Una serie comica con Fabio De Luigi protagonista di una storia tutta da ridere, piena di imprevisti e sketch. Espandi ▽
Fabio De Luigi, icona della comicità italiana con 30 anni di carriera alle spalle, ha deciso di festeggiare in grande stile. Come? Attraverso un innovativo one prank show su Amazon Prime Video: in Amazing il comico si mette in gioco come mai prima d'ora. Tuttavia, c'è da chiedersi se questo show sia davvero all'altezza delle aspettative.
Il pretesto per Amazing - Fabio De Luigi, prodotto da Fremantle, è la consegna dell'"Amazing Award", un premio immaginario. Tuttavia, questo traguardo si rivelerà essere un'impresa molto più complicata di quanto De Luigi potesse immaginare, a causa dei "bastardi" che gli si frappongono lungo il cammino.
Dalla spassosa Virginia Raffaele alla Gialappa's Band, passando per Diego Abatantuono, il cast di amici che cerca di mettergli i bastoni tra le ruote è stellare. Ma questo basterebbe a rendere lo spettacolo davvero "amazing"? Siamo di fronte sicuramente a un esperimento interessante, ma la sua combinazione di nostalgia e comicità potrebbe non essere sufficiente a mantenere l'interesse del pubblico attuale. Recensione ❯
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Le vicissitudini di una potente agenzia di spettacolo e le storie dei suoi soci, alle prese con le carriere delle più grandi star del cinema italiano, per un viaggio ironico e dissacrante dietro le quinte del nostro showbiz. Espandi ▽
La serie mostra il dietro le quinte della produzione audiovisiva italiana attraverso l’attività degli agenti della CMA. Le loro vicende personali alle prese con le vite e i capricci dei loro clienti (nei panni di sé stessi) per i quali sono manager, amici e confidenti. Sky porta in Italia un grande esempio di originalità narrativa europea. Dix pour cent (Chiami il mio agente!, ideata da Fanny Herrer) è andato in onda per France 2 nel lontano 2015, e per ben quattro stagioni ha mostrato il dietro le quinte del sistema produttivo, di scouting e di gestione della maestranza cinematografica e televisiva francese. L'operazione svolta da Sky e Palomar è difficile e perciò, a discolpa di alcune pecche, doveva essere raffinata: da un lato è necessario mantenere l’intento narrativo, quello di raccontare il mondo dello show business europeo, le sue incrinature, i complessi processi di definizione della celebrity di un divo o di una diva. Ciò non giustifica l’assenza, quasi totale, di intervento sulla narrazione: le storie sono esattamente le stesse; gli intrecci che uniscono il racconto dietro le quinte con le vite dei volti noti italiani chiamati a partecipare non si svincolano mai dalla struttura originale. Dall’altro lato però, l’Italia conta una storia cinematografica e caratteristiche uniche, che rendono così l’operazione di rilocazione oggettivamente squisita. Recensione ❯
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Serie comedy con uno straordinario cast corale. Espandi ▽
La serie Gigolò per caso, che ha solo casualmente lo stesso titolo del bel film di John Turturro di qualche anno fa, vorrebbe essere un tentativo di mettere in discussione in forma comica il cambiamento nei rapporti fra uomini e donne e nella concezione stessa di virilità, ma perde completamente l’occasione di costruire una comicità intelligente e innovativa sull’argomento ripiegando invece su triti stereotipi e antiche macchiette. Lo sguardo e l’immaginario restano quelli maschili vecchio stampo e sorprende anche che a farlo sia una coppia di giovani sceneggiatori, Tommaso Renzoni e Daniela Delle Foglie, entrambi fra i 35 e i 40 anni. Se si ride poco vedendo la serie però non è per “suscettibilità femminista”, ma perché le dinamiche in scena sono così poco aggiornate alla realtà che è difficile ritrovarci qualcosa di comicamente riconoscibile, e i personaggi sono così goffamente strutturati che perdono qualsiasi credibilità, seppur nel contesto comico che deve per sua natura estremizzare i toni. Recensione ❯
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Le vicende di una piccola agenzia digital che sogna in grande ma alla fine sopravvive tra clienti stravaganti e le difficoltò di una modesta realtà di provincia. Espandi ▽
Dopo aver tirato uno schiaffo al testimonial Achille Lauro durante una riunione, la manager di un'agenzia di comunicazione viene declassata dalla sede centrale di Milano a quella periferica di Napoli. Qui si ritrova alla guida di un gruppo di lavoro stravagante e sgangherato che si barcamena nel mondo digital e social.
Ispirandosi ai modelli di sitcom più alti (come The Office o Boris) e in perfetto equilibrio tra risate e malinconia, i The Jackal ritraggono il mondo della comunicazione social e il disagio della generazione di trentenni.
