Quello che non so di lei

Film 2017 | Drammatico, Thriller, +13 110 min.

Regia di Roman Polanski. Un film Da vedere 2017 con Emmanuelle Seigner, Eva Green, Vincent Perez, Damien Bonnard, Dominique Pinon. Cast completo Titolo originale: Based On a True Story. Titolo internazionale: D'après une histoire vraie. Genere Drammatico, Thriller, - Francia, Belgio, Polonia, 2017, durata 110 minuti. Uscita cinema giovedì 1 marzo 2018 distribuito da 01 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,11 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 9 marzo 2018

Tratto dall'omonimo libro di Delphine de Vigan, il film racconta la storia di una scrittrice costretta a fare i conti con un fan ossessivo. In Italia al Box Office Quello che non so di lei ha incassato 492 mila euro .

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Consigliato sì!
3,11/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 3,36
PUBBLICO 2,96
CONSIGLIATO SÌ
Un'opera affascinante e costantemente sul filo del rasoio del rapporto tra finzione e realtà.
Recensione di Giancarlo Zappoli
sabato 27 maggio 2017
Recensione di Giancarlo Zappoli
sabato 27 maggio 2017

Delphine è l'autrice di un romanzo dedicato a sua madre che è diventato un best seller. La scrittrice riceve delle lettere anonime che l'accusano di avere messo in piazza storie della sua famiglia che avrebbero dovuto rimanere private. Turbata da questa situazione Delphine sembra non riuscire a ritrovare la volontà per tornare a scrivere. C'è però un'appassionata lettrice che entra nella sua vita. Sembra riuscire a comprenderla e a sostenerla in questo momento difficile con la sua capacità di intuizione e con il suo charme tanto da divenirle così necessaria da invitarla a condividere il suo appartamento. Sarà una buona scelta?

Ci sono Autori (quelli con 'iniziale maiuscola) che tendono a ripetere i propri stilemi. Altri che cercano ogni volta di sperimentare nuovi percorsi. Altri ancora (e Polanski è uno di loro) che non abbandonano le tematiche preferite ma provano a variarne le modalità di messa in scena.

È lui stesso a riconoscere che in questo caso tornano temi che lo hanno appassionato fin dalle origini (Cul-de-sac, Repulsion) per giungere fino a Rosemary's Baby. Con in più l'interesse nei confronti della possibilità di utilizzare il personaggio di uno scrittore o il tramite di un libro per sviluppare una storia, come accaduto con La nona porta e L'uomo nell'ombra. Se ci aggiungiamo che il romanzo di Delhine De Vigan, a cui il film si ispira senza mai tradirlo, ha qualche debito con "Misery non deve morire" di Stephen King si potrebbe pensare di essere di fronte ad un deja vu, seppure di alta qualità. Non è così perché per la prima volta nel cinema di Polanski (questa è la variante sostanziale) il confronto è tra due donne e va subito detto che Seigner e Green sostengono il duetto/duello con grande aderenza ai personaggi.

Il film si muove costantemente sul filo del rasoio del rapporto tra finzione e realtà: chi è veramente Elle? Quanto ciò che Delphine le attribuisce è realmente accaduto? Attraverso quali percorsi si arriva al processo creativo? Chi alla fine, sempre che tutto quanto mostrato sia effettivamente accaduto, ha sfruttato e manipolato l'altra? È lo stesso Polanski a proporre questa ambiguità quando dice che, così come in Venere in pelliccia non è dato sapere quanto ci sia di reale e quanto di finzione e che proprio qui risiede il fascino della messa in scena. Che è poi la ragione per vedere un film unita al piacere che uno spettatore può provare nel ripercorrere sentieri cinematografici già battuti ma riproposti da un maestro dello stile.


