Agnieszka Holland torna in Patria con una fotografia brutale della crisi dei rifugiati al confine polacco. Drammatico, Polonia, Germania, Francia, Belgio2023. Durata 147 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una famiglia di rifugiati siriani, un insegnante di inglese solitario dall'Afghanistan e una giovane guardia di frontiera, che si incontrano sul confine polacco-bielorusso durante l'ultima crisi umanitaria. Espandi ▽
Il cinema di denuncia sociale e politica di Agnieszka Holland non poteva non interessarsi alle turbolenze del presente che interessano in maniera diretta la sua patria, la Polonia, già in un tumulto interno per le politiche del governo e messa in una situazione ancor più delicata prima e durante l’invasione russa dell’Ucraina. Naturale che uno dei nomi di spicco del cinema polacco moderno abbia deciso di mettere in scena il travaglio umano delle migliaia di persone coinvolte in un sadico gioco di rappresaglia politica tra paesi e tra blocchi globali, in un corposo dramma in bianco e nero che vuole offrire molteplici punti di vista sulla vicenda. Lo fa in quel modo diretto, senza fronzoli e contundente che abbiamo imparato ad aspettarci da lei, autrice guidata dal principio - non privo di un certo didatticismo - che certe cose vadano semplicemente portate alla luce: Green Border è pieno di sofferenza e angherie, non lesina negli appelli diretti alla pietà spettatoriale, cerca emozioni forti costruendo una storia di abusi vergognosi su donne, anziani e bambini. Recensione ❯
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Arcel torna sulla storia danese attraverso i codici del western e l'affidabilità di Mads Mikkelsen. Biografico, Danimarca, Svezia, Norvegia, Germania2023. Durata 120 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
La storia di Ludvig von Kahlen, un soldato che aveva un sogno: fare fortuna coltivando la brughiera dello Jutland danese. Espandi ▽
Nikolaj Arcel, dopo Royal Affair torna ad affrontare un episodio della storia danese. Il capitano Ludwig von Kahlen non è il frutto della fantasia della scrittrice Ida Jessen ma è realmente esistito ed ha tentato, con grande impegno e contro ogni circostanza avversa, di rendere fertile la brughiera in nome di un re, Frederik V, che non aveva mai incontrato e nonostante lo scetticisimo dei consiglieri di corte. Arcel imposta la narrazione seguendo la traccia, a volte in modo un po’ troppo pedissequo, di un glorioso genere cinematografico: il western. E per delineare un personaggio come quello di von Kahlen si affida a un attore capace di dare concretezza alla condizione psicologica e caratteriale del suo personaggio. Un attore cioè che incarnasse quel titolo originale Bastarden. È grazie a Mads Mikkelsen che il film può superare il limite dato dalla struttura narrativa di cui sopra e provare a cercare una sua originalità. Recensione ❯
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Un dramma agrodolce e gentile che riflette sulla maternità surrogata. Con il mattatore Fabrice Luchini. Drammatico, Francia2023. Durata 93 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un padre in lutto per suo figlio forma un legame improbabile con la futura madre surrogata del suo futuro nipote. Espandi ▽
L'ultrasessantenne Joseph, vedovo restauratore di mobili antichi di Bordeaux, riceve la notizia della morte del figlio Emmanuel, rimasto ucciso in un incidente aereo con il compagno Joaquim. Joseph elabora il dolore dedicandosi anima e corpo a una missione: rintracciare la ragazza che aveva accettato di prestare il proprio utero alla coppia e generare un figlio con lo sperma di Emmanuel. Si chiama Rita, ha 26 anni, è madre di una bambina di nove anni e non ha un soldo. In grembo porta un'altra bambina, la figlia di Emmanuel, che per Joseph diventa la sola ragione di vita: come impedire dunque che Rita la dia in adozione?
Fabrice Luchini è il mattatore di un dramma gentile e pacificato, in cui la questione eticamente spinosa della maternità surrogata viene affrontata dalla prospettiva altrettanto complessa di un uomo in lutto.
Dopo l'incontro con Rita, che avviene verso la metà e sposta l'ambientazione del film da un ambiente borghese a uno proletario, il film segue una via più scontata, inevitabilmente agrodolce, verso una conclusione pacificata, che però, a pensarci bene, è ciò che il tenace Joseph e la rude ma amorevole Rita in fondo meritano. Recensione ❯
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Un giovane insegnante spera do poter cambiare presto vita ma si ritrova a continuare a vivere in un piccolo villaggio. Espandi ▽
Un giovane insegnante spera di essere assegnato a Istanbul dopo il servizio obbligatorio in un piccolo villaggio. Dopo una lunga attesa perde ogni speranza di sfuggire a questa vita cupa. Tuttavia, il suo collega Nuray lo aiuta a ritrovare una prospettiva. Recensione ❯
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Una cronaca romantica che volge in inferno coniugale. I sentimenti, secondo Donzelli, sottendono una sentenza bellicosa. Drammatico, Francia2023. Durata 105 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Quando Blanche incontra Greg pensa di aver trovato l'uomo della vita. Presto però si ritrova coinvolta in una relazione tossica con un uomo possessivo e pericoloso. Espandi ▽
Blanche Renard vive a un passo dal mare dove attende l'amore, che arriva e ha lo charme di Grégoire Lamoureux (nomen omen), un perfetto sconosciuto che sembra avere tutto quello che cerca. Cresciuta tra una madre affettuosa e una sorella gemella più intraprendente, Blanche sposa Grégoire e lascia la famiglia per il tetto coniugale. Lontana dalla Bretagna e dagli affetti più cari, la sua idea romantica dell'amore si scontra presto con la realtà e un uomo possessivo. Vessata dal marito, manipolatore nocivo e inquisitore feroce, Blanche precipita in una disperazione profonda. Non resta che decidere se restare o partire, tacere o denunciare.