L'intesa tra i membri del gruppo funziona perfettamente: Fabio Balsamo (sempre più bravo e aderente al suo modello di riferimento Troisi), Ciro Priello (il più eccentrico, nella sua spassosa incapacità di dire di no agli altri), Gianluca Fru (il più cinico e dall'umorismo spietato) e Aurora Leone (sensibile e intrappolata nella friendzone con un collega) sono complementari, e dialogano bene anche con il resto del cast, a partire da Martina Tinnirello che nel ruolo della manager mostra i giusti spigoli per cozzare comicamente con il quartetto campano. Recensione ❯
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Un testa a testa tra due ottimi interpreti per una black comedy sulla diffusa insoddisfazione dei nostri tempi. Commedia, Drammatico - USA2023. Durata 30 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un muratore in crisi e un'imprenditrice insoddisfatta rimangono coinvolti in un incidente causato dalla rabbia al volante. La faida che segue fa emergere i loro istinti più cupi. Espandi ▽
Danny cerca di restituire alcuni acquisti in un grande magazzino della catena Forsters, ma non ha la ricevuta e si deve riportare a casa gli scatoloni. Nel parcheggio, da un suv bianco, qualcuno gli suona violentemente il clacson e poi se ne va mostrandogli il dito medio dal finestrino. Danny non ci sta e dà inizio a un inseguimento in mezzo al traffico. È l'inizio di una faida tra lui e Amy, uno proletario con una piccola impresa di costruzione e riparazione e l'altra con un business prossimo a essere acquisito per una importante cifra proprio dalla catena Forsters. La rabbia che entrambi covano dentro rischia di portare le loro vite a una irreversibile implosione. Prodotta da A24, come Euphoria e il super premio Oscar Everything Everywhere All at Once, Lo scontro è prima di tutto un testa a testa tra due ottimi interpreti. Sono infatti Steven Yuen e Ali Wong a tenere banco per tutti gli episodi con il loro “Beef” - la traduzione italiana non rende il titolo originale, che indica più una prolungata faida in cui cova il rancore che non semplicemente Lo scontro. Recensione ❯
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La serie tratta dalla saga cinematografica. Questa volta vanno a caccia (nel passato) del genitore biologico di uno dei protagonisti. Espandi ▽
Moreno è un chitarrista rock, Giuseppe un "mago della finanza creativa", e Claudio un aspirante scrittore in procinto di sposarsi: li conosciamo già, in quanto protagonisti di C'era una volta il crimine, terzo episodio della saga delle commedie iniziata con Non ci resta che il crimine di Massimiliano Bruno, che si ritaglia il ruolo di Gianfranco, lo scienziato che ha scoperto come entrare e uscire dal passato attraverso varchi temporali.
Ora la saga cinematografica si trasforma in una serie in sei episodi, che prende il via dalla scoperta di Giuseppe di essere stato adottato: chi erano i suoi genitori biologici? E perché in particolare sua madre aveva rinunciato a tenerlo con sé? Per scoprirlo tornerà al 1970, e Moreno e Claudio lo seguiranno perché hanno bisogno della sua password per accedere al bottino accumulato nelle... puntate precedenti. Ma quando i tre ritrovano la strada del presente scoprono che l'Italia è in mano ad una dittatura militare, e dovranno tornare al passato nel tentativo di... sistemare le cose.
L'aspetto politico è quello più interessante e più coraggioso, perché denuncia certe derive da nuova repubblica sociale e ha un piglio dichiaratamente antifascista. E poi si sorride, e qualche volta si ride, e ci si ricorda (un po') di come eravamo, e di come potremmo ancora essere. Recensione ❯
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Un dramedy svedese ottimista e al tempo stesso pessimista che racconta la fuga da tutto ciò che fa male durante un percorso alla scoperta di sé. Espandi ▽
Il protagonista della serie è il ventisettenne Tore che fa tutto il possibile per reprimere il dolore quando la persona più importante della sua vita muore investita da un camion della spazzatura. Di giorno continua a lavorare nell'impresa di pompe funebri del padre come se niente fosse e inizia a flirtare con il nuovo fioraio. Di notte frequenta una barca adibita a nightclub in città e sperimenta per la prima volta con alcol, sesso e droghe. Un nuovo mondo tanto affascinante quanto rischioso apre improvvisamente le porte a Tore, mentre la sua migliore amica Linn e i colleghi dell'impresa di pompe funebri iniziano presto a preoccuparsi che il giovane stia per perdere l'equilibrio nel disperato tentativo di sfuggire alla realtà. Recensione ❯
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Le complicate vite amorose e amicali di quattro ragazzi impegnati a lottare per conquistare il proprio spazio nel mondo, interpretati da attori emergenti, alcuni dei quali per la prima volta sullo schermo. Espandi ▽
Il Love Club è un posto in cui tutti, a Milano, possono sentirsi a casa, liberi di esprimere sé stessi lontano da giudizi e tabù. La proprietaria del locale è Luz. Il Love Club potrebbe chiudere. Se così fosse, molti ragazzi e ragazze queer di Milano perderebbero un punto di riferimento delle loro vite: il Love Club è infatti un luogo sicuro per Tim, un DJ affetto da disturbo borderline della personalità; per Rose, una cam girl con un passato doloroso; e per Zhang, un genio del marketing desideroso di esibirsi in drag.
