Simon si sveglia all'alba tra le braccia della sua ragazza, Juliette. Infila la bici e poi la tavola da surf. Il momento è magico, l'onda perfetta. Poco dopo, mentre dorme sul sedile anteriore dell'auto di un amico, un grave incidente lo spedisce in coma. Il medico dell'ospedale di Le Havre deve far capire ai genitori del ragazzo che è morto, anche se il suo cuore batte ancora. Il giovane Thomas deve parlare loro della possibilità di donare gli organi. Intanto, a Parigi, il cuore di Claire si va ingrossando rapidamente e non le resta che sperare in un trapianto a breve termine.

In Riparare i viventi - al cinema dal 26 gennaio e di cui mostriamo in anteprima esclusiva i primi 10 minuti - la regista Katell Quillevere si misura con un adattamento complesso, con esito altalenante, ma con alcuni momenti di rara intensità.

Ho scoperto il romanzo di Maylis de Kerangal quando è uscito, nel 2014 a gennaio - ha commentato Katell Quillevere - Mi ha catturato immediatamente, non riuscivo a smettere di leggerlo ed ero completamente trascinata dalla storia che racconta. Il trapianto di un cuore da una persona ad un'altra, oltre la drammaticità del gesto, pone una serie di interrogativi di natura scientifica, medica e filosofica". La regista ha poi continuato: "La tragedia che capita al ragazzo mi ha fatto pensare al bisogno profondo che ognuno di noi ha di trasformare l'oltraggio e il dolore che la morte ci ha costretto a provare, di definire la natura immutabile della nostra condizione".