 10 marzo 2024
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inutile
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Poche idee già viste. Banale anche nei dialoghi.
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gianni quilici
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sabato 6 gennaio 2024
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il maestro giardiniere è lucido e determinato
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Anche se diverso per stile e altro, ho pensato, vedendo “Il maestro giardiniere” di Paul Schrader, a Greenaway. Esattamente al suo primo grande successo di critica e di pubblico “I misteri del giardino di Compton House”. Per due ragioni.
1. Il giardino non è soltanto un paesaggio scenografico e neppure uno strumento per riscattare il passato violentissimo di naziskin del maestro giardiniere. Il giardino, infatti, è una sua passione: lo cura, lo conosce, lo progetta, lo studia, ne è il maestro. Come lo è per il pittore nel film del regista inglese, sia pure con storie, stile e metafore diverse.
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Anche se diverso per stile e altro, ho pensato, vedendo “Il maestro giardiniere” di Paul Schrader, a Greenaway. Esattamente al suo primo grande successo di critica e di pubblico “I misteri del giardino di Compton House”. Per due ragioni.
1. Il giardino non è soltanto un paesaggio scenografico e neppure uno strumento per riscattare il passato violentissimo di naziskin del maestro giardiniere. Il giardino, infatti, è una sua passione: lo cura, lo conosce, lo progetta, lo studia, ne è il maestro. Come lo è per il pittore nel film del regista inglese, sia pure con storie, stile e metafore diverse.
2. Il giardiniere (Joel Edgerton all’altezza del ruolo), così come il pittore di Greenaway, è autorevole nello sguardo e nella postura, nella parola e nel silenzio e soprattutto è lucido e determinato, capace di mutarsi, colpire, vendicare, vendicarsi.
All’inizio la voce fuori campo del protagonista racconta del giardino e le sequenze fluiscono davanti ai nostri occhi quiete e scorrevoli con quel linguaggio distaccato che ricorda Bresson, come ha rilevato lo stesso regista.
Fino a quando la ricchissima signora del giardino con palazzo annesso, autoritaria e possessiva, gli chiede di occuparsi di una sua nipote, un po’ fuori le righe e da lei disprezzata, insegnandole il mestiere. La svolta nasce dall’affetto distaccato e amoroso del maestro giardiniere verso la ragazza, assai più giovane: fragile per la storia difficile che si porta dentro, ma, allo stesso tempo, forte, perché ha la personalità, per metterlo, più volte, in discussione.
Il film cambia, allora, ritmo e senso. Il protagonista diventa feroce, quello che era stato, per proteggere la ragazza, utilizzando quindi lo stesso linguaggio di allora, sia pure per un fine diverso. Una redenzione, si potrebbe dire, a metà strada, in cui Schrader, tuttavia, si identifica, in quanto la polizia non fa niente. Nello stesso tempo cambia il suo rapporto servile verso la signora, costretto precedentemente a subire.
Un film d’autore, che non (mi) convince nella conclusione (ottimistica) . Trovo semplificato il rapporto d’amore tra i due come pure la resa senza combattere della signora( notevole Sigourney Weaver), un personaggio ben delineato nella sua silenziosa ferocia.
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domenica 31 dicembre 2023
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delusione
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Visto oggi A mio avviso recensione troppo lusinghiera Secondo me film goffo e non riuscito
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mercoledì 27 dicembre 2023
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inverosimiglianza
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Il film traballa e in alcuni passaggi risulta grottesco oltre misura. I riferimenti botanici sono banali e rimandano a "Oltre il giardino" ma con assai meno efficacia. Ne risulta una commedia senza forza.
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no_data
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martedì 19 dicembre 2023
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redenzione estrema, schrader non delude mai
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Sembra impossibile che Paul Schrader riesca sempre a sfornare gemme ben scritte, precisamente dirette, dove le sue tematiche preferite (l'oscuro passato, la redenzione) rifulgono in macchinari registici asciutti, densi di significato quando parchi di estetismi compiaciuti, inutili fregolismi interpretativi, come sarebbe piaciuto anche all'amato Bresson. Al grato spettatore lascia la scelta di seguire le indicazioni delle immagini, che insinuano trame esplicative alla apparente vicenda di un giardiniere di una villa del sud degli stati uniti, oppure la voce interiore del protagonista che scrive il suo diario personali, esplicativo e depistante insieme com'è la definizione di sé. Il mutare della trama, il finale multiplo e - forse- anche aperto, non arriva inaspettato ma pressoché inevitabile.
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lunedì 18 dicembre 2023
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redenzione estrema, schrader non delude mai
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Sembra impossibile che Paul Schrader riesca sempre a sfornare gemme ben scritte, precisamente dirette, dove le sue tematiche preferite (l'oscuro passato, la redenzione) rifulgono in macchinari registici asciutti, densi di significato quando parchi di estetismi compiaciuti, inutili fregolismi interpretativi, come sarebbe piaciuto anche all'amato Bresson. Al grato spettatore lascia la scelta di seguire le indicazioni delle immagini, che insinuano trame esplicative alla apparente vicenda di un giardiniere di una villa del sud degli stati uniti, oppure la voce interiore del protagonista che scrive il suo diario personali, esplicativo e depistante insieme com'è la definizione di sé. Il mutare della trama, il finale multiplo e - fprse- anche aperto, non arriva inaspettato ma pressoché inevitabile.
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