20a edizione della Festa del Cinema di Roma, il programma dei 163 film. Roma - 15/26 ottobre 2025. Le recensioni, trame, listini, poster e trailer, ordinabili per:
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Un’edizione che si concentra sulle opere prime e suoi documentari. Grande attesa per gli italiani tra cui La vita va così, Cinque secondi, Io sono Rosa Ricci e tantissimi altri. Vai all’articolo »
Fiume, 1919. Intrighi politici, amori impossibili e vendette private si intrecciano sullo sfondo della rivoluzione visionaria guidata da D'Annunzio. Espandi ▽
L'impresa fiumana (1919-1920) coagulò una quantità di esperienze diverse, di ansie di ribellione, di velleità rivoluzionarie; fu come un lungo e febbrile carnevale all'insegna della festa e della provocazione, che si apparenta alle avanguardie del tempo, ma fu anche un momento «insurrezionale» come il Sessantotto. Il libro rivisita l'avventura fiumana raccontando una vita-festa fatta di bravate futuriste e di utopie, di trasgressione sessuale e di pirateria, di gioco e guerra. Sotto questa luce, Fiume è un capitolo significativo di quella cultura della rivolta che ha caratterizzato il Novecento. Recensione ❯
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Elisabetta, avvocata brillante ma tormentata, difende il prof. Valder accusato di violenza. Tra mobbing, rifiuti morali e l'incubo dell'ex Daniele, vive nel terrore. Espandi ▽
Elisabetta è un’abile avvocata che ha appena difeso in tribunale il professor Angelo Valder, accusato di aver violentato una donna: tuttavia, a sorpresa, in tribunale la donna ritira la sua accusa, definendo il rapporto avuto con Valder come consenziente. Ma Valder non è soddisfatto: vuole fare causa alla sua università, che l’ha reintegrato ma gli fa mobbing, e vuole che sia ancora Elisabetta ad assisterlo. L’avvocata, nonostante sia in difficoltà economiche, rifiuta l’incarico, giudicando Valder “equivoco”. Nel passato di Elisabetta c’è inoltre un’ombra che la tormenta anche nel presente: l’ex fidanzato Daniele, un prepotente che la tormentava con la sua gelosia, i suoi appostamenti e la “loro canzone”. La lezione è una sorta di thriller psicologico le cui implausibilità si moltiplicano con progressione geometrica. Al di là di un’esperta regia di genere e della bravura di Matilda De Angelis, che riesce a mantenere una dignità di attrice anche nel ruolo più implausibile, il film è prima di tutto una lezione in incoerenza drammaturgica. Recensione ❯
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Un film di fantasmi, di morti e rinascite. L'energia potentemente femminile della regista sa affrontare un dolore lancinante con coraggio ed empatia. Drammatico, USA2025. Durata 125 Minuti.
Chloé Zhao racconta la morte del figlio di Shakespeare dal punto di vista della moglie Anne, fonte di dolore e ispirazione per la nascita di "Amleto". Espandi ▽
Chloé Zhao parte da un best seller dell’autrice irlandese Maggie O’Farrell che assume il punto di vista della moglie del Bardo, Anne Hathaway, per raccontare uno degli episodi più tragici della loro vita, ovvero la morte del figlio Hamnet, a soli 11 anni. Quell’episodio da un lato è stato un trauma profondissimo per la coppia, ma è stato anche la fonte di ispirazione del capolavoro di Shakespeare che porta quasi il nome del suo bambino perduto. Hamnet è un film di gemellaggi reali e creativi, di fantasmi e (pre)visioni, di buchi neri pronti ad inghiottire, di morti e rinascite, di vasi comunicanti che trasferiscono energia (vitale o letale) l’uno all’altro. Zhao dirige facendo leva sulla sua stessa doppia identità culturale: anglosassone e asiatica, contemplativa e nitida, materica e spirituale. Con coraggio ed empatia affronta un dolore lancinante e mostra un autore in grado di sublimarlo in arte. L’arte trascende persino la morte, consentendo quella trasfigurazione che è un dono di eternità. E le sontuose composizioni musicali di Max Richter offrono al pubblico quella catarsi emotiva che per molti si scioglierà in pianto. Recensione ❯
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Il documentario segue Mauro Pagani mentre, dopo aver perso temporaneamente la memoria, ricostruisce la propria identità intrecciando ricordi, musica e incontri con amici e colleghi. Espandi ▽
Un'esistenza consacrata all'arte, dove ogni scelta è un gesto d'amore e nasconde il sogno di un mondo migliore, viene improvvisamente interrotta quando Mauro Pagani, tra i più grandi talenti della musica italiana dagli anni Settanta a oggi, perde temporaneamente la memoria. Tutto svanisce, tranne la consapevolezza della sua professione e la sua familiarità con gli strumenti. Per ricostruire la propria identità, Pagani riascolta dischi e dialoga con amici, colleghi e artisti, intrecciando memoria personale e memoria condivisa in un percorso poetico e liberissimo, dallo straordinario impatto emotivo. Ad accompagnarlo in questo viaggio indimenticabile ci sono Manuel Agnelli, Giuliano Sangiorgi, Marco Mengoni, Badara Seck, Mahmood, Dori Ghezzi, Ligabue, Arisa, Ornella Vanoni e la compagna di vita Silvia Posa. Recensione ❯
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Un'opera che risponde alla necessità di non seppellire nell'oblio quanto accaduto in Brasile negli anni della dittatura. Thriller, Brasile, Francia, Paesi Bassi, Germania2025. Durata 158 Minuti.
