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Esplorazione prolungata e puntuale del metodo educativo di una scienziata dalla visione rivoluzionaria. Documentario, Francia2017. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il film racconta il Metodo Montessori, un approccio educativo che vuole celebrare e nutrire il desiderio di conoscenza di ogni bambino. Espandi ▽
Da poco diventato padre, Alexandre si interroga su quale sia il migliore metodo educativo per la sua prima figlia. Interessandosi al metodo Montessori, si decide a fare ricerca sul campo e posiziona la macchina da presa sui banchi della scuola Jeanne d'Arc di Roubaix, istituto che per primo in Francia l'ha adottato. Qui segue, una per una, le peculiari tappe d'apprendimento di ventotto bambini, che frequentano la classe del maestro Christian Maréchal. Tale osservazione si rivela una formidabile catena di scoperte positive e incoraggianti. La prima è che, come sostenuto dalla famosa pedagogista, il bambino "tende naturalmente a lavorare" e questo suo istinto va incoraggiato e favorito. Infatti mentre il suo interesse per gli enunciati orali è difficile da mantenere, quello per l'attività manuale riesce a trattenere la sua concentrazione. Recensione ❯
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Un'opera partecipativa che comunica senza retorica il senso profondo e lo spirito che anima chi fa teatro. Documentario, Italia2015. Durata 77 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film dedicato al rivoluzionario innovatore della scena teatrale internazionale e all'Odin Teatret, comunità cosmopolita attiva in Danimarca da 50 anni. Espandi ▽
A Holstebro, cittadina della Danimarca dove ha sede, l'Odin Teatret si prepara a festeggiare i 50 anni di attività. Per l'occasione il suo fondatore ed anima Eugenio Barba ha fatto arrivare da Kenia, Brasile, India, Bali ed Europa diverse compagnie teatrali formate in maggior parte da giovani. Recensione ❯
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Sulle tracce del giovane interprete di Morte a Venezia: drammatizzazione di una bellezza assoluta e fatale
. Documentario, Svezia2021. Durata 93 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il protagonista di Morte a Venezia ricorda la sua incursione nel mondo del cinema. Espandi ▽
Nel 1970, il sessantaquattrenne Luchino Visconti è in cerca dell'imberbe protagonista del film che da tempo vuole trarre dal romanzo di Thomas Mann, Morte a Venezia. Dopo quattro anni di provini in mezza Europa, finalmente lo trova a Stoccolma: è l'esordiente Björn Andrésen, ha quindici anni e per il regista milanese incarna la bellezza perfetta di Tadzio, il ragazzino algido che sulla pagina von Aschenbach, artista in disfacimento fisico, desidera e contempla da lontano. Presentando il film in anteprima a Londra l'anno dopo, Visconti descrive Andrésen come "il più bel ragazzo del mondo", e la definizione inchioda il giovane attore, la cui immagine è "di proprietà" da Visconti per tre anni, non solo all'attenzione ossessiva dei media, ma di uomini attratti dal modello etereo e inaccessibile di Tadzio. Lo aspettano il clamore del Festival di Cannes, una maturità alla ricerca di affetti mai avuti e una tournée micidiale in Giappone, dove l'immagine di "angelo della morte" ispirerà perfino il manga Le rose di Versailles, meglio noto da noi come Lady Oscar: lo ammette la sua stessa autrice, Riyoko Ikeda, orgogliosa di aver inconsciamente colto la costitutiva tristezza di Andrésen. Recensione ❯
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Girato prima della sua scomparsa nel 2014, questo ritratto intimo è incentrato sull'eredità e sugli insegnamenti di Iyengar, destinati a guidare sulla strada della consapevolezza. Espandi ▽
La vita e soprattutto gli insegnamenti del maestro B.K.S Iyengar, una delle personalità mondiali dello yoga scomparso nel 2014 a 95 anni, sono gli elementi principali del documentario Iyengar: l'uomo, lo Yoga e il percorso da allievo del regista Jake Clennel, il film è incentrato sull'eredità di Iyengar e ne cattura i momenti più intimi, anche attraverso i dialoghi tra lo stesso maestro e sua nipote Abhijata, anche lei insegnate di yoga conosciuta in tutto il mondo. Ciò che traspare tra asana rigorose e interviste con studenti e insegnanti è la disciplina mentale e il focus spirituale che stanno alla base dell'approccio Iyengar. Recensione ❯
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Un'opera intima e personale. Un ritratto umano e commovente di un'icona senza tempo. Documentario, Francia2021. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
L'attrice racconta sua madre Jane Birkin in un intimo ritratto. Espandi ▽
Come si può raccontare un'icona senza usare parole già dette e immagini già viste? Attraverso lo sguardo unico al mondo di un figlio, anzi una figlia. Lo dimostra Charlotte Gainsbourg in Jane par Charlotte, documentario-tributo alla madre Jane Birkin che parte con delle riprese scomposte da backstage di quest'ultima al suo ennesimo concerto di successo. Poche scene dopo si svela la vera anima del film: non un fan movie ma un confronto serrato tra madre e figlia che è insieme un dialogo artistico, o meglio un monologo a due voci. Le unisce il sangue, il talento, la passione per l'arte, per la fotografia, per la musica, per quel Serge Gainsbourg che nel documentario citano a più riprese e di cui mostrano la casa-museo lasciata intonsa a Parigi.