Animata da personaggi visivamente accattivanti, Love Club affronta tematiche importanti con uno stile immediato, che tuttavia si dimostra incapace di scavare sotto la superficie delle complesse vicende rappresentate.
Insomma, nonostante le buone intenzioni e l'importanza delle tematiche affrontate, Love Club non raggiunge i risultati di serie gemelle come SKAM ITALIA e Prisma e si pone in una dimensione di immediatezza capace di catturare l'attenzione - soprattutto dei più giovani - ma non di scavare a fondo nell'interiorità dei suoi protagonisti. Più riuscite, invece, la fotografia - desaturata e caratterizzata da un riuscito contrasto tra luci e ombre - e l'estetica dei personaggi: trucco, parrucco e costumi si rivelano infatti efficaci nel raccontare la personalità di protagonisti e comprimari, visivamente accattivanti. Recensione ❯
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Innovativa serie che mescola commedia, horror e drama, e che mostra le difficoltà di una coppia di neosposi disturbata da una presunta maledizione. Espandi ▽
Whitney e Asher Siegel sono una giovane coppia felicemente sposata che sta tentando di lanciare un reality show, dove i due raccontano la loro vita di impresari edili in una degradata cittadina del New Mexico. I due cercano di far apparire la loro impresa come integrata nella comunità, dimostrandosi molto generosi con le persone del posto, offrendo loro posti di lavoro. La coppia però, dietro le quinte dello show, affronta una crescente crisi, che l'amico di Asher, il regista Dougie, sfrutta per innervare di dramma il programma televisivo.
Non inganni la presenza come attore e sceneggiatore di Benny Safdie, The Curse non ha assolutamente il ritmo dei suoi film e anzi gioca alla pari con i lunghi tempi morti della reality Tv. Un'operazione teorica anche interessante, a volte divertente, ma mai avvincente.
Gli elementi di realismo magico rimangono sporadici. Nell'ultima metà dell'ultima puntata invece accade qualcosa di davvero sovrannaturale. Quello che avviene è infatti presentato quasi con una comicità splapstick, più che come qualcosa di minaccioso, e nel suo gusto surreale il finale rimane la cosa più memorabile. La serie è però nel complesso davvero troppo autoindulgente verso il proprio girare a vuoto. Recensione ❯
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La vita e il viaggio di Barbara Parker, la forza londinese dietro l'esplosione culturale degli anni '60. Tratto dal romanzo di Nick Hornby. Espandi ▽
Barbara Parker è una giovane donna degli anni Sessanta, vive a Blackpool, nel nord dell'Inghilterra, e ha una grande passione per la comicità. Barbara non ha nessuna intenzione di rimanere nella sua città natale: decide quindi di lasciare tutto - compreso il suo fidanzato Aiden, il macellaio più affascinante di Blackpool - per tentare di realizzare i suoi sogni. Arriva così a Londra, dove trova impiego come commessa in un negozio di articoli per signora: la sua aspirazione, però, è diventare un'attrice comica.
Tratta da un romanzo di Nick Hornby, Funny Woman è una serie leggera e divertente: visivamente accattivante e ben recitata, riflette in modo fresco e brillante sulle trasformazioni dell'industria dell'intrattenimento inglese negli anni Sessanta. Meno riuscito, però, l'approfondimento dei personaggi secondari e dei molteplici temi introdotti nel corso degli episodi.
Tra gli aspetti positivi di Funny Woman ci sono poi le buone interpretazioni del cast - di cui fa parte un Rupert Everett sempre brillante, ma quasi irriconoscibile - e l'ambientazione, che restituisce con efficacia l'atmosfera londinese anni Sessanta. Recensione ❯
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Miniserie crime che mescola thriller e azione con un pizzico di commedia. Espandi ▽
Joe vive in una cittadina dello stato di Washington assieme al suo compagno Jules e i due figli di lui che accompagna spesso a scuola. Desidera aprire un bistrot ma le autorità locali gli mettono i bastoni tra le ruote. Improvvisamente però il suo passato torna a galla così come la sua vera identità. Joe in realtà è David, nome in codice "Muscoli", un personal trainer inglese arrivato negli Usa dopo aver partecipato a una rapina a Londra tre anni prima con una squadra al comando della boss criminale Dianne Harewood. Una sera riceve infatti una telefonata da "Ufficiale", una truffatrice professionista.
