La grande bellezza |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Pamela Villoresi, Franco Graziosi, Pasquale Petrolo, Serena Grandi, Maria Laura Rondanini.
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Drammatico,
durata 150 min.
- Italia, Francia 2013.
- Medusa
uscita martedì 21 maggio 2013.
MYMONETRO
La grande bellezza
valutazione media:
3,36
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Ho visto la Grande Bellezza...di CiccioGiaFeedback: 551 | altri commenti e recensioni di CiccioGia |
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sabato 25 maggio 2013 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Jep Gambardella è un giornalista di costume, uno scrittore, un tuttologo, un uomo cinico e sentenzioso che a sessantacinque anni “non vuole più fare le cose che non ha voglia di fare”. È un mondano, conosce tutti, e nonostante tutti conoscano lui, è un uomo solo, spezzato, interrotto, un uomo che passeggia per le vie di una Roma che riesce ancora a guardare con stupore, rancore, distacco e viscerale identificazione.
Con una fotografia sontuosa e barocca, un cast eccezionale (su tutti Servillo, ottimi Verdone, Ferilli e Buccirosso, strepitoso Herlitzka), con una colonna sonora azzeccatissima e un virtuoso movimento di macchina, il nuovo film di Sorrentino strega gli occhi, realizzando un’opera corale, raccontando un universo di personaggi, tutte comparse, compreso il protagonista, di un mondo disfatto, decadente, quasi funereo, ma tanto affascinante, attraente e superbo.
La grande bellezza non ha una trama, non parla di fatti, parla (con le immagini) di sensazioni, di sentimenti contrastanti, parla del vuoto, del nulla e dell’architettura su cui esso si regge.
È un colpo di cannone, una macchina fotografica che immortala la skyline della città immortale, un volo a pelo d’acqua su una trasparente fontana, che riflette le monumentali e misere macerie della capitale, macerie millenarie e moderne, macerie architettoniche e umane.
La cinepresa ritrae, con la dolcezza di un acquerello e con la violenza di uno strappo alla tela, l’avventura di un luogo, di un posto che è anche un’identità, di un posto che è “l’apparato umano” che lo abita.
Sorrentino racconta Roma, che è un coro di volti, di corpi, di rughe, di rimpianti, di sogni infranti, di ipocrisie, di mostri che si nutrono di una bellezza pulsante, una bellezza radicata ma evanescente, una bellezza così potente che schiaccia e che viene schiacciata.
Tra volgari feste mondane e incantevoli sculture senza tempo, tra grotteschi ritocchi al botox e i passi lieti dei bambini, tra le menzogne e i dolci ricordi della giovinezza, tra un millantato impegno civile e un mistico silenzio su ciò “che non si può raccontare ma solo vivere”, tra questi opposti si costruisce un cosmo, si concilia l’inconciliabile, si innesca un meccanismo amaro ed esilarante, si accerta e si accetta una perdita, si ambisce a ritrovare o ricostruire.
La grande bellezza è un pugno allo stomaco, è una dolce carezza, è una lacrima, è uno sguardo, è un ammiccamento, è un rumore feroce, è un’illusione.
La grande bellezza è Roma, è l’Italia, o meglio ancora, gli italiani.
Francesco Giamblanco.
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