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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 5 febbraio 2019
Parsifal

Opera firmata dalla mente tagliente di  Polansky, tratto dal romanzo di  Delphine de Vigan e sceneggiato con l' aiuto della stessa autrice. mette in scena il mondo interiore di una scrittrice affermata Delphine , magnificamente interpretata dall'eterna musa del regista , la splendida E. Seigner, giunta al successo grazie ad un'opera interamente dedicata a sua madre ed alle sue [...] Vai alla recensione »

mercoledì 7 marzo 2018
Flyanto

Ritorna nelle sale cinematografiche il regista Roman Polanski con il suo ultimo thriller "Quello che non so di Lei". La storia racconta di una famosa scrittrice di romanzi (Emanuèlle Seigner) che ha pubblicato il suo ultimo libro di successo ed ora, terminato, sta attraversando un periodo di profonda crisi esistenziale e creativa.

mercoledì 14 marzo 2018
Rita Cirrincione

Delphine è una famosa scrittrice di bestseller. Durante il tour promozionale del suo ultimo romanzo incontra Elle, una giovane ammiratrice, affascinante e dai modi seduttivi, che in poco tempo entra a far parte della sua vita occupandovi un posto sempre più rilevante.  Delphine attraversa un momento di crisi creativa e di stanchezza anche a causa delle accuse di cinismo e di opportunismo [...] Vai alla recensione »

martedì 27 agosto 2019
rmarci 05

Dopo le due folgoranti esperienze “teatrali” di Carnage e Venere in pelliccia, Roman Polanski ripercorre un sentiero autoriale già intrapreso con L’uomo nell’ombra, in un film stilisticamente raffinato e sinuoso che, sopperendo parzialmente alla mancanza di suspense grazie a un fascino visivo quasi ipnotico, funziona meglio come dramma interiore [...] Vai alla recensione »

domenica 17 giugno 2018
Eugenio

Un Misery edulcorato senza violenza espressiva, privo della paura fisica che vive di inquietudini, incertezze, del rapporto ambiguo tra due donne. Alla regia un tal, quidam Roman Polanski che dell’incasinamento e dell’angoscia è maestro, supportato in questa occasione dalla sceneggiatura da Olivier Assayas (Sils Maria e Personal Shopper) che ha fatto della ricerca dell’identit&agra [...] Vai alla recensione »

giovedì 8 marzo 2018
figliounico

Quello che non so di lei rappresenta il ritorno di Polanski a uno dei suoi temi più cari, ossessivamente presente in molti suoi film (Repulsion, Rosemary’s Baby, L’inquilino del terzo piano): l’io prigioniero che lotta disperatamente per affrancarsi dal Super-io collettivo, ma alla fine cede, perdendo se stesso e assumendo il ruolo e finanche le sembianze assegnategli dalla società.

domenica 18 marzo 2018
emaspac

giusto per suggerire la chiave di lettura di questo film, che leggo sia irragiungibile per molti: non ci sono due donne, elle non è in carne ed ossa,.è il super-io della scrittrice. o il  dopplerganger  della scrittrice. elle non parla con nessuno tranne che con la protagonista, non si fa vedere da nessuno, chiude le porte quando altre le aprono, etc.

venerdì 9 marzo 2018
udiego

 Roman Polansky, con “Quello che non so di Lei”, porta al cinema la storia, tratta dal romanzo di Delhine De Vighan, di una scrittrice in grande crisi di identità e con un forte blocco creativo. Solo riuscire a scavare nel profondo della sua anima e delle sue emozioni riuscirà a farle ritrovare se stessa. Questo viaggio dentro di sé è reso possibile dall’in [...] Vai alla recensione »

domenica 4 marzo 2018
Matteo Fedele

In un periodo in cui, nel bene e nel male, il femminismo vende come non mai, il regista di “Rosemary’s Baby” e “Tess” coglie l’occasione per realizzare quasi un gineceo narrativo. Tratto pedissequamente dall’ultimo romanzo di Delphine De Vigan, l’ultimo film di Polanski (anche a causa di un budget tra i più esigui da lui ottenuti negli ultimi anni) pare un’opera prima, benedetta dalla maestria di due [...] Vai alla recensione »

