Titolo originale | Réparer les vivants |
Titolo internazionale | Heal the Living |
Anno | 2016 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 104 minuti |
Regia di | Katell Quillevere |
Attori | Tahar Rahim, Emmanuelle Seigner, Anne Dorval, Bouli Lanners, Kool Shen Monia Chokri, Alice Taglioni, Karim Leklou, Alice de Lencquesaing, Finnegan Oldfield, Dominique Blanc, Camille Tillier, Jonas Dinal, Andranic Manet, Gabin Verdet, Théo Cholbi, Galatéa Bellugi, Titouan Alda, Irina Muluile, Steve Tientcheu, Danielle Arbid, Amandine Ji, Kévin Mangovo, Danny-Joe Fiani, Neelesh Dhuny, Séverine Veyrières, Cristina Alegre, Thelma Garcia, Ginette Jurie, Schemci Lauth, Thierry Lanckriet, Elisa Menez, Tabaré Dutto, Ash Goldeh, Rébecca Dereims, Shanon Tan, Jacques Guedj, Jean-Yves Ruf. |
Uscita | giovedì 26 gennaio 2017 |
Distribuzione | Academy Two |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 2,67 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 27 gennaio 2017
Un incidente, la decisione di donare gli organi, una vita in attesa di salvezza. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Cesar, In Italia al Box Office Riparare i viventi ha incassato 27,2 mila euro .
CONSIGLIATO NÌ
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Simon si sveglia all'alba tra le braccia della sua ragazza, Juliette. Infila la bici e poi la tavola da surf. Il momento è magico, l'onda perfetta. Poco dopo, mentre dorme sul sedile anteriore dell'auto di un amico, un grave incidente lo spedisce in coma. Il medico dell'ospedale di Le Havre deve far capire ai genitori del ragazzo che è morto, anche se il suo cuore batte ancora. Il giovane Thomas deve parlare loro della possibilità di donare gli organi. Intanto, a Parigi, il cuore di Claire si va ingrossando rapidamente e non le resta che sperare in un trapianto a breve termine.
La regista di Suzanne si sfida in un film non facile, e non solo per la grande, spesso entusiastica accoglienza che ha contornato il romanzo di Maylis de Kerangal, ma per la natura del testo stesso, che non le dà modo di aggrapparsi alla dimensione degli eventi, ridotta al minimo, e le domanda, per contro, una prestazione particolare sul fronte della traduzione, dalla scrittura al cinema.
L'adesione della Quillevere alla sfida è totale, palpabile. L'esito altalenante. A tratti, il film tocca corde di notevole intensità, ma sono momenti che vanno e vengono, come le onde. La sequenza iniziale, con il tunnel d'acqua che ingloba Simon in un'altra dimensione, affascinante e misteriosa, anticipando il tubo della Tac e quello che verrà; il viaggio notturno dei giovani chirurghi da Parigi a Le Havre e ritorno, con un cuore tra loro, dentro un barattolo; l'attesa che il motore della vita riparta, trovi o meno il giusto ritmo nella nuova cassa di risonanza: immagini che inducono a trattenere il respiro e dicono più e meglio delle domande esplicite (com'è possibile che sia morto se il suo corpo vive ancora?)
Nei suoi punti di forza, e specie nella lunga parte in sala operatoria, il film parla della cura: dell'attenzione, della precisione e della dolcezza del gesto che richiede, con un evidente paradosso, il più violento e sanguinoso intervento dell'uomo su un suo simile. Della chirurgia del cinema. Della virtù della serietà. Del mistero dell'attimo, che contiene il tempo intero, e del tempo, che non sta fermo, viaggia avanti e indietro in continuazione.
Nelle sue parti più deboli, invece, s'intrattiene con i genitori, abbozza personaggi che perde per strada o che hanno scarsa ragione d'esistere (l'infermiera che si dichiara a tale Bruno, la pianista) e ci trapana le orecchie con una colonna sonora invadente e molesta.
La riparazione dei corpi esige che qualcuno muoia perché qualcun altro viva.Un' equivalenza sottile, inconcepibile e necessaria. A ricordarlo, con miracolosa misura, è questo prezioso film passato ingiustamente sotto traccia sui nostri schermi. Lo scenario è quello della provincia francese più impalpabile, del mare fuori stagione, di un Ospedale dove l'esperienza [...] Vai alla recensione »
"Riparare i Viventi", tradotto letteralmente dal titolo originale francese del film, può significare sia "aggiustare" che "proteggere" gli esseri umani viventi ed entrambi i verbi si adattano perfettamente alla storia presentata in questa pellicola. La scena del film si apre nella città di Le Havre e praticamente a notte fonda o in un'alba ancora [...] Vai alla recensione »
Peccato per quel titolo orribile (per altro identico all'originale), che sembra fatto apposta per allontanare il pubblico. Simon, diciassette anni, è ricoverato in corna a Le Havre, dopo un incidente d'auto. Morte cerebrale, dicono i medici ai genitori affranti. Acconsentite al trapianto? Un dramma angosciante, raccontato con delicatezza, tra qualche vezzo stilistico e con una superba Emmanuelle Seigner. D [...] Vai alla recensione »
Ci sono film che sembrano catturare il sentimento di un'epoca con la forza irresistibile della prima volta. Lavori che rendono visibile, come per miracolo, qualcosa a cui pensiamo ogni giorno magari senza rendercene conto. Autori capaci di lavorare sul crinale sottile che separa il sacro dall'osceno, ciò che non si deve mostrare da ciò che si può mostrare, trovando i ritmi, i colori, le metafore, le [...] Vai alla recensione »