Attrice e presentatrice televisiva belga, Virginie Efira ha compiuto la difficile transizione dalla commedia leggera al cinema d'autore, superando gli stereotipi televisivi di inizio carriera, grazie a progetti significativi che l'hanno poi portata a vincere, nel 2023, un César come miglior protagonista femminile per Riabbracciare Parigi, dove interpreta una sopravvissuta alla strage del Bataclan del 2015.
Affermatasi come uno dei volti cinematografici più richiesti in Francia, che si tratti di pellicole su amori impossibili (Un amour impossible, 2018, per l'appunto), thriller psicologici (Sibyl, 2019) o scandalosi titoli anticattolici (Benedetta, 2021), la Efira gravita intorno ai ritratti di donne stabili che stanno per crollare o stanno cercando di capire come rialzarsi.
Maestra nel dipanare lentamente il proprio personaggio (ma mai fino in fondo), interpreta le scene come se stesse facendo volare un aquilone, lasciando uscire a poco a poco elementi in più, per poi farli avanzare totalmente liberi, ma sempre mantenendo una presa abbastanza salda su di essi. Un metodo di interpretazione basato quindi sul trattanimento delle emozioni e sul loro rilascio, che la rende capace di gettare prima ombre piene di tristezza e poi luci di gioia.
Desiderosa di diventare attrice fin da bambina, quando si esibiva in recital di poesie in una scuola di un sobborgo borghese di Bruxelles, segue la sua grande intuizione, capendo quanto l'arte drammatica fosse in grado di esercitare tanto potere su tutti, bambini e adulti. Ma tormentata dalla citazione di Groucho Marx "Non voglio appartenere a nessun club che mi accetti come uno dei suoi membri", sceglie un percorso professionale alternativo, sfruttando la sua capacità di entrare in contatto con il pubblico e diventando una presentatrice televisiva, inizialmente in programmi per bambini e poi, via via, in progetti più adulti.
Nonostante il successo, percepisce una certa infelicità. Dopotutto, non era esattamente quello che voleva fare e, non potendo più rimandare questo ambizioso bisogno, ricomincia a pensare che possa fare l'attrice, anche se questo significava affrontare il biasimo di tutti quelli che pensavano che non potesse avere una strada diversa da quella dei reality.
Sceglie quindi di lavorare con grandi registi, mettendosi totalmente al loro servizio per esplorarne la visione del mondo. Inizialmente, come già scritto, le commedie sono i primi posti filmici all'interno dei quali riuscirà a lavorare, trasformandosi nella stereotipata partner "bionda sexy" di Benoît Poelvoorde e del Premio Oscar Jean Dujardin. Poi, non appena giunte nuove offerte e più opzioni, inietta nella sua filmografia la gravità del dramma, con un nuovo altro punto di svolta.
Definita orrendamente dal gossip "la Cameron Diaz francese", accetta senza remore una piccola parte nel revenge thriller Elle (2016). Si tratta di una parte così esigua da essere stata rifiutata da tante attrici, ma apparire in quel film, diretta da Paul Verhoeven, le ha consentito di entrare in contatto con la sensibilità del regista, che poi l'ha imposta come protagonista in un suo importante progetto: Benedetta.
D'un tratto, cambia l'immagine della ragazza della porta accanto e viene totalmente lasciata indietro quella dell'avida presentatrice, derisa da un giornale nazionale per essersi presentata a Cannes quando non aveva motivo di esserci. I critici scrivono di lei che ha dimostrato di possedere un talento raro, ma le riviste di gossip francofone ci vanno giù ancora duramente, con un senso di beffa non indifferente. In alcune interviste, le pongono domande esclusivamente sulle sue scene di nudo, sul suo aspetto e sulla sua vita amorosa. Addirittura, VOGUE scrive che la Efira è "il tipo di donna con cui le donne sognano di essere amiche e gli uomini sognano di andare a letto". Una frase che ha irritato l'attrice, ma che la spinge ancora oggi ad andare avanti, continuando ad alternare personaggi psicologicamente disturbati a donne accomodanti e ricche d'umanità.
Studi
Nata nel 1977 a Bruxelles, figlia di un oncologo ed ematologo, cresce assieme ai suoi due fratelli e a sua sorella, affrontando con loro il divorzio dei suoi genitori.
Studentessa presso l'Institut national supérieur des arts du spectacle e poi presso il Conservatorio Reale di Bruxelles, lascia gli studi per cominciare a fare televisione.
La carriera televisiva
Nel 1998, viene notata da Marc Nivesse, produttore del programma per adolescenti "Megamix", che la vuole come conduttrice dello show assieme a Lidia Gervasi, affidandole poi altri lavori per il canale belga RTL, spesso legandola al genere dei talent show.
Trasferitasi in Francia nel 2003, continuerà con programmi di intrattenimento fino al 2008, anno in cui firmerà un contratto con Canal +, per uno show umoristico con Ahmed Hamidi. Purtroppo però il programma verrà cancellato dopo poche settimane a causa degli ascolti molto bassi.
Il volto delle commedie romantiche
Dopo questa esperienza, decide di tentare la carriera di attrice.
Debutta nel 2009 con Les Barons di Nabil Ben Yadir e, lo stesso anno, è diretta da Philippe Lefebvre in Le Siffleur. Poi comincia a diventare un volto popolare in pellicole romantiche come L'amore per caso (2010) e Per sfortuna che ci sei (2010, con François-Xavier Demaison), dove però non riscuote il successo sperato.
La critica francese la giudica troppo "insipida" e sembra più preoccupata a definirla in base al suo grazioso fisico longilineo e ai suoi bei capelli biondi. A questi titoli, si aggiungono Il mio migliore incubo! (2011) e 20 anni di meno (2012), quest'ultimo con Pierre Niney, dove interpeta una deliziosa truffatrice bella e senz'anima. Finalmente, sembra che abbia raggiunto lo stato di grazia, almeno in questo specifico genere cinematografico. La sua recitazione viene infatti descritta come un curioso mix d'oltralpe da quella di Renée Zellweger e Shirley MacLaine.
La svolta drammatica
Dopo In solitario (2013) e Una famiglia in affitto (2015), fa un provino per lavorare nel thriller Elle (2016) di Paul Verhoeven, ma ritorna al genere più leggero con Un amore all'altezza (2016) e con la commedia di Justin Triet Tutti gli uomini di Victoria (2016), dove interpreta un'agitata avvocatessa con due figlie, tra disordini, egoismi e fragilità.
Dopo 7 uomini a mollo (2018), Justin Triet la inserisce nel cast di Sybil (2019) e lavorerà nuovamente con Anne Fontaine (Police, 2020) e con Paul Verhoeven (Benedetta, 2021), che la imporranno come protagonista assoluta dei loro film, segnando un cambiamento drastico di registro.
Il César come miglior attrice
Vincitrice del César come miglior attrice per il drammatico Riabbracciare Parigi (2022), viene diretta da Antoine Barraud in La doppia vita di Madelein Collins (2022), che le affida un ruolo hitchcockiano in un pericoloso scambio di identità. Poi arriveranno I figli degli altri (2022), Il coraggio di Blanche (2023) e Niente da perdere (2023).
Vita privata
Virginie Efira è stata sposata con l'attore, presentatore e produttore Patrick Ridremont dal 2002 al 2005. Dopo il matrimonio, ha avuto una lunga relazione con il regista Mabrouk El Mechri, dal quale ha avuto la sua prima figlia. Si è poi legata all'attore Niels Schneider, conosciuto sul set di Un amour impossible.