Negli anni '70 in Brasile un uomo torna nella propria città di origine essendo ricercato da chi lo vuole morto. Espandi ▽
1977. Il Brasile vive sotto un regime militare dittatoriale. Con il falso nome di Marcello un professore universitario torna con il figlio nel nordest del Paese per cercare notizie sulla madre in attesa di espatriare. Nel passato si è messo di traverso rispetto all’attività di un corrotto imprenditore di origini italiane ed ora due killer sono sulle sue tracce per eliminarlo. Kleber Mendonça Filho torna a Recife, sua città di nascita, per raccontare il clima di violenza che dominava nel Brasile degli anni della dittatura. Il film viene strutturato in capitoli come fosse un romanzo e inserito, da un certo punto in poi, nella ricerca che due giovani studentesse stanno svolgendo nel presente in un archivio al fine di far emergere storie del periodo della dittatura. Questa modalità di narrazione ci rimanda alle origini giornalistiche del regista offrendo anche occasione per un riferimento alla necessità di non seppellire nell’oblio quanto accaduto in quegli anni. Recensione ❯
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A Taipei, Shu-fen lotta per tenere insieme la sua famiglia, ma le iniziative delle figlie rischiano di distruggere l'equilibrio già precario. Espandi ▽
Nel mercato notturno di Taipei Shu-fen gestisce un chiosco che serve noodle: lasciata dal marito da diversi anni, sta ancora affrontando i debiti residui, faticando a gestire l’irrequieta figlia ventenne I-Ann e la piccola I-Jing di 5 anni. Mentre Shu-fen si lascia andare alla depressione, la situazione le sfugge di mano e le iniziative di I-Ann e I-Jing rischiano di compromettere ulteriormente l’equilibrio famigliare. Durante la visione di Left-Handed Girl la prima impressione potrebbe essere quella di un Florida Project in versione taiwanese, complice la presenza di Sean Baker in qualità di produttore e co-sceneggiatore. È indubbio che tornino alcuni dei temi cari al cineasta americano. Il tocco di Baker in fase di sceneggiatura si percepisce nel ritmo indiavolato e nell’attenzione a dialoghi credibili e ficcanti, tali da coinvolgere un pubblico variegato per cinefilia e capacità di attenzione. Un debutto che sa conquistare per la sincerità proposta e per l’interpretazione di un cast splendidamente assemblato. Recensione ❯
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Il cinema tattile e materico di Ramsay è il veicolo naturale per questa storia di furioso contatto con un reale che sfugge di mano. Drammatico, Canada2025. Durata 118 Minuti.
Dalla rinomata regista Lynne Ramsay, Die My Love è il ritratto viscerale e senza compromessi di una donna travolta dall'amore e dalla follia. Espandi ▽
Una donna soffre di depressione post-partum e rischia di cadere in uno stato di follia. Recensione ❯
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Un esordio che guarda alle relazioni senza falsi moralismi e segna la nascita di un'autrice curiosa e coraggiosa. Commedia, Italia2025. Durata 100 Minuti.
