Anno | 2022 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia |
Regia di | Ferzan Ozpetek |
Attori | Cristiana Capotondi, Eduardo Scarpetta (II), Luca Argentero, Carla Signoris Serra Yilmaz, Burak Deniz, Paola Minaccioni, Ambra Angiolini, Anna Ferzetti, Edoardo Purgatori, Filippo Scicchitano, Lilith Primavera, Edoardo Siravo, Samuel Garofalo, Maria Teresa Baluyot. |
MYmonetro | 2,84 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 14 aprile 2022
Romantic drama tratto dall'omonimo film campione d'incassi e fenomeno culturale di vent'anni fa.
CONSIGLIATO SÌ
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Antonia è sposata con Massimo: una storia d'amore solida e felice. Ma Massimo si innamora di Michele, e quell'amore domanderà il suo spazio. Quando Massimo sta per prendere una decisione, un incidente di moto lo ferma per sempre, lasciando un vuoto immenso in Antonia e Michele. Finché un quadro non mette Antonia sulla strada di casa dell'amante di suo marito, abitata anche dalla famiglia elettiva sui generis del giovane uomo: un gruppo di "impiccioni, invadenti e sciroccati", uno spaccato di umanità vibrante e colorato. E le dinamiche fra tutti i presenti si svilupperanno all'insegna dell'unica regola che conta: "L'amore non guarda in faccia nessuno".
Ferzan Ozpetek trasforma l'idea centrale del film Le fate ignoranti, da lui diretto nel 2001, e le regala il respiro lungo della serialità, compiendo una delle rare operazioni utili in questo settore, perché il film originale era già una storia corale, e si sarebbe voluto sapere di più di ognuno dei personaggi accennati.
Ozpetek, coautore insieme a Gianni Romoli dei soggetti di serie e di puntata così come delle sceneggiature, nonché showrunner dell'intero progetto, conferma qui la sua unicità autoriale: la serie Le fate ignoranti ci cala completamente nel suo mondo facendocene gustare luci, odori, sapori, quella convivialità mediterranea che tutto accoglie e tutto apprezza, e una sensualità onnicomprensiva e gioiosa.
Gli episodi girati da Ozpetek (i primi e gli ultimi due, su una serie di otto) sono strepitosi per ambizione, libertà e inventiva registica, voglia di mettersi in gioco, morbidezza di ripresa e affetto nella direzione degli attori, plongée vertiginose e giri in tondo da far perdere l'equilibrio, movimenti di macchina (o di drone!) ampi e fluidi e un senso panico del melodramma come della commedia. Dentro queste Fate ci sono tutte le anime di Ozpetek, il suo modo singolare di intendere la vita, e tutto ciò che il pubblico associa con il suo cinema: i pranzi comunitari, i balli in terrazza, gli sguardi intensi, la carnalità, il desiderio, l'estetismo e l'amore con cui il regista accarezza ognuno dei suoi personaggi, nonché una selezione musicale che mescola arie d'opera a brani turchi, spagnoli e italiani, a cominciare dal singolo di Mina che fa da sigla finale.
Le fate ignoranti non è solo una storia di amore polimorfico, ma anche una riflessione sul tempo che fugge e sulla "traccia che resta di noi", e insieme una celebrazione della vita in cui nemmeno "la speranza, il rimpianto" possono impedirci di andare avanti e scoprire cos'altro ci offre il domani. Parla di inclusione, omofobia, politica e poesia, e ritrae un ostinato presidio di resistenza umana. La sceneggiatura di Ozpetek e Romoli è materia elastica, e il cast si cala in questo universo teatrale con fiducia, pronto a mostrare i suoi colori inediti: primo fra tutti l'ottimo Eduardo Scarpetta nel ruolo centrale di Michele. C'è persino un "coro greco" composto da tre vicine chiacchierone che commentano le entrate in scena (o in casa) dei personaggi.
Purtroppo lo scarto fra lo stile autoriale di Ozpetek e quello di Gianluca Mazzella, che dirige i quattro episodi centrali, è davvero notevole: la regia di Mazzella è più statica, più convenzionale, e gravata dalla tendenza a indugiare troppo a lungo sui personaggi, senza la capacità di chiudere "in levare" le inquadrature degli attori (anche se al montaggio di tutti gli episodi c'è sempre la mano esperta di Pietro Morana). Ma il progressivo mettersi e togliersi degli abiti fisici e mentali di personaggi che penetrano mondi nuovi imparando a renderli familiari resta una godibile metafora della liquidità del presente: oggi come 19 anni fa.
Il nuovo prodotto seriale italiano del momento, distribuito sul piano internazionale da Disney+, nasce dalle spoglie dell'omonimo film del 2001 dello stesso Özpetek, ideato assieme all'abituale co-sceneggiatore e produttore Gianni Romoli. La serie modernizza il contenuto così da adattarlo ai tempi correnti, apportando mutamenti significativi, come anche il cambio di genere dal drammatico al melodramma [...] Vai alla recensione »
A pochi giorni dall'uscita su Star Original, sotto-piattaforma del colosso dello streaming Disney+, la serie "Le fate ignoranti" sicuramente incuriosisce e ammalia, soprattutto il pubblico di aficionados di Özpetek e quello LGBT. Il dubbio che sorge spontaneo per molti è il seguente: a che pro realizzare una (mini)serie ispirata a un film se non si discosta, a livello di trama, dal soggetto originale? [...] Vai alla recensione »
Più che il reboot del film del 2001 che consacrò il suo autore, Le fate ignoranti - La serie è l'apoteosi dell'OCU, l'Ozpetek Cinematic Universe. Se la Marvel ha gli Avengers, Ferzan ha gli abitanti del quartiere Ostiense. E anche quando si sposta altrove, come nella Puglia delle Mine vaganti, i personaggi del regista turco-romano restano coerenti con la sua cartografia sentimentale.