L'amour et les forêts traccia un percorso a parte nella filmografia di Donzelli, lavorando su due universi completamente separati, il lirismo e il realismo noir, che finiscono per convergere violentemente in un melodramma psicologico. I sentimenti secondo Donzelli sembrano sempre sottendere una sentenza bellicosa, i suoi personaggi 'andare all'amore' come si va alla guerra. L'amour et les forêts non fa eccezione, la vita di coppia non è mai stata più pericolosa ma il 'trattamento' avrebbe meritato più sottigliezza e meno eccentricità. Recensione ❯
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Un multiverso cine-mentale, in cui vertigini hitchcockiane e suggestioni noir anni Cinquanta si ammantano di un tocco contemporaneo. Drammatico, Germania, Austria, Svizzera2023. Durata 100 Minuti.
Un thriller quantomeccanico in bianco e nero. Espandi ▽
In un prologo a colori, Johannes Leinert, adulto e trasandato, si appresta a presentare in televisione il suo romanzo ma subito, angosciato, lascia lo studio dopo aver lanciato un appello drammatico a tale Karin, perché si faccia rivedere. È l'amo con cui Timm Kroger ci aggancia per poi lanciarci all'indietro in un tempo in bianco e nero, dentro uno scenario che sembra rubato a Fred Zinnemann o a un racconto di Graham Greene. Una storia di fantascienza, o meglio di fantacoscienza, che evoca La jétée di Marker e si svolge nell'anno della sua creazione.
Il tedesco Kröger, per la prima volta sceneggiatore di un suo film, inventa un multiverso cine-mentale, in cui vertigini hitchcockiane e suggestioni noir anni Cinquanta si ammantano di un tocco contemporaneo e cerebrale. Il mezzo cinematografico viene così utilizzato nella sua funzione alta, di generatore di immagini e riflessioni, senza che questo vada mai a compromettere la tensione drammatica.
Come un cavaliere alla ricerca del Sacro Graal, da giovane detective per caso, Johannes si trasforma così nel puro folle, che cerca un'ombra in una stanza buia. L'ombra c'è, ma lui non la può vedere. Il cinema, invece… Recensione ❯
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Un viaggio negli abissi depressivi di una donna in cui viene affidato a Marion Cotillard il compito di risvegliare i morti. Docu-fiction, Francia, Belgio2023. Durata 95 Minuti.
La regista racconta la storia di sua madre, e del suo suicidio, attraverso l'interpretazione di una regista. Espandi ▽
Mona Achache continua a esplorare personaggi femminili e questa volta sceglie una storia molto personale per provare a comprendere meglio le ragioni di un suicidio che le ha sconvolto la vita. Alla morte di sua madre, la scrittrice francese e fotografa di scena Carole Achache, la regista scopre 125 scatole di foto, lettere, registrazioni, quaderni, segreti sepolti che custodiscono l’enigma della sua scomparsa. Per interpretare le parole e i gesti della madre, per riprodurre questa storia intima che si vuole collettiva, la vita di una donna per racconta quella di molte altre, Mona Achache convoca Marion Cotillard. Nei panni (letteralmente) della scrittrice, la regista consegna all’attrice abiti e accessori appartenuti al genitore, Marion Cotillard risveglia i morti. Piccolo teatro sperimentale, allestito nell’appartamento di Carole Achache, Little Girl Blue è un viaggio negli abissi depressivi di una donna, un set dolente in cui muove i suoi passi Marion Cotillard, il proposito più interessante di questo singolare svolgimento narrativo e visivo che vorrebbe annullare l’attrice e vedere solo il personaggio. La gestione è tutt’altro che semplice, nel processo qualcosa (s)fugge per sempre ma qualcos’altro indugia, vibra e risuona. Recensione ❯
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La celebre Sissi una versione inedita narrata dalla sua dama. Espandi ▽
L'imperatrice Sissi d'Austria dal punto di vista della sua dama di compagnia, Irma. Sissi viaggiò in tutta Europa, padroneggiò sei lingue, praticò sport ad alte prestazioni e non si adattava affatto allo stretto corsetto della corte viennese. Recensione ❯
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Parabola di un antieroe in cerca di riscatto, infarcita di cliché dei film sulla boxe e schiacciata dal peso del suo stesso immaginario. Drammatico, USA2023. Durata 105 Minuti.