Al suo debutto alla regia Gainsbourg firma un'opera intima e personalissima, mai priva di stile e di interesse, giocando con la formula di archivio biografico familiare che nel suo caso specifico è anche profondamente artistico.
Portatrici sane della stessa filosofia di vita libera, lontana da pregiudizi e convenzioni, Jane e Charlotte affrontano davanti alla macchina da presa temi esistenziali, ricordi, paure. Ne esce un ritratto umano insieme lieve e potente, senz'altro commovente, che dice molto della donna, più che dell'artista, Jane Birkin. Recensione ❯
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Una mirabile operazione di filologia del cinema e un documentario esilarante. Documentario, USA2013. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Frank Pavich ricostruisce il caso clamoroso di un capolavoro mai realizzato, in un documentario presenato nella "Quinzaine des réalisateurs", a Cannes 2013. Espandi ▽
Questo documentario girato tra Francia, Inghilterra, Svizzera e Stati Uniti, racconta il tentativo donchisciottesco di adattare il romanzo di fantascienza "Dune" dal regista Alejandro Jodorowsky nel 1974 .
Dopo due anni e milioni di dollari di spesa, questo gigantesco progetto alla fine è saltato. Tuttavia, gli artisti raccolti da Jodorowsky intorno a questo leggendario progetto hanno continuato a lavorare insieme. Questo gruppo, i "guerrieri", come li ha soprannominati Jodorowski, ha dato una connotazione alla fantascienza nel cinema moderno, lavorando a film come Alien, Blade Runner, Guerre Stellari e Total Recall. Recensione ❯
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Riflessioni sul 'gesto' del tennista. Un percorso complesso che ci riporta indietro nel tempo. Documentario, Francia2018. Durata 91 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un documentario che indaga le tensioni e il particolare carattere di John McEnroe durante un Roland Garros dei primi anni '80. Espandi ▽
Gil de Kermadec è stato un cineasta appassionato di tennis che aveva creato un metodo di osservazione delle posture dei tennisti con finalità didattiche. A un certo punto però decise di rinunciare alle riprese finalizzate allo scopo per seguire invece dal vero ciò che un campione faceva nel corso di una gara. Il soggetto prescelto fu John McEnroe. Recensione ❯
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La dichiarazione d'amore della regista turca ai gatti della sua Istanbul. Documentario, USA, Turchia2016. Durata 80 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Il profilo di una città antica e della sua gente, visti attraverso gli occhi degli animali più misteriosi e amati mai conosciuti dall'essere umano. Espandi ▽
Centinaia di migliaia di gatti turchi vagano per la metropoli di Istanbul. Da tempo immemorabile gironzolano, entrano ed escono dalle vite degli abitanti, portando gioia e voglia di vivere a chi sceglie di adottarli. Ceyda Torun, attraverso lo sguardo dei felini, ci mostra gli angoli più nascosti, gli scorci dimenticati, i nascondigli segreti. Istanbul svela il fascino decadente di una città in continuo cambiamento in cui il nuovo si aggiunge al vecchio senza mai sostituirlo. Sari, Bengu, Aslan, Psikopat, Gamsiz, Deniz e Duman. Ogni gatto ha il suo carattere, il suo quartiere, le sue abitudini. La regista ne immortala l’eleganza nella luce di albe e tramonti, celebrando il loro mistero sullo sfondo della sua Istanbul. Recensione ❯
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Un ritratto riverente dell'apneista Jacques Mayol: al di là dei record, una concezione avanzata del rapporto tra uomo e natura. Documentario, Grecia, Francia, Canada, Giappone2017. Durata 78 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +10
La straordinaria storia sportiva di Jacques Mayol, la cui vita è stata d'ispirazione per Le Grand Bleu di Luc Besson. Espandi ▽