mercoledì 23 marzo 2022
Antonio Miredi

Lei è Delphnine, scrittrice di successo con il suo ultimo libro, con protagonista la storia dolorosa della madre, best seller pronto per essere firmato per una dedica ai tanti lettori in coda.In questa coda ecco che si affaccia Elle, donna seducente e misteriosa che subito cattura l’attenzione della scrittrice, riuscendo a poco a poco sempre di più a insinuarsi negli angoli più bui della sua psiche.Nel [...] Vai alla recensione »

domenica 4 marzo 2018
Maramaldo

Delle donne, direte. Può darsi, ma il tipo è coriaceo, se non altro per il suo vissuto e...sopravvissuto.Comunque, ne ha un timore riverenziale. Altrimenti non avrebbe lasciato campo libero a due belve dell'attorialità femminile. Non osa "dirigerle". Spesso in primi piani staccati individualmente, a gara nel mostrare chi è più brava e.

venerdì 2 marzo 2018
cardclau

Ammettiamolo, Polanski fa film inquietanti che possono disturbare lo spettatore se il sentimentalismo inconscio, che divide dicotomicamente il bene dal male, il buono dal cattivo, la verità dalla bugia, non viene a galla. Rifiutandosi di riconoscere la zona grigia dentro di noi, come osserva Primo Levi. Emmanuelle Seigner è veramente splendida nell'incerto plagio, come lo era stata, [...] Vai alla recensione »

venerdì 2 marzo 2018
Vincenzo Ambriola

Prologo. Una scrittrice francese di grande successo dedica e firma il suo nuovo libro ai lettori che l'hanno appena acquistato e che la ringraziano per ciò che ha scritto. Epilogo. La stessa scrittrice dedica e firma un altro nuovo libro che ha avuto ancora più successo del primo. Nel mezzo la storia di una scrittrice francese famosa che incontra Elle, una sua lettrice che entra senza [...] Vai alla recensione »

martedì 6 marzo 2018
Juri Moretti

p.p1 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; font: 12.0px Helvetica} p.p2 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; font: 12.0px Helvetica; min-height: 14.0px} Delphine de Vigan è una scrittrice vittima di un blocco creativo dopo il suo primo romanzo, dedicato alla figura di sua madre. dopo che il suo romanzo diventa un best seller iniziano ad arrivargli lettere anonime che l'accusano di aver dato [...] Vai alla recensione »

domenica 11 marzo 2018
ralphscott

Verità e sogno si sovrappongono indissolubilmente in questa vicenda affascinante,dove gli equilibri rientrano appieno nelle dinamiche del sado-masochismo. Lei(la) è la furia di cui Delphine (Seigner da applausi) diventa succube,il mostro cui si offre in sacrificio,pur essendoci tutte le avvisaglie di aver davanti una pericolosa seduttrice.

sabato 26 marzo 2022
Fabio Silvestre

Deludente davvero questo film incentrato tutto su 2 protagoniste, Delphine scrittrice e autrice di un romanzo di successo ma entrata nella fase del blocco dello scrittore, ed Elle anch'essa scrittrice ma di autobiografie che diventa subito amica confidenziale della prima. La pellicola scorre piatta tra vari generi, commedia/thriller/drammatico, senza mai però appassionare e coinvolgere lo [...] Vai alla recensione »

mercoledì 25 luglio 2018
no_data

Tre stelle Polanski se le merita di default, però il film è di quelli che restano impressi a lungo. Eva Green è formidabile sempre, la Seigner non sembra nella sua forma migliore. Il film ha una sua logica, i temi e i contenuti sono quelli cari a Polanski che abbiamo imparato a conoscere in tutti questi anni. Il rapporto a due è pieno di intrecci e cose gustose, però l'allucinazione non è potente, [...] Vai alla recensione »

giovedì 8 marzo 2018
kimkiduk

Da Polanski mi aspetto di più. In Italia purtroppo un film così andrebbe visto sottotitolato. Mi scuso per chi ha doppiato la Seigner, ma ha tolto molto da quello che era già mediocre. La storia, anche se come ormai quasi sempre tratta da un libro, fa acqua e non rende il thriller/noir che sembra spesso affiorare, ma che non arriva mai.

