Romantic drama tratto dall'omonimo film campione d'incassi e fenomeno culturale di vent'anni fa. Espandi ▽
Antonia è sposata con Massimo: una storia d'amore solida e felice. Ma Massimo si innamora di Michele, e quell'amore domanderà il suo spazio. Quando Massimo sta per prendere una decisione, un incidente di moto lo ferma per sempre, lasciando un vuoto immenso in Antonia e Michele. Finché un quadro non mette Antonia sulla strada di casa dell'amante di suo marito, abitata anche dalla famiglia elettiva sui generis del giovane uomo: un gruppo di "impiccioni, invadenti e sciroccati", uno spaccato di umanità vibrante e colorato. E le dinamiche fra tutti i presenti si svilupperanno all'insegna dell'unica regola che conta: "L'amore non guarda in faccia nessuno".
Ferzan Ozpetek trasforma l'idea centrale del film Le fate ignoranti, da lui diretto nel 2001, e le regala il respiro lungo della serialità, compiendo una delle rare operazioni utili in questo settore, perché il film originale era già una storia corale, e si sarebbe voluto sapere di più di ognuno dei personaggi accennati.
La sceneggiatura di Ozpetek e Romoli è materia elastica, e il cast si cala in questo universo teatrale con fiducia, pronto a mostrare i suoi colori inediti: primo fra tutti l'ottimo Eduardo Scarpetta nel ruolo centrale di Michele. C'è persino un "coro greco" composto da tre vicine chiacchierone che commentano le entrate in scena (o in casa) dei personaggi. Recensione ❯
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Firma Tim Burton, ma poco importa. La serie è prevedibile e si salva solo grazie a Jenna Ortega che offre un'interpretazione inedita. Commedia, USA2022.
Un supernatural mystery drama che si focalizzerà sugli anni trascorsi da Mercoledì Addams come studentessa alla Nevermore Academy. Espandi ▽
Mercoledì Addams è una studentessa del liceo dal carattere molto particolare. Ne è la prova il fatto che è molto meglio che nessuno si avvicini al fratello Pugsley, perché per difenderlo è capace di adottare soluzioni alquanto estreme. Proprio una di queste porterà i genitori, Morticia e Gomez, a iscriverla alla Nevermore Academy, scuola privata in cui hanno studiato loro stessi durante l'adolescenza. Inizialmente ostile, presto Mercoledì si trova a proprio agio, imparando a padroneggiare i suoi poteri psichici per sventare una serie di omicidi che colpiscono la cittadina che ospita la scuola...
Ecco il teen ed ecco il mistero con una protagonista femminile forte e irriverente, e dal mix di questi elementi non può che fuoriuscire un prodotto molto simile a tutti gli altri e quindi più che prevedibile nei suoi snodi narrativi, con una conseguente e drammatica perdita di suspense.
Jenna Ortega è la vera forza di questa serie tv, perché la giovanissima attrice, classe 2002, restituisce un'ottima Mercoledì, divertente e inedita, animata da una giusta dose di ironia, cinismo e furia vendicativa. Recensione ❯
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La prima serie di Ficarra e Picone che si ritrovano protagonisti di uno scontro con la criminalità mafiosa. Espandi ▽
Salvo e Valentino sono amici fin dall’infanzia, cognati (Salvo è sposato con Ester, la sorella di Valentino) e lavorano insieme; sono infatti titolari di una piccola impresa che ripara elettrodomestici. Un giorno ricevono una chiamata da Alberto Gambino, che ha fatto affari con la mafia ma poi ha deciso di collaborare con la giustizia. Trovano la porta aperta e poi si trovano davanti al suo cadavere. Riescono a scappare a fatica dalla scena del crimine ma poi si trovano in guai ancora maggiori, con i boss mafiosi, con a capo il temibile Padre Santissimo, che gli stanno alle costole.
I due comici palermitani, anche ideatori e registi dei sei episodi, trovano il giusto equilibrio tra il loro repertorio e la storia, accumulano le situazioni in uno schema che richiama quello di Johnny Stecchino di Benigni, per poi farle esplodere.
