Fin da quando era ragazzino e si perdeva nelle foreste vicino a casa sua, affascinato dai programmi dedicati alla natura che vedeva in televisione, Laurent Charbonnier sognava di diventare un regista specializzato in animali. Da adolescente, ha studiato fotografia prima di passare al cinema, desideroso di raccontare storie e di catturare il salto completo di una rana. Ha diretto il suo primo documentario sugli animali quando aveva poco più di vent'anni, con una telecamera che aveva acquistato e senza ricevere nessuna assistenza, né supporto da alcun produttore. Lo spezzone che aveva diretto è stato trasmesso dallo stesso programma che lui guardava appassionatamente da ragazzo. Così, il sogno era diventato realtà. In seguito, Laurent Charbonnier ha iniziato a lavorare per la televisione, realizzando dei documentari impressionanti, anche se questo significava rimanere alzato per novanta notti ad osservare i gufi. In totale, ha girato almeno 40 documentari di 26 o 52 minuti. Nel 1998, Jean Becker lo ha contattato per le sequenze con gli animali del suo film I ragazzi del Marais. Laurent Charbonnier ha così avuto modo di girare per la prima volta in 35mm e non è più tornato indietro. A questo, ha fatto seguito Il popolo migratore, dov'era il direttore della fotografia che si occupava dei volatili selvaggi, per poi passare a Il grande Nord (Le dernieur trappeur), diretto da Nicolas Vanier, riprendendo orsi, castori e caribù. Laurent Charbonnier ha girato le prime sequenze di Animals in Love appena fuori dalla sua residenza di campagna francese, utilizzando per la prima volta una cinepresa telecomandata che gli permette di trasportare gli spettatori accanto agli animali, ma senza mai farsi notare. Infatti, gli animali non sono mai stati disturbati dalla produzione di Animals in Love, tanto che Laurent Charbonnier è orgoglioso del fatto che la sua troupe lavora in modo che i volatili possono comunque nutrire i loro piccoli e lasciando la natura come era prima del loro arrivo.