FOCUS
FOCUS
domenica 4 marzo 2018
Roy Menarini

Al contrario di quanto suggerirebbero le fatiche dell'anagrafe, c'è un pugno di autori che dopo aver compiuto ottant'anni sceglie di sperimentare ancora più radicalmente di prima. È il caso di registi come Clint Eastwood (che ha trovato una bizzarra e rosselliniana leggerezza in Ore 15 17 - Attacco al treno (guarda la video recensione)), di Woody Allen (che con Café Society (guarda la video recensione) ha provato per la prima volta la cinepresa digitale modificando i suoi stili di ripresa), Jean-Luc Godard (che in Adieu au Langage - Addio al linguaggio ha esplorato avanguardisticamente il 3D) o Agnès Varda (che contamina il proprio cinema indefinibile con il molto più giovane JR per Visages/Villages). Anche Polanski getta a mare tutte le zavorre e riesce nell'incredibile impresa di girare un film totalmente polanskiano per quanto riguarda temi e iconografia - dal tema del plagio/possessione sino alla claustrofobia degli interni - ma di cedere territorialità su dove questa volta l'approccio poetico può portare. Se già in L'uomo nell'ombra il regista polacco si era sciolto con leggerezza dentro un meccanismo da thriller perfettamente oliato e politicamente incandescente, questa volta va ancora oltre in una vicenda che rifiuta consapevolmente ogni metafora del presente e ogni riflessione sul contemporaneo. Se ancora Carnage lavorava a suo modo intorno al post-11 settembre, e se Venere in pelliccia funzionava come drammatica e autobiografica, nonché spietata, riflessione sulla propria risibile mascolinità, Quello che non so di lei (guarda la video recensione) è un film interamente al femminile.

E se la danza di seduzione e inganno che Elle (non a caso lo stesso nome del film di Paul Verhoeven, altro ottantenne spericolato) potrebbe andare verso certe pellicole letterarie su plagi e sostituzioni, compreso Misery non deve morire, l'andamento del racconto riesce abilmente a scartare tutte le facili soluzioni che allo spettatore più smaliziato vengono alla mente.

Ma, mentre si affacciano come al solito gli spettri di Hitchcock (si guardi la clamorosa scena in terrazza dove Delphine si accorge che la sua amica vive nel palazzo di fronte), ecco che un'altra ipotesi più suggestiva emerge. La sceneggiatura di Quello che non so di lei è scritta a quattro mani con Olivier Assayas, di cui si riconoscono evidenti riferimenti, per esempio a Sils Maria e a Personal Shopper. Se si aggiunge che si tratta di una storia di un'affermata scrittrice che fa entrare pian piano nella propria vita (artistica) una ghost writer ai limiti dello stalking, finendo col cedere elementi della propria personalità, ecco che si potrebbe pensare a un piano sulfureo di Polanski. Altro che "sempre lo stesso film, sempre lo stesso autore": il cineasta si fa letteralmente contaminare dall'opera di un altro - Assayas, appunto - fino a sfiorare il sospetto che la storia narrata rifranga il processo di creazione del film. Il tutto, peraltro, girato con una trasparenza, una facilità, una devozione al puro racconto che fa pensare agli ultimi film della carriera di Jean Renoir o Fritz Lang, in cui la critica riscontrava la massima complessità di sguardo nella massima evidenza e chiarezza della messa in scena. Quello che non so di lei è insomma un film di pura cinefilia, il cui "tratto da una storia vera" del titolo originale può essere letto in due modi: o come beffarda presa di distanza dal realismo cinematografico, o come indicazione veritiera di come hanno lavorato Assayas e Polanski.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
venerdì 2 marzo 2018
Federico Pontiggia
Il Fatto Quotidiano