Nato a Shanghai nel 1927 da padre architetto francese, il primatista di immersione in apnea Jacques Mayol, giramondo, tuttofare, seduttore, studioso di comportamento dei mammiferi marini e curioso di spiritualità zen, ha tutte le caratteristiche per essere l’oggetto di una monografia per immagini. E il suo nome infatti ha conosciuto un picco di popolarità con Le grand bleu, il film di Luc Besson campione di incassi al box office francese. Presentato a Cannes nel 1988 e uscito in Italia nel 2002 solo dopo un lungo contenzioso tra la produzione ed Enzo Majorca, che contestò la rappresentazione che il film dava di lui, nel personaggio di Enzo Molinari; ma anche Mayol, che collaborò alla sceneggiatura, ne rimase scontento. Jean-Marc Barr, che in quel film interpretava Mayol, gli presta la voce in questo film di committenza televisiva che si mette alla ricerca di amici, colleghi e collaboratori del primatista. Recensione ❯
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La storia vera dell'incontro fra una pittrice e l'uomo che rubò i suoi quadri, prima di
diventarne uno dei soggetti. Documentario, Norvegia2020. Durata 106 Minuti.
Una donna diventa la migliore amica del ladro che le ha preso i suoi dipinti. Espandi ▽
L'antefatto: nella Galleria Nobel di Oslo vengono rubati due quadri dell'artista ceca Barbora Kysilkova; uno dei due ladri, arrestato e processato, è Karl-Bertil Nordland, un tossicodipendente che dice di non ricordare nulla del furto. Durante il processo, Barbora avvicina l'uomo e gli chiede di poterlo incontrare, dando così inizio a un'amicizia fuori e dentro il carcere. Il film, girato tra il 2016 e il 2019, segue questo strano rapporto dal punto di vista entrambi, tra sedute per i ritratti, conversazioni al bar, visite di Barbora nell'ospedale dove Bertil viene ricoverato dopo un grave incidente, racconti dell'uno dell'altro, senza tralasciare il marito di Barbora, Øystein, che ha salvato la donna da una relazione violenta con un ex fidanzato. Recensione ❯
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La guerra in Siria vista dai volontari che ogni giorno rischiano tutto per salvare i superstiti tra le macerie dei bombardamenti. Espandi ▽
Nessuno più dei Caschi Bianchi presenti ad Aleppo ha chiaro il costo umano della guerra civile in Siria. Sempre tra i primi ad arrivare in città quando bombrardamenti e devastanti attacchi terroristici spingono la popolazione sull'orlo del collasso, i volontari Khaled Mahmoud e Subhi, da mesi si precipitano verso i siti distrutti mentre tutti gli altri sono costretti a scappare. Cercano instancabili tra le rovine degli edifici crollati i sopravvissuti e coloro che invece non ce l'hanno fatta. Recensione ❯
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La technostar francese racconta il senso del suo mestiere, circondato dal gotha della musica elettronica. Documentario, Gran Bretagna, Belgio2021. Durata 90 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un ritratto intimo dell'uomo dietro la leggenda, del mito dietro la console. Espandi ▽
“Perché mi sono buttato nella house music? Forse mi sbaglio ma penso davvero sia perché ero un grande amante della musica. Amavo la disco, il reggae, la new wave, il punk, il soul. E l’house e la techno sono l’essenza di tutto ciò, messo insieme. La musica house era quella che stavo aspettando”. Con la semplicità che è dei grandi, il deejay Laurent Garnier, anzi la “technostar”, nella perfetta definizione di Georgia Taglietti, storica responsabile della comunicazione di Sónar, sintetizza in poche parole il significato di una figura musicale spesso misinterpretata, quando non sottovalutata. All’opposto della rockstar. Qui Garnier, il nome più grande e riconosciuto della French techno, si lascia seguire e intervistare e filmare in giro per il mondo. Partendo da casa sua, mentre un vecchio trattore nella campagna francese trasloca la sua collezione di dischi: cinquantacinquemila tra vinili e cd, calcolati in generi e metri lineari. Recensione ❯
