Titolo originale | Silent Night |
Anno | 2023 |
Genere | Azione, |
Produzione | USA |
Durata | 104 minuti |
Al cinema | 173 sale cinematografiche |
Regia di | John Woo |
Attori | Joel Kinnaman, Catalina Sandino Moreno, Kid Cudi, Harold Torres, Vinny O'Brien Anthony Giulietti. |
Uscita | giovedì 30 novembre 2023 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Plaion Pictures |
MYmonetro | 3,00 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 29 novembre 2023
Il regista cinese torna sulle scene con un action thriller che ha tinte di melò. Silent Night - Il Silenzio della Vendetta è 9° in classifica al Box Office. giovedì 30 novembre ha incassato € 15.751,00 e registrato 2.234 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Vigilia di Natale. Durante uno scontro a fuoco per le strade della città tra due gang di narcotrafficanti, un proiettile colpisce un bambino, uccidendolo. Il padre, Brian, insegue i narcos per le strade e viene ferito alla gola, perdendo la voce. Dopo la convalescenza in ospedale la sua unica ragione di vita sarà vendicarsi e sterminare la gang che ha causato il massacro.
Un palloncino rosso che vola nel cielo, un simbolo di innocenza perduta che riporta alle origini del cinema. Un uomo che corre all'inseguimento di due auto: indossa un maglione natalizio con le renne ed è insanguinato.
Immagini e simboli ossimorici, contrasti evidenti rimarcati dalla colonna sonora di Marco Beltrami, tonitruante ma comunque appena udibile quando incombe la tempesta di piombo della guerra tra gang. Un incipit dallo stile inconfondibile, che ci cala in medias res nel mondo di John Woo e di un cinema fatto di iperboli e paradossi, di mélo esasperato e action a rotta di collo.
Unico dei grandi di Hong Kong ad essere riuscito a trasporre il suo cinema nella transizione a Hollywood, con cult come Face/Off, John Woo vi fa ritorno (dopo Paycheck del 2003) quando ormai nessuno se lo aspettava, dopo alcuni progetti irrisolti e una carriera declinante. Un rientro in sordina, quando nessuno punta più su di lui, in una produzione a basso budget, in cui Woo ha la libertà di poter lavorare su tratti netti e decisi, azzerando o quasi gli orpelli di trama, contestualizzazione e approfondimento psicologico dei personaggi.
In questo senso la perdita della voce di Brian, che rende il film sostanzialmente privo di dialoghi e quasi muto, è il dispositivo che consente a Woo di asciugare al massimo il suo cinema, di concentrarsi sull'essenziale. Un padre che non sa come elaborare una tragedia, abbandonato da una moglie che sente di non appartenere più alla sua vita, lacerato dai ricordi e dai rimpianti. Resta solo la vendetta, la condanna a divenire un angelo sterminatore silente e privo di incertezze, votato alla morte. Brian procede da solo, in accordo con la dinamica contemporanea da videogame di John Wick, e senza il tipico coté da buddy movie che caratterizza gli action di Woo.
Anche quando il regista sembra voler ricreare questa dinamica tra Brian e il poliziotto interpretato da Kid Cudi, è evidente come sia il primo a non crederci: quella di Brian è una vendetta che non conosce compagni, è una missione suicida da condurre in solitudine.
Silent Night assomiglia alla rivendicazione di una firma autoriale nel contesto di un'industria cinematografica che di John Woo non sa più che farsene. È una radicale dichiarazione di coerenza, di rifiuto di ogni compromesso. In questo inatteso ritorno del settantasettenne discepolo di Chang Cheh (mai come qui è forte l'ascendente del suo mentore) si legge la volontà di chiudere una carriera nel segno del rigore, con un revenge movie che sa di grindhouse e di visioni in sale notturne, con i sedili rotti e le pareti scrostate.
Potrebbe essere l'ideale ultimo atto di una carriera straordinaria, tanto nei suoi apici che nei suoi momenti più incolori: un epilogo silenzioso, come un killer per caso, che in punta di piedi fa strage del suo passato per andare incontro al vuoto, con serena rassegnazione.
In una sparatoria, un proiettile vagante uccide il suo bambino e lui giura vendetta contro l'intera gang. Silent nel titolo e non solo: in due ore si contano una trentina di frasi. La più profonda: «C'è un conflitto a fuoco, servono soccorsi». Il vendicativo protagonista, nel suo mutismo, è il killer più stupido della storia del cinema. Trama esile e due ore di macelleria indiscriminata.
Con Silent night, John Woo torna a firmare un action movie negli Stati Uniti dopo Paycheck (2003) e sembra più che mai ansioso di recuperare il tempo perduto. Nei primi minuti vediamo un uomo, Brian, inseguire una gang messicana al rallentatore mentre un palloncino rosso sorvola l'azione, sospinto dalla musica di un carillon. Anche senza colombe che volano non è difficile capire che dietro la macchina [...] Vai alla recensione »
Era dal 2017 che non si avevano notizie di John Woo, che ormai viaggia verso la cifra tonda degli 80 anni. Nonostante vantasse alcuni momenti di grande precisione coreografica, Manhunt, il suo remake del film di Jun'ya Sato, sembrava più un omaggio un po' stanco al primo film giapponese distribuito in Cina dopo la fine della Rivoluzione culturale che il riflesso di una motivazione profonda.
Una lacrima solca il viso di Catalina Sandino Moreno e prima di toccare terra si trasforma in una pallottola. John Woo è tornato, con il suo stile inconfondibile (non scalfito dai 77 anni d'età), capace di unire il lirismo alla violenza estrema. L'incipit del suo nuovo film, Silent Night, è straordinario: maglione natalizio con renna annessa, Joel Kinnaman, mani insanguinate, corre trafelato per [...] Vai alla recensione »