Anche i maestri possono sbagliare. Anzi, possono sbavare la loro magistrale cifra poetico-stilistica. Accade a Roman Polanski, polacco naturalizzato francese, 85 anni il prossimo 18 agosto, un Oscar per la regia de il pianista (2002), una dimensione autenticamente internazionale, una filmografia, ancora luminosa, da grandissimo. Dopo l'ottimo Venere in pelliccia del 2014 allo scorso festival di Cannes [...] Vai alla recensione »

giovedì 1 marzo 2018
Massimo Bertarelli
Il Giornale

È a metà tra thriller e dramma, il pretenzioso film di Polanski, anche se, dopo 15 minuti, si capisce già dove vada a parare. Un titolo che non sorprende mai, se non nella stupidità della scrittrice di successo che si fa «sedurre» da una sua fan finendo per ospitarla in casa, rivelarle le password dei pc, mandarla in giro al posto suo. Naturalmente, lei ne approfitterà, anche se lo spettatore più navigato [...] Vai alla recensione »

giovedì 1 marzo 2018
Emiliano Morreale
La Repubblica

Al deludente festival di Cannes dell'anno scorso, il film di Polanski aveva dato il piacere di trovarsi davanti a un maestro del cinema che gioca coi propri temi con eleganza. Negli ultimi anni il regista ha adattato testi preesistenti, oculatamente scelti tra quelli che già fossero in potenza "storie di Polanski", e i film erano regolarmente superiori ai testi di partenza (compresi Carnage, tratto [...] Vai alla recensione »

giovedì 8 marzo 2018
Valerio Caprara
Il Mattino

Potremmo definire «Quello che non so di lei» tout court un film deludente, se non fosse gratificante trovarci tracce evidenti del talento di Polanski, un regista che a ottantaquattro anni riesce ancora a esercitare la nota capacità manipolatoria su storie e personaggi. Ancorché meno brillantemente che nei recenti «Venere e pelliccia» e «Carnage», infatti, la trasposizione del romanzo francese D' après [...] Vai alla recensione »

venerdì 2 marzo 2018
Cristina Piccino
Il Manifesto

Pochi mesi fa, la retrospettiva alla Cinémathèque di Parigi è stata oggetto di furiosi attacchi da parte di alcuni gruppi femministi, a cui si è aggiunta anche la voce del ministro del governo Macron della famiglia, Laurence Rossignol, - una carica istituzionale - dicendo che non avrebbe mai guardato un film di Ro-man Polanski. «Lo stupratore» sottinteso, con riferimento alle accuse di violenza sessuale [...] Vai alla recensione »

venerdì 2 marzo 2018
Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

Donne allo specchio (scuro). Chi è veramente Elle (glaciale conturbante blu-eyes Eva Green) e che cosa vuole dalla scrittrice best seller Delphine (fragile grassoccia Seigner), attirata in un gioco d'amicizia intrusiva, in crescendo ossessiva, pericolosa? Elle scava dove Delphine non può o non vuole, per sottometterla? Anonime lettere minatorie, un nuovo libro che non vien fuori, ambigue casualità, [...] Vai alla recensione »

giovedì 1 marzo 2018
Alessandra Levantesi
La Stampa

Quando gli hanno chiesto se fosse stato difficile dirigere sua moglie in «Quello che non so di lei», Roman Polanski ha risposto con un breve sorriso: «Più facile che viverci insieme!». Eppure, come ha poi spiegato rispondendo a un'altra curiosità, affidare a Emmanuelle Seigner il ruolo della protagonista, la scrittrice in crisi Delphine de Vigan, è stata una scelta naturale: «All'inizio abbiamo discusso [...] Vai alla recensione »

NEWS
GALLERY
domenica 28 maggio 2017
 

Ieri ultimo giorno di concorso con il film di Lynne Ramsay You were never really here con Joaquin Phoenix: il film è stato molto applaudito sia dal pubblico che dalla critica e racconta la storia di Joe, un veterano di guerra, sopravvissuto anche a molte [...]

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