I frequenti salti temporali, se da una parte possono sembrare troppo insistiti, dall'altra però riescono a mantenere alta la tensione e a scoprire in modo più approfondito tutti i personaggi.
La struttura temporale a volte rallenta la serie ma non la ostacola. Inoltre Rapina e fuga conferma la sua solidità nel riuscire a tenere le storie intrecciate e trova nell'ultimo episodio una grande sequenza in metropolitana sospesa tra puro action e un amaro post-noir tra gli anni '80 e '90. Recensione ❯
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Attraverso una totale libertà creativa, una surreale serie comedy che fonde satira sociale e realismo magico. Commedia, Drammatico, Fantastico - USA2023. Durata 115 Minuti.
Una commedia dark e fantastica che racconta la storia di un giovane nero alto 13 metri di Oakland. Un'odissea mitica che mette in discussione lo scopo dell'odissea mitica. Espandi ▽
A Oakland, in California, vive un ragazzone afroamericano diciannovenne di nome Cootie, alto circa quattro metri. Già enorme sin da neonato, gli zii lo hanno cresciuto con affetto e disciplina tenendolo nascosto a tutta la comunità per timore che potesse subire la stessa persecuzione e le stesse sofferenze che erano toccate, storicamente, ad altri giganti prima di lui. Arriva però il momento in cui la sua curiosità non può più essere arginata; così, Cootie esce alla scoperta del mondo. Nonostante le difficoltà di adattamento, farà amicizia con un gruppo di giovani attivisti, troverà l'amore, e sfiderà il suo idolo The Hero, supereroe sceso a patti con la realtà.
A colpi di realismo magico e critica sociale, Boots Riley prende di mira il capitalismo e le sue contraddizioni. L'accumulo di temi e idee rischia di farlo deragliare ma il suo coming of age coglie nel segno.
Il bersaglio a cui mira il regista è proprio il capitalismo con le sue storture e i suoi meccanismi regolatori, che necessitano della povertà, delle attività illegali, della violenza e di nemici identificabili come capro espiatorio. Recensione ❯
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Una serie comica che presenta, parodiandoli, celebri eventi e personaggi della storia umana. Espandi ▽
Dalla ricerca di qualcosa da bere del generale Grant, all'esecuzione dello zar russo mentre la famiglia Mudman arriva a Mosca, poi c'è Shakespeare alle prese con le sue opere e tanto altro. La ricetta rispetto al film non è cambiata, La pazza storia del mondo mette in parodia eventi e personaggi celebri con Mel Brooks che dopo la sua biografia pubblicata nel 2021 all'età di 95, non si ferma e ora a 97 anni arriva con un nuovo lavoro tra sketch, parodie e un senso dell'umorismo pronto a farsi beffe di chiunque e qualunque cosa. Al suo fianco come autori e attori della serie un gruppo di comici come Wanda Sykes, Nick Kroll e Ike Barinholtz. Ma nella serie troviamo anche numerose guest star: da Taika Waititi a Seth Rogen, da Danny DeVito a David Duchovny a Dove Cameron e Emily Ratajkowski. Recensione ❯
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Per Lillo è arrivato il momento di scegliere tra fama e vita privata, perché la moglie sembra davvero non sopportarlo più. Espandi ▽
Chi è Posaman? Un supereroe, ovviamente! E qual è il suo super potere? Saper fare delle pose da copertina. Ma chi si nasconde dietro il costume? Beh ... c'è Lillo! Il successo, si sa, ha i suoi risvolti negativi e per Lillo è arrivato il momento di scegliere tra fama e vita privata, perché la moglie (Sara Lazzaro) sembra davvero non sopportarlo più. Accompagnato dai comici più amati della scena contemporanea, da Pietro Sermonti, a Paolo Calabresi, da Caterina e Corrado Guzzanti a Valerio Lundini, da Michela Giraud a Edoardo Ferrario e tanti altri, Lillo cercherà di ritrovare sé stesso dietro la maschera che si è costruito. Recensione ❯
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Una serie che mescola l'horror con la commedia nera e il dramma, basata sull'omonimo podcast di successo su Spotify ideato da Aaron Mark. Espandi ▽
Dolores Roach viene rilasciata dopo un'ingiusta condanna a 16 anni di carcere e torna in una Washington Heights riqualificata. Dolores ritrova un vecchio amico tossico, Luis (Alejandro Hernandez), che le permette di vivere e lavorare come massaggiatrice nel seminterrato del suo negozio di empanadas. Quando la promessa della sua ritrovata stabilità viene rapidamente minacciata, "Magic Hands" Dolores è spinta al limite per sopravvivere. Recensione ❯
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