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L'influenza de Il mago di Oz su Lynch: un'analisi critica che incuriosisce, una collezione di suggestioni messa al servizio della ricerca. Documentario, USA2022. Durata 108 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Alexandre O. Philippe indaga i legami tra Il mago di Oz (1943) di Victor Fleming e l'universo
inquietante e fiabesco di David Lynch. Espandi ▽
Tra gli autori di cinema più amati dal pubblico e studiati dalle accademie, David Lynch ha ammantato la sua opera, già pervasa di un forte senso di inquietudine, del mistero più fitto. Con un movimento contrario, il regista Alexandre O. Philippe ripassa la filmografia lynchiana come lo si potrebbe fare solo in una sala di montaggio, per dimostrare il suo stretto e duraturo debito di ispirazione con un classico statunitense del 1939, altrettanto ricco di significati e livelli di lettura: Il Mago di Oz di Victor Fleming.
A sostegno di un'idea e di un testo di riferimento comune, il film può dispiegare così, nell'arco di oltre 100 minuti, un considerevole numero di immagini e suggestioni. E grazie allo split screen, la tecnica che moltiplica lo schermo in più parti, anche lo spettatore meno informato può apprendere con chiarezza i rimandi visivi e tematici.
Incorniciato in un'ambientazione teatrale mimetica di quell'immaginario, in un'ossessione cinefila al quadrato, se da una parte Lynch/Oz dà per scontata la conoscenza profonda dell'autore di Missoula e di un titolo fortemente allegorico come Il mago di Oz, dall'altra senz'altro incuriosisce a scoprirli o riscoprirli. Si pone, più che uno studio, come una collezione di suggestioni messa a servizio della ricerca. Recensione ❯
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Un insegnante tedesco cerca di favorire l'integrazione dei suoi studenti stranieri. Espandi ▽
Bachmann è un insegnante prossimo alla pensione in una città industriale di provincia della Germania. La sua classe è formata da alunni di diverse provenienze nazionali e linguistiche e i suoi metodi di insegnamento sono mirati a favorirne l'inserimento. In questo fluviale scorrere del tempo (vengono coperti più di due terzi di un anno scolastico) si avverte la totale confidenza che pervade il rapporto tra Maria Speth e Dieter Bachmann la quale però non è di ostacolo ad uno sguardo più ampio. Recensione ❯
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Il film appassionante e sorprendente, un patrimonio artistico e biografico formidabile che produce un documentario creatore dello spettacolo e spettatore dell'esibizione. Documentario, Biografico - Israele, Svezia, Germania, Paesi Bassi2015. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +16
Nonostante un travagliato making of durato 8 anni, l'acclamato regista Tomer Heymann firma il suo nuovo documentario in concomitanza col 50° anniversario della Batsheva Dance Company. Espandi ▽
È una tecnica, meglio un'anti-tecnica, una via di fuga per il corpo, per liberarlo e per rilasciare le sue zone atrofizzate. Nato dall'esigenza di comunicare coi suoi ballerini, il gaga è un metodo elaborato negli anni Ottanta da Ohad Naharin, coreografo israeliano che ha fatto del proprio corpo uno strumento narrativo, un corpo refrattario alla forza di gravità e compreso nello spazio. Nato in Israele nel 1952 e cresciuto in un kibbutz a fianco del suo gemello, affetto da autismo e per cui 'inventa' un vero e proprio linguaggio del corpo, Ohad Naharin è uno degli emblemi culturali della sua nazione. Artista magnifico, incarna il dinamismo della creazione israeliana nel mondo, realizzando la felicità aerea del movimento e la grazia della vita che danza. Capo fila della danza contemporanea israeliana, è direttore della Batsheva Dance Company, scrive col corpo una partitura nervosa, un movimento permanente guidato dalle sue suggestioni, un esercizio ginnico che si purifica diventando passo. Recensione ❯
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