Lea incontra Rocco in un bar e ne diventa l'amante. La loro relazione clandestina, consumata in una stanza d'albergo, prende una piega sinistra quando lei inizia a infilarsi nella vita di lui. Espandi ▽
Questa è la storia di due coppie. I trentenni Lea e Andrea, e i cinquantenni Rocco e Cecilia. Quattro personaggi i cui destini collidono la sera in cui Lea conosce Rocco in un bar e inizia con lui una relazione clandestina, consumata in una stanza d'albergo. Un tradimento come tanti, in apparenza, che prende una piega imprevista quando Lea comincia a infilarsi nella vita di Rocco, fino a coinvolgere i rispettivi compagni in una resa dei conti finale. Recensione ❯
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Un viaggio nella vita e nell'opera di un artista che con ironia, sarcasmo e poesia ha fotografato le contraddizioni dell'Italia degli anni '70. Espandi ▽
Rino Gaetano è scomparso prematuramente ma le sue canzoni e la sua personalità sono ancora vive e stimolano riflessioni e confronti in chi si accosta alle sue produzioni. Il documentario ne propone anche gli aspetti meno noti grazie ad un amplissimo e talora inedito materiale.
Giorgio Verdelli ancora una volta centra l'obiettivo nel realizzare un ritratto che supera la definizione minimale di documentario riuscendo a mettere in luce lo spirito che animava il cantautore.
Verdelli raccoglie innumerevoli testimonianze adottando un ritmo di montaggio che di volta in volta risulta diverso ma anche sapendo cogliere, quasi fosse un architetto o uno scenografo, i luoghi e le angolazioni giuste in cui catturare i ricordi e le riflessioni dei suoi interlocutori. Recensione ❯
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Un documentario che racconta la Chiesa, la Misericordia e la Speranza attraverso parole, immagini e simboli potenti nell'anno del Giubileo. Espandi ▽
Asse portante del documentario è l’intervista a Mons. Rino Fisichella che, tra le altre cose, è il responsabile dell’organizzazione del Giubileo 2025 attorno al quale nasce questo progetto che unisce varie parti documentaristiche su quelli del recente passato, con un’altra di finzione per toccare temi profondi delle fede contemporanea. Diretto e fotografato da Daniele Ciprì, un documentario religioso sulla fede di oggi raccontata attraverso sia il Giubileo in corso che quelli del più recente passato.
Il titolo del film, esplicitato dal sottotitolo “Un ponte tra la Misericordia e la Speranza”, dà bene l’idea di un pontefice, Papa Francesco, che costruisce proprio un ponte tra questi due aspetti della Fede. L’aspetto un po’ paradossale del documentario è la sua capacità di raccontare bene, attraverso gli interessanti materiali d’archivio, il momento delle aperture, nei vari anni, della Porta Santa e il coinvolgimento dei fedeli anche alla morte di grandi papi come Giovanni XXIII. Mentre poi, la parte affidata ai tre interpreti sembra chiuderle quelle porte, rendendo un po’ meno accessibili i discorsi legati alla fede di oggi. Recensione ❯
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Maxi processo di Palermo, 1987: otto giurati chiusi 36 giorni in camera di consiglio decidono su 470 imputati, tra tensioni, sorprese e conflitti. Espandi ▽
Dopo un anno e dieci mesi del Maxiprocesso per crimini di mafia che si è svolto a Palermo, dove per la prima volta lo Stato è riuscito a infliggere una condanna collettiva a Cosa Nostra, l’11 novembre 1987 la corte si riunisce in camera di consiglio. Otto giurati, blindati in un appartamento-bunker del carcere dell’Ucciardone, devono decidere condanne e assoluzione per oltre 460 imputati. “Il mondo resterà fuori da queste mura. Nessuno può uscire, nessuno può entrare”. Sono queste le parole che il presidente della giuria interpretato da Sergio Rubini dice a tutti gli altri componenti prima di iniziare a stabilire la colpevolezza o l’innocenza degli imputati. I materiali di repertorio della parte iniziale introducono la ricostruzione di quei 36 giorni d’isolamento, in un cinema di dichiarata impostazione teatrale basato soprattutto sulla forza della parola. Infascelli ritorna a un cinema di mafia a dieci anni da Era d’estate. L’impeto civile resta autentico e intatto, l’effetto claustrofobico e drammatico risulta invece più balbettante. Recensione ❯
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Il braccio di ferro di una coppia disfunzionale che dice tanto anche del rapporto tra Stati Uniti e Messico. Drammatico, Messico2025. Durata 100 Minuti.