Il percorso di redenzione di un pugile tra passato e presente. Espandi ▽
In attesa di combattere un incontro al Madison Square Garden, Mikey Flanaghan, ex pugile di origini irlandese tornato a combattere dopo anni di lontananza dal ring, decide di sistemare i conti in sospeso della sua vita. Dalla mattina alla sera, l’uomo attraversa New York ripensando con dolore al passato (l’abbandono forzato della boxe, l’alcolismo, l’incidente che l’ha portato in prigione, la fine del matrimonio…) e incontrando le persone che ama: un amico di famiglia che lo aiutò dopo il suicidio della madre; un amico prete; l’ex moglie e la figlia nel frattempo diventata adolescente; il padre che lo sempre maltrattato. L’incontro sarà per Mikey l’occasione per dare un senso alla sua esistenza. C’è tutta la retorica del cinema sulla boxe, in Day of the Fight: l’autodistruzione del campione che ha portato la violenza del ring nella vita privata; il retaggio di un passato familiare che grava sull’anima del guerriero; l’insperata seconda occasione che offre la possibilità del perdono; il rimorso per peccati impossibili da cancellare; il combattimento come testimonianza di un coraggio e una forza indomiti; il mito della caduta, della rinascita e, forse, della salvezza. Tutto è ricalcato e greve, come se per il regista aderire al genere del film sulla boxe – com’è noto il più cinematografico degli sport, quello che meglio si adatta alla parabola dell’antieroe in cerca di riscatto – implicasse anche sobbarcarsi tutti i suoi cliché, senza alcuna ironia o senso della misura. Recensione ❯
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Dopo la morte prematura del marito, Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot si fa beffe delle convenzioni e prende le redini della nascente attività vinicola che aveva avviato con il consorte. Espandi ▽
Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot è una donna perdutamente innamorata di suo marito. Quando lui viene meno, si prenderà cura della sua vigna e resterà determinata a portare avanti la sua attività vinicola ad ogni costo.
Un film autobiografico insieme poetico e ribelle. È Widow Clicquot, il biopic sulla missione (im)possibile di Barbe-Nicole Ponsardin Clicquot, passata alla storia come una delle pioniere dell'imprenditoria al femminile, nell'ambito del beverage e in particolare dello champagne.
Servendosi del talento espressivo di Haley Bennett, attrice profondamente innamorata dei film in costume, Thomas Napper firma un film d'epoca dal gusto moderno su quella che oggi definiremmo una "self-made woman”.
Menzione speciale per le musiche di Bryce Dessner, utili ad accompagnare, incorniciare e suggellare momenti cruciali della narrazione senza mai rivelarsi preponderanti, ingombranti o fuori posto. Recensione ❯
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Benjamin, dottorando senza borsa di studio, accetta una cattedra a contratto in un college. Espandi ▽
Benjamin, dottorando senza borsa di studio, accetta una cattedra a contratto in un college. Senza formazione né esperienza, di fronte ad un'istituzione indebolita, ha scoperto le difficoltà di questa professione. Recensione ❯
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Con l'aiuto della sua capra, una giovane ragazza costretta a un matrimonio violento fugge e viaggia attraverso il deserto per salvare la sorgente d'acqua del suo villaggio da un'avida corporazione occidentale. Espandi ▽
Hadyia è una ragazza orfana costretta a un matrimonio precoce e violento. Incinta a soli undici anni, si vede costretta a fuggire e a viaggiare attraverso il deserto, per salvare la sorgente d'acqua del suo villaggio da un'avida corporazione occidentale. Hadyia porta con sé solo la sua capra, per potersi sostenere durante il viaggio bevendo il suo latte. A volte però, ingerendolo, le sembra di sentir parlare sua madre... Recensione ❯
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Il regista prova a immortalare la forza che lo attrae verso la Terra Adelia Espandi ▽
L'Antartide, o Terra (Australis) Incognita, "si può raggiungere da quattro accessi diversi: quello dall'America del Sud è il mio preferito", dice Luc Jacquet. A trent'anni dalla sua scoperta antartica, che ha originato l'apprezzato documentario La marcia dei pinguini, premio Oscar 2006, il regista non ha più abbandonato quelle regioni polari. Con Antarctica Calling ripete quel viaggio estremo tra i ghiacci per condividere con nuovi occhi e altre lenti fotografiche la meraviglia di paesaggi inaccessibili.
Il film si spinge oltre la mera osservazione naturalistica, in una volontà di fusione pacifica, non predatoria, con gli elementi naturali e animali di un continente minacciato.
Grazie alla domanda che lo assilla e lo tiene in vita ("cosa mi porta qui?"), possiamo illuderci di sentire la pressione del vento sulle ali di un albatross, percepire il gocciolare degli iceberg nell'oceano, intravedere forme antropomorfe nei tronchi di una foresta distrutta, ascoltare il richiamo d'amore delle foche sotto il ghiaccio, immaginare il volo dei condor sopra la testa. Incontrare di nuovo e all'improvviso, una colonia di pinguini: unica forma di vita in uno spazio lunare e spietato. Stavolta sono loro a guardare noi, ospiti imprevisti e irriconoscenti. In silenzio. Recensione ❯
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