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Paul Verhoeven (II)

Paul Verhoeven (II) (Paul Verhoeven) è un attore olandese, regista, scrittore, sceneggiatore, è nato il 18 luglio 1938 ad Amsterdam (Paesi Bassi). Paul Verhoeven (II) ha oggi 85 anni ed è del segno zodiacale Cancro.

Basic Verhoeven

A cura di Fabio Secchi Frau

Cosa resterà di un poliziotto cyborg che gestisce la legge in una metropoli del futuro? E che ne è stato di Catherine Tramell, la scrittrice sensualmente conturbante che fa del gioco di seduzioni e inganni il senso della sua vita? Queste sono le domande che la gente si è posta ma che non hanno risposta, a dispetto di tutti gli orribili sequel che sono stati partoriti da queste due pellicole. Solo un uomo lo sa: il loro creatore, il regista cult olandese Paul Verhoeven.

Gli inizi
Paul Verhoeven si è laureato all'Università di Leiden in matematica e fisica. Poi, una volta entrato alla Royal Netherlands Navy, è diventato un documentarista per la marina olandese, compiendo, dopo il servizio militare, un salto nel piccolo schermo.
Sposato con Martine Tours, dalla quale ha avuto Claudia e Heleen Verhoeven, esordisce alla regia nel cortometraggio Een Hagedis teveel (1960), per poi continuare a lavorare come operatore di camera (Palaver, 1969), solo più tardi diverrà un regista televisivo a tutti gli effetti. Il telefilm tedesco Floris, con Rutger Hauer come protagonista nei panni di un cavaliere medievale, dimostra già tutta la sua attitudine per quel tipo di cinema solito, alla ricerca di equilibrio e forza. Perfetto da un punto di vista narrativo, Verhoeven mantiene le promesse di spettacolarizzazione e fa contenti coloro che del tubo catodico si nutrono.

Le prime opere e Robocop
Dopo il suo ultimo cortometraggio De Worstelaar (1970), eccolo firmare il suo primo lungometraggio, il grottesco Gli strani amori di quelle signore (1971), una pellicola satirico-erotica su due prostitute che vogliono liberarsi dei loro magnaccia. A questo esordio sul grande schermo, seguirà Fiori di carne (1973), sempre con Hauer (che diverrà il suo attore feticcio), e Kitty Tippel... quelle notti passate sulla strada (1974), che è stato uno dei maggiori successi del cinema olandese. Dopo il sesso, esplora la violenza nel dramma bellico Soldato d'Orange (1979). Svariati sono i tempi affrontati da Verhoeven durante la sua carriera, il tutto sempre con una visione che teneva presenti la dualità di sesso e violenza, ne sono due esempi: Spetters (1979), che riguarda il mondo dei giovani e Il quarto uomo (1982), un torbido thriller con excursus erotici. Dopo tanti successi al box-office, Hollywood non poteva non chiamalo fra le sue fila: è da questo connubio che viene partorito L'amore e il sangue (1985) con Jennifer Jason Leigh. Questa coproduzione olandese-americana gli ha letteralmente spalancato le porte di Hollywood, dove Verhoeven si è lanciato nei film di genere fra fantascienza e azione, conquistandosi la fama di regista commerciale. È suo il primo Robocop (1987), ma anche il costosissimo e anomalo Atto di forza (1990) con Arnold Schwarzenegger e Sharon Stone.

I capolavori
Anche se il suo vero capolavoro è stato Basic Instinct (1992), dove dirige ancora una volta la Stone nei panni di una scrittrice erotica accusata dell'efferato delitto di un cantante e che però comincia una relazione sessuale con l'agente incaricato delle indagini, un maturo Michael Douglas. Il thriller ha avuto un successo esplosivo, gonfiato molto astutamente da elementi scandalistici e realistici che hanno accompagnato (e ancora accompagnano) il film, ampiamente criticato dalle proteste gay per la sua orgiastica visione dell'omosessualità. Stessa formula che lui ha usato per Showgirls (1995), che disgraziatamente non ha bissato il successo di Basic Instinct.
Molto più avvincente è invece il film di fantascienza Starship Troopers - Fanteria dello spazio (1998) con Casper Van Dien e Denise Richards, trasposizione cinematografica di un classico di Robert A. Heinlen. Collaboratore del bravo fotografo Jost Vacano, la sua filmografia comprende anche l'horror L'uomo senza ombra con Kevin Bacon nei panni di un perverso uomo invisibile. Rifiutata la regia di Fast and Furious e dei suoi sequel, torna alla regia con il più intimista Black Book (2006), dove torna in Olanda dopo venti anni negli States e dove affronta il tema della resistenza olandese. In seguito firma lo sperimentale Tricked, generato dalla collaborazione con il popolo del web, e nel 2016 porta al Festival di Cannes l'inquientante Elle, con Isabelle Huppert nei panni di una donna vittima di un aggressione che mette in atto una sorta di gioco perverso con il suo molestatore.
Nel 2023 dirige Virginie Efira in Benedetta.
Turbolento, enfatico, satirico, capace di giocare con i labili confini dell'erotismo, noncurante se esso sia eterosessuale o omosessuale, Verhoeven ha un vero talento nel provocare lo spettacolare con quei particolari che rendono una pellicola robusta, ma che in fin dei conti non sono molto lontani dalla quotidianità che la nostra società produce.

Ultimi film

Drammatico, (Francia - 2016), 130 min.
Drammatico, (Paesi Bassi - 2012), 52 min.
Horror, (USA, Germania - 2000), 112 min.

Focus

FOCUS
sabato 25 marzo 2017
Roy Menarini

Rifondazione del cinema d'autore. È chiaramente a questo compito che Paul Verhoeven lavora con il suo dinamitardo Elle. Da decenni, ormai, esiste un genere che finge di non essere un genere: di volta in volta lo possiamo chiamare cinema d'autore, cinema d'essai, film da festival, e così via. Allo stesso modo esistono - per fortuna - numerosi registi che non si accomodano al facile plauso del gusto medio; ma bastano i tanti altri che imbastiscono contenuti piatti e prevedibili al solo scopo di rassicurare i propri spettatori (spesso più conservatori del pubblico da blockbuster da cui pensano di distinguersi) per rovinare la festa

FOCUS
martedì 21 marzo 2017
Marzia Gandolfi

In principio è un gatto. Un gatto placido e sovrano in primo piano. Un gatto che osserva impassibile l'aggressione della sua padrona. Ironia, ferocia, sofisticatezza, il tono del film è dato. Niente accade accidentalmente nel thriller aspro e abrasivo di Paul Verhoeven. Proprio come un felino, l'eroina non (re)agisce mai in maniera prevedibile a quello che accade. Anzi, più apprendiamo qualcosa su elle e meno la comprendiamo

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