Un ballerino dovrà affrontare la vera natura della sua relazione amorosa. Espandi ▽
Il giovane Fernando, talentoso ballerino di Città del Messico, emerge dal deserto dopo un pericoloso viaggio oltre il confine americano. Il ragazzo è determinato a raggiungere San Francisco, dove si introduce nel lussuoso appartamento di Jennifer, una donna molto più grande di lui della quale da qualche tempo è amante. Profondamente attuale, il film è l’allegoria perversa di un braccio di ferro in una coppia disfunzionale, che dice tanto del rapporto tra Stati Uniti e Messico per quanto riguarda l’immigrazione, arrivando sugli schermi proprio al culmine della tensione politica sul tema. In un gioco diabolico di prigioni amorose e linee di demarcazione che vanno dal nazionale fino al domestico, Franco si fa tentare da una spirale risolutiva angosciante e brutale, nel pieno spirito delle opere che gli hanno dato il successo. Eppure rimane la sensazione che ci sia una dimensione nuova e inaspettata nella sua poetica. Recensione ❯
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Il film è ispirato alla tragica vicenda di Willy Monteiro Duarte, il giovane capoverdiano ucciso a Colleferro il 6 settembre 2020. Espandi ▽
Colleferro. 6 settembre 2020. Ore 3.15. Willy viene ucciso dai fratelli gemelli Lorenzo e Federico dopo essere intervenuto per difendere un amico, Cristian, coinvolto in una lite. Dal momento dell'aggressione alla morte sono passati 40 secondi. Il ragazzo 21 anni, di origine capoverdiane, lavorava in un ristorante stellato dello chef Tocai e proprio quel giorno aveva avuto una grande soddisfazione.
Nelle 24 ore che precedono il suo omicidio, la sua vicenda s'intreccia con quelle di Maurizio, Michelle e Lorenzo e Federico. Maurizio, che non si è ripreso dopo che la ragazza lo ha lasciato, è completamente succube di Cosimo, legato ai gemelli criminali. Michelle, che sta per trasferirsi a studiare a Parigi, ha deciso proprio quella sera di lasciare il suo ragazzo Cristian. Infine Willy, legatissimo alla madre, era con un altro gruppo di amici da tutt'altra parte quando è stato chiamato. Si è trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
Il male (e la sua banalità) continua ad attraversare il cinema di Alfieri, già affrontato in modo evidente anche nei suoi film precedenti. 40 secondi però ha una marcia in più. È sporco, diretto, essenziale, indignato. Al momento, il film migliore del regista. Recensione ❯
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Il Maestro Giovanni Allevi, dopo aver affrontato la malattia, si racconta in un documentario che lo accompagna durante le prove con la sua orchestra della sua nuova composizione. Espandi ▽
Giovanni Allevi, celebre compositore e pianista, ci accompagna nel suo ritorno alla vita dopo la malattia che l’ha colpito. Le immagini in presa diretta delle prove, dei concerti e dei momenti di quotidianità – tra ospedale e fisioterapia – si alternano a confessioni inedite, interviste esclusive e testimonianze. Al cuore della narrazione il Concerto per Violoncello e Orchestra MM22 composto da Allevi nella stanza d'ospedale durante una lunga degenza oncologica. La malattia più temuta diventa così, grazie alla creazione artistica, il punto di partenza per una rivoluzione interiore che parla a tutti noi. Il ritratto Allevi – Back to Life diretto da Simone Valentini ci mostra un essere umano professionalmente diverso da come ci si può immaginare, per esempio quando dirige un’orchestra. Il Maestro Allevi si comporta con i professori d’orchestra con grandissimo garbo e pazienza anche quando magari non vanno tutti a tempo insieme. Glielo fa notare, con un mezzo sorriso. Dolcemente e gentilmente. Recensione ❯
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Un documentario pensato come omaggio corale alla manifestazione: un progetto con protagonisti i 300.000 partecipanti della fiera. Espandi ▽
Un gruppo di visitatori alla ricerca di qualcosa o di qualcuno, come in un gioco da tavolo; sciami di persone bardate nei costumi più impensabili, come in un film d’epoca; una cinta muraria che avvolge la città, come in un’illustrazione medievale. Anzi, no, non semplici spettatori ma VisitAutori, capaci di scrivere da soli la propria storia; non riduttive comparse ma Cosplayer, portatori di una lore più grande di loro; e non un qualsiasi centro storico ma una location degna dell’immaginario fantasy. Insieme, sono tutte parti di quel grande affresco corale, orizzontale e passionale, forse irripetibile, che è Lucca Comics & Games. I numeri della passata edizione: 275 mila paganti, 900 ospiti, 600 espositori. E più di 140 treni aggiunti. Il film di Castagna non tenta minimamente di andare oltre la sfera emotivo-relazionale: si tratta di un manifesto più che di un pamphlet, denunciato già in quel “I love” iniziale, e che sembra collocare ancora di più Castagna nel mazzo dei narratori puri tutti dentro al lore, al mito, alla fabula del racconto. O in questo caso, nel racconto dei racconti che è Lucca Comics & Games. Recensione ❯
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