Riparare i viventi |
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Un film di Katell Quillevere.
Con Tahar Rahim, Emmanuelle Seigner, Anne Dorval, Bouli Lanners.
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Titolo originale Réparer les vivants.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 104 min.
- Francia 2016.
- Academy Two
uscita giovedì 26 gennaio 2017.
- VM 14 -
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Tante vite "spezzate" ed altrettante "rinascite"di FlyantoFeedback: 104180 | altri commenti e recensioni di Flyanto |
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venerdì 27 gennaio 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Riparare i Viventi", tradotto letteralmente dal titolo originale francese del film, può significare sia "aggiustare" che "proteggere" gli esseri umani viventi ed entrambi i verbi si adattano perfettamente alla storia presentata in questa pellicola.
La scena del film si apre nella città di Le Havre e praticamente a notte fonda o in un'alba ancora senza la luce del sole e vi è un gruppo di tre ragazzi che, appassionati di surf, si recano in spiaggia a cavalcare le onde. Quando stanno ritornando a casa alla guida del proprio furgoncino, per un colpo di sonno essi hanno un serio incidente stradale in cui uno di loro, poichè senza cintura, riporta serie lesioni al cervello a tal punto che, una volta giunto in ospedale, viene dichiarato dai medici come morto. I suoi genitori, ovviamente affranti alla terribile notizia, devono a questo punto prendere la difficile e seria decisione se donare o meno gli organi ancora intatti del ragazzo, quali il cuore e i reni. Optato per la soluzione affermativa, la scena si sposta nella città di Parigi dove c'è una mamma di due ragazzi adolescenti che ha bisogno urgentemente di un trapianto al cuore e quello del suddetto ragazzo parrebbe fare proprio al suo caso .....
La regista Katell Quillevere nel girare "Riparare i Viventi", tratto direttamente dall'omonimo romanzo di Maylis de Kerangal, affronta in maniera diretta il tema riguardante la donazione degli organi. Quello che però rende molto toccante questa pellicola, oltre ovviamente all'argomento in generale già di per sè alquanto "particolare" ed altamente delicato, è la presentazione stessa che ella fa di ogni singolo personaggio o, più precisamente, nucleo familiare, che in qualche modo risulta legato alla situazione del trapianto degli organi vitali. Iniziando a mostrare sullo schermo la vita quotidiana e spensierata del protagonista di appena 17 anni, dopo il suo decesso, l'atmosfera diventa ovviamente più drammatica con lo spostamento della scena sui suoi familiari distrutti dal dolore e profondamente indecisi sul dover prendere o meno una decisione molto importante e particolare in brevissimo tempo. A seguire, dopo aver mostrato anche alcune situazioni particolari e personali del corpo medico che quotidianamente ha a che fare con tali situazioni estreme, La Quillevere poi sposta la scena in un nuovo nucleo familiare e, precisamente, in quello privato di una donna con due figli e varie problematiche personali, bisognosa urgentemente del trapianto al cuore, sino a quella finale dell'equipe medica che dovrà affrontare la delicata e difficile operazione
del trapianto. Insomma, in un susseguirsi continuo di quadri che fanno posto uno all'altro presentando via via le differenti, ma collegate tra loro, situazioni, il film dispiega la vicenda, immergendo, appunto, in ogni singola e particolare situazione, lo spettatore che sempre di più si coinvolge e si rende partecipe ai vari drammi rappresentati. Questa "tecnica" senza alcun dubbio dà maggior valore al film rendendolo più efficace nel suo significato e non rilegandolo in un contesto banale, per quanto assai toccante e serio, e già ampiamente sfruttato in precedenza.
Consigliabile, sebbene non allegro.
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