La parte poliziesca sembra riprendere quella robusta compattezza del cinema e la tv di Damiano Damiani soprattutto nel modo in cui fa avvertire la presenza nella mafia sul territorio e nei volti apparentemente innocui di figure che invece risulteranno poi coinvolte. Una serie che rappresenta una vera e propria boccata d’ossigeno e mostra le attraenti deviazioni che può prendere il cinema/serie tv di Ficarra-Picone quando i due comici sono in forma come in questo caso. Recensione ❯
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La prima serie italiana natalizia di Netflix che racconta la ricerca dell'amore con la chiave della commedia. Espandi ▽
Trent’anni per una donna rappresentano un cruciale giro di boa. È l’innegabile assunto da cui si sviluppa la serie Odio il Natale, adattamento curioso della serie Netflix norvegese Natale con uno sconosciuto di Per-Olav Sørensen. Curioso perché dell’originale riprende senz’altro l’idea di base, ma la sviluppa secondo modalità di narrazione tutte italiane o, per dirla come Stanis della serie Boris, “troppo italiane”. Con il merito di avere come protagonista una trentenne spigliata, simpatica e dedita al suo lavoro, la serie si rivela, nei suoi sei episodi, una commedia per tutta la famiglia e, insieme, una storia di formazione sentimentale (post)adolescenziale, che mira a intrattenere chi guarda senza troppe pretese, ironizzando e rimestando su intrecci sentimentali e narrativi purtroppo già visti e rivisti. Sarebbe stata, tuttavia, un’occasione preziosa per firmare, senza puntare all’inarrivabile Fleabag, il ritratto di una giovane donna contemporanea veramente libera da stereotipi e cliché alle prese con un suo personalissimo Natale. Recensione ❯
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Una serie che parla di cibo, di famiglia, della follia della routine, della bellezza del Senso di Urgenza e dei ripidi e scivolosi inconvenienti. Espandi ▽
Carmen "Carmy" Berzatto (Jeremy Allen White) riceve in eredità il ristorante di famiglia in seguito al suicidio del fratello. Il suo re-inserimento in un ambiente popolare, dopo essersi formato in cucine di alto livello mondiale, è problematico e frenetico. Ma le difficoltà più grandi del giovane cuoco saranno tutt'altro che economiche o gestionali. La nuova serie Fox firmata Christopher Storer e giunta in Italia grazie a Disney+, propone un tipo di serialità decisamente complessa e non del tutto accessibile: la sceneggiatura di The Bear è infatti scarna di eventi essenziali – poco accade, tutto cambia – e perciò si contrappone alla linearità tipica di un racconto che, a primo acchito, appare familiare, forte di riferimenti comuni e di “un’abitudine visiva” al cibo, causata dall’inflazione televisiva di factual e reality show culinari. Ciò che contraddistingue la serie è il suo ritmo – che potremmo definire imprevedibile, sconclusionato – volto a straniare lo spettatore con immagini frenetiche di cibo, fornelli, pietanze inquadrate spesso in dettagli caotici, ben lontani dalle lunghe inquadrature sul cibo (il cosiddetto food porn) che stuzzicano il desiderio dello spettatore. La cucina “The Original Beef” diventa il luogo dell'aspirazione personale, un luogo da sovvertire per raggiungere un ideale, che deve essere trasformato (e in parte tradito) da un punto d'origine esistenziale, di cui si prova vergogna, a un agognato punto d’arrivo, elevato e ideale. Recensione ❯
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Pietro e Rebecca sono una giovane coppia che affronta la sfida di crescere tre figli; Claudio, Caterina e Daniele cercano la propria strada verso la felicità. Espandi ▽
Proporre un remake di una serie televisiva di successo come This is Us giunta alla sesta stagione poteva rivelarsi un rischio ricco di incognite. Così è stato ma forse non per le ragioni più ovvie. Per occuparsi di Noi è necessario fare un flashback apparentemente fuori territorio. D’altronde i flashback nella serie non mancano (come vedremo) e quindi si resta in tema. Quando Alessandro Cattelan ha fatto il passaggio da Sky alla Rai e ha tentato di proporsi con lo stile creativo e fuori dagli schemi che ne aveva decretato il successo sulla rete pay ha fallito in maniera evidente. Le ragioni? Proporlo su RAI Uno in prima serata di domenica ha significato offrire il programma giusto all’audience sbagliata. La stessa situazione si è ripresentata con Noi con l’aggravante che, alle spalle, c’era la serie originale. Recensione ❯
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Commedia dai toni fiabeschi, è la prima serie del duo Luì e Sofì celebri youtuber amatissimi dai bambini e ora chiamati ad una nuova avventura all'interno di un castello incantato. Espandi ▽
Vacanze studio in un castello per Luì e Sofì che hanno la possibilità di passare del tempo con una famiglia nobile e così impararne cultura e tradizioni. All'arrivo trovano Madame Cornelia, una governante severissima che sarà la loro guida ed insegnante. Poi c'è Bruno il maggiordomo di famiglia e tuttofare della casa. Quindi nella casa vi abitano i gemelli Divina e Tronaldo ed Emma, tutti nipoti della regina che ha un piano per loro. Il suo obiettivo è infatti dare la possibilità ai ragazzi di capire la vita delle persone normali. A dare il volto agli amatissimi Luì e Sofì ci sono Luigi Calagna e Sofia Scalia. Recensione ❯
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Serie drammatica ispirata all'autobiografia di un famoso criminale svedese, Clark Olofsson dal titolo "What Happened". Espandi ▽
Bill Skarsgård veste i panni di Clark Olofsson, criminale svedese che dagli Anni Sessanta a oggi è entrato e uscito di prigione per così tanti reati da diventare una vera e propria celebrità. Sin da bambino Clark si appassiona alla libertà: sesso, soldi, notorietà sono le sue aspirazioni. Passando da una condanna all'altra, diventa presto un volto paradossalmente amato dal pubblico. Il trampolino di lancio di questo criminale-divo sarà la prima rapina in diretta Tv della Svezia, quella avvenuta nella piazza di Norrmalmstorg, da cui nacque il concetto di Sindrome di Stoccolma.
Un racconto a metà strada tra realtà e finzione, dove spesso il limite tra le due viene abbattuto dal punto di vista soggettivo e surreale del protagonista.
L'egocentrico gioco che Clark mette in scena cattura lo spettatore in quanto lo cala in un labirinto umano, rendendo a livello narrativo lo stesso stato di piacere in cui si trovò la popolazione svedese durante la rapina di Norrmalmstorg che coniò la cosiddetta Sindrome di Stoccolma - e che qui diventa sinonimo di bingewatching. Recensione ❯
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Tatiana Maslany veste i panni di She-Hulk/Jennifer Walters, un'avvocata specializzata in casi legali che vedono coinvolti i superumani. Espandi ▽
Jennifer Walters è in viaggio in auto con suo cugino Bruce Banner, alias Hulk. L'improvvisa apparizione di un velivolo extraterrestre li manda fuori strada e, nell'incidente, il sangue di Bruce e quello di Jennifer entrano in contatto, trasformando anche lei in una "gigantessa di giada". Con grande sorpresa di Bruce, Jennifer è molto più brava di lui a contenere la rabbia e presto impara a controllare a piacere anche la propria trasformazione. Tanto da decidere di tornare alla sua carriera di avvocato, che sarà però stravolta dalla nuova superidentità. Da subito contestata dal pubblico maschilista, She-Hulk: Attorney at Law gioca d'anticipo e decostruisce la stessa reazione che prevedibilmente ha suscitato. La protagonista è stata accusata di non aver fatto nulla per meritare i propri poteri e pure di essere una "Mary Sue", ossia un personaggio femminile a cui tutto riesce con facilità. L'origine incidentale dei poteri del personaggio è però fedele al fumetto di partenza, così come il maggior controllo che She-Hulk dimostra della trasformazione e della forza di Hulk. Dunque viene a mancare la foglia di fico del tradimento dell'originale e si esplicita tutta la pochezza di chi muove queste accuse. Recensione ❯
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Tra equivoci, aiuti degli amici, telefonate inaspettate: tutto contribuisce a rendere la vita della protagonista la versione francese di Bridget Jones. Espandi ▽
Julie è stata lasciata dal compagno Hervè, vede la sorella sposarsi e deve prendere un coinquilino (su suggerimento delle amiche un omosessuale) per far quadrare i conti. Ma tornando a casa in taxi risponde ad una telefonata che non è rivolta a lei. Ma la voce è così affascinante che decide di presentarsi all'appuntamento, comincia così sullo sfondo di una Parigi estiva la battaglia di Julie per ritrovare la felicità, aiutata dalle amiche Manon e Stephanie e con la complicità del suo coinquilino che si scoprirà non essere così gay. Recensione ❯
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Il comico inglese Rowan Atkinson torna in una sit-com dove deve combattere contro un'ape'birichina'. Espandi ▽
Trevor ha trovato lavoro come house-sitter e il suo primo incarico è in una lussuosa villa piena di opere d'arte, oggetti rari e auto di lusso. I proprietari, Nina e Christian, stanno andando in vacanza e danno all'uomo delle sbrigative indicazioni lasciandogli un libretto delle istruzioni dove ci sono i codici per aprire le porte e le indicazioni su come far funzionare gli oggetti supertecnologici e il loro amato cane Cupcake. Trevor è animato dalle migliori intenzioni. Il suo più grande desiderio è quello di portare la figlia, a cui è legatissimo, in vacanza mentre l'ex-moglie non lo ha mai ritenuto una persona affidabile. Però, già prima di aver varcato il cancello della villa, un'ape a iniziato a fargli la guerra. Lui cerca così di farla fuori in ogni modo ma i risultati saranno catastrofici.
Atkinson punta all'essenza della gag visiva, riparte da una tradizione del muto in cui guarda prevalentemente a Buster Keaton nel continuo conflitto con gli oggetti. Man vs. Bee però è soprattutto un omaggio a Jacques Tati e, specificatamente, al suo personaggio di Hulot in Mio zio.
È uno sguardo malinconico quello di Atkinson, teso ancora verso una comicità del passato, analogica, che parte proprio dai movimenti impazziti del corpo prima che dalle espressioni del volto come in Mr. Bean. Recensione ❯
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Una serie comedy-fantasy con Isla Fisher e Josh Gad, su un amore molto speciale. Espandi ▽
Gary è un padre single, vedovo che non si è mai ripreso dalla morte della moglie e con una figlia di nome Emma affetta da attacchi d'ansia. Quando Mary travolge la loro auto, ma si dimostra capace di calmare la bambina, Gary è più intrigato che arrabbiato. Mary si presenta poi a casa sua per scusarsi, portando anche un regalo per Emma, e Gary prova a iniziare una relazione con lei, che però poco dopo si dà misteriosamente alla fuga...
Commedia romantica con licantropia, Wolf Like Me sembra una sorta di variante prematrimoniale di Santa Clarita Diet, ma i dialoghi non hanno la stessa verve.
Mary è ridotta alla stereotipata metafora della donna che, sotto la facciata del "gentil sesso", è in realtà una belva pericolosa. D'altra parte ci sono anche stereotipi ribaltati, perché lei e Gary sono una coppia di opposti, dove è il maschio che deve imparare a liberarsi mentre la donna deve riuscire a controllarsi. Certo niente di nuovo nel panorama contemporaneo, ma il cast e la produzione sono di buon livello e se solo il montaggio lo fosse stato altrettanto, asciugando gli episodi e dando maggior ritmo alle situazioni, ne sarebbe venuta una comedy riuscita, seppur non molto originale. Wolf Like Me invece non riesce mai a ingranare davvero e i sei episodi scorrono innocui, senza invitare all'attesa di un'altra stagione. Recensione ❯
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Com'è cambiata la vita delle protagoniste di Sex and the City? La serie racconta cosa è successo e come vivono adesso a cinquant'anni. Espandi ▽
Manhattan, oggi. Le amiche di sempre Carrie, Miranda e Charlotte vivono ancora favolosamente, pranzando in locali eleganti e indossando abitini firmati. Manca la quarta moschettiera, l’indomabile Samantha, che si è trasferita a Londra per lavoro ed è sparita dal radar delle amiche newyorkesi: o almeno così sembra. Miranda è sempre col marito Steve e il figlio Brady, che ora ha 17 anni e una fidanzatina con cui fa sesso rumoroso in casa dei genitori. Charlotte si divide fra il marito e le due figlie, la piccola una ribelle che disdegna il look Oscar De La Renta. E Carrie è sempre con Big, l’uomo dei suoi sogni che ha tanto faticato ad avere permanentemente al suo fianco. Ma la vita va avanti, e le sorprese sono dietro l’angolo: non tutte positive, ma tutte parte dell’esistenza complicata di queste donne contemporanee.
And just like that..., la nuova serie sequel di Sex and the City, sorprende per la capacità di staccarsi finalmente dai cliché passati. Infatti, pur mantenendo intreghe le personalità delle protagoniste, Michael Patrick King mette in scena la vita di tre donne finalmente cresciute, che tentano di adeguarsi ad una nuova società perfettamente al passo con quella reale contemporanea. Recensione ❯
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Scott Calvin è tornato! Dopo essere stato Babbo Natale per quasi trent'anni, è più allegro che mai. Ma con il declino della popolarità del Natale, diminuisce anche la sua magia natalizia. Espandi ▽
Scott Calvin è tornato! Dopo essere stato Babbo Natale per quasi trent'anni, è più allegro che mai. Ma con il declino della popolarità del Natale, diminuisce anche la sua magia natalizia. Scott fatica a tenere il passo con le esigenze del lavoro e a essere presente per la sua famiglia. Quando scopre che esiste un modo per ritirarsi dal suo incarico, Scott prende in considerazione l'idea di dimettersi dalla carica di Babbo Natale e di trovare un degno successore, in modo da diventare un padre e un marito migliore. Recensione ❯
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Una serie dramedy dove una donna scopre di aver il cancro. Le sue amiche cosa faranno? Espandi ▽
In questa commovente serie cinque amiche preparano una lista di sfide per la loro vacanza annuale insieme dopo che una di loro scopre di avere il cancro